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PENSIERI

Post n°104 pubblicato il 25 Gennaio 2006 da zioscuro
Foto di zioscuro

Ciao a tutti,

spero e voglio fermamente credere che tutti voi stiate bene, siate in forma più o meno perfetta, e che tutto sommato vi vada tutto per il meglio.

Quello che voglio scrivere oggi dopo memori tempi di silenzio è una riflessione spontanea su momenti di vita, e non vuole essere una cosa tediosa e machiavellica su argomenti incomprensibili e assurdi, piuttosto la intenderò come un fiume di parole organizzate da un filo logico e mentale il più semplice possibile.
Non so se vi è già capitato di osservare le persone, e con questo non intendo soffermarsi all’aspetto fisico, né tanto meno ad un particolare modo di esprimere vocalmente qualche cosa di senso compiuto; quello che intendo è valutare obbiettivamente attraverso occhi imparziali una persona, saper cogliere l’aspetto della sua grandezza e della sua miseria dalla totalità e complessità dell’esprimersi della persona che abbiamo di fronte a noi.
Questo modo di vedere la gente devo dirvi che mi piace molto, perché riesci a capire molto di chi ti sta affianco, puoi sentire trasudare il carisma o tanta timidezza.
Sono tornato questa sera da una importante riunione a milano di ben due giorni, nella più famosa società del mondo, per intenderci quella del rocchetto. Qui ho potuto osservare farmi una idea e pensare più profondamente a ciò che ho visto. Per essere più preciso vi parlerò solo di tre esempi. Il primo è il “magnum” o anche “deus” aziendale, colui che grazie ad una indubbia e fortissima personalità, accoppiata ad una volontà ferrea; riesce con la sua splendida e accattivante oratoria a prenderti dentro, a creare in te uno spirito combattivo ed in qualche modo a trascinare la tua personalità in una direzione ben definita e precisa, ma allo stesso tempo l’essere “potente” crea “onnipotenza” quindi distacco da quelli che accondiscendono ad essere esecutori.
Passiamo poi alla ragazza tutto fisico, se fossi una giuria le assegnerei un meritato 9,5. Però per quanto ingegnere, per quanto quel pezzo di carta conquistato con la mnemonica, con il “donarsi” prima o poi il palco cade, si disintegra con un concetto di professionalità, ma si sposa alla perfezione con il nome “carriera”, peccato forse il mondo delle modelle avrebbe bisogno di crescere, o forse la scarsa stima del prossimo porta ad umiliarsi, diventando oggetti di chi brama nel silenzio castelli distorti dei molteplici costumi moderni.
Per  ultimo, ma lasciatemi dire è il più concettualmente affascinante e sconcertante è il seguente, vedere il primo giorno un ragazzo straniero, di un anno e mezzo più di me, conoscitore di cinque lingue, venuto dalla terra di don chiscotte, che fa parte integrante di quel “gota” di potere, dove nella sua semplicità e nella sua voglia di essere che traspare guardandolo, capisci che quella persona diventerà qualcuno e non un numero su un badge aziendale. Devo dirvi che mi sinceramente che mi sentivo attirato al dialogo con questa persona, e parlandoci un poco assieme, forse sono stato uno degli unici a proferir parola con lui, si scopre una persona semplicissima, ma con idee chiare, pronta al dialogo, con una elasticità mentale superiore alla media scarsa del popolo. In lui trasudava una componente che in pochi hanno il carisma, merce rara da queste parti.
Questo insieme di cose  fa scaturire mille perché, dall’ottusità, per altro dimostrata in vari campi, del popolo italiano nell’ostinarsi a non sfruttare le immense possibilità di giovani validi che popolano il bel paese dei raccomandati e dei figli di papà.
E quello che brucia non è, come qualcuno potrebbe pensare, l'invidia per un'altra persona come me che non esiste e non ha ragione di esserci, ma la consapevolezza di sapersi in confronto ad altri già vecchi, e di non poter mai salvo miracoli, dimostrare il proprio valore la propia personalità, dar libero sfogo a quel cervello che l’ottusità di un sistema chiamato “repubblica italiana” stronca appieno, relegandolo a una matricola su un modello Unico.

Strana la vita il giorno prima sei troppo giovane, il giorno dopo sei troppo vecchio, forse quando supererai i tre zeri sarai considerato come una rinvigorita arancia da spremere.
Dicono che lo studio rende deboli,  inutili per la maggior parte della grande italia lavorativa, e privi di ogni redditività futura.
Dicono che il lavoro continuato e perpetuo nel quotidiano è virtù, sancendo ricchezza e questa aumenta con l'aumentare del tempo dedicato alla causa.
Quale sarà il vero?
Non vorrete mica dirmi che la mente va separata dal lavoro, essendoci la necessità di ingrassare il padrone di cinquanta cervelli al quale poco importa dei ventimila che volano via?


Lascio a voi i commenti e la continuazione della riflessione.

 Buona giornata

 
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