Calabria, cemento mangia-coste
un abuso edilizio ogni 150 metri
di GIUSEPPE BALDESSARRO
REGGIO CALABRIA - Daipalazzi condominiali alle villette, dalle seconde case ai residence. Ed ancora:i villaggi turistici, i lidi e i camping, i palazzotti costruiti su areedemaniali. La Calabria non è solo terra di ecomostri. La Calabria "è tuttaun ecomostro". Lo dice uno studio della Regione sulla cementificazione deisuoi 700 chilometri di spiagge. Documento che restituisce una fotografiaimpietosa dello scempio, con un abuso censito per ogni 100-150 metri di costa.I casi individuati dagli esperti dell'assessorato all'Urbanistica sono 5 mila210.
Nella sola provincia di Cosenza sono stati rilevati 1156 abusi (il 22,19%), aCatanzaro 548 (il 10,52%), a Crotone 915 (il 17,56%), a Reggio 2093 (il 40,17%)e a Vibo 498 (il 9,56%). È anche stato possibile stabilire che, tra i casiindividuati, 412 si trovano in aree per le quali il Piano d'AssettoIdrogeologico definisce "gravi condizioni di rischio idraulico". Perquanto riguarda i vincoli ambientali, "si riscontra che 54 casiindividuati ricadono all'interno di Aree Marine Protette, 421 in Sitid'interesse comunitario e 130 nelle Zone a protezione speciale".
"Offese al territorio", vengono definite dal gruppo di lavoro chemette insieme docenti universitari, tecnici e giovani professionisti. E sono ditipo legale (ovvero legittimato dalla originaria inclusione nei Prg); di tipolegalizzato (cioè compreso in varianti e parzialmente sanato); e infinecompletamente illegale (in area demaniale, protetta e instabile). In certi casisi tratta, addirittura, di opere di proprietà pubblica come interi pezzi dilungomare. Ai fini dell'indagine sono state effettuate decine di migliaia disopralluoghi, verifiche negli enti locali, agli uffici del catasto e del geniocivile. Sono state realizzate schede dettagliate su "Costa Viola","Costa dei Gelsomini", "Riviera dei Cedri" o "AreaGrecanica". Nomi che evocano paradisi ambientali, ma che nei fatti sonosegnate dalle ferite di decenni di incuria, di complicità, di connivenze. Documentiche rappresentano la sintesi delle speculazioni di imprenditori senza scrupoli,delle mafie del mattone e della cultura, diffusa, dell'illegalità"domestica".
Gli oltraggi sono presenti su spiagge e scogliere, non soltanto in contestifortemente urbanizzati come Reggio Calabria, ma anche in zone di pregio eturisticamente note come l'area di Tropea, la costa di Scilla, la Locride,l'area di Soverato e, in particolare, l'area di Isola Capo Rizzuto e delCrotonese. Che, in larga parte, paradossalmente è vincolata come Riserva MarinaProtetta ed area archeologica. In quest'ultima zona si addensa ben il 52% degliabusi illegali compresi in aree marine protette.
La Regione, attingendo ad un Accordo di Programma Quadro (Apq), finanziato con5 milioni di euro dallo Stato, ha già deliberato l'abbattimento di 9 ecomostri.Ma non è sempre semplice. I proprietari fanno ricorsi, si appellano ai millecavilli della legge, hanno frotte di legali pronti a brandire il codice.L'assessore regionale Michelangelo Tripodi si dice, comunque, determinato: "Oraabbiamo una fotografia precisa dello scempio. Butteremo giù tutto quello che èpossibile, dimostrando come l'abuso non paghi e che in Calabria sta crescendoil senso della legalità e dell'ambiente". Poi: "Non consentiremo piùche certe cose avvengano tanto che elaboreremo una specifica Carta deivincoli". Infine, "cercheremo di risanare i guasti". Tripodiafferma che un ruolo importante lo giocheranno i Comuni: "La Regione cimette i fondi, ma gli enti locali dovranno attivarsi con i propri piani di risanamento".Per il presidente regionale di Legambiente, Antonino Morabito, "orabisogna essere conseguenti". Servono, insomma, "tempi rapidi nelledemolizioni e, altrettanto, per le fasi di risanamento. Servono le regole e chile faccia rispettare".
Tratto da La Repubblica di oggi
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il 11/05/2010 alle 18:37
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il 15/11/2009 alle 17:37
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il 04/09/2009 alle 14:44
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