Creato da: giancla56 il 27/11/2004
Una bacheca, appunto. Un posto dove attaccare foglietti, post-it, annotazioni. Dove appendere pensieri, foto, emozioni, immagini, riflessioni, sfoghi, sentimenti,sorrisi, incazzature e pianti. Ma non una bacheca privata, solo mia. Anche di quelli che, se vorranno, potranno usarla.

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ARMI DI ATTRAZIONE DI MASSA per la democrazia e la pace in Medio Oriente.

Post n°878 pubblicato il 02 Settembre 2006 da giancla56
 




Il tenutario di questo blog ha promosso, e quindi soatiene, il seguente appello:


APPELLO AI PARLAMENTARI ITALIANI E EUROPEI perché il nostro Paese e la UE finanzino e sostengano la promozione, rivolta al Medio Oriente, di ARMI DI ATTRAZIONE DI MASSA


— armi nonviolente che, in applicazione del principio del "conoscere per deliberare", siano capaci di diffondere nelle società mediorientali l'aspirazione alla libertà e alla democrazia, uniche salde fondamenta di una pace duratura tra gli Stati e all'interno di ogni Stato;

— luoghi mediatici di dibattito su temi censurati e diritti negati: dalla corruzione delle classi dirigenti all'insostenibile pesantezza della condizione femminile;

— potenti casse di risonanza per le voci e le lotte di coloro che, in quella regione del mondo, nonostante e contro tutto, per l'affermazione della libertà, della democrazia, dei diritti della persona – e, dunque, per una vera pace – continuano a battersi.

• In Medio Oriente ogni trattato, ogni tregua, è un bene fragile. In assenza di un mutamento di scenario di più vasta portata, anche l'ennesimo, faticoso parto delle diplomazie che ha arrestato la guerra israelo-libanese, benché auspicabile, non potrà essere risolutivo. L'incendio non è stato spento, ma momentaneamente arginato.
Sull'area mediorientale continua a incombere il rischio di diventare teatro di conflitti sempre più estesi e sanguinosi, con sviluppi non prevedibili ma certamente forieri di gravi lutti, di destabilizzazioni e di desertificazione morale e materiale non solo per i Paesi interessati, ma per l'intera comunità internazionale.

• La brace dell'odio resta, infatti, viva in molteplici focolari, fattivamente e costantemente alimentata da più fonti: dai regimi dittatoriali, che esplicitamente si propongono la morte d'Israele e, ovunque nel mondo, delle democrazie; dai governi cosiddetti "moderati", il cui autoritarismo, la cui corruzione e la cui incapacità di riforma e autoriforma spingono i governati nelle braccia di fazioni nazionalistiche o fondamentaliste "religiose", spesso di carattere terroristico, protagoniste "eroiche" dei notiziari nei mass-media della regione.
Alla spirale distruttiva non sfuggono le scelte difensive-offensive, militari, e le mancate scelte politiche della democrazia israeliana, che reagisce alle minacce di morte, da perenne assediata, cedendo alle illusioni del nazionalismo.
Sono, intanto, ridotte al rango di "notizie brevi" le cronache dei massacri quotidianamente perpetrati da arabi contro arabi nel Darfur e in Iraq.

• • A partire da questa analisi, i militanti, sostenitori ed elettori della Rosa nel Pugno promotori dell'appello si rivolgono in primo luogo ai parlamentari del proprio partito

— perché diano concreta attuazione a quanto concordemente sottoscritto nel Programma di Fiuggi, impegnandosi a favore delle armi di attrazione di massa in una «attività italiana ed europea per lo stanziamento, nei bilanci della Difesa, di fondi per l'attività radiofonica, televisiva e telematica a favore della promozione globale della libertà e della democrazia, nell’ambito di un progetto di graduale conversione delle spese e delle strutture militari in spese e strutture civili»;

— perché, più specificamente, si facciano promotori in ambito nazionale di tutte le iniziative necessarie a porre l'obiettivo "armi di attrazione di massa", con particolare riferimento al Medio Oriente, all'ordine del giorno del Parlamento, del Governo e della politica estera del nostro Paese. In altre parole perché, fin da subito, dal prossimo bilancio dello Stato, significative risorse finanziarie e umane vengano investite nelle armi che preferiamo: quelle della critica, dell'informazione, della comunicazione, del sostegno al dissenso, della collaborazione e degli aiuti non ai tiranni, ma ai sudditi e alla loro volontà di diventare cittadini;

— perché, nello stesso ambito, nella Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi come nel dibattito d'aula, propongano l'attivazione (attraverso RAI International) di programmi destinati al pubblico di lingua araba, mediorientale e maghrebino, improntati ai principii sopra ricordati, e parallelamente di programmi destinati al pubblico nazionale dei cittadini italiani e dei cittadini immigrati, di analoga ispirazione, in una prospettiva nettamente contrapposta all'impostazione culturale che individua nella "guerra di civiltà" lo strumento strategico di soluzione dei problemi di convivenza tra e negli Stati;

— perché, nel più vasto ambito europeo, operino con le stesse finalità conquistando il consenso maggioritario anche dei deputati del Parlamento eletti negli altri Paesi dell'Unione.

• • I promotori dell'appello invitano, inoltre, gli Organi Dirigenti della Rosa nel Pugno e dei suoi soggetti costituenti (SDI, FGS, Radicali Italiani, Associazione Luca Coscioni) a farsi promotori di una grande campagna politica e informativa sull'argomento, ricercando a questo scopo il consenso e il contributo degli alleati di governo, oltre che delle forze e dei singoli esponenti dell'opposizione che condividano gli intenti del presente appello.

• • I promotori invitano, infine, a sottoscrivere l'appello e a promuoverne la diffusione non solo tutti i militanti, sostenitori ed elettori della Rosa nel Pugno, ma anche tutti coloro che, indipendentemente dalla loro collocazione politica, siano

— preoccupati per la pace nell'area del Medio Oriente e per la civile convivenza delle popolazioni che la abitano;

— consapevoli del fatto che alla radice dei conflitti stanno, in massima parte, l'assenza di democrazia e di rispetto dei diritti della persona in molti Paesi della regione e la limitatezza e lentezza del processo di riforma democratica in altri Paesi;

— consapevoli di come, nel mondo arabo mediorientale, le realtà organizzate democratiche e liberali siano oggi minoritarie anche e soprattutto perché sconosciute, ignorate pure in Occidente – come un tempo lo fu per l'Italia l'opposizione liberalsocialista al fascismo –, nonostante esse rappresentino l'unica vera alternativa ai regimi antipopolari e al variegato mosaico dei movimenti fondamentalisti;

— convinti che la promozione della democrazìa sia proponibile solo e soltanto attraverso il metodo nonviolento dell' informazione e del dialogo tra culture e popoli diversi, e che perciò sia giunto il momento di puntare sulle armi di attrazione di massa, promuovendole e sostenendole non come mezzi per l'esportazione propagandistica di idee e modelli, ma come "megafoni", amplificatori che diano forza alle voci deboli (silenziate, imprigionate, torturate, massacrate) degli Arabi liberali e democratici.


www.rosanelpugno.it, 30/8/2006


L'appello si può firmare on line  QUI.


