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CANOVA IN MOSTRA A FORLI'

Post n°302 pubblicato il 28 Febbraio 2009 da Margherita2411
 



Canova. L'ideale classico tra scultura e pittura

curata da Antonio Paolucci, Fernando Mazzocca e Sergéj Androsov e con l'allestimento di Wilmotte e Alessandro Lucchi.


Forlì, Musei San Domenico
25 gennaio - 21 giugno 2009

 

 

 

 

 

Approfondimenti relativi alla mostra ed elenco delle opere in STUDIO ESSECI

"Canova e la bella romagnola" di Antonio Paolucci nel sito de Il Sole 24 ORE

 

 

                      

 

primo video "Lo straordinario neoclassicismo di Antonio Canova a Forlì" da YouTube

secondo video "Bernini e Canova" da YouTube

Tra le meravigliose opere esposte in mostra, mi sono soffermata, in particolare, su quelle relative al mito di AMORE E PSICHE

AMORE E PSICHE

La "storia" di Amore e Psiche (propriamente dovremmo parlare di mito, ma - alla veneta - Canova la doveva chiamare una "storia", cioè una leggenda, una favola) è un inserto fortunatissimo entro l'opera Asino d'oro di Apuleio, scrittore latino di origine spagnola del II sec. d.C. che certo ha raccolto dalla viva voce del popolo questa narrazione sorta qualche secolo prima.
Amore, detto anche Eros o Cupido, era il dio greco che portava ordine nel caos; Platone lo definì come il dono che gli dèi fanno agli uomini che ne ricevono ispirazione al Bene e all'Eternità. Psiche era una giovane principessa, così bella che persino Venere ne era gelosa e anzi ordinò a suo figlio Cupido di ferirla con una delle sue frecce perché le sorgesse nel cuore l'affetto per un uomo bruttissimo. Ma Amore era il dio dell'ordine e delle cose belle e non poteva causare sofferenza e turpitudine; così quando vide Psiche si dimenticò dell'ordine impartitogli da sua madre e si innamorò della bellissima principessa; la fece trasportare dal vento Zefiro in un magico palazzo e i due si giurarono eterna fedeltà. Amore, spiegando le sue bellissime ali, tornava ogni notte a trovare la sua amata, ma le fece giurare che lei non avrebbe mai dovuto guardare il suo volto durante il sonno, altrimenti la loro relazione si sarebbe interrotta.
Ma Psiche non resistette: istigata dalle sorelle, tentò, malgrado il giuramento, di osservare durante la notte, alla luce di una lampada, il volto del suo innamorato mentre dormiva. Una goccia d'olio caduta dal lume risvegliò Amore che le rimproverò la sua curiosità e abbandonò la fanciulla. Psiche si trovò così costretta a vagare sulla terra alla ricerca del suo amante. Solo dopo una lunga serie di prove, Psiche ricevette il perdono e Amore tornò a rinnovare i suoi incontri felici con la bellissima principessa.
Canova raffigurò Amore e Psiche stanti, nell'atto in cui Psiche dona tutta se stessa (la farfalla simboleggia l'anima, cioè la psiche) nelle mani del dio; e rappresentò Amore e Psiche giacenti, nel momento dell'incontro affettuoso della divinità che è appena scesa dai cieli con la giovane donna stesa per terra.
Nel mito e nelle raffigurazioni canoviane (ma confronti anche Eros e Psiche al Museo Capitolino di Roma, Amore e Psiche di Raffaello e di Thorwaldsen, l' Amore e Psiche di Gérard al Louvre) Psiche rappresenta l'attività spirituale e razionale dell'uomo, mentre Amore è il sublime sentimento del cuore; se sono soli, sia la razionalità sia l'amore sono degli assoluti incompiuti: fredda e calcolatrice la ragione, impulsivo e irrazionale l'amore; quando invece l'intelletto e l'amore si abbracciano e si compenetrano creano la più alta sintesi bilanciata e formano l'equilibrio più profondo ed elevato, tipico del Neoclassicismo che ricercava il sereno dominio delle passioni.

testo da MUSEO CANOVA
foto da: SCULTURA ITALIANA

 

 

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LE ORE DANZANTI

di Carlo Finelli?

 

 

 

 

 

  

 

 
 
 
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Bologna, 27 luglio 2008

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