PENSIERI E PAROLE

LA MIA INIZIAZIONE.

Un libro aperto su un leggio;
il titolo potrebbe essere 'Slave for ever'
ma nulla ...è per sempre .
Desidero un titolo più sobrio, forse futile,
'La mia iniziazione'.

Ripenso alla prima volta, piena di dubbi e domande,
tu che ti avvicini a me con occhi che brillano
per la riscoperta di cose perdute nel tempo.
Mi guardi con desiderio, prendi le corde e inizi
a legarmi con titubanza quasi aspettandoti
un gesto da parte mia che ti fermi.

Ti lascio fare e infine io nuda e oscenamente esposta,
sono lì per te che sussurri: 'Sei bellissima'.
Desidero esaudire ogni tuo volere;
se il tuo piacere è possedermi, prendimi;
se il tuo piacere è annientarmi, annientami;
se il tuo piacere è segnarmi, segna la mia pelle,
il mio corpo, la mia anima.

Marchia indissolubilmente la mia mente,
metafora del segno che lascerai sul mio corpo
in futuro e che accazzerai con euforia e soddisfazione.
Costringimi al buio bendandomi gli occhi
lasciandomi nell'incertezza del momento,
costringimi al silenzio chiudendomi la bocca.

Vivrò il mio piacere e il mio dolore donandomi a te.
Le pagine del libro vengo sfogliate dal vento,
capitolo dopo capitolo che segnano la mia appartenenza
a te, la mia essenza di schiava che si inchina a te,
che si affida a te con fiducia.

Altre pagine verranno scritte sul mio vivere,
sulle mie sensazioni, sul mio crescere fino al
raggiungimento della perfezione.

IL MIO ESSERE SLAVE.

In ginocchio, a capo chino,
venero il mio Padrone.

Aspetto la sua sentenza con ansia
ma accettazione, qualunque essa sia.

Libero la mente concentrandomi,
il respiro si fa profondo mentre Lui mi osserva,
mi scruta, mi gira intorno sfiorando la mia pelle
con il manico del frustino.

Cagna nelle sue mani, spudorata nel mio offrirmi,
dono a Lui ogni momento di estasi e piacere.

Vorrei dargli di più, desidero urlare questo mio sentire
e invece mi odo sussurrare:' Uno, grazie Padrone'.
La cantilena si sussegue in un tempo illimitato,
vorrei che non finisse mai perchè la mia testa
è in fermento, irragionevole non capta la realtà.

Tutto il mio corpo è in fermento,
dilaniato, segnato,sfregiato dalle sue attenzioni.
Ne voglio di più, Padrone.

Non ignorare questa tua povera schiava,
ho bisogno di essere posseduta, portata al guinzaglio
che tu attacchi al mio collare,
segno di distinzione, di appartenenza,
non cagna fra mille cagne, ma la tua cagna.

Non muovo un millimetro del mio corpo
senza il tuo permesso; la pelle brucia,
il dolore è forte ma viene annullato dalle tue carezze.
Questo sono per te, ti dono la mia essenza
al meglio che posso, migliorando giorno dopo giorno.

IL COLLARE

Il tuo collare cinge il mio collo,
simbolo della mia appartenenza a te.

Mi hai attaccata a una catena,
rinchiusa in una tetra cella.

Non mi è permesso muovermi,
sporca e infradiciata, sono il tuo oggetto.

Non mi ribello al mio destino,Padrone;
ogni tua punizione viene accettata,
è una sublime gioia.

Fai di me ciò che vuoi,
la frusta sulla mia pelle è una carezza,
contare i tuoi segni una sublime estasi
da ammirare compiaciuta.

Odo i tuoi passi in lontananza,
mi metto all'erta per salutarti con vigore.

Grazie della tua considerazione, Padrone

LA FRUSTA SUL MIO CORPO.

La frusta nella tua mano
dispensatrice di piacere e dolore,
segno del potere che hai su di me.

La temo, la amo, la cerco quando non c'è;
amo il suo sibilo.

Attendo con terrore che la sua lacinia
colpisca inesorabilmente il mio corpo,
lo squassi,faccia bruciare la mia pelle,
mi faccia urlare,mi levi il fiato riuscendo a sussurrare:
'Grazie, Padrone'.

Dal tono della mia voce tu capisci
se fermarti o continuare,
mi imponi di contare e ringraziarti.

La concentrazione è alta,
riesco a controllare il respiro
cercando di rilassarmi annullando il dolore.

Vorrei pregarti, supplicarti di fermarti
ma l'estasi del momento lo impedisce.

Agognato mezzo di supplizio
mi lega a te in modo indissolubile.

Mia droga, sostanza illecita
che trasporta all'inferno ma anche al Paradiso.

Portami dove tu vuoi, mio Padrone.
Sono cosa tua, la tua preziosa cagna

LA ROSA ROSSA

Una rosa rossa,
rimembranze di passioni che si vorrebbe far rinascere
ogni giorno, minuto dopo minuto, ora dopo ora.

Petali vellutati come le dita di una mano
che accarezzano la pelle del corpo.

Rosso, simbolo di passione, di desiderio, di ardore,
desiderio di fermare il tempo per assaporare
il gusto dolce di quei momenti
per godere della lussuria dell'estasi.

Perdersi nei meandri degli inferi
dove domina indisturbata Persefone,
la dea degli Inferi,
perdere la volontà di ritrovare la strada
nel timore che essa ci conduca sulla retta via.

Rosso, colore del sangue che scorre nelle vene
e il suo lento scorrere ci permette la vita,
riscalda il nostro cuore.

Il terrore che che tutto questo finisca
leva il respiro, soffoca
e ci conduce a una irragionevole follia.