PS: per chi volesse utilizzarlo, il banner che vedete in alto lo trovate QUI.


 
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saluti e baci.

Post n°877 pubblicato il 30 Agosto 2006 da giancla56
 
Tag: saluti

prima o poi doveva accadere.

il 26 febbraio del 2005, aprivo un altro blog su Splinder.
allora, qui era quasi una schifezza: una piattaforma povera, poverissima. confronto ad altre era come la notte e il giorno, o l'asilo e l'università.
questo mi aveva affascinato e poi convinto: altrove era possibile mettere, link, banner, video, template per tutti i gusti, colori, immagini, suoni, le mie foto, usare l'HTML.
una vera Gardaland confronto a uno scivolo da giardinetto di quartiere.

ma non è che la mia fantasìa sia proprio ricca e quindi, sostanzialmente, non facevo altro che replicare i post da una parte all'altra.
le differenze stavano nei lettori e, quindi, nei commenti: quelli che leggevano questo non leggevano quello e viceversa.

per un anno e mezzo sono andato avanti così, ripetendomi ogni tanto "Ma perchè 'sto doppione? A che serve? Mo' lo chiudo, mo' lo chiudo" E non lo chiudevo mai.
questione affettiva, ovviamente (sono un romanticone, io): questo era il mio primo blog e poi, almeno per un certo periodo, qui un po' di gente ci veniva e commentava e pensavo che, trasferendomi definitivamente, l'avrei persa.
ma ora, mi pare che la platea si sia molto ridotta e quindi è ora di traslocare definitivamente.

non lo chiudo, no, no.
e perchè dovrei farlo?

piuttosto, quei tre o quattro aficionados, d'ora in poi, potranno trovarmi qui:





saluti e baci.
e un pizzico alla balia.

:)

 
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ieri ho visto Dio (credo).

Post n°876 pubblicato il 09 Agosto 2006 da giancla56
 



Fosse un film, sarebbe di quelli con gli effetti speciali. Holliwoodiano, proprio, con giochi di luce e suono moltopiùchestereofonico3D (THX, TDVD, THC, insomma: quelli).

Era pomeriggio e il tempo prometteva male: caldo, grigio e borbottante.

Dopo una bella chiacchierata e una fumatina di rimpatriata, il mio amico era rientrato, ché l'idraulico richiedeva la sua presenza.


Io ero rimasto lì, sulla panchina sotto i pini, pensando ai casi miei, ai suoi, a come un amico resti un amico anche quando lo vedi due volte l'anno, a come uno che vedi due volte l'anno possa essere stronzo, oppure no, anche quando è un amico.

Filosofìa, insomma. Guardavo le nuvole, che un po' parevano muoversi.




Intanto, il borbottìo mutava in brontolìo.

Vicino.



A un certo punto, il movimento ha creato un piccolo squarcio di azzurro.

Il brontolìo continuava, sempre più vicino.



Gradualmente, il piccolo squarcio, inquadrato tra le cime di due pini, proprio sopra di me, ha iniziato ad allargarsi.

Ha assunto la forma di una vù, sempre più profonda.



E da uno dei lembi della vù si è affacciato il sole: un raggio accecante, tipo occhiodiddìo.

Poi, l'occhiodiddìo si è spostato al centro dello squarcio (effetto speciale: era lo squarcio che si allargava, non il sole che si metteva in mezzo) e in quel mentre il brontolìo è diventato un gran bòtto.

Buuummm!!

Cazzo!



Subito dopo, le nuvole hanno cominciato il rewind, e si sono richiuse completamente, come due tende sfilacciate: spettacolo finito.

Iniziava a cadere qualche goccia d'acqua.



L'amico tornava, dopo aver firmato un mutuo con l'idraulico.

"Non hai idea di quel che ti sei perso - ho detto - Credo di aver visto Dio"

"Io credo che tu non regga più il libanese - ha risposto - Rientriamo, che tra un po' se fracicamo"



Laicista di merda.



 
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e allora...

Post n°875 pubblicato il 08 Agosto 2006 da giancla56
 




















Insomma, diciamolo: presente quelli che, sempre e dovunque (ora di punta Tangenziale Est, domenica d'agosto - bello, caldo, ore 10:20 am - costeggiando il Circo Massimo, scavo archeologico su Lungotevere un piovoso venerdì ante-ponte, la notte del trentunodicembre al ..."ZERO!!!"), in esatta sincronìa colla luce verde ti devono dare una clacsonata di sprone?
Presente?
Ecco: se non fossi padre io quelli lì li sterminerei.

Diciamocelo, cazzo.



 
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un' impiegata tranquillizzante.

Post n°874 pubblicato il 02 Agosto 2006 da giancla56
 




Roma, 1/8/2006
Sede dell' ENASARCO - Ufficio Informazioni per il Pubblico


Pinco Pallo: "Permesso? Buongiorno, avrei bisogno di una informazione"

Impiegata: "Prego, si accomodi"

PP (si siede): "Dunque, io ho dato le dimissioni dalla mia azienda insieme ad altri colleghi. I miei colleghi hanno ricevuto, almeno una decina di giorni fa, l'assegno della liquidazione. Io, no. Che cosa devo fare?"

I: "Ma guardi, di solito passano circa 30/40 giorni. Non sono passati: deve aspettare. Stia tranquillo."

PP: "Sì, lo so che non sono passati, e sto anche tranquillo, ma siccome i miei colleghi l'hanno avuto già da una decina di giorni, volevo sapere se c'è qualcosa che non va nel mio assegno."
 
I (inizia a diteggiare sul suo PC): "Caro signore, tra noi e Lei ci sono le Poste Italiane, capisce? Vede? (gira lo schermo) E' tutto a posto. Deve solo attendere."

Improvvisa, s'ode una soffocata sinfonìa.
I. apre un cassetto ed estrae un cellulare.

