Creato da: asta_lilt_60artisti il 25/05/2009
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C. Pallara

Post n°12 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
Foto di asta_lilt_60artisti

Cristiano Pallara’s (b. Lecce, 1976) first one-man show narrates the human mass through a figurative painting with intense aesthetical energy. The style imposes itself due to its toughness with harsh manners, due to a silent feeling of the incomplete that corroborates the violent sensuality of human gestures. In the pictorial shot we see human masses, captured unexpectedly and not in pose, framed with open but brought closer cuts that are recognisable but never didactic. The colours seem burnt by desert dryness, child of South that re-emerges in the author’s stylistic attitudes, confirm the usefulness of the filtered relationship with your own roots and the atavistic memory. Behind the title, even though highlighting the worth of universal painting, the artist confirms, through an unkempt style, the geographical associations, the historical influences, the up-to-date Italian present in which painting remains a significant value. Pallara makes the brush grind, grazing/scratching the material with an anger that amplifies the paths of the collective atmospheres. Something seems to be on the point of bursting: you perceive strange tensions that stir in the painting. Life shows itself in a chaotic tumult where solely the entropy keeps the ideal scenery compact. The artist does not prefer casually the large size, because the panoramic width, child of the cinematographic look, wraps the eyes and thoughts in the bidimensional representation of the mass. One feels oneself sucked again an again by a reality distant but recognisable. One discovers faces in which one staggers between the bewilderment of the distance and a sudden feeling of belonging.

Painting to unveil the mystery behind the realism.

 
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A. Pasquali

Post n°11 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
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Adriano Pasquali è nato a Arcole in Italia (1951) Vive e lavora a Milano in Italia. Artista e mecenate per passione, ha dato vita alla Piscina Comunale (spaziodarteincopisteria), Milano. Parlando di sé dice: “…Non ho biografia, forse ho 50 anni, anzi 52, che ho studiato grafica con Albe Steiner, che mi piace la birra con la Sambuca, che mi taglio i capelli da solo, che guido una macchina giapponese di 10 anni, che mi piace Paolo Conte, che lavoro 12 ore al giorno, (ma dove trovo il tempo di dipingere?), ma anche sogno 12 ore al giorno, che dico di non saper disegnare, di non saper leggere, che devo togliere il dente del giudizio e che sapere che i miei lavori saranno guardati mi emoziona sempre”.

Tra i diversi tentativi di richiami all’ordine di ricostruzioni geometrizzanti, per tutto il ‘900 ( e oggi ancora) si è infiltrata subdola e resistente l’estetica degli avanzi. Collages cubisti, futuristi, dada, espressionisti. Maestro indiscusso Kurt Schwitters. Ma poi si sono viste ancora la pop-art e l’arte povera. Perché, quella che sembrava prima  una dissacrante ricerca e poi una moda, è divenuta un modo dell’arte, perdurante e ancora coinvolgente? Forse perché la nostra è una esasperata società di consumi e di scarti disastrosamente ingombranti.

Scarti che, infine, tuttavia ( bene o male) offrono un paesaggio,suggeriscono una metamorfosi. Adriano Pasquali, grazie alla sua fervida fantasia analogica (anche onirica) e alla sottile manualità, sa superare un certo generale fastidio per lo scarto (destinato al cestino e alla discarica): è attratto dalla nascosta sensitiva poetica di quei paesaggi e di quelle metamorfosi. Sente, a suo modo, un desiderio d’ordine, anche nella memoria di ciò che si è perduto, e lo vuole ritrovare nella residua energia tanto espressiva degli stessi avanzi. Esalta quella dinamica anarchica componendo oggetti visivi e tattili di lirica tensione. Così, paradossalmente, rinasce alla vita, addirittura alla poesia, un universo tragicamente destinato al macero.

