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Messaggi di Luglio 2012
Post n°619 pubblicato il 18 Luglio 2012 da asu1000
ECCO “LA BASE” PER DIRIGERE LA REGIONE di Francesco Casula Parte da Nuoro verso Cagliari la marcia de “La Base”. Per governare la Regione, non per conquistare il potere. Lo ha chiarito il fondatore e leader del Movimento Efisio Arbau. L’avvocato-pastore, già sindaco di Ollolai nonché consigliere provinciale. nei giorni scorsi, nel suggestivo Monte Ortobene di Nuoro rilancia le sue proposte “draconiane” – le ha definite – in realtà in sintonia col comune sentire della gente sarda. Ad iniziare dalla guerra alla casta e ai suoi privilegi: per i consiglieri regionali si propone uno stipendio massimo di tre mila euro; ma anche allo Stato inadempiente: come primo atto concreto la class action per il recupero del credito di un miliardo e mezzo di euro delle quote di entrate fiscali mai avute dalla Sardegna. Quindi il nuovo ruolo dei Comuni (la Sardegna esiste grazie alle sue comunità. I 377 Comuni dell'isola sono i luoghi dove si deve esercitare la sovranità nella nostra terra); dell’Università (bisogna partire dal sistema universitario unico della Sardegna, con un'unica offerta formativa tra gli attuali atenei); della Scuola (con il superamento delle scuole dell'isolamento e l'avvio dell'organizzazione a campus - case della cultura - intercomunali). E ancora: un reddito ai giovani (la nuova generazione deve essere messa in condizioni di poter provare a rimanere nella nostra isola. Un reddito minimo garantito per tutti i giovani dai diciotto ai trent'anni per formarsi, istruirsi, avviare un'impresa, trovarsi un lavoro autonomo e persino creare una famiglia). Interessanti e largamente condivisibili sono gli scampoli di programma economico-identitari con la sovranità alimentare:”mangio quello produco e vendo quello che non consumo”. Decidono i sardi – scrive La Base – cosa produrre e cosa mangiare. I prodotti sardi devono avere l'etichetta con il logo della nostra Isola. Ogni piccola attività commerciale avrà un credito di imposta per garantire uno scaffale ai nostri prodotti. Le mense scolastiche dovranno avere i prodotti sardi gratuitamente, attraverso contratti di sponsorizzazione e somministrazione sottoscritti dalla Regione. Il latte ovino ad un euro: attraverso un accordo promosso dalla Regione con associazioni agricole, movimenti dei pastori, industriali caseari e cooperative. Infine un avvertimento: tutti a casa quelli che hanno fallito e non rispettano i sardi. Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 18-7-2012
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Post n°618 pubblicato il 15 Luglio 2012 da asu1000
L’Associazione culturale ITTAMICONTASA in collaborazione con la Biblioteca comunale organizza per giovedì 19 luglio (ore 18, nella Biblioteca di Flumini di Quartu) la presentazione del libro LETTERATURA E CIVILTA’ DELLA SARDEGNA di Francesco Casula, ((Edizioni Grafica del Parteolla, pagine 275, Euro 20) Sarà presente l’Autore. Il volume dedica più del 50% delle pagine a Autori che scrivono in Lingua sarda e ai corrispettivi testi :dai primi documenti in volgare sardo ai Condaghes, dalla Carta De Logu di Eleonora d’Arborea a Antonio Cano, da Gerolamo Araolla e Antonio Maria da Esterzili a Matteo Garipa, da Sa scomunica de Predi Antiogu arrettori de Masuddas a Efisio Pintor Sirigu, da Francesco Ignazio Mannu a Diego Mele e Peppino Mereu fino a Antioco Casula (Montanaru) e Pedru Mura. Fra gli Autori che scrivono in Lingua italiana sono presenti Giambattista Tuveri, Antonio Gramsci, Emilio Lussu, Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Salvatore Cambosu, Antonio Pigliaru, Giuseppe Fiori, Giuseppe Dessì e Salvatore Satta. Vi è anche un Autore bilingue Michelangelo Pira (che ci ha lasciato testi in Sardo e in Italiano) e uno quadrilingue, Sigismondo Arquer, che ha scritto in Sardo, Latino, Castigliano e Catalano. Il secondo volume dovrebbe uscire, sempre per le Edizioni Grafica del Parteolla in autunno, con Autori che arriveranno fino ai nostri giorni. |
Post n°617 pubblicato il 12 Luglio 2012 da asu1000