I: "Pronto? Pronto? Prontoooo? (accenna con un dito come a dire un momento, per favore) Ah...sei tu, France'...sì, sto in ufficio...no, non ti preoccupare....Ma no, stai tranquilla: sto in ufficio... Sì...sì...no...dimmi, dimmi. Prontoo? Sei andata dal pediatra?...Tutto bene...ah...bene...Eh...dimmi...Dove stai? ma che stai in mezzo alla strada? Sento un rumore strano...France'...Prontoooo? Sì...ah...stai andando al lavoro, ok. Il bambino l'hai portato al nido?. ...La spesa, l'hai fatta?...Ah...eh...massì, dài, ti ci vado io a riprenderlo... Ma figurati! Mi è di strada...Prontooo?? Ma dài!, lo sai che lo faccio volentieri...Sì...prontoo??? Dicevo, quando stacco lo vado a prendere io...France'... Francescaaa?? Non mi crea problemi, lo sai...Eh...dimmi...Ma no! Mi è di strada....esco da qui...France'...(guarda il cellulare con aria interrogativa, poi lo riporta all'orecchio)...Mannaggia a 'sti cosi...quando servono non funzionano mai...Sì... no, non sentivo più...France'...tu vai al lavoro tranquilla...ci penso io...stai tranquilla, t'ho detto...E poi lo faccio mangiare, no?...Come?... Prontooo??...E poi lo faccio dormire...come al solito...Francesca, non ti preoccupare, t'ho detto...ma che so' 'sti scrocchi??? France'? Francescaaa???...Hai capito, allora?...Tu stai tranquilla, che al bambino ci penso io...Prontoo???...Sì, sto qui...non ti preoccupare...Ma no: sto in ufficio, t'ho detto...Sì...Allora, siamo d'accordo: tu vai al lavoro tranquilla...io appena finito esco...Prontooo??...Ecco...passo al nido...prendo il bambino, lo porto a casa...France'? Francescaa??... Ci sei?...eh...lo faccio mangiare...poi lo faccio dormire...e quando finisci lo passi a prendere da me...Come??... Ho detto che quando finisci al lavoro lo passi a prendere...sì...ok...Ma tu stai tranquilla, eh? Mi raccomando...Sì...tranquilla, tranquilla...ciao...ciao."

(chiude il cellulare con un sospiro, lo ripone nel cassetto)

I: "Scusi, eh? (sorride) Ma qui, oltre che lavorare siamo diventate anche nonne."

PP: "Allora, per il mio assegno..."

I: "Le dicevo: deve stare tranquillo. 30/40 giorni e arriva. Calcoli intorno a Ferragosto."

PP: "E se non arriva?"

I: "Eh, allora dovrà chiedere il rimborso."

PP: "E come si fa?"

I: "Deve tornare qui e facciamo tutto noi."

PP: "E quanto ci vuole, poi, per avere il rimborso?"

I: "Mah, un paio di mesi, di solito."

PP: "Un paio di mesi??? Ma io ne ho bisogno, di quei soldi!"

I: "Eh, caro signore, a chi lo dice: qui non si finisce mai di pagare...Ma stia tranquillo: 30/40 giorni e arriva."

PP: "Sto tranquillo, eh?"

I: "Tranquillo, tranquillo. (grazioso cenno di congedo) Buongiorno. (a voce alta): Avanti un altro!"




porcaputtanaschifa.


 
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stupori e speranze.

Post n°873 pubblicato il 06 Luglio 2006 da giancla56
 











Caro tassista di merda,
non mi stupisco che tu sia incazzato. Fino a ieri, hai potuto fare il cazzo che ti pare e oggi la festa è finita. Chi non si incazzerebbe?
E non mi stupisco che tu abbia deciso di bloccare per un giorno una città come Roma, sempre sull'orlo della paralisi, contando sul fatto che in questa città siamo molto, ma molto tolleranti.
Non mi stupisco del fatto che tra migliaia di persone bloccate sotto il sole in un mare di lamiere, non ce n'è stato uno che sia sceso, ti abbia raggiunto e ti abbia spaccato la testa con un cric. Noi romani, come gli italiani, siamo brava gente, e rifuggiamo per principio dal farci giustizia da soli.
Non mi stupisco che in città, ancora, nessuna persona per bene, alla vista di un'auto bianca, non l'abbia presa a calci o a bastonate sul parabrezza, come tu hai fatto con l'auto di Mussi. Roma è Città Eterna, una delle culle della Civiltà. Possiamo mai abbassarci a tanto?

Quel che mi stupisce, caro tassista di merda, è che in questa città non ci sia stato uno (chessò, il nostro bravo Sindaco, un Prefetto qualsiasi) che abbia preso provvedimenti.
Mi stupisco che nessuno abbia pensato a mandare qualche blindato carico di bravi Carabinieri a rimuovere quello che, a tutti gli effetti, era un blocco stradale non autorizzato. Un reato, dunque.
Mi stupisco che un centinaio di bravi Carabinieri o poliziotti non sia stato inviato a spaccarti le ossa a manganellate.
E mi stupisco che nessuno (chessò, un bravo magistrato) abbia pensato a denunciare te e i tuoi colleghi di merda per portarvi in Tribunale e farvi rispondere di una decina di reati, così da farvi revocare quella licenza che ti consente di lavorare e di bloccare una città, se ti aggrada.
Di questo, sì, mi stupisco.

Perchè un Sindaco che ha stravinto le elezioni solo qualche settimana fa con la parola d'ordine "il Sindaco di tutti" dovrebbe comprendere che tra quei "tutti" sarebbe a buon diritto compresa anche la stragrande maggioranza dei suo Cittadini ed Elettori.
Perchè in questo Paese esiste ancora l'obbligatorietà dell'azione penale e quando reati così macroscopici vengono commessi, qualcuno dovrebbe fare il suo dovere.

Ora, caro tassista di merda, ho qualche speranza.
Spero che, prima o poi, tuo figlio cada dalle scale e si faccia molto male. E tua moglie abbia qualche difficoltà a portarlo in ospedale perchè c'è una paralisi causata da tassisti di merda come te.
Spero che, prima o poi, tua madre, tua sorella o tuo zio, dovendo arrivare ad un ufficio postale o ad una banca per pagare qualcosa che ha una scadenza irrevocabile, non riesca ad arrivare in tempo perchè un blocco causato da tassisti di merda come te glie lo impedisce.
Spero che, prima o poi, a tuo padre o a tuo nonno càpiti un attacco di cuore e l'ambulanza non riesca ad arrivare in tempo perchè bloccata nel traffico da una manifestazione di tassisti di merda come te.
Spero che, prima o poi, una notte, tu carichi un passeggero che ha avuto qualche problema causato dai tassisti di merda come te e che, provvidenzialmente armato di un coltello da sub, te lo pianti nella schiena.
Così, solo per vendetta.