  Gio Ferri

 
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Pastorio - Presicce

Post n°10 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
Foto di asta_lilt_60artisti

Beatrice Pastorio nasce ad Asola – MN- il 15 settembre 1955, dove vive e lavora. Si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte di Mantova; in seguito frequenta a Bologna l’Accademia di Belle Arti – sezione Scenografia. Nel 1978 inizia oltre all’attività artistica, il lavoro come insegnante nelle scuole medie. Numerose sono le personali sia in luoghi istituzionali che con importanti gallerie quale la “Arts e Teatrum”  di  Verona, la la galleria “Antonio Battaglia Arte contemporanea” - Milano e Innsbruck. Da ricordare la Mostra “Nomadi popolo libero” presso Palazzo Castello a cura del Museo d’arte moderna di Gazoldo degli Ippoliti (MN) , nella casa del Rigoletto di Mantova, nel Castello Estense di Ferrara, Palazzo Mediceo San Leo di Pesaro, o nel ” rep.Oncologia Ospedale di Carrara. Nel 2007 con la personale “Maria, Spirito nella luce” ha esposto prima nella Chiesa dei Disciplini Bianchi ad  Asola quindi nel  Museo Diocesano “F,Gonzaga” Mantova. “Presto Sole Tarda Luna” al Palazzo Ducale Revere nel 2008. “Il Compleanno dell’Infanta” è il suo ultimo lavoro che l’ha vista per la prima volta a Lecce al Convento dei Teatini, la mostra curata  dall’associazione Verbamanet Presiìdio del Libro Sannicola_Aradeo, è inserita nella manifestazione Itinerario Rosa del Comune di Lecce

Alle numerose personali si alterna l’ attività di illustratrice a partire dal 1978 con la pubblicazione grafica del testo “La Valle Camonica della controriforma nelle visite del Vescovo Bollani”. Nel 1991 viene segnalata al concorso internazionale di fiabe di Castrocaro Terme. Nel 1996  si aggiudica il terzo posto nel – Concorso favole – Testo e immagini – “Na Lisstoria 1996”. Città di Acqui Terme. Inizia quindi la collaborazione con lo scrittore Luigi Marioli con l’illustrazione delle fiabe  “Gatto di legno” , “Lassù, dove il silenzio…”. Nel 2008 cura l’illustrazione delle poesie “Presto Sole Tarda Luna” della scrittrice Nadia Bellini- per le Edizione Negretto Scrive Gabriele Turola: “ L’artista legata all’attività grafica, quando dipinge trasforma il colore stesso in un segno nervoso e filamentoso che danza nell’aria,…Nelle chine colorate e grafite, sfumature oniriche si sovrappongono a ghirigori apparentemente casuali, a macchie cromatiche impreziosite dall’uso dell’oro in cui riscontriamo un’eco dell’arte zen.

Mariagrazia Presicce è nata a Nardò, vive attualmente a Lecce.

Laureata in Scienze dei beni mobili artistici si occupa di restauro e lavorazione della cartapesta, inoltre è anche scrittrice.  

Come artista è stata allieva del noto cartapestaio leccese Antonio Malecore, tuttora vivente.

Vanta diverse mostre nel Salento e in provincia di Bari.

 Come scrittrice ha pubblicato con l’Editrice BESA 5 libri di narrativa per l’infanzia. I testi sono adottati come narrativa scolastica nelle scuole medie ed elementari

