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Un blog creato da codadipavone il 31/10/2008

Apollo Errante

Prospettive rovesciate, segni e segnali dell'anima di Roberto Caravella

 
 

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Gazebo a cinque stelle

Post n°71 pubblicato il 29 Novembre 2012 da codadipavone

Molti sognano di possedere un Gazebo. E' un luogo rassicurante, di pace, protettivo. C'è chi, con il suo sudato metro quadro di giardino accatasta spiccioli per qualche lustro per poterselo piazzare li, tra la grondaia e il culo del cane che sporge dal rincospermum jasminoide piantato a forza dalla suocera per farti lavorare di più e per avere un motivo in più per criticare.

Sotto il gazebo si sta freschi, al riparo da sguardi indiscreti ed esposti all'invidia dei vicini che volentieri, se potessero, userebbero un bazooka per demolirlo nottetempo unitamente al cane scemo che rilascia ovunque ricevute olezzanti del suo passaggio nei giardini altrui. Soltanto d'estate è, per tutti gli amanti dell'articolo, un problema perchè è il luogo preferito dalle zanzare di ogni specie esistente al mondo; da quelle col camice bianco e la mascherina e che provvedono meticolosamente a operare trasfusioni di almeno  50cc ciascuna per il tuo bene in modo da tenere sempre sotto controllo la tua pressione, a quelle svogliate che ciabattano continuamente con sei paia di zoccoli del dott. Schultz ciascuna bifonchiando frasi sconnesse. C'è poi la zanzara pelosa, romana di Crodo che ogni volta ti si presenta davanti al naso urlando "a, Mario, e daje... famme succhià sto crodino...". Ci sono poi quelle Heavy Metal, zebrate e perennemente con le cuffie nelle orecchie che diffondono di continuo quel ronzio da corto circuito e che si fanno le canne dentro la barba, tra i capelli e qualcuna bivacca persino nei condotti auricolari invitando amici e parenti per un "party in grotta" con dolcetti ai globuli bianchi (perchè non fanno ingrassare), sangria, blood mary e caviale di eritrociti. Ci sono pure quelle con lo stetoscopio e la cartella clinica sotto le ali che passano ogni venti minuti per controllare il decubito del gazebante. Infine ci sono quelle che hanno costituito un'agenzia viaggi e che organizzano pacchetti turistici per stranieri a seconda dei festini organizzati dai padroni dei Gazebo. So di un offerta speciale per le zanzare russe di tre giorni e due indimenticabili notti a Roma per soli 50 dollari tutto compreso e sangue fresco novello a volontà. Comunque so di certo che c'è il divieto assoluto di raggiungere alcuni luoghi particolari come ad esempio i Monti, perchè pare che in quelle zone gli le zanzare autoctone abbiano già provveduto ad operare salassi talvolta sotto il limite dell'ematocrito consentito. Sono zanzare piuttosto grasse e lente al contrario del loro capo che invece - seppur attempato e occhialuto - svolazza agile e allampanato in quegli ameni luoghi montani indicando i campi di rape ancora intatti. Di tanto in tanto fanno qualche incursione a valle seminando il panico tra i comuni mortali succhiando quel poco che resta di sangue persino al più anemico gazebante, non risparmiano donne e bambini, studenti e operai (quelli in genere sono un pò grassi e coriacei ma sono saporiti e non si accorgono di niente...). Sono Zanzare che amano molto far sfoggio della loro morigeratezza, vestono bene con delle belle livree azzurrine con riflessi "canna di fucile", e fanno finta di magiare poco, pochissimo ... tanto per distinguersi da i fedeli nel precedente zanzarone cialtrone che veniva dai gazebi brianzoli ronzando con la sua gilera da giovane per poi andare a succhiare nei cantieri (ci sono molti operai nei cantieri) e spiccare infine il gran salto di qualità. Infatti il zanzarone decise prima di viaggiare sui transatlantici poi appena sceso si fece aiutare da un suo compare di specie più infida la zanzara Utrisculae marcilandia che lo porta ai vertici della sua sfolgorante carriera. Ora che la berlisina Brianzola è apparentemente caduta dal potere però in quei luoghi hanno un bel problema, eh si. Perchè sono alla ricerca di Gazebi succulenti ma si ostinano a cercarli dove di fatto non ce ne sono più. Ma si sa, le zanzare quando volano guardano sempre in basso... su, mai!