A questo hai ridotto, caro tassista di merda, una persona a modo come me.

Auguri.






 
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Totti-Australia: 1-0

Post n°872 pubblicato il 26 Giugno 2006 da giancla56
 

Francesco Totti batte l'Australia a Kaiserslautern per 1-0 su calcio di rigore al 95'.
Totti supera così gli ottavi di finale ed accede ai quarti nel Campionato Mondiale di Calcio 2006 in svolgimento in Germania.
Al prossimo turno, Francesco Totti incontrerà la vincente di Svizzera-Ucraina.

Alcune centinaia (secondo la Questura, migliaia secondo i Tottifansclub) di deficienti,  scendono per le strade a festeggiare, credendo che Totti abbia giocato contro la Germania (o l'Argentina, a scelta).

(ANSA)

:)


 
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doveri.

Post n°871 pubblicato il 25 Giugno 2006 da giancla56
 




stamattina, intorno alle 8:15, mi sono recato al seggio, per fare il mio dovere di Cittadino.
ho espresso la mia opinione sul referendum confermativo sulla riforma costituzionale fortemente, fortissimamente, voluta dalla Lega e disegnata e poi approvata dalla CDL.

non sono riuscito a farmi un'idea molto precisa, fondata, di questa riforma. solo che, come dicono molti costituzionalisti, è fatta con i piedi.
e d'altronde, il fronte del NO, con tutto l'armamentario di vecchi arnesi della Prima, catto-comunista e partitocratica, Repubblica (da Rossana Rossanda a Oscar Luigi Scalfaro) compattato dietro lo slogan arci-conservatore de "La Costituzione non si tocca!" non è che mi lasci tranquillo sul dopo.

entrambi gli schieramenti mi assicurano, mi tranquillizzano: se vinciamo, dopo ci sarà tutto il tempo per fare riforme, migliori e/o serie.
mah...a parte il fatto che votare per un referendum costituzionale con la promessa e la premessa che, chiunque vinca, dopo si farà qualche altra cosa continua a lasciarmi perplesso sulla legalità che vige in questo Paese anormale.

e a parte il fatto che in questo Paese anormale tra il dire e il fare non c'è di mezzo il mare, ma l'intero Oceano Atlantico.

a parte tutto, stavolta, forse per la prima volta in vita mia, ho votato de panza.
non, quindi, sul tema specifico, analizzato e dunque compreso, ma contro qualcuno.
contro la Lega, che témo sia un grosso problema per questo povero Paese. e contro la CDL, che è riuscita a strumentalizzare anche un referendum costituzionale (che dovrebbe essere una cosa seria) assegnandogli la valenza dell'ennesima revanche sulle elezioni politiche perse.

dice: ma potevi astenerti, o andare al mare.
ma quando uno è talmente esasperato da votare con la panza, non prende in considerazione né assenze né schede bianche: vota NO, come ho fatto io.

così consegnando le mie speranze di riforma della Costituzione nelle mani di una delle parti che mi ha promesso: riformeremo.

ora, non mi resta che sperare nella loro buona fede.
cercando di non pensare al vecchio proverbio secondo cui "chi vive sperando muore cagando"...

ecco.

:)


 
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interventi.

Post n°870 pubblicato il 19 Giugno 2006 da giancla56
 


intervento del Candidato Tesoriere sulla Mozione generale approvata dall'Assemblea straordinaria di Radicali Roma il 18/6/2006.

(in Real Player, grazie a Radio Radicale).

NB: il Candidato Tesoriere è stato poi eletto a maggioranza assoluta, ma si è dimesso dopo pochi minuti.
eh già...la politica, come la vita, è strana assai...

:)


 
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le parole di Sergio.

Post n°869 pubblicato il 04 Giugno 2006 da giancla56
 



Signor Presidente della Camera, colleghe e colleghi deputati,

a seguito delle dichiarazioni rese il 1° giugno 2006 dall’onorevole Giovanardi su di me e sulla mia storia personale e politica, desidero offrire questo mio contributo di conoscenza, che ritengo utile anche al fine di un più generale dibattito sulla giustizia, la civiltà del diritto e il senso della pena nel nostro ordinamento.

Sono stato uno di Prima Linea, trenta anni fa. Accetto che si dica ancora oggi di me: un “terrorista di Prima Linea”, mi rifiuto però di credere che qualcuno pensi davvero che sia il termine giusto, vero o esatto per dire, non solo quello che sono io oggi, ma anche quello che sono stato ieri. La mia identità politica e la mia lotta degli anni Settanta possono forse essere approssimate alle idee “libertarie” (il che non vuol dire: nonviolente) di un anarchico dell’Ottocento, non certo assimilate al terrorista suicida e omicida degli anni Duemila.

Insieme ai miei compagni, ero cresciuto con l’idea che fosse possibile cambiare il mondo, tutto e subito. Subivamo l’effetto di una sorte di frenesia: dopo i volantinaggi alle 6 di mattina davanti alle fabbriche, le proteste organizzate nella mensa degli studenti, i comitati di lotta nei quartieri popolari, pensavamo che fosse a portata di mano la realizzazione del paradiso in terra. Ritenemmo la lotta armata come mezzo necessario per accelerarne l’avvento o, comunque, verificarne la probabilità. Una sorta di “demone della verifica” ci ha spinto all’azione estrema e irreparabile.

Il fine che giustifica i mezzi a cui molti aderivano culturalmente e filosoficamente, per noi è stata linea di condotta coerente e pratica. Che fosse vero il contrario, cioè che i mezzi prefigurano i fini, per me c’è voluta l’esperienza della lotta armata e del carcere e poi, quand’ero ormai pronto, l’incontro con Marco Pannella. Voglio dire che Marco Pannella c’era già, e da una vita, su quella semplice verità; lui era pronto, non ero pronto io e come me, quelli che lui chiamava i “compagni assassini”, che lo avrebbero ri-conosciuto dieci anni dopo.