 
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Saletnich- Santoro

Post n°9 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
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TINA  SALETNICH è nata a Roma,  dove vive e lavora.Ha seguito gli studi classici a Roma, dove si è laureata in giurisprudenza. Dal 1975  ha iniziato a partecipare a varie manifestazioni dedicate alla pittura ed alla grafica. Ha frequentato la Scuola Libera del Nudo dell’ Accademia di Belle Arti di Roma,  l’ Istituto per l’Arte ed il Restauro di Firenze, il Corso di Modellazione Plastica dell’Accademia Internazionale estiva di Belle Arti di Brunico. Nel 1991 ha partecipato al Workshop Artistico Internazionale sul tema “Colour and Creativity” e nel 1993 al Progetto Civitella d’Agliano   sul tema  “The Future of Memory”. Ha collaborato alla grafica editoriale di libri, riviste, manifesti e cartoline, pubblicate a cura delle organizzazioni umanitarie    “Mission Enfance” e “ La Colline aux Enfants “.Le sue opere sono state presentate in numerose esposizioni nazionali ed internazionali, ottenendo importanti premi e consenso di critica. Tina Saletnich trasmette il suo messaggio artistico attraverso un linguaggio del tutto originale che si basa sulle forme e soprattutto sul colore. È un universo poetico che, sotto apparenze cubiste, esprime, con raffinatezza tecnica e sorprendenti cromatismi, una visione magica della realtà.

Esposizioni e premi recenti: Premio internazionale “Canova” a Roma, 2002 - Mostra personale Galleria Lancellotti,  2005 – Premio World Art Web Prize”,  Cremona, 2005 – Collettiva “Radici Cristiane nella Spiritualità Europea” , Fermo, 2005 – Collettiva “Sotto l’ala dell’Arcangelo”,  Roma, 2005 – Premio acquisto Città di Pizzo, 2007 – Minipersonale al Castello di Santa Severina,  2008 – Premio “Omaggio al Futurismo” Biennale d’Arte di Lamezia Terme, 2009 -   Collettiva “Continuità del Futurismo” Città di Cavallino (Lecce) 2009.

 

Enza Santoro Nata a Latiano (Br),vive e lavora a Nardò (Le). Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Lecce con una tesi dal titolo “Ritratto ritratto tra pittura e fotografia”. Collabora con case editrici ad illustrazioni per libri. Espone dal 1992.

Sin dagli inizi la sua ricerca si sviluppa intorno ai due linguaggi, pittorico e fotografico, in grado entrambi di raccogliere e raccontare la memoria degli oggetti, da quelli del quotidiano femminile a quelli la cui valenza il tempo ha trasformato; da segni questi oggetti diventano tracce, rivoli di conoscenza. Crea, rimembrando la materia della sua infanzia - la calce - la sua propria traccia:la "petra fabula". Attraverso questa, il bianco si accompagna all’oro e alle lettere di un alfabeto da ricomporre; le pietre raccontano il corpo ed il segno si avvia ad essere sogno, conoscenza, viaggio, coinvolgimento. Con gli strumenti comunicativi dell'arte intende lanciare, provocatoriamente, sfide su temi caldi e dibattuti come l'identità, l'apparenza, il pudore e lo sguardo. La sua ultima esperienza trae origine dalla riflessione sulle situazioni periferiche al sistema dell’arte, esprimendosi ironicamente nell’alter ego Misha Barth. La sua pittura e la sua fotografia diventano installazione, relazione, performance.

Tra le ultime mostre ricordiamo: Intimate Spaces CVB Space New York 2006; The Barbie and china dolls Beijing Gallery Pechino 2007; The Secret garden - Primopiano living gallery Lecce 2007; La rete, lo specchio e l’alter ego Veglie 2007; Art&fortE stArt Biennale Spazioeventi Mondatori Venezia 2007; Portrait Galleria L’Osanna Nardò 2006; Portrait – Misha Barth &’ Enza Santoro” Première Lounge Gallipoli 2007; Petraportrait….inviti a svelare Maglie Palazzo De Marco 2007; In esposizione permanente al Museo dell’Ambasciata d’Albania a Roma; The Places of Inspiration Broadway Gallery New York 2008; Art Action Galleria Il Grifone Lecce 2008; MAUI – Biennale delle Arti dell’Unità d’Italia  Complesso Monumentale Belvedere di San Leucio a Caserta 2008; Insoliti Dialoghi Passepartout Proposte d’Arte Tavullia (PU); Mostra “I colori di J.” Castello Carlo V – Lecce.

