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DOPO LA BREXIT

Post n°942 pubblicato il 05 Luglio 2016 da fresbe
 

La "reazione" del Governo della Gran Bretagna, non si è fatta attendere. Considerato come J.M. Keynes, uno dei maggiori economisti della storia fosse Inglese, avrà avuto la sua importanza.
La strategia di opposizione all'urto conseguente l'uscita dalla U.E. a seguito del referendum, prevede una serie di iniziative, certamente non nuove od innovative.

Un piano per contrastare lo scenario negativo della Brexit. A proporlo è stato il cancelliere dello scacchiere britannico George Osborne, ministro delle Finanze. E tra questi punti c’è anche una decisione che potrebbe rovesciare la situazione di incertezza trasformandola in un’opportunità per il Regno Unito: portare le tasse alle imprese al 15 per cento abbattendolo dal attuale 20% in modo da attrarre investimenti. A scriverlo è il Financial Times, che fa notare come questa mossa di "dumping fiscale" nei confronti degli altri Paesi europei, porterebbe la Gran Bretagna su livelli simili a quelli della vicina Irlanda (dove le tasse per le imprese sono al 12,5 per cento). La paura di Osborne è lo spettro della recessione, dopo l’uscita dalla UE. Il prevedibile effetto negativo della BREXIT sul PIL britannico, è stimato dell’1,2% nel 2017 e dell’1% nel 2018. Il quotidiano britannico spiega che – secondo Osborne – l’abbattimento dell’aliquota per le aziende darà un segnale agli investitori: Londra è ancora aperta al business. Un altro pilastro del piano Osborne, riguarda il supporto al credito. Nei prossimi giorni la Banca d’Inghilterra dovrà decidere se confermare l’incremento dei requisiti di capitale imposti agli istituti, tagliare i tassi per facilitare i prestiti alle imprese e mettere in piedi un nuovo schema “Funding for Lending” – accesso a liquidità agevolata da parte della Bank of England in proporzione alle erogazioni di credito – simile a quello varato nel 2012 in accordo con il Tesoro. Inoltre sarà necessario provvedere all’apertura di canali commerciali bilaterali, con particolare interesse per la Cina (il governo è già pronto a una visita ufficiale entro quest’anno). Il cancelliere Osborne chiederà al prