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Illustrazione di Davide Bonazzi
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JACOMO TINTORETTO & I SUOI FIGLINel bookshop della Scuola Grande di San Rocco, ho visto un altro interessante libro di Melania G. Mazzucco di cui riporto la recensione da IL RECENSORE.COM La Mazzucco ritrae Tintoretto. L’élite dell’arte veneziana "Molto tempo fa, quasi per caso, a Venezia entrai nella Chiesa della Madonna dell’Orto…”. Inizia così “Jacomo Tintoretto & i suoi figli. Biografia di una famiglia veneziana” (Rizzoli, 2009) di Melania Mazzucco. Nel libro la scrittrice, in ottocento pagine di biografia più duecento di bibliografia e note, ritrae la vita, le opere e le gesta di uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e ultimo sommo pittore del Rinascimento italiano, nello sfondo della Venezia del Cinquecento. Quando venti anni prima Melania Mazzucco entrò dentro la Chiesa situata nel sestiere di Cannaregio non sapeva nulla di Tintoretto, ma rimase folgorata dalla visione della Presentazione di Maria al Tempio, tela del pittore dipinta negli anni 1553/56 e lì custodita. In particolare, in un’intervista, la scrittrice dichiarò “rimasi turbata dalla bambina di spalle che si trova ai piedi della scala". La bambina ritratta potrebbe essere Marietta la figlia naturale di Tintoretto, da lui amatissima, anche lei pittrice “anima mia tu sei il mio capolavoro”. Marietta sarà la protagonista de “La lunga attesa dell’angelo“ (Rizzoli, 2008), dove viene narrata, romanzandola, la vita del pittore e della sua numerosa famiglia, che si può considerare l’anticipazione di questo saggio biografico, ricerca della verità storica e frutto di dieci anni di consultazioni in archivi, biblioteche, musei, il quale grazie alla ricca bibliografia con documenti inediti può essere consultato anche dagli specialisti del settore. Il voluminoso libro ripercorre l’intera vita di Jacopo Robusti nato a Venezia nel 1518 o ‘19 (l’atto di nascita viene desunto da quello della morte, perché l’atto di battesimo era andato perso nell’incendio degli archivi di San Polo) e morto a settantacinque anni nel 1594. Fu chiamato Tintoretto perché il padre era un tintore di stoffe di origine bresciana, arte particolare vanto della città lagunare e la scrittrice spiega nei dettagli questa importantissima attività commerciale di Venezia, dove il colore dominante era il rosso, colore della passione, del Carnevale, usato negli arredi, nell’abbigliamento e nei dipinti. Ma chi fu veramente Jacopo, secondo il Vasari “il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura?“. Anticonformista, consapevole del suo genio quindi supponente, ambizioso, scorretto, spesso fuori dalle regole, dovette combattere contro il suo grande rivale Tiziano, il cui uso drammatico della luce e della prospettiva lo rese il precursore dell’arte barocca. In questo grande affresco di un’epoca, innumerevoli personaggi si stagliano sullo sfondo, iniziando dalla giovane moglie del pittore, Faustina, i figli, tra i quali Dominico che seguirà le ombre paterne, Marco, oppiomane e fannullone, le figlie femmine avviate alla vita monastica, ed ovviamente Marietta che brilla di luce propria. Ma forse la vera protagonista è Venezia che rivive davanti agli occhi del lettore con i suoi traffici, i costumi, nei suoi mestieri leciti e meno leciti con la brulicante umanità fatta di avvocati, ciarlatani, prostitute, librai, gioiellieri che si muove nei fondachi, nelle calli e nei campi mentre impazza il Carnevale o infuria la peste, descritta con maestria dalla scrittrice con evidente realismo tanto che leggendo sembra di ammirare un quadro. Due sono gli autoritratti che meglio definiscono il carattere e l’epoca di questo pittore geniale: nel primo, che si trova nella copertina della biografia, il Tintoretto appare giovane, la vena creativa all’apice, dipinto nel 1546/48, è conservato presso il Philadelphia Museum of Art; il secondo autoritratto, olio su tela datato 1594, si trova al Museo del Louvre a Parigi. Qui il pittore appare invecchiato, stanco e vinto dalle molte battaglie che ha dovuto combattere durante tutto l’arco della sua vita, mentre la sua esistenza sta per consumarsi. Il colore predominante è il nero, il nero della Controriforma, l’Italia in quel periodo era dominata dai Borboni di Spagna e Venezia aveva ormai visto tramontare il suo dominio sui traffici del Mediterraneo, la sua lenta decadenza economica e politica era ormai iniziata.“Chi è vissuto una volta deve vivere per sempre. È questo il compito dei poeti“. Questa è la frase della poetessa russa Marina Cvetaeva che l’autrice dedica a Jacopo Robusti detto il Tintoretto. Melania G. Mazzucco è nata a Roma nel 1966. Si è laureata in Lettere presso l’Università La Sapienza di Roma e poi in Cinema presso il Centro Sperimentale di Roma. I suoi romanzi sono stati tradotti in ventidue paesi: Il bacio della Medusa (Baldini Castoldi Dalai 1996), La camera di Baltus (Baldini Castoldi Dalai 1998), Lei così amata (Rizzoli 2000), Vita (Rizzoli 2003) Premio Strega 2003, Un giorno perfetto (Rizzoli 2005) da cui è stato tratto nel 2008 l’omonimo film di Ferzan Ozpetek, La lunga attesa dell’angelo (Rizzoli 2008). Autore: Melania G. Mazzucco Grazie a Laura che, nei commenti a questo post, ha segnalato l'interessante intervista a Melania Mazzucco in IL BLOG DELLE RAGAZZE |
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Bologna, 27 luglio 2008
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