 
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E. Scarciglia

Post n°8 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
Foto di asta_lilt_60artisti

Elio Scarciglia, nato a Guagnano il 03/06/1949, vive e lavora a Lecce.

Presidente dell'Associazione culturale “Terra d'ulivi” di Lecce

Appassionato di fotografia e cinematografia ha realizzato:

Documentari e video:

- Maria Antonietta De Pace

- Sembra quasi che il sole tramonti- dedicato ad Edoardo De Candia

- Il bosco delle parole- Salvatore Toma

- Assolo

- Odore di terra

- I colori del Salento

- 19 fotogrammi poetici

- Carataranta

- Pensieri come lame d’acciaio

- C'era una volta Tina Modotti

- In forma

- Chiamami maestro  docu-film sulla figura del poeta Girolamo Comi

- Pietro Siciliani - Un Istituto raccontato dai ragazzi

- Chiesa di San Giovanni Evangelista di San Cesario di Lecce

- Canzoniere Grecanico Salentino

- Claudia documentario dedicato a Claudia Ruggeri

Ha pubblicato:

Distanze libro foto-poetico con versi di Alessandro Canzian (Pordenone)

Sembra quasi che il sole tramonti omaggio ad Edoardo De Candia

Frammenti d'anima libro foto-poetico con versi di Enrica Rosanna (nominata dal Santo Padre Giovanni Paolo II Sottosegretario alla Congregazione per la vita consacrata e le società di Vita apostolica)

Ha curato la pubblicazione di:

Almeno tu, amico mio (viaggio intorno alla figura di Antonio L.Verri)

E' stato nominato Presidente di giuria:

- Premio Menhir 2008 di Giurdignano (Le)

- Concorso teatrale 2008 città di San Pietro Vernotico (Br)

Mostre video-fotografica:

“19 fotogrammi poetici”- allestita a Trieste, Trapani, Lucugnano(Le), Lecce, Cavallino (Le), Bari (Archivio di Stato – Cittadella della cultura) ed ha vinto il secondo premio nel concorso internazionale  “Il rametto d'argento”

“Pensieri come lame d'acciaio” - allestita a Roma, Bari (presso l’Archivio di Stato) e prossimamente a Messina e Chiavenna (So)

Siti web:

 ha realizzato e curato diversi siti web tra questi si ricorda quello dedicato a Claudia Ruggeri (grande poetessa salentina) www.claudiaruggeri.it

Collabora con:

De Agostini. A breve usciranno due volumi sul  Salento

Mondadori. Sono state scelte alcune foto che contribuiranno ad illustrare  un volume sulla Puglia che fa parte di una enciclopedia sulle regioni d’Italia. I primi volumi sono già in edicola

Concorsi:

Vincitore anno 1980 nel 1° Concorso Fotografico – “Club Foto Cine Gianni Solieri” di Morbegno (Sondrio)

 
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E. Scarciglia

Post n°7 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
Foto di asta_lilt_60artisti

Elio Scarciglia, nato a Guagnano il 03/06/1949, vive e lavora a Lecce.

Ibidem

 
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Solidoro-Spano

Post n°6 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
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Carlo Solidoro e’ nato a Gallipoli (le) il 23 ottobre 1975.

Docente di materie letterarie presso il locale liceo scientifico ha partecipato a locali collettive ottenendo segnalazioni.

Attualmente espone in una mostra permanente presso i  b&b Arche’ e Arete’ di Gallipoli.

“la poesia dell’essere a volte  e’ percepibile

Con uno sguardo

Il reale puo’ andare

Oltre…

Complicita’ e complessita’

Essere e divenire

Profondo candore di volo libero”

FERNANDO SPANO Nasce nel 1965 a Veglie (Le), vive e lavora a Salice Salentino.

Dal 1983 all’’86 collabora come aiuto presso uno Studio d’Arte di Lecce.