L’ADDIO A COLUMBU PATIARCA SARDISTA. di Francesco Casula Michele Columbu ci ha lasciato. In un ospedale cagliaritano, il pomeriggio del 10 luglio scorso il suo cuore non ha più retto. Con lui scompare l’ultimo grande patriarca e leader del Sardismo ma anche l’intellettuale, lo scrittore e l’affabulatore ironico. Michele Columbu nasce a Ollolai l’8 febbraio 1914. Si laurea all’Università di Cagliari in Lettere classiche. Partecipa alla seconda guerra mondiale sul fronte russo. Nel 1948, non segue Lussu nella scissione del Psd’az, nonostante fosse “lussiano” dal punto di vista della politica sociale e anche per la simpatia che sentiva per l’uomo: è infatti in disaccordo per quanto atteneva “alla politica delle alleanze e di collaborazione con i partiti esterni”. Ma amareggiato e a disagio per quanto era successo, abbandona la Sardegna e si reca a Milano dove insegnerà nelle scuole medie. Rientrato in Sardegna – è lui a ricordarlo – dal 1964 fa il professore a Cagliari e il Sindaco di Ollolai. Ecco come racconta la sua doppia “professione”:“Insegnando a Cagliari andavo a Ollolai alla fine della settimana…domenica facevo Consiglio…non c’erano assegni né gettone di presenza…io mi sentivo chiamare da tutte le parti «amministratore». Non potevo riparare un selciato, in dissesto e pericoloso, perché non c’era un centesimo nel comune…”. E poi ci sono i disoccupati “cinquanta capifamiglia” e i pastori colpiti da una grande nevicata. Manda Espressi e Telegrammi agli Assessori regionali. Neppure gli rispondono. Così concepisce e attua la marcia che passerà alla storia: da Cagliari a Ollolai a Sassari, percorrendo a piedi 500 km lungo tutta la Sardegna per chiedere lavoro e sviluppo delle zone interne e montane, per esprimere la protesta della Sardegna interna contro le condizioni di arretratezza in cui era lasciata non solo dal Governo centrale ma anche da quello regionale. Arriveranno attestati di solidarietà da tutta l’isola, specie dal mondo agropastorale. Si svilupperà una vera e propria protesta di massa contro il fallimento dell’Autonomia. Chiamato al Centro regionale della programmazione come esperto dei problemi del mondo agropastorale, lascia quando nel 1972 fu eletto deputato come indipendente nelle liste del PCI, in rappresentanza del Partito sardo d’azione, di cui diventerà segretario prima e presidente poi. Nel 1984 venne eletto parlamentare europeo nella lista Federalismo Europa dei Popoli. Ha scritto numerosi racconti (i più famosi sono quelli della silloge L'aurora è lontana (1968) e un romanzo Senza un perché (1992), che entrerà fra i finalisti del Premio “Giuseppe Dessì”. Columbu scrive prevalentemente in italiano ma anche in lingua sarda, che padroneggia magistralmente. Al di là dei contenuti e della lingua utilizzata, quello che emerge dalle opere di Columbu, che amava ironicamente definirsi “un pastore per pura combinazione laureato”, è uno scrittore raffinato e colto, con un linguaggio carico di deflagrazioni umoristiche e dalle grandi capacità allusive, impregnato di immagini ardite, di metafore, di parabole, di simboli e di proverbi. In lui ho sempre ammirato la saggezza, il moderato ottimismo, mai vacuo però e anzi temperato da un alone di scetticismo, il suo occhio sorridente, mai cattivo né arcigno, che spesso si fa ustorio ma che preferisce sempre l’ironia all’indignazione e all’invettiva, lo sberleffo satirico all’aggressione verbale. Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 11-7-2012
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Post n°616 pubblicato il 10 Luglio 2012 da asu1000
IL SULCIS E’ CON I MINEROS DELLE ASTURIE di Francesco Casula Venerdi 6 luglio scorso, alla Camera dei Deputati a Roma, si è svolta una interessante conferenza Stampa dei minatori del Sulcis in solidarietà a quelli delle Asturie in Spagna, con la presenza di Marco Rizzo, già europarlamentare del PdCI e Astor Garcia, responsabile esteri del Partito Comunista dei Popoli di Spagna. Artefice e promotore dell’iniziativa è stato Antonello Tiddia, combattivo delegato Rsu della Carbosulcis, impegnato da sempre nel movimento ambientalista e pacifista sardo: fra l’altro è stato in prima fila contro i radar, contro le basi militari e contro il nucleare. La lotta dei minatori della Comunità autonoma delle Asturie, iniziata un mese e mezzo, è una reazione forte alla decisione del governo spagnolo di Mariano Rajoy, per conto (o, per meglio dire, per ordine) dell’Unione Europea, di tagliare i sussidi per l’industria mineraria di oltre il 60%, minacciando così 8 mila posti di lavoro diretti nel settore minerario e, probabilmente, circa altri 30.000 nell’indotto. I minatori della Sardegna, hanno così raccolto centinaia di firme di solidarietà (di intellettuali, scrittori, sindacalisti, politici sardi e italiani) per i loro compagni spagnoli che sono state consegnate nella Sala Stampa della Camera dei Deputati il 6 luglio, in occasione della