In quegli anni, i radicali erano gli unici a non considerarci dei mostri e quando Marco Pannella diceva “violenti e nonviolenti sono fratelli” capivamo il senso di quelle parole: violenti e nonviolenti avevano in comune la voglia di cambiare l’esistente, senza cedere all’indifferenza e alla rassegnazione. Noi, violenti, con la forza dell’odio; loro, nonviolenti, con la forza del dialogo e dell’amore.

Nel momento della rinuncia alla violenza come forma di lotta politica era quindi naturale – volendo mantenere il nostro impegno politico e sociale dalla parte dei più deboli e indifesi – che incontrassimo e ri-conoscessimo il partito del diritto e della nonviolenza.

I due anni di lotta armata mi avevano ampiamente dimostrato che la nostra lotta era vana rispetto agli obiettivi che ci eravamo dati e che le ragioni e le speranze di quella lotta erano andate distrutte dai mezzi usati per affermarle. Avevo accettato interiormente la verità della sconfitta, ancor prima della sua evidenza storica e politica. E quindi aspettavo il momento dell’arresto come un epilogo necessario. Giunse in una bella giornata di maggio del ’78, e fu una liberazione.

Personalmente non ho mai sparato a nessuno, anche se è stato solo un caso. Sarebbe potuto accadere a me, esattamente, come è successo a molti miei compagni, con cui ho condiviso tutto, di uccidere e/o essere uccisi. In quegli anni, solo una serie di – posso dire col senno di poi – fortunate circostanze mi hanno impedito di diventare un assassino.

Sono stato condannato in base a uno dei postulati della dottrina emergenzialista dell’epoca, per cui il responsabile di un’organizzazione terroristica andava considerato responsabile dei crimini commessi nel territorio in cui operava. Agli occhi dei giudici non valeva il principio costituzionale della responsabilità penale personale ma quello ben più politico del concorso morale. E’ agli atti del processo che ero lontano da Firenze al momento del fatto, che non ero stato tra gli ideatori e gli esecutori materiali della tentata evasione dal carcere delle Murate. Ciò nonostante, ero da considerare a tutti gli effetti responsabile dell’omicidio; per l’esattezza, di essere stato a conoscenza del piano di evasione e di non aver fatto nulla per impedirla, l’evasione evidentemente, non l’omicidio, che non era certo l’obiettivo di quell’azione, ma l’esito tragico di un fatto imprevisto. Una logica perversa che in futuro non sarebbe più stata applicata.

Peraltro, durante il dibattimento in aula, avevo sorpreso i miei stessi giudici rivendicando la giustezza del principio del concorso morale come il metodo più adeguato a descrivere le mie responsabilità di dirigente di Prima Linea, le cui azioni mi sono assunto in toto, che le avessi decise o meno, eseguite o meno, sapute o meno. Senza alcun spirito di autodifesa, intendevo evidenziare la contraddizione nella quale poteva cadere - e secondo molti cadde - un tribunale che applicasse in chiave giuridica il principio della responsabilità morale, per non dire chiaramente politica.

Sono stato condannato in primo grado a trenta anni di carcere, poi ridotti in appello a venticinque, infine dimezzati con l’applicazione della legge sulla dissociazione dal terrorismo e altri benefici di legge. Sono uscito dopo aver scontato dodici anni di carcere e, nel 2000, sono stato completamente riabilitato con sentenza del Tribunale di Roma, riabilitazione richiesta dallo stesso procuratore generale e sostenuta anche da decine di lettere di vittime dei miei reati, tra cui quella che mi ha fatto più piacere del capo della Digos di Firenze.

Avevamo sciolto Prima Linea nei primi anni Ottanta e, nell’86, insieme a moltissimi miei compagni di detenzione, mi ero iscritto al Partito radicale e, dopo poche settimane, il giudice di sorveglianza mi aveva concesso il permesso di uscire dal carcere per recarmi al congresso del partito, dove mi accolsero tra gli altri Enzo Tortora e Mimmo Modugno, parlamentari e presidenti del partito stesso. Era gennaio del 1987 e, davanti ai congressisti riuniti all’Ergife, consegnai simbolicamente Prima Linea, me stesso e la mia storia violenta, al partito della nonviolenza. Non si trattò di un bagno purificatore, di una catarsi nella folla del popolo radicale. Fu un vero e proprio evento politico: l’approdo definitivo alla democrazia e alle sue regole di chi la democrazia e le sue regole le aveva così tragicamente violate. Difficilmente un altro partito avrebbe avuto il coraggio di compiere un fatto al tempo stesso così concreto e simbolico.

Nel 1993, con la mia compagna Mariateresa Di Lascia, già deputata radicale e poi autrice del romanzo “Passaggio in ombra”, Premio Strega postumo del ’95, fondammo Nessuno tocchi Caino, l’associazione radicale che in questi anni ha contribuito a 42 tra abolizioni e moratorie della pena di morte che hanno salvato la vita a migliaia di condannati in varie parti del mondo.

Ora, sono stato eletto deputato della Rosa nel Pugno al Parlamento italiano assumendo un ruolo anche di responsabilità: credo che sia questo un altro fatto politico che può essere letto, non come la vergogna che denuncia il collega Giovanardi, ma – forse, anche – come la parabola felice di una storia, che è storia di cittadinanza democratica e di accoglienza umana e civile di cui, non solo Marco Pannella, ma anche lo Stato italiano può andare fiero... se ha senso l’articolo 27 della nostra Costituzione, se hanno senso le parole lì scritte sulla rieducazione e il reinserimento sociale del condannato.

Se qualcuno, ancora oggi, dopo trenta anni, vuole cristallizzare la mia vita nell’atto criminale di allora (che non ho materialmente commesso) e non tener conto della semplice verità che l’uomo della pena può divenire un uomo diverso da quello del delitto, rischia di non cogliere il senso profondo della giustizia, del carcere e della pena descritto dalla nostra Costituzione.

In uno Stato di diritto, è bene che il luogo del giudizio sia innanzitutto quello dei tribunali e che il tempo della pena sia stabilito secondo legge e Costituzione.

Ho pagato con 12 anni di carcere il conto che lo Stato e la legge italiana mi hanno presentato per ciò che ho fatto o non fatto. Non sono il solo a ritenere di aver compiutamente e consapevolmente pagato – in quel periodo per più versi “emergenziale” - anche l’altrimenti non necessario, il “sovrapprezzo” dovuto a leggi, tribunali, procedure e regole, opzioni politiche che si imposero come necessarie, carceri e detenzione speciali. Da libero, mi è accaduto anche di scontare la pena extra-giudiziale e per me pesantissima che il tribunale della vita, il destino, mi ha voluto riservare con la morte di Mariateresa, uccisa a quaranta anni da un male improvviso e incurabile, sicché ho dovuto far fronte al mio impegno morale, civile e umano inizialmente più solo e poi, grazie a tanti anche di voi, colleghe e colleghi, a portarlo avanti fino al punto in cui siamo di una decisione - ormai prossima, credo - della Assemblea Generale delle Nazioni Unite a favore di una moratoria universale delle esecuzioni capitali .