Dal 1987 al 1991 avvia la sua carriera artistica aderendo a numerose mostre collettive e organizza personali presso numerose gallerie e spazi espositivi.

Nel 1991 viene invitato a due collettive a Lecce, rispettivamente presso il Castello Carlo V e presso il Circolo Cittadino.

Nel 1998 l’associazione “Tyche Eventi”di Lecce organizza una sua personale dal titolo “Scansioni”.

Nel 1999 partecipa alla collettiva “Situazione 2000” presso il palazzo baronale di Novoli a cura di E. Pascali.

Nel 2001 partecipa all’Expo Arte di Bari e la Direzione del “Piccolo Museo” di Lecce chiede la realizzazione di una sua grande opera, da destinare alla costituenda pinacoteca.

Nel 2002 partecipa alle Expo Arte di Padova e di Parma.

Nel 2004 è presente a MIART di Milano e, nello stesso anno, gli viene commissionato il ritratto di Ali Mohamad Capo Missione Lega degli STATI ARABI in Italia.

Nel 2005 è presente con due opere alla collettiva “Disegno” a cura di Corrado Lorenzo a Lecce. Nello stesso anno presenta una personale all’ex Conservatorio S. Anna di Lecce.

2007 organizza una personale presso la Galleria d’Arte Contemporanea “Il Divano di George” di Modena.

Nel 2007 La foto dell’artista viene pubblicata su “Portraits” di Ferdinando Cioffi, ed. Ghelfi.

Nel 2007 E’ stata realizzata un’intervista-documentario sull’artista, andata in onda su Sky.

Nel 2008 Partecipa alla collettiva presso la Galleria “Il Canavaggio”, a cura di M. Nardini.

Dal 2003 al 2008 sono state presenti in aste pubbliche 8 opere.

 “Spesso i colori rubano la calda tonalità alla sua terra, il Salento, o virano nel seppia del ricordo, nel bianco-nero-grigio dei volti-icona di un recente passato oltremodo presente. Mai in Fernando Spano - classe 1965 - la citazione e' fine a se' stessa o mero gioco di rimando. Diventa invece recupero della memoria, racconto, indispensabile connessione con la contemporanea ricerca sia pittorica sia plastica dell'artista.

Ricerca rigorosa che si muove spesso per assemblaggio di parti di materiali vicini allo scarto - comunque tracce di eventi, che si tratti di un lembo di stoffa bianca o di una busta stracciata col timbro postale intatto - o presi in prestito dalla natura. Una ricerca che azzera il supporto perche' lo fagocita nell'opera, una simbiosi suggerita con forza dall'uso della resina che si' protegge, ma soprattutto avvolge, ingloba, plastifica senza scampo. Studio per un ospite: l'ospite e' Joseph Beuys, l'artista-sciamano tedesco in fuga da qualsivoglia poetica estetizzante, colui per il quale conta il messaggio e non certo il mezzo - qualsiasi mezzo capiti nelle sue mani diventa perfetto per un impegno politico, morale, didattico - uno dei grandi del Novecento che ha espanso l'arte sino a farla coincidere con la vita. Ma l'ospite e' anche Pablo Picasso, Jackson Pollock, Lucio Fontana. E' come se Fernando Spano li avesse conosciuti di persona, avesse loro stretto la mano soffermandosi su ogni piccola asperità o ruvidezza e ne avesse congelato il volto, l'espressione, la postura in un lungo muto colloquio. Spano cattura e rielabora l'essenza di un'icona tornata in vita e divenuta posa, ritratto. L'interesse per i personaggi e gli eventi della storia contemporanea, a volte, cede all'ossessione. Il suo e' un linguaggio soprattutto simbolico che non rinnega una linea diretta con l'esperienza artistica degli anni Sessanta e Settanta, cui anzi riconosce un proprio debito da saldare con dedizione

 
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W. Spennato- F. Speranza

Post n°5 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
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Walter Spennato è dottore di ricerca in “Sociologia dei fenomeni culturali e dei processi normativi” presso l’Università degli Studi di Urbino. Ha collaborato, per alcuni anni, con la cattedra di Sociologia economica presso la Facoltà di Sociologia della stessa università. Ha tenuto corsi seminariali sul Mezzogiorno e sui temi dello Sviluppo economico. Ha collaborato in diverse ricerche a carattere nazionale, anche collaborando con l’Istituto di ricerca “Carlo Cattaneo” di Bologna.

