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« FORZA GIANLUCAMessaggio #93 »

Post N° 92

Post n°92 pubblicato il 28 Giugno 2006 da musettodolce24

TORINO. Alle 12,22 di ieri Gianluca Pessotto, prossimo team manager della Juventus si è lanciato dal tetto della sede della società, in corso Galileo Ferraris 32. Un volo di quindici metri nel cortile interno di questo palazzo moderno dai muri lisci dipinto di giallo, nell’unica zona dell’edificio riparata da una fitta siepe e da una pesante cancellata. È caduto tra l’Alfa 147 grigia di Roberto Bettega ed una Lancia Phedra, in uno spazio di poche decine di centimetri. Un’impiegata del primo piano, che vede un’ombra sfilare davanti alla finestra si affaccia: scorge la sagoma del calciatore e si mette a urlare. Uno degli addetti alla sicurezza, che ha visto la stessa scena dalla sua postazione, corre in cortile e dà l’allarme.

Gianluca Pessotto, 35 anni, undici stagioni giocate con la maglia bianconera è riverso a terra, semicosciente. Si lamenta, riesce ancora muovere le gambe, ma non parla. In mano stringe un rosario, poco più in là ci sono i suoi occhiali.

«Depresso» diranno più tardi per spiegare il gesto di quest’uomo adesso ricoverato in terapia intensiva al pronto soccorso dell’ospedale Molinette. Era in cura ormai da tempo. Due interventi chirurgici non tranquillizzano i medici. È grave: ha fratture alle vertebre, al coccige e una lesione dell’arteria ipogastrica di sinistra. Il direttore del «risk management» delle Molinette, Marco Rabellino, dice che la Tac non rivela lesioni midollari, ma precisa subito che «serviranno altri accertamenti».

E mentre in ospedale arrivano la moglie del calciatore, Reana con la compagna di Gianluca Zambrotta, Valentina, il presidente della società Cobolli Gigli, il direttore marketing Romy Gai, Bettega e l’ex portiere Rampulla, davanti la sede bianconera si materializza la prima folla di curiosi. Di questi tempi, con tutti i problemi che ha il calcio nostrano, le volanti della questura ferme davanti al palazzo attirano l’attenzione. E tutto quell’andirivieni di poliziotti alimenta leggende.

Su, al secondo piano, il capo della Mobile, Sergio Molino, il suo collaboratore Mitola e un gruppo di investigatori cercano di ricostruire com’è andata. E spiegarsi il perché di questo gesto estremo del «Professore». Ma non c’è bisogno di una grande idagine. Nel garage c’è la Grande Punto blu notte con cui Pessotto arriva in corso Ferraris neanche un quarto d’ora prima di saltare nel vuoto. Un’impiegata lo incontra sulle scale di servizio: lo saluta. Lui contraccambia con un sorriso, quasi una smorfia. Forse ha scelto quel percorso perché taglia fuori le sale riunioni e uffici della dirigenza: non vuole vedere nessuno. Quando è nel sottotetto, su un mobile di legno appoggia i suoi due cellulari e le chiavi della Punto, con portachiavi d’argento. Apre un abbaino, s’infila nel pertugio ed è fuori. Una mano in tasca per prendere il rosario e poi il salto nel vuoto. Senza un grido, o un lamento. I suoi telefonini suonano: arrivano messaggi, è il solito traffico di chiamate. Ci sono le ultime chimate con la moglie, gli sms scambiati con gli amici. Forse aiuteranno il magistrato Andrea Calice a capire meglio le ragioni del gesto di Pessotto. Da Duisburg, Germania, intanto, s’interrogano i calciatori della Nazionale. Del Piero non nasconde le lacrime; Cannavaro è stravolto. Del Piero vuol partire subito per Torino; Zambrotta è già con lui. Si cerca un volo, ne verrà organizzato uno privato. Lippi concede il benestare. Quando sta calando la notte alle Molinette arriva un Cayenne nero: i vetri fumè coprono i visi stravolti di giocatori e compagne. Non trapelerà nulla di ciò che si sono detti. Un’ora e mezza dopo il fuoristrada con i due giocatori e Ciro Ferrara riprende l’uscita. Via verso l’aeroporto di Caselle, verso la Germania e il Mondiale. Il cuore, però, è accanto al «Professore».

TUTTI UNITI PER GIANLUCA !!!!! NOI SIAMO CON TE ...FORZA GIANLUCA E FORZA JUVE !!!!

 
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