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LA SICILIA VA A PICCO
Post n°128 pubblicato il 17 Novembre 2015 da platef
Oggi, nonostante la viva preoccupazione, lo sdegno e la giustificata paura che aleggia su di noi, dopi i recenti fatti di sangue successi a Parigi, vorrei parlare della Sicilia. E' importante che i nostri politici, non approfittino di questo infausto evento, per cercare di distogliere le nostre attenzioni da ciò che quotidianamente siamo costretti a subire. Non c'è un osservatorio stabile che segnali e denunci le mille disfunzioni che quotidianamente vive la Sicilia. Si, nelle cronache dei mass media appaiono i " disastri " che si verificano nell'Isola, ma quasi sempre vengono dati come " notizie ", non come misfatti che vengono perpetrati contro la collettività. Una collettività che, purtroppo, subisce ma non ha più la voglia di reagire, di urlare un dissenso, una collettività che si lascia andare all'indifferenza prendendo quanto accade come " scontato ". Dal viadotto Himera, alla frana che sta assetando Messina, alle frane non stop che interrompono le arterie di collegamento principali e secondarie, dallo scandalo del centro di accoglienza profughi " Cara " di Mineo, agli arresti eccellenti ( vedi Roberto Helg ex vice presidente della Gesap, al presidente di Rete Ferroviaria Italiana Dario Lo Bosco ) ai processi come quello per voto di scambio all'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo finito nel nulla. E intanto la Sicilia continua a crollare con un governo ( quello di Rosario Crocetta ) che non governa e non riesce a fronteggiare le emergenze che si presentano ogni giorno. Dicono Sicilia come " Terzo Mondo " per Messina, città rimasta senza acqua per la conduttura spezzata da masse di detriti che scivolano a valle. Ma le responsabilità? Quelle, dicono, sono antiche, non attuali. Ma per trovarle bisogna andare lontano, arrivare sino a Roma, ora Mafia Capitale, andando per quel'autostrada Reggio Calabria - Salerno i cui lavori non finiscono mai. E' il cane che si morde la coda, è quel vecchio ritornello siciliano che dice " Tri pila avi 'u porcu..." che ritorna sempre in mente, mentre nessuno vuole ricordare i giovani senza lavoro, senza prospettiva che nbon hanno neanche voglia di protestare. In compenso lasciamo arrichhire i soliti ignoti ( neanche tanto ignoti ) con i compensi che ricevono giornalmente per l'accoglienza ai profughi che fuggono dalla loro Terra in guerra, sperando di trovare una Patria migliore. Ma quando mai? Le illusioni sono soltanto per i derelitti, le speranze per i disperati. Sicilia abbandonata? No, solo sfruttata, fino al midollo. Non c'è da rivolgersi a Roma, anche se chi rappresenta il Paese, il presidente della repubblica Sergio Mattarella, è Siciliano. Ora in Sicilia nasce la quarta giunta Crocetta, la quarta in tre anni. Dopo giorni di caos istituzionale, il presidente della Sicilia Rosario Crocetta ha varato il suo nuovo governo. E nonostante sia uguale per metà a quello precente, il nuovo esecutivo siciliano rischia di passare alla storia come il governo dei voltagabbana. Sono tanti, infatti, gli esponenti della nuova giunta che si sono resi protagonisti di spericolate giravolte intelettuali. A cominciare dallo stesso Crocetta, che in tre anni di potere ha ormai abituato l'elettorato a drastici cambi di rotta su questioni fondamentali. ( dal Muos alle trivellazioni ). L'ultimo credo abiurato dall'ex sindaco di Gela è quello relativo ai big politici in giunta: per Crocetta i deputati dovevano rimanere all'Assemblea regioanle siciliana, mentre al governo ha sempre preferito chiamara assessori " tecnici ". Una posizione che è alla base delle lunghe e logoranti guerre intestine ingaggiate con il suo partito, il PD, desideroso di aumentare il proprio peso al vertice della Regione Siciliana. Assessore alla Sanità è stato nominato il capogruppo del PD Baldo Guggiardi, in sostituzione di Lucia Borsellino. Tra gli assessori anche Cracolici, che è probabilmente l'esponente del Pd che ha più bastonato Crocetta negli ultimi anni, messo all'Agricoltura. Alla famiglia Gianluca Micicchè ( Udc ). Crocetta ha poi nominato per la seconda volta un ex sodale del suo predecessore, condannato in primo grado per mafia: si tratta dell'avvocato Antonino Fiumefreddo, già assessore comunale a Catania quando Umberto Scapagnini, il medico personale di Silvio Berlusconi era sindaco. Rimangono in sella Alessandro Baccei, il sub commissario voluto da Matteo renzi per guidare l'assessoarto al bilancio, e Vania Contrafatto, il magistrato " blindato " dall'appoggio del sottosegretario Davide Faraone. All'assessorato ai beni culturali il Prof. Carlo Vermiglio. Vedremo bene.
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