Recentemente ha pubblicato il suo ultimo lavoro letterario dal titolo “Piccoli omicidi del cazzo”, con disegni di Laurina Paperina (Besa editore).

Nell’ultimo anno è in giro con sua personale dal titolo “Warning: Are Not Toys”.

Uno dei pezzi della mostra (“Killer Sorpresa”) è attualmente in semifinale nel concorso internazionale, ancora in progress, “Kinder cerca arte”.

di Alessandro Errico

Le provocazioni artistiche di Walter Spennato sono giocattoli pericolosi. Se solo fossero giocattoli.

In realtà, la realtà è fonte d’ispirazione autenticamente pericolosa: violenza, pistole, maschere antigas.

Il tutto sparato dalla TV su bersagli armati di telecomando scarico.

Che diventa killeraggio mediatico. Omicidi di omicidi.

Le diverse densità cromatiche dello stesso tema rafforzano l’impatto, già tagliente di suo, sull’osservatore, che attraversa un labirinto sensoriale e visivo senza una meta precisa.

Il percorso della violenza urbana entra nelle case con un click e le sventra nel silenzio delle famiglie sanguinolente.

I dati Istat dimostrano che gli omicidi nell’alveo domestico sono in testa alle classifiche.

Fuori casa, ci si protegge con le maschere antigas.

Il gas di scarico della banalità. Della mediocrità. Dall’occhio plastico al riflesso che fa riflettere. E la realtà si condensa nelle pupille.

Nelle maschere visibili, che fanno massa. Come le invisibili, che prendono pistole per sentirsi sicure.

Francesca Speranza è nata a  Livorno, nel 1977.tra l’altro ha conseguito il diploma di specializzazione in Grafica ed Illustrazione, presso l'istituto PANTHEON MULTIMEDIA di

Roma,

Le sue esperienze professionali già nel 1999 lavora presso lo studio grafico Studio Idea S.r.l. di Monterotondo (RM); nel 2000: presso lo studio grafico Felici & Partners S.r.l. di Tivoli (RM); quindi come Graphic designer assistant presso l'agenzia di comunicazione I&P S.r.l. di Guidonia (RM); dal 2001 è  Graphic & Web designer presso la Web Agency The Webing Partners S.p.A.,

Collabora con diverse società come Graphic Consultant per la cura e la gestione dell'immagine attraverso lo studio dei competitor e delle esigenze commerciali

 
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U Tapparini

Post n°4 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
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Tapparini è nato a Lecce da famiglia veronese. La madre era pittrice e scrittrice, lo zio poeta.
Disegnatore, giornalista e scrittore, ma la sua grande passione è sempre stata la pittura. Della sua opera si è molto occupata la stampa e la critica . Notevole la sua bibliografia; è presente tra l’altro in Bolaffi Arte 1973, 1975; Comanducci 1975; Arte Mondadori 2002-2003

GABRIELLA GENTILINI dal depliant della mostra personale "Immersi nel sogno di sempre", Firenzeart Gallery, Montespertoli (Fi),30 maggio-6 giugno 2004, in occasione della 47^ Mostra del Chianti, con il Patrocinio del Comune di Montespertoli.