Ora, sono disposto ad accettare anche il giudizio inappellabile di quel severissimo tribunale della storia che è l’opinione pubblica. Quel che non accetto è di rimanere ostaggio perpetuo della memoria, del mio passato e di ciò che ho fatto trenta anni fa.

Signor Presidente della Camera, colleghe e colleghi deputati,grazie per la attenzione e – ne sono certo - le riflessioni che vorrete dedicare a queste mie considerazioni.

Sergio D’Elia,

Deputato della Rosa nel Pugno

 
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errori di valutazione.

Post n°868 pubblicato il 21 Maggio 2006 da giancla56
 



ho sbagliato i miei conti.
non ho considerato che gli impegni della campagna elettorale si sarebbero sommati ad un momento critico di impegni professionali (il Candidato, si sa, corre sempre...).
di talché, non ho nemmeno il tempo per respirare.
figuriamoci aggiornare il blog.

ecco, allora, che strappo mezz'ora della domenica per dire cucu', sono ancora vivo, e giocare con un test interessante.

insomma, sarei un designer benevolente, ecco.

Benevolent Designer

PS: se volete sapere anche voi se siete un designer benevolente, oppure un advocat dreamer, o che so io, andate qui.

 
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12 maggio 1977: quando anch'io ero un terrorista.

Post n°867 pubblicato il 12 Maggio 2006 da giancla56
 





































12 MAGGIO 1977: CRONACA DI UNA STRAGE

Intorno alle 20.00 del 12 maggio 1977, al termine di una giornata contraddistinta da un comportamento per tanti versi letteralmente criminale e criminogeno delle forze dell'ordine, morì a Roma, nei pressi di Ponte Garibaldi, raggiunta da un colpo di pistola alla schiena, la diciannovenne Giorgiana Masi.

Ma nella stessa giornata, già a partire dalle 13.00, squadre speciali di poliziotti travestiti da "autonomi" avevano provveduto -facendo largo uso di armi improprie, di pistole non di ordinanza e di candelotti lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo- a malmenare, a colpire e a ferire decine e decine di cittadini inermi, colpevoli di voler partecipare alla festa organizzata dal Partito Radicale a Piazza Navona per celebrare il terzo anniversario del referendum sul divorzio e per completare la raccolta di firme sugli "otto referendum contro il regime".
..............................................................................................................


Dal punto di vista più strettamente politico, restano la sostanziale copertura e la complicità attiva offerte dal Pci al governo di Andreotti e di Cossiga. Trombadori definì il divieto di manifestazione "un divieto democratico e di lotta"; Pecchioli non esitò a qualificare come "legittimo ed utile" l'impiego di squadre speciali di poliziotti in borghese; D'Alema padre, infine, arrivò a sostenere in Parlamento che i radicali dovevano ormai essere considerati "alleati soggettivi" -nemmeno oggettivi, dunque- di chi voleva in Italia "il regime dei colonnelli". Tutto questo, a ben vedere, costituì una significativa anticipazione del ruolo "istituzionale" e "responsabile" che i comunisti avrebbero scelto di interpretare un anno più tardi, imboccando definitivamente la strada della "fermezza" e decretando, in ultima analisi, la messa a morte di Aldo Moro.

Nella galleria del "caso Giorgiana Masi", merita infine di essere ricordato un episodio che illustra il comportamento del servizio pubblico della Rai-tv, che si incaricò di accecare i cittadini più e meglio di quanto non avessero già fatto a Piazza Navona i gas lacrimogeni. Il 26 maggio, nel corso di una "Tribuna politica", Marco Pannella riassunse i fatti avvenuti due settimane prima e ribadì le puntuali e documentate accuse dei radicali al Governo e alle forze dell'ordine. La Tribuna andò in onda, ma fu preceduta da una nota della Commissione parlamentare di vigilanza che denunciava "il contrasto dell'intervento di Pannella con i princìpi di lealtà, di correttezza e di obiettività cui i partiti si erano impegnati nell'uso delle Tribune", e fu seguita da un comunicato del Ministero degli Interni che da un lato definiva le accuse rivolte al Governo "gravissime, ingiuriose e infamanti, se provenienti da altri; ma, pronunciate da Pannella, solo indecenti, sconsiderate, inutilmente provocatorie, da respingere con sdegno misto a profonda pena", e dall'altro esprimeva comunque la soddisfazione del Ministro perché la trasmissione avrebbe certamente consentito ai cittadini "di vedere per oggi e per domani l'onorevole Pannella per quello che è". Due giorni dopo, commentando la Tribuna dalle colonne de “L’unità”, il corsivista Fortebraccio definì Pannella un "furgone della nettezza urbana", "un guitto" bisognoso di essere "tosato e pettinato", e, in ultima analisi, "un mediocrissimo commediante" che aveva riversato sugli ascoltatori "un accesso ininterrotto di vomito".



da Radicali.it.

audio originali.

 
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Spett. Presidenza della Repubblica - Roma

Post n°866 pubblicato il 11 Maggio 2006 da giancla56
 




Il 25 Dicembre 2005, alle ore 10:00, a Roma, marcia di Natale per l'Amnistia, la Giustizia, la Libertà.
Giorgio Napolitano c'era.

Auguri, Presidente!

:)

 
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Dio ce l'ha data e guai a chi ce la tocca!

Post n°865 pubblicato il 07 Maggio 2006 da giancla56
 
Foto di giancla56



e così, mentre a Paperopoli fervono preparativi, colloqui, sondaggi (tutto rigorosamente sotterraneo) per far eleggere un "comunista", ma "amico", alla Presidenza della Repubblica.
e mentre Berlusconi fa di tutto e di più per convincere i Paperi che lui D'Alema, per carità!, mai nella vita!, ma intanto organizza le truppe per far eleggere D'Alema senza far capìre ai Paperi che vuol far eleggere D'Alema a tutti i costi perché a lui un "comunista", ma "amico" s'intende, come D'Alema, al Quirinale gli serve come il pane.

mentre..., dicevo, nella vita reale accade che un ragazzo di 19 anni si becca una condanna a due anni e tre mesi.
ohibò, e cosa avrà fatto mai?

lo spiega Vincenzo Donvito, Presidente dell' ADUC:


Due anni e tre mesi per aver passato uno spinello a un minorenne. Fino a quando continueremo a farci del male?

di Vincenzo Donvito

Il tribunale di Chiavari (Genova) ha condannato un ragazzo di 19 anni a due anni e tre mesi di galera perché, fumandosi uno spinello, aveva passato il joint ad un suo amico di 14 anni. Il giudice ha aumentato la condanna sette volte in più di quanto il pubblico ministero aveva richiesto.

