La riva dei pensieri

Perdere l'orientamento

"Ci vuole molto tempo prima che le persone trovino la loro faccia.
Non sembrano nate con il loro viso, la loro fronte, il loro naso, i loro occhi.
Acquistano tutto con l'andare del tempo ed è una cosa lunga.
bisogna aver pazienza."
Roth, da "Fuga senza fine"

 I 

I perdenti mi piacciono sempre,lo confesso.
L'espressioni dei belli  non hanno il coraggio del tormento, almeno dal mio punto di vista.
Probabilmente è una questione di empatia o il bisogno di condivisione, il piacere in un sentire comune dell'anima che sgorga, infine, nel ricambio d'energia.
La ribellione spacca gli schemi, una dardo irrazionale scagliato contro ogni barriera del suono e della voce, analizza le immagini nell'ottica della distanza scoprendo sorrisi ipocriti, risate sottomesse, isterie conformiste che sono bieche, acide, crudeli inquisizioni  del diverso. L'ordine richiede linee diritte, la mano rigida afferra la penna picchiando la creatività. I fiori gialli giacciono accanto ai loro simili, i rossi richiamano i rossi, i girasoli obbediscono al richiamo della luce nel mio giardino di primavera.
Eppure sotto sotto, ancora più sotto dove mi autocensuro, un decadentismo sacro emerge a ritmi disorganizzati e lenti perché dettato da una forza incapace di piegare la speranza all'ingiustizia. Un meccanismo iniziato col disagio, canta e si diffonde contro la luce del falso-irrazionale, intessendo una ragnatela di contatti tra i dispersi dell'anti pensiero. Questo è l'epicentro della lotta contro il perbenismo imperante. E il perbenismo è uguale ai suoi seguaci, entrambi comp'lici nell'installare fiele.
Chiedo venia al tempo. Sono un perdente felice, passeggio nelle elecubrazioni mentali.
La bussola l'ho gettata in acque torbide, le mie strade sono grigie, a volte indosso la maschera della paura o dell'insicurezza, ma non riesco a smettere, smettere di credere nella promessa di una via di fuga.