IMMERSI NEL SOGNO DI SEMPRE

“Un enigma per chi vede il mondo nello spettro dell’usuale. Un paradosso per i più preparati”. Così si definisce Ugo Tapparini, che ama raccontarsi oltre che a parole attraverso i suoi personaggi grotteschi, simboli del mondo che lo circonda, che - come tiene a precisare - lo interessa sempre, nel bene e nel male, convinto che tutto abbia un senso.
La sua formazione comprende ampie esperienze, ad iniziare da un clima familiare variegato e stimolante, alla frequentazione di grandi nomi della cultura e dell’arte, da Guttuso a Leo Longanesi e la collaborazione al Borghese, dal contatto con Levi, Zigaina, Migneco all’amicizia con Piero Manzoni, dal quale rifiutò sempre le sue famose scatolette. “E’ strano - osserva Tapparini - come certe persone si incontrino e si capiscano, anche se opposte”.
E’ tornato alla pittura dopo aver fatto il giornalista, lo sceneggiatore, il costruttore edile, perché “il colore, il disegno erano lì, in agguato, e sapevo che ci sarei infine arrivato del tutto, senza altri impegni”. E nella sua pittura mette il suo modo di vedere le cose, appassionato, fantasioso, vitale e soprattutto ironico. L’accostamento a Botero e a Franz Borghese viene spontaneo, ma in realtà il linguaggio di Tapparini li precede e forse solo da Maccari eredita quella satira amara, quel senso di vuoto, di malessere e di inadeguatezza che ognuno di noi si porta dentro e che trova espressione in atteggiamenti goffi, non voluti e proprio per questo esaltati dal taglio caricaturale, amplificati da quelle proporzioni sproporzionate, da quei colori forti e contrastanti, da quel segno incisivo e geometrico.
“Uno sberleffo alla vita” è stata definita la sua opera, ma anche una riflessione attenta, puntuale, ricca di argomentazioni e di approfondimenti continui sulla totalità dell’esistere, che va dal passivo sgomento stampato sui faccioni dei suoi personaggi, alla gioia e all’emozione dinanzi ad un paesaggio o ad un tramonto.
“L’essere immersi nel sogno di sempre senza astrarsi dalla realtà” - come annota l’artista - è forse il desiderio di tutti. Tapparini riesce a metterlo in pratica e a rendercene partecipi.

 
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R. Tafuro- M. Taveri

Post n°3 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
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 Romina Tafuro si è diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle arti di Lecce nel 1993. Si è specializzata in grafica e fotografia ed ha portato avanti la sua ricerca artistica partecipando a numerose mostre in Italia. Si è dedicata alla scenografia collaborando con compagnie di danza ed ha fondato a Lecce uno studio di grafica

Monica Taveri è nata a Brindisi nel 1968, si avvicina prima al disegno e poi alla pittura come autodidatta. Si dedica all’attività espositiva aprendo una Galleria d’arte a Lecce: “Il Grifone”. La sua pittura si ispira allo stile africano aborigeno: terra, colori caldi, segni e maschere sono elementi che predominano la tela. Forme stilizzate, a volte geometriche, proprie della varietà dell’arte aborigena che attraverso il segno mostra le figure umane come fossili, scheletri ritratti attraverso segni, a volte come una sorta di sezione della figura. Forme impresse dai simboli e dal calore delle terre con tinte calde, predilette dall’artista. Variano dal marrone al rosso matto e negli ultimi lavori si avvicinano al giallo sabbia e ocra. Non solo il colore ma cambia anche il figurativo di cui fa pochissimo riferimento nei recenti “racconti”, opere ricche di simbolismi  suddivise, come dei capitoli, in “storie a colori”. Riquadri, tenuti insieme utilizzando tecniche miste (acrilici, terre colorate, collage), vanno a sfumare nei colori come soffi di vento sulla sabbia, come tracce di ricordi sbiaditi dal tempo. Il suo lavoro di artista-gallerista la porta a viaggiare in Italia e all’estero, partecipa anche a diverse collettive. Le sue ispirazioni nascono fin da giovanissima non solo frequentando gli ambienti artistici locali ma anche le atmosfere e le immagini di Klimt e Modigliani diventano un importante riferimento nel suo percorso artistico.