E sognano quei bellissimi gazebi d'Oriente, opulenti, dove si può succhiare per generazioni e generazioni e dormire tranquilli sotto le stelle, a cinque punte... s'intende... senza che nessuno osi profferire parola o avanzare dubbi. Dove invece di una puntura di zanzara ci si può infilare direttamente cannule a farfalla del diametro di un obice...

R.C.

 
 
 
 
 

Acronimi inquietanti - le famiglie che affondano

Post n°69 pubblicato il 10 Novembre 2011 da codadipavone
Foto di codadipavone

Spread... sembra quasi un onomatopeismo...Spread... bleah!

Quando ero ragazzo girava fra i banchi l'acronimo UPIM: Unione Per Imbrogliare Meglio. Qualcuno forse lo ricorderà. Giù le risate! Poi si tornava a casa a mangiare. Oggi di tutto questo rimane solo l'assonanza con questi falsi acronimi che tuttavia non suscitano per nulla ilarità, anzi. Già il fatto che riesca difficile capire e far capire - magari alla mia quasi novantenne zietta - cosa sia lo spread è cosa che sprizza odore di commedia alla Totò più che disappunto; non parlo della zietta ovviamente ma del gergo tecnicistico insolente che subissa con allusioni di elevato livello cose semplicissime come "non ci sono i soldi per il pane". Quel maledetto differenziale (differenziale? e che ce ne facciamo noi di un differenziale?) tra il prezzo di chi vende (notoriamente infimo) e il prezzo di chi è disposto a comprare (ma chi?) ancora più infimo. Come acronimo invece può dare qualche delucidazione: Spreco Prodotti & Risorse: Estrema Anarchia Dominante. Si, perchè lo spread non è un indice giusto per gli italiani in questo momento; è forse un metro di giudizio per le grandi imprese.  Per il Bue d'Arcore - cavaliere dimezzato - di certo, che adesso fa il grande di Spagna dicendo che se andrà (dopo che i suoi titoli ricomprati al minimo storico risaliranno alle stelle quando gli suvccederà l'economista euro Monti...) Furbo, non c'è che dire! Spreadh! gli darei un pugno: BUND! altro che statuetta del Duomo! Non parliamo del Dow Jones! Sembra il protagonista di un romanzo sudista di inizi novecento: le peripezie del giovane Jones, lo schiavo con un cromosoma mancante (Down...) deriso da tutti e che alla fine si fa adottare dalla bella Jane e riscatterà col suo sangue la fattoria di famiglia.  Ma il vecchio capitalista cattivo NYSE (New York Stock Exchange), glielo impedirà fino alla fine cercando di fregare, alla dolce Jane, terra, raccolti e schiavi con manovre suddole (cioè tipiche del sud). Ma il buon Dow Jones scoprirà che il metodo migliore è aprire una discoteca in piena New Orleans e fare l'infiltrato col nome di Dj Obama per incastrare il vecchio Nyse mentre tenta di spacciare cotone al posto del crack sotto forma di zucchero filato...Insomma La saga degli acronimi e dei nomuncoli impazza, ma soltanto per fare della nostra storia un romanzone tutto lacrime e sorrisi, grandi attese e interminabili colpi di scena mentre tutto va titanicamente a picco. Nessuno può alzare la voce, nessuno può chiedere aiuto; tutti si guardano con sospetto come in un film di Sordi (Alberto...) o in un film per sordi (quelli che non ci sentono o fanno finta di non sentire...) E intanto cercando di alzare lo Spread gli italiani cercano di vendere più che possono, ma non titoli della Mc Donalds, della Intel, della IBM... no! gli italiani vendono i loro titoli di studio a 10 centesimi il chilo... come la carta straccia insomma in modo che il DJIA  italico, portato al CBOT come un valore FF (no ferrovie ma Financial Future...), possa portare anche soldi in cassa almeno per pagare i vitalizi (o meglio vitavizi) dei parlamentari ancora non passati a miglior vita (migliore? perchè ce n'è una migliore della loro?).Tutti vendono tutto ma putroppo non tutti comprano tutto anzi si comincia a non comprare altro che lo stretto necessario per sopravvivere. Il famoso economista Robert Goletta ha affermato recentemente che in Italia, venti anni fa era necessario avere due lavori perchè altrimenti non si poteva arrivare a fine mese; poi c'è stata la necessità di lavorare sia la moglie che il marito, e infine entrambi dovevano raddopiare i loro lavori col risultato che quattro stipendi non bastavano ad arrivare a fine mese. Oggi e nel prossimo futuro ci sarà bisogno di creare famiglie allargate, ovvero piccole comunità che mettano insieme i loro piccoli guadagni per poter sopravvivere. Ma dietro questo scenario si nascondono pericoli di faide e guerre fra clan. un Futuro roseo direi...E intanto lo spread dettato dalle grandi aziende (le stesse che licenziano in tronco se perdono due centesimi) fanno il bello e il cattivo tempo dell'Italia e del mondo intero. Soldi, soldi, soldi recitava la canzone e quella canzona è ancora la stessa ma ha il sapore di una bevanda frizzante al sapore di fiele: Bevi Spread! Togliti il gusto di vivere!... oppure "Vuoi fare una morte frizzante? Sparati con la Spread!".