Una sentenza in cui non c'e' da stupirsi più di tanto: la legge lo consente. Quella precedente e quella attuale cosiddetta Fini-Giovanardi. I magistrati hanno fatto il loro dovere, anche se, per esempio, sembra cozzare con altre sentenze in cui le assoluzioni e le condanne lievi erano
dominanti, e quindi più di uno si e' illuso che si potesse giuridicamente e civicamente continuare con questa legislazione.

Se invece c'è qualcuno che si stupisce (e non sarebbe strano, per esempio, se pensiamo a cosa succederà nella vita di questo ragazzo che ha SOLO passato uno spinello ad un amico, gesto che migliaia di ragazzi compiono ogni giorno ovunque nel mondo), possiamo solo dirgli di non preoccuparsi, perché siamo solo agli inizi. Se la legge, anche nella sua versione "rinnovata" sarà applicata (e ce lo auspichiamo come per ogni altro tipo di legge), casi del genere, anche più drammatici dal punto di vista sanitario, saranno all'ordine del giorno.

Il nuovo Governo che nascerà nei prossimi giorni sembra che voglia anche modificare alcune delle norme di questa legge. Noi lo auspichiamo, ma ci teniamo a sottolineare che se si tratta solo di una sorta di vendetta politica nei confronti del precedente Governo, la questione non ci interessa più di tanto. Perché casi come quello di Chiavari continueranno all'infinito fino a che il consumo e la produzione di sostanze come la cannabis non saranno depenalizzati.

Per quanto ci riguarda, per fare un vero salto di qualità e non parlarsi addosso facendo finta di affrontare il problema lasciandolo invece identico a prima, occorre ragionare e agire in questi termini. Il resto e' solo fumo e ipocrisia.

intanto, più in là (molto più in là), il teatrino della politica prosegue imperterrito.

e i Paperi fanno oooooohhhhhh....

:)



 
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interviste.

Post n°864 pubblicato il 05 Maggio 2006 da giancla56
 
Foto di giancla56



Il prefetto Bruno Ferrante, candidato dell'Unione a Sindaco di Milano, a Daria Bignardi ("Le Invasioni Barbariche"):

"Il più grande pregio di mia moglie? Sa stare un passo dietro suo marito".

Ossignùr...

:)

PS: del prefetto Ferrante si era già detto qualcosa.
non a caso...


 
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prima o poi doveva accadere.

Post n°863 pubblicato il 04 Maggio 2006 da giancla56
 
Foto di giancla56



è ufficiale, purtroppo:
il tenutario di questo blog è immeritatamente ed imprudentemente candidato per la Rosa nel Pugno alle Amministrative di Roma 2006.
nella lista per il Consiglio Comunale (in ordine alfabetico, quindi un po' in bassino, diciamo...) e capolista nel XX° Municipio (che sarebbe quello dove abito, feudo dell' Avv. Cesarone Previti, 'azz...).

ne tengano conto i miei quattro (e)lettori, e si aspettino di tutto.
ad esempio, vorrei proporre l'abolizione del costo della benzina (nel senso di darla via gratis).
per dire.

:)

 
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Villa Arzilla.

Post n°862 pubblicato il 01 Maggio 2006 da giancla56
 
Foto di giancla56



articolessa domenicale di E. Scalfari sulla battaglia al Senato tra CdL e Unione.

in pratica, un ultraottantenne che parla di un altro ultraottantenne, di un novantenne e di un quasi settantenne (contrapposto ad un già settantenne).

questo non è un Paese: è una Casa di Riposo.

:)

via: rosalux

 
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lo stato delle cose.

Post n°861 pubblicato il 28 Aprile 2006 da giancla56
 
Foto di giancla56



La situazione è fluida.
O meglio: semi-solida. Un po' come quelle deiezioni che ti càpitano se mangi uno yoghurt scaduto o un paio di ostriche men che fresche.

Stante questo, ad un rosapugnante poco raffinato e molto ingenuo non resta che stare a guardare, tra l'allibito e il costernato, il succedersi degli eventi. E affidarsi a chi più sa.

Così, mentre il Professore parla esplicitamente di un Paese più vicino a Bisanzio che non a Londra o Madrid, la sintesi che più mi convince è quella di Cip.

In breve, accade questo.
L'Unione s'attarda in trattattive sotterranee di cariche e poltrone per mantenere l'equilibrio, ma l'unico parto, fin'ora, è una carica istituzionale ai "comunisti", che già molto hanno fatto per dare una mano a Berlusconi durante la campagna elettorale.
E il "comunista quasi-istituzionalizzato", mai pàgo degli assist al Cavaliere, invece di mantenere un dignitoso riserbo, se ne sbatte della sua "quasi istituzionalizzazione" e si mette a parlare di Mediaset e di cure dimagranti.
E vabbeh.

Nel frattempo, si parla della creazione di un nuovo Ministero, quello "per i Beni Comuni", tagliato su misura per la compagna Patrizia Sentinelli.
Quali sarebbero i Beni Comuni?
Ma i "movimenti", cribbio! Vogliamo lasciare i "movimenti" senza un referente istituzionale? Giammai.
E vabbeh.

Di un Ministro della Giustizia come Pisapia (un "comunista" che poteva andar bene anche ai liberali) se ne parla per un po'.
Poi, tramonta: troppo garantista, pare.
E vabbeh.

La Margherita, giustamente, porta le sue cambiali all'incasso e preme per il Ministero della Salute. Un bel Ministero, di primo piano, diciamo.
E chi càndida?
Ma la D.ssa Binetti, naturalmente.
E' adepta dell' Opus Dei, e tanto si è spesa per il fallimento del referendum sulla l. 40.
Quale miglior Ministro della Salute? Storace, forse?
No, no: meglio la Binetti.
E vabbeh.

