Non è una questione di orario, di giorno, di mese, di oroscopo, nulla. Nulla può fermare la simpatia, l'ironia, le freddure che un trasfertista può esibire in pubblico ed ancor di più in privato. Se vi capita di sedere a tavola con dei trasfertisti procuratevi dei fazzoletti per asciugare le lacrime perchè non smetterete di ridere tutto il tempo. |
Eccoci qui caro collega , ho creato un piccolo spazio anche per te , dove tutti quelli che ti conoscono possono lasciare un commento in modo da comporre questo piccolo spacio. Perchè scrivere nel nostro blog è gratis come la semplice casella di posta che devi creare per partecipare con noi a questo blog..... Bhè cari amici a voi la parola ..... |
Ebbene si , anche se molte volte è un termine che odiamo perchè un pò ha condizionato il modo di vivere di tutti quanti, noi trasfertisti la ringraziamo perchè alcune volte ci fà sentire a casa . Quest'oggi ero con i colleghi all'IKEA , in un posto qualunque in giro per l'europa , quando per un'istante mi sono sentito a casa mia perchè era perfettamente uguale a quello di dove abito , è stata una bella sensazione , e come questa se ne possono citare tante altre esempio il MC Donalds , anche se qui , con la scusa che capiscono non ti danno mai quello che hai ordinato .... Vi state chiedendo cosa facevamo all'IKEA ??? Compravamo l'ennesimo letto in giro, perchè in fondo siamo un pò come le prostitute ogni notte un letto nuovo...!!!!! |
Post n°4 pubblicato il 15 Settembre 2007 da mimo_cucienz
E così tocca anche a me e in qualità di mimo come potrei non sottolineare l'importanza dei gesti per uno zingaro nel mondo, dove capita di trovarsi in paesi in cui solo per dire i numeri devi slogarti la lingua. Il corpo diventa così lo strumento di comunicazione numero uno. Un trasfertista si riconosce da quanto si dimena alla cassa del supermercato per far capire che non ha monete e nemmeno la carta raccoglipunti. Va bene sapere l'inglese ma non si può chiedere ad un trasfertista di sapere tutte le lingue del mondo, in fondo non siamo altro che ignoranti senza fissa dimora. Concludo dicendo che trasfertisti si nasce, non si diventa. Io, per esempio, alla nascita non ho pianto. Mi ero già privato dell'uso della parola, tanto che l'ostetrica ha pensato che non stessi respirando. Ho alzato il mio pollicino come per dire "tuttapposto, sono vivo". saluti |
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il 21/02/2012 alle 16:36
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