Tra le strade intanto gli italiani fanno a Bot per rubare il granturco ai piccioni al Gianicolo o a Piazza del Plebiscito, proprio dove c'è la fermata degli autobus della CCT mentre aspettano che gli agenti del FTSE ECPI lascino andare Pasquale Zamputo e sua moglie Concetta - arrestati perché minacciavano gli agenti con un lancio di un ESG flottante, praticamente secchi di merda di vacca secca da usare come concime; si credeva volessero protestare e invece - hanno chiarito gli inquirenti  dopo ore di interrogatori - cercavano di mangiarseli, i piccioni... Ma sono stati arrestati perchè hanno confessato che la merda non era di mucca ma di BUE, quello che prospera nella zona d'Arcore, che è poi ritenuto anche un famoso bue da monta... I suoi allevatori hanno spiccato denuncia contro i suddetti coniugi Zamputo per appropriazione indebita. Glom... Quasi quasi mi travesto da EMU... col capello lucido e unto, il volto cadaverico, e un rivoletto di succo d'amarene all'angolo della bocca. Chissà che non trovo un lavoro nella discoteca del famoso Dj Jones detto Obama. Spero solo che sotto il nome vezzoso di Jane non si celi Angela della famiglia dei Merk o  il suddolo An jelino Al Fan noto brigante ottomano famoso per i suoi travestimenti che gira spesso per l'ameno quartiere romano di Monti Mario. Bot, domani è un altro Jorno...

R. C.

 
 
 

Totò, Sarkozy e la malafemmina

Post n°68 pubblicato il 07 Novembre 2011 da codadipavone
Foto di codadipavone

Caro Gonsiglio t’Europe, cuggino, compare nepote…

Schivo questa mia  con la voce di popolo eletto che mi ha eletto e perciò con questa ti dico le cose importanti  che, mi consenta,  ci ho diritto di schivere  perché il popolo de gli Tagliani mi ha detto che solo io posso farlo, ma detto fra noi anghe se io mi ha scocciato, non va!, anghe pecché  ye  stoce facento la vita de lu signore ma siccome ci è stata la morìa delle vacche la papera non galleggia!

Questa moneta servono a che voi vi consolate  e questa  lettera pure.  Gli Tagliani sono un popolo che lavora e vuole lavorare, ma siccome sono una massa di pezzenti comunisti io ci ho penzato che devono lavorare fino a che crepano guadambianto la metà del salario che io poi, co Tremmonti , habbiamo pensato di fottergli almeno la metà di quello che dovessero guadambiare. Questo che a voi vi piace, ; : , così a noi ci serve per guadambiare la monete fino a che io sottoscritto crepo  assieme al mio stigmato amico fratello Umbo. Imperciocchè gli Taliani possono andare in pensione  a 92 anni colla penzione sociale di 150 euri al mese tutti contenti pecchè habbiamo salvato l’Itaglia e voi smettete di sghignazzare scermioni come havete fatto fino a mò!

L’ii taglia  è un paese acculturato di grande cultura e pe ccuesto che io ho stato letto; poi ci ho detto di culturare insalate e cetrioli a due euri al kilo per comprarsi poi la masserati o la mercedes. Che non si devono preoccupare pchè io ci ho la testa al suo posto proprio di persona, cioè sul collo, anche se mi ho scordato il collo dove lo devo mettere, (ma Brunetta mi ha detto che per il momento me la regge lui, speriamo bene!).