Ad un certo punto, si mormora addirittura di Mastella alla Pubblica Istruzione, con evidente entusiasmo degli elettori ci centrosinistra.
Ora le quotazioni sono scese (forse stanno pensando ad un insegnante di Religione, ovviamente consigliato dalla CEI), ma non si sa mai.
La sua nota statura culturale potrebbe farlo tornare prepotentemente in campo.
E vabbeh.

E la Rosa nel Pugno?
Silenzio, nessuno ne parla, come se non ci fosse.

Eppure, ha presentato un ricorso contro un'evidente (dicono i ricorrenti) stravolgimento della legge elettorale che li priverebbe illegalmente di quattro senatori. Non è che stiamo parlando di pinzillàcchere, ma del concetto stesso di democrazìa.
Silenzio di tomba.
E vabbeh.

Eppure, ha portato in Parlamento una come Emma Bonino.
Una che si è fatta valere in campo internazionale, per unanime giudizio dei nostri partners. Ministro degli Esteri? Suvvìa, non scherziamo! Al massimo, senza portafoglio, ai Rapporti Comunitari.
E vabbeh.

Ora, in questo silenzio assordante, la RnP la propone come Ministro della Difesa.
Prodi pare che l'accarezzi, l'ipotesi.
Ma solo le prossime ore chiariranno l'enigma.

Tutto ciò premesso, poi non ci venite a dire che noi vogliamo dividere l'Unione, eh?

perdìo! 

 
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lettere al Riformista

Post n°860 pubblicato il 15 Aprile 2006 da giancla56
 
Foto di giancla56



Egregio Direttore,
per Padoa Schioppa e/o Monti all'Economia, sarei disposto ad ingoiare Ignazio Marino alla Sanità, ma non Mastella all'Istruzione.
A tutto c'è un limite.

Distinti saluti.

Gianclaudio Morini.


 
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Breaking news: l' arresto di Provenzano.

Post n°859 pubblicato il 12 Aprile 2006 da giancla56
 
Foto di giancla56




Palermo, 11 aprile 2006 (Ansa).

Dopo quarantatré anni di latitanza, arrestato Bernardo Provenzano, il Capo dei Capi di Cosa Nostra.
I retroscena svelati in conferenza stampa.

Dopo quarantatrè anni di latitanza è stato arrestato nella sua casa di Corleone Bernardo Provenzano, Capo dei Capi di Cosa Nostra.
La brillante operazione, la cui prima ideazione si fa risalire al Prefetto Cesare Mori (1929), è stata resa possibile grazie ad uno schieramento di uomini e modernissime tecniche investigative mai viste prima.

Per oltre trentasei mesi (a tasso zero, compresa assicurazione RC, incendio e furto) uno staff di specialisti ha sorvegliato la villetta, utilizzando microfoni direzionali (ma anche no), visori ad infrarossi, rilevatori di vibrazioni del suolo, analizzatori di odori umani, software di controllo telefonico gestiti dal Team Infostrada di Bombay, guidato dal sedicenne Rabindranath Algore (da poco strappato a suon di miliardi di euro alla concorrente IndiaCom).

Alle 20:11 di martedì, la Veggente di Viggiù (già utilizzata con successo nel caso del rapimento del volpino di Britney Spears) segnalava la presenza di Provenzano nella cucina.
Non bastava, non si potevano commettere errori. Si è dunque atteso ancora.
Alle 21:00, dopo un'attesa snervante, Marvellous Man, il tecnico dell'ultravista, ha fornito l'attesa conferma: "C'è - ha gracchiato negli interfoni - Non so per quanto ancora, ma adesso lo vedo".
Nel frattempo, un caccia Stealth invisibile (giunto in volo dalla base di Tampa, in Florida) volteggiava sulla zona, sorvegliando, coordinando e battendo le manine.
Al segnale, circa quindicimila appartenenti a Polizia, Carabinieri, NOCS, Guardie Forestali, Volontari della Protezione Civile, Impiegati del Catasto e Veterani del Vietnam (che dalla Vigilia di Natale, quello del 2004, stazionavano attorno alla modesta dimora, occultati tra gli olivi o camuffati da paracarri e pietre miliari) hanno stretto il cerchio.

Un Dirigente della ASL XXX di Roma, travestito da Testimone di Geova e protetto da un giubbotto di Teflon antiaderente, ha bussato al portoncino.
L'anziana signora Provenzano, la Capa delle Cape, ha domandato dall'interno "Chi è?".
"Sono un Testimone di Geova, signora: devo consegnare un mandato di cattura transnazionale a Bernardo".
Aprendo rassicurata, pare che la vecchia abbia esclamato: "Ossignur, che paura! Pensavo fosse l'ufficiale giudiziario che mi vuol sequestrare la 126! Venga, venga. Bernardooooooo! Molla la Ventura, che c'è gente!"
Egli era lì, seduto su un vecchio divano che guardava Music Farm. Accanto, su un tavolino, un piatto di cicoria all'agro, che era stato seguìto da un agente della DIGOS fin dalla vicina Trattoria Zì Pe'.
Inquietanti le uniche parole del Primo Ricercato della Galassia, rivolte agli SWAT in tuta nera e maschere antigas che lo circondavano e gli puntavano contro le Spade Rotanti d'ordinanza: "Possiamo aspettare la pubblicità?".
Tra le mani stringeva un pizzìno, sul quale aveva appena vergato il suo ultimo televoto, probabilmente destinato ad uno dei suoi complici: sembra volesse nominare Cristiano Cristicchi.

La successiva perquisizione ha consentito di rinvenire nel piccolo bagno alcuni volantini elettorali del Partito dei Pensionati, riportanti vistosi segni, sulle prime indecifrabili.
Immediate analisi del RIS di Albenga hanno consentito di appurare la natura di quegli strani geroglifici color marròn. I volantini erano stati appena usati per lo scopo per i quali erano stati in origine stampati:detergere le fisiologiche deiezioni del latitante. L'odore, in effetti, aveva già fatto sospettare l' Appuntato Mangiò, abituale consumatore di cicoria, che al suo superiore aveva confidato sottovoce: "Secondo me, è merda."

Il felice esito, all'arrivo alla Centrale Operativa (temporaneamente acquartierata presso il vicino Bar Stazione. Colà, alcuni immigrati rumeni, evidentemente alticci per i cinque o sei litri di birra consumati, intonavano cori di "Du-ce, Du-ce, Du-ce", prontamente dispersi dal Ministro Pisanu in persona, che commentava: "Mo' pure gli immigrati urlano Du-ce! Du-ce! Ma questi, ce l'hanno la tessera di Forza Italia? Eccheccazzo!"

W l' Itaglia!

 
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