Messaggi di Marzo 2014
Post n°231 pubblicato il 29 Marzo 2014 da viscontina17
Il 15 ottobre un gruppo di 10 addetti dell’area marina protetta delle Isole Egadi, coordinati dal direttore Stefano Donati , ha completato il trasloco dei mobili per l’allestimento dell’Osservatorio foca monaca, posto all’interno della splendida location dell’antico castello di Punta Troia, nell’isola di Marettimo. |
Post n°230 pubblicato il 25 Marzo 2014 da viscontina17
Nell’arco di due anni, le femmine incinte viaggiano tra la zona dell’accoppiamento - all’isola di Guadalupe - e l’area di vivaio nella Bassa California, rischiando che la prole finisca nel mirino della pesca commerciale. |
Post n°229 pubblicato il 20 Marzo 2014 da viscontina17
La campagna oceanografica diretta dall’Ismar-Cnr ha svelato l’esistenza nei fondali adriatici del Montenegro di ambienti sommersi e formazioni calcaree di grande bellezza e rilevanza scientifica, mai documentati prima nel Mare Nostrum. Il Mar Mediterraneo nasconde tra i suoi fondali suggestive distese di camini calcarei, documentate finora solo nel Golfo di Cadice, al largo della nuova Zelanda e delle coste pacifiche del Nordamerica. A scoprirle, il team internazionale della campagna oceanografica ‘Altro’ (Biocostruzioni in Adriatico Meridionale e Canale d’Otranto), a bordo della nave oceanografica Urania del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), diretta da Marco Taviani e Lorenzo Angeletti dell’Istituto di scienze marine di Bologna (Ismar-Cnr). “L’esplorazione dei canyon sommersi al largo delle coste del Montenegro è stata realizzata mediante un piccolo veicolo sottomarino manovrato dalla superficie, il Rov (Remotely Operated Vehicle) Pollux, che ha individuato, sul fondale fangoso a circa 450-500 metri di profondità, una vera e propria ‘foresta’ costituita da camini calcarei. Alcuni, che superano i 50 centimetri di altezza, sono ancora in posizione verticale, mentre altri giacciono abbattuti sul fondo”, spiega Taviani.Per definire con certezza la genesi di queste foreste sottomarine occorreranno complesse analisi di laboratorio. “È però plausibile che i camini naturali si siano originati dall’ascesa, in un passato geologico abbastanza recente, di fluidi ricchi in idrocarburi, probabilmente metano, attraverso la coltre dei sedimenti antichi che formano l’architettura di questo margine continentale”. (wEB)
|
Post n°227 pubblicato il 12 Marzo 2014 da viscontina17
Questa specie comune nel Mediterraneo meridionale e nell'Atlantico tropicale, è palagica, ossia vive nel mare aperto a distanza delle coste. Le sue carni sono discrete. La notorietà che circonda questo tipo di pesci è dovuta al fatto che essi sono capaci di "volare". Il fenomeno ha colpito le fantasie delle popolazioni marinare fin dai tempi più antichi. Il pesce volante può raggiungere i 30 cm. circa di lunghezza, il suo ventre è bianco argenteo, con dorso blu, le pinne alate sono grigie di una tonalità molto chiara, la sua bocca non è provvista di denti. Il pesce volante nuota con grande velocità proprio sotto il livello dell'acqua e quando intende ""spiccare il volo"", si porta verso la superficie con moto velocissimo, si stacca dall'acqua e poi plana sfruttando la velocità acquisita. Belaniformi (Belaniformes) Atlantico tropicale, Mediterraneo meridionale Osteitti o Pesci Ossei (Osteichthyes) lunghezza 30 cm. circa(WEB)
|
Post n°226 pubblicato il 07 Marzo 2014 da viscontina17
Il Cristo del Mare di Taranto è una statua situata sui fondali della rada di Mar Grande, nei pressi di Capo San vito. Dedicata ai caduti civili e militari del mare, fu realizzata dallo scultore Lucini nel 1985, per volontà del tarantino Cesario Liberato, che volle far dono dell'opera alla città insieme all'Agenzia Marittima Valentino Gennarini e all'Agenzia Marittima Pignatelli, Marzo e Danese. L'opera, che è alta 1,65 metri e poggia su di un piedistallo in cemento armato, raffigura un Cristo benedicente con lo sguardo rivolto al cielo e le braccia aperte in segno di pace. Il 15 agosto 1985, nel corso di una cerimonia officiata dall'Arcivescovo di Taranto Monsignor Guglielmo Motolese, fu posata ad una profondità di 8 metri sul fondo del mare, con l'ausilio di un elicottero della Marina Militare Italiana, di rimorchiatori e di sommozzatori. Recentemente restaurata dallo scultore Francesco Trani a causa della rottura di una mano e di un braccio, è stata riposizionata sul fondo del mare il 26 agosto 2004.
Annualmente, nel giorno dell'anniversario della prima posa, viene celebrata una cerimonia durante la quale si rinnova la richiesta di protezione per tutti i lavoratori del mare. Al termine della stessa viene lanciata in acqua una corona di alloro in memoria dei caduti del mare.
La posizione in superficie è segnalata da una boa a catena di colore giallo. (web) |
Post n°225 pubblicato il 03 Marzo 2014 da viscontina17
ll pesce Napoleone vive nel Mar Rosso e nelle acque costiere dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico a profondità variabili tra 2 e 60 metri. Vive sui fondali, dove cerca il cibo di giorno, mentre di notte trova rifugio negli anfratti rocciosi o al riparo delle formazioni coralline. Ha il corpo alto e compresso, caratterizzato da una prominenza frontale che si sviluppa con l’età; la bocca è protrattile e le labbra sono carnose. La livrea degli adulti ha una colorazione verde-azzurra, che nei giovani presenta toni più chiari. Il pesce Napoleone si nutre principalmente di molluschi, pesci, ricci di mare, crostacei e altri invertebrati; è anche uno dei pochi predatori di specie tossiche quali lepri di mare, pesci scatola e stelle corona di spine. La pesca indiscriminata e il degrado delle barriere coralline sono le cause principali che stanno conducendo il pesce Napoleone sulla via dell’estinzione. (WEB) |