Quinti, con ciò è cosa che, se gli avvocati comunisti che mi vogliono avvocare continuamente pecchè ie, l’unico Tagliano di Taglia che ama li Taglia più della vacca sua popia di pessona, se mi lascerebbero stare un poco in santa pace,  e voi pure, io mi metterebbi a posto le cose mie perché così poi non do fastidio e poi voi fate come vi pare tanto ci ho settantanni passati e finchè me la tira, io pompo come mi pare ma non mi toccate i soldi. Conciosiacosache, habbiamo penzato che questa mia che adesso voi vi state scrivendo da voi, serve a giurare che farò tutto quello che volete a patto che ve lo fate voi dopo che sono morto e dopo che liTaglia ve la siete comprata sull’asta…  Mi dispiace che il comunista che fa il presidente sta sempre là a piangere mentre noi cerchiamo di salvare questa moneta tutti insieme.;:  ma, vi diche ie, che se voi non mi lasciate fare come diche ie, questa moneta non servono più perché poi ie mi accatto pure i vostri giornale e le vostre televisione… capissc’a mme! Ie ha fatte tante pe aiutare questo popolo di morti di fame  ma ci sono angora un sacco di comunisti che non si fanno “accattare” e per questo che io ci dico che sono accattoni ma ie invece ci ho il cervello fino come un gatto e per questo che tutti dicheno che sono un mente gatto!.

Atesso, Caro conziglio ti chieto ti asbettare una trentina di anni almeno finghè tuttte le cause mie sono perze pecchè io le oh vinte. Mi serve angora un poco di tempo, poco mpoco, pe’ rimettere tutto a posto facento le cose per bene. È complicato fare una legge buona per lasciare tutto ai figli della mia prima moglie e niente a quei disgraziati che ho fatto co’ Veronica… ci vuole tempo per fare morire tutti i vecchi penzionati che ancora si penzano di avere diritto alla penzione dopo quarantanni di lavoro inutile. Ngi vuole tembo pe convincere questo popolo che quella cosa noiosa che chiameno curtura non se la devono portare a casa pecchè la cultura è come il pesce: dopo tre giorni puzza, e pecciò ci ho messo la Germini a quel posto.Epure quell’altro di Bondi che ci ho detto di trasformare Pombei in un sette di cinema per media sette bello nuovo nuovo e no scassato, vecchio e fetente com’è che sembra antico romano dell’epoca di Remolo. Io ho fatto un zogno: quello di un paese moterno e veloce , che ti fotte presto presto sulle cose moterne prima che capisci e se non capisce ti compro coi monete fottite agli antri e no sulle rape e i cucuzzielli. Io mi ha sognato un Itagloia co’ leggi giuste pecchè è giusto che se tu sei cretino io ti fotto pecchè sennò come ti fottevo? Il futuro dell’europpa è quello di chiedere voi a me un prestito per comprarvi le stesse ville che io mi ho comprato col sutore della mia fronta. Comunque la prossima volta cercate di non sfottermi davanti a tutti pecchè poi se non ngi sto io qua voi come ve li fate i fatti vostri?

Ie ti prometto Care Urope che mò che torno a case prento gli Taliani e li spremo come un limone di Sorrento tanto lo sapete che il Coverno non cate fino a che voglio io e fino a che ce ne antiamo tutte le sere inzieme al Tabarèn, tove conosche tente belle figgliole: per la Merghel ci tevo penzare un poco, ma mò devo antare a fare un zacco di cose, prima .

Così spero sentire ti voi,

Sylvio.

 
 
 

Oh Israele, oh mia Europa!

Post n°67 pubblicato il 07 Novembre 2011 da codadipavone
Foto di codadipavone

«La guerra è un male perché crea più malvagi di quanti ne toglie di mezzo».

