La Chiave di Salomone o Clavis Salomonis è un testo medievale di magia originariamente attribuito al Re Salomone. Non va confuso con la Piccola Chiave di Salomone, un testo successivo. Il testo risale al tardo Medioevo oppure al Rinascimento italiano. Molti di questi grimoire attribuiti a Re Salomone vennero scritti in questo periodo, ultimamente influenziati dai libri ("Sefer" in ebraico) molto più antichi (altomedievali) dei qabbalisti ebraici e degli alchimisti arabi, che a loro volta facevano spesso riferimento alla magia greco-romana del tardo mondo antico.
La Clavicula Salomonis, ovvero la Chiave di Re Salomone (detto anche il Libro del Diavolo), è il più celebre ed il più temuto manoscritto di Magia Rituale, proibito dalla Santa Inquisizione che lo dichiarò gravemente eretico.
La chiave si chiama così in onore del re Salomone, il primo ad usarla. Donatagli, si dice, direttamente da Dio per sottomettere al suo volere i demoni. Ma questa è la leggenda.
In concreto è un incantesimo per evocare ed avvalersi della "mano d'opera" dei demoni. O così pare.
A lungo si è discusso della sua autenticità e della sua reale utilità.
Il suo utilizzo è legato a conoscenze di cabala. Insomma, magia cerimoniale ed iniziatica.
L'opera è divisa in due parti: nella prima viene spiegato come evitare sbagli durante le operazioni con gli Spiriti, e quindi nozioni interessanti ed accurate sui tempi e le influenze dei Riti Magici, sui segni e sui pianeti, tutte informazioni che dovrebbero garantire un certo margine di protezione all'evocatore; nella seconda si apprende l'attuazione vera e propria delle Arti Magiche e contiene dettagliate istruzioni per la preparazione dei Rituali, avvisando che nessuna operazione deve essere intrapresa se prima non è stato tracciato e consacrato un Circolo Magico; altra condizione è la consacrazione personale di tutti gli strumenti magici, pena la non riuscita del Rituale. Seguono la descrizione del rito, tempi, modi, paramenti ed invocazioni.
Vi è una parte dedicata anche ai Pentacoli che sono suddivisi per ordine:
Sette pentacoli consacrati a Saturno = Nero
Sette pentacoli consacrati a Giove = Blu
Sette pentacoli consacrati a Marte = Rosso
Sette pentacoli consacrati al Sole = Giallo
Cinque penatcoli consacarti a Venere = Verde
Cinque pentacoli consacrati a Mercurio = Colori misti
Sei pentacoli consacrati alla luna = Argento
(sesto pentacolo della Luna *)
Il sesto pentacolo della Luna è composto di caratteri mistici della Luna e circondato da un versetto dalla Genesi - VII,11,12 : "Eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e cadde la pioggia sulla Terra".
La Clavicola Salomonis è sicuramente il trattato magico più diffuso e conosciuto di tutta l'area mediterranea. La sua popolarità è dovuta anche al fatto che esso è un vero e proprio manuale pratico di magia che accompagna passo per passo l'aspirante mago: descrivere come preparare se stesso e gli strumenti per le operazioni di magia, quali formule impiegare, di quali simboli e sigilli munirsi per difesa, come conversare con gli spiriti evocati, ed infine cosa chiedere.
Le origini della Clavicula sono di certo molto antiche. Molte delle cerimonie e dei rituali descritti sono molto simili a quelli utilizzati dai, Caldei, dai babilonesi e dagli ebrei. Tuttavia l'attribuzione del testo al re Salomone è da considerarsi senza dubbio leggendaria.
La prima citazione storica certa della Clavicula risale allo storico ebreo Giuseppe Flavio, vissuto nel primo secolo d.C.
Fu citato ne Le Grand Albert, attribuito ad Alberto Magno, in cui sono riportate delle formule attribuite ad un certo Aronne Isacco,mago di corte dell'imperatore di Bisanzio Manuele I Comneno, che le aveva tratte a sua volta da un testo antichissimo, che con tutta probabilità era proprio il testo che oggi va sotto il nome di Clavicula Salomonis.
Esistono diverse versioni manoscritte (in seguito stampate clandestinamente) della Chiave di Salomone (in latino: "Clavis Salomonica"), con diverse traduzioni, alcune con differenze minori e altre con grosse diversità e significative differenze nell'impostazione. L'archetipo dal quale sono stati tratti era probabilmente un testo latino o italiano del XIV o del XV secolo.[1] La maggior parte dei manoscritti esistenti datano al tardo XVI, XVII oppure XVIII secolo, ma esiste un manoscritto in greco, risalente al XV secolo (Harleian MS. 5596), strettamente associato a questo testo. Il manoscritto in greco viene menzionato come Il Trattato Magico di Salomone, e venne pubblicato da Armand Delatte nella Anecdota Atheniensia (Liége, 1927, pp. 397–445.) I suoi contenuti sono molto simili a quelli delle Clavicula, ed infatti potrebbe trattarsi del prototipo sul quale si basano i testi in italiano oppure in latino.