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Post n°40 pubblicato il 14 Aprile 2009 da MartinPicconatore
Nato in un campo di grano ho rubato oro dal sole dio a me sovrano.
Strapazzato dal libeccio di maggio ho fatto all’amore libertino con le prime api di passaggio.
Intriso di rugiada ho liberato il mio aroma fino a profumare della contadina in calore la sua chioma.
Pregno di acqua piovana ho fatto da cuscino al sedere rugoso della rana.
Come in una serata di gala ho assistito ammaliato al concerto strascicato d’una cicala.
Travolto dal calpestìo incerto di un bimbo ho vissuto annichilito nella quiete d’un limbo.
Ghigliottinato in un battito di ciglia ho custodito per decenni i segreti nelle memorie di famiglia.
Per non gridare il vostro dolore è dettàme fecondo seppellire un fiore; figlio di serra o nuda terra non importa, per esser sempre in cielo ai cherubini a far da scorta. |
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