Aforisma dai contorni nitidi e dal contenuto difficilmente confutabile che non sembrerebbe neanche possibile essere partorito da una mente di alto profilo teorico e astratto come quello di Kant. Eppure così è, e così è la logica di ogni guerra, di ogni sua forma universale, mondiale, sociale o casalinga; che varchi i confini dell’irreale nella favola o resti ancorata nel reale è così; che si tratti di guerra tra popoli o di faide familiari, che sia guerra tra condomini o tra parenti e colleghi di lavoro. La logica della guerra è quella logica che appartiene soltanto a chi detiene un qualsiasi potere o a chi abbia l’opportunità di toglierlo ad altri. In nome di un bene presunto si fa guerra identificando l’avversario come il male assoluto e così si scaglia il male contro il male. Ma non è che guerra a difesa dei propri interessi e a discapito di quelli altrui. C’è forse demagogia in questo? C’è forse un afflato poetico? C’è un irriducibile trasognata propensione alla fantasia e all’idealismo utopico? No, certamente no. C’è soltanto la realtà nuda e cruda fratta di accordi segreti, patti stipulati all’ombra dei palazzi, manovre subdole create secondo fantomatiche ragion di stato (o di segreto di stato) accampate soltanto per coprire infamie segrete che non verrebbero perdonate neanche al più crudele dei criminali comuni.  Ma lo stato è qualcosa che va ben oltre la sua stessa ragion di stato. Lo stato mai si compone – ne oggi ne ieri - di anime nobili che ragionano del bene comune, delle singole povere anime che vivono fiduciose in un mondo che non appartiene ne a loro ne a qualsivoglia stato. Un mondo che opera la guerra naturale che guerra non è ma semplice vita, fatta di equilibrio, di placide dissonanze, di armoniosi contrasti, di sottili equilibri che non permettono mai che qualcosa sovrasti qualcos’altro in nome della vita comune… di tutti. Ma il malvagio è amorfo e indistinto. Non lo vedi fino a che non alza la spada e anche allora nutri dei dubbi. Il malvagio lo vedi soltanto dopo, quando ha concluso la sua opera di distruzione. Esso vuole restare solo, unico e godere di tutto ciò che vede, tocca e percepisce. Subdolo liquefattore il malvagio non possiede che un unico pensiero, la guerra; né si cura di qualsivoglia conseguenza. Annienta tutti dimenticando che proprio di quei tutti lui ha bisogno. Sottrae i beni a tutti senza comprendere che quei beni, dopo l’annientamento, non varranno quanto la sua cupidigia che li ha conquistati; ma lui insiste e annienta tutto ciò che gli si oppone gridando nel vento il nome del malvagio da annientare, e fino ad annientarsi. E così l’innocente muore pur non essendo la causa del male presunto.   

Tutto ciò genera una sorta di rassegnazione ipocrita a cui nessuno, neanche il malvagio, sa reagire quando taluno insinua che qualcuno deve pur morire per salvare la famiglia, la nazione, l’umanità. Sottili e malvagie induzioni psicologiche muovono al male in nome del bene, ma quale bene? Di cosa si parla?

Se nessuno ha in mente il bene nel suo più profondo e divino valore, confonde altresì il suo antagonista immortale che è, al secolo, il male. Ma il male è facile da raggiungere: basta dimenticare se stessi nella più imbarazzante nudità e coprirsi di veli preziosi al punto che chi ha pane non mangia ma ostenta opulenza e chi non ha pane mangia quel che può senza ostentare che povertà. Così si vive di apparenze perché la guerra genera quell’improvviso stupore che ti distoglie dal torpore in cui pasci la tua semplicità. Alla vista del sangue vedi il nemico che vince e abbatte il tuo oppressore e sogni l’agio che credevi ti fosse stato negato. Ma presto o tardi scopri che la prigione dorata del tuo vincitore è ben più sottile e malvagia di quella dell’antico oppressore. Scopri una libertà che è soltanto utopia e matrice di malvagia. Scopri la suadente ed erotica forma del possesso che tracima come un fiume in piena la giusta necessità; ma trovi comunque le parole adatte per giustificare il male come qualcosa di necessario al progresso. Ma dove vai, malvagio e inetto ignoto? Perché apri le finestre per urlare la tua libertà che ti è stata data da coloro che ti hanno imprigionato? Chiedi allo stato che ti liberi ma è lo stato che ti ha imprigionato persuadendoti di offrirti la vera libertà accordandosi in segreto con altri poteri cinque, sei, otto e persino venti volte comprando la tua prigionia e vendendo la tua libertà. Sogni dorati regalati da persuasori occulti. Demo-crazia. Io diaballo. I divido. Io separo. Ti lascio guardare ciò che pensi sia tuo, ma tuo non è, e ciò che ti appartiene è invisibile: questo è malvagio. Ti porto ad uccidere altri come te perché tu possa essere libero dal male: questo è malvagio. Ti porto ad annullare senza pietà chiunque si opponga al tuo cammino di libertà e di pace, questo è malvagio. Ti pago perché tu combatta e muoia in guerra tornando come eroe, questo è malvagio. Offrire il proprio subdolo cordoglio a madri e padri orbi della carne della loro carne straziata a causa di un infame interesse senza scopo, senza meta, senza un fine, senza ragione se non il potere che annienta il malvagio creandone altri cento.

 

 
 
 
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