Conferenza stampa, fortemente voluta dallo stesso Tiddia, per far conoscere all’opinione pubblica una lotta che i media italiani sottacciono. E di cui non c’è traccia nella Stampa sarda. Una lotta e uno sciopero che coinvolge l’intero settore minerario asturiano e che prosegue a oltranza. Proprio nei giorni scorsi è sfociata in violenti scontri fra le forze della sicurezza e i minatori, per i quali il taglio degli “aiuti” decisi dal Governo, porrà di sicuro fine all’intera attività mineraria. Di qui anche la decisione di organizzare una “Marcia nera” che dovrebbe portare a Madrid, il prossimo 13 luglio, migliaia di mineros, accompagnati dai familiari, sindacalisti e militanti di sinistra che sostengono le loro lotte. Attualmente in Spagna i minatori sono l’unica categoria sociale fortemente mobilitata contro il governo di Madrid e gli ordini provenienti dall’Europa. I minatori del Sulcis, anche per conoscere meglio la situazione dei loro colleghi spagnoli, vorrebbero invitare in Sardegna una loro delegazione, per poi ricambiare la visita nelle Asturie. Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 10-7-2012
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Post n°615 pubblicato il 07 Luglio 2012 da asu1000
MA SCHENGEN E’ VALIDO ANCHE PER I SARDI di Francesco Casula Augusto Guerriero, giornalista del settimanale “Epoca”, negli anni ’60 molto diffuso, era solito firmare i suoi “Corsivi” con lo pseudonimo di “Ricciardetto”. Guerriero, contro i banditi – ma anche contro i Sardi – scatenò sul settimanale un attacco durissimo invocando persino l’utilizzo dei “gas asfissianti o per lo meno paralizzanti”. Circa 60 anni prima, nel 1899, Giulio Bechi, da giovane ufficiale, partecipa alla spedizione militare inviata dal governo per reprimere il banditismo sardo. E fu “Caccia grossa”: così il titolo del suo libro in cui descriverà la caccia all’uomo delle selve, al bandito-cinghiale. Lo Stato rispondeva infatti al banditismo cingendo il Nuorese di un vero e proprio stato d’assedio con arresti, a migliaia, di donne, vecchi, ragazzi. E con sequestro di tutte le mandrie. Il tenentino Bechi, di quella “Caccia” se ne fa il “cantore”, condividendo nel profondo la strategia del terrore messa in atto dallo Stato. Con la tipica mentalità dell’uomo “bianco” e “civilizzato” venuto nella colonia d’oltremare, in cui per stanare “le fiere ci vorrebbero le zanne di quei famosi molossi che Pompeo Menio lanciò in quelle stesse grotte alle gole dei Barbaricini”. Venuto per dare la caccia agli “orsi lanuti” e alle “belve umane”: tutte sue espressioni testuali. E oggi? Oggi capita che tre barbaricini vengano arrestati il 30 novembre scorso, per detenzione di armi clandestine. Un gip, certa Stefania Pepe, convalida il provvedimento di custodia cautelare nel carcere di Varese. Bene. Ora, a parte la prassi liberticida di tenere in galera per mesi e mesi le persone in attesa di giudizio (solo il prossimo 26 luglio ci sarà l’udienza preliminare) quello che stupisce è che fra gli indizi di colpevolezza, “gravi” scrive il Gip, c’è “la comune origine degli indagati” e “l’assenza di legami degli stessi con il territorio della provincia di Varese che ne giustifichino la permanenza in loco”. Il Tribunale della libertà conferma. Commenta nel suo blog lo scrittore Gianfranco Pintore :”il rinvio a giudizio di tre sardi a Varese innova la Costituzione italiana e la convenzione europea di Shengen. L’una assicura che “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale. La seconda salvaguarda la libertà di circolazione dei cittadini europei, compresi i sardi”. O no? Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 7-7-2012
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Questo blog, bilingue ( in Sardo e in Italiano) a disposizione, in modo particolare, di tutti i Sardi - residenti o comunque nati in Sardegna - pubblicherà soprattutto articoli, interventi, saggi sui problemi dell'Identità, ad iniziare da quelli riguardanti la Lingua, la Storia, la Cultura sarda.
Ecco il primo saggio sull'Identità, pubblicato recentemente (in Sardegna, university press, antropologia, Editore CUEC/ISRE, Cagliari 2007) e su Lingua e cultura sarda nella storia e oggi (pubblicato nel volume Pro un'iscola prus sarda, Ed. CUEC, Cagliari 2004). Seguirà la versione in Italiano della Monografia su Gramsci (di prossima pubblicazione) mentre quella in lingua sarda è stata pubblicata dall'Alfa editrice di Quartu nel 2006 (a firma mia e di Matteo Porru).
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