 
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P. Urso-G. Zilli

Post n°2 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti
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Pasquale  Urso-Pittore,grafico, calcografo di origini salentine, opera nel campo del figurativo moderno.Ha completato gli studi a lecce presso L'Accademia di Belle arti, allievo del maestro Raffaele Spizzico. Fonda l'associazione Torchio d'arte la stella a Lecce nel 1974, un sodalizio cui hanno partecipato tantissimi artisti realizzando numerose mostre legate alla grafica. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Numerose le sue mostre personali e collettive in Italia

Giuseppe Zilli incentra la sua iniziale ricerca, negli anni ’70, sulla figurazione, approdando ad un segno personale. Sempre alla ricerca di una composizione essenziale, sviluppa il suo percorso gradualmente ma continuamente, fino ad arrivare verso un segno liberatorio ed essenziale, simbolo di semplicità e leggerezza, avvicinandosi in maniera sempre più forte verso la scultura ed utilizzando materiali diversi in sapienti combinazioni cromatiche.

Ha curato e realizzato libri d’artista con la tecnica dell’incisione.

Tra il 1999 e il 2006, ha organizzato diversi eventi culturali, sia nel campo delle arti figurative che nella letteratura per ragazzi.

Numerose le mostre in campo nazionale ed i cataloghi che dal 1976 ne documentano l’attività pittorica e scultorea.

Hanno scritto di lui: R. Argenti; V. Balsebre; V. Baldassarre; G. Berti; T. Carpentieri; A. Cirignola; T. Ciulli; G. Giangreco; A. Ingrosso; D. Ingrosso; E. Liguori; M. Marino; M. Nocera; L. Perissinotto; L. Palmieri; G. Petruzzelli; M.Pizzarelli; F. Russo; F. Tolledi; A. Verri; F. Zarbano. 

“La chiave va cercata nel colore.

Giuseppe Zilli con le mani, trasforma umano istinto e logos in colore, pigmentando i grani della nostra sabbia, come fosse un monaco tibetano. Li raccoglie in sacchi di juta,li pesa ,li conta, trova nuovi equilibri di leve e compasso,e infine li appende al collo dei suoi sette peccatori, uniti da un cromatismo acido, primordiale, elementare, fatto di pietra, marmo e stoffa grezza. Ogni materiale utilizzato ne desidera un altro e l’artista scivola naturalmente da un desiderio all’altro, da un colore all’altro, da una pena ad un’altra. Ogni scelta risponde, è evidente, ad un bisogno intenso di libera espressione, di memoria storica e antropologica, che supera ogni fatica del corpo.

Così nera è l’invidia. Le sue vipere sono affamate, bucano la pietra dalla quale sono partorite, perforano strati e strati di sabbia scura, strappano la tela e dall’intreccio vischioso delle loro spire puntano al loro stesso cuore. Per cibarsene e trovar pace, muoiono di sé.

Il giallo della lussuria è invece desiderio di bocca e gioco. I suoi pesci, abbacinati di lascivia, viaggiano in una densità liquida che li rallenta, nuotano in un’abbondanza che li stranisce. E giocano come bambini vanamente innocenti.

Poi il verde si sdoppia: diventa farina acida d’invidia e pancia velenosa di gola mai sazia. Mentre l’invidia è composta da semi che implodono segretamente, la gola s’allarga, si nutre, ingigantisce.

Dopo arriva l’accidia: una sospensione astenica nel blu, estasi azzurra, rapimento amoroso che prepara al cielo e che invita all’immobilità sotto un manto virginale.

Ma se l’accidioso è indeciso in un mare pescoso in cui nulla accade, il superbo è profondamente sicuro di sé. Questi non è solo tinto di rosso, di più: è malato di porpora e pronto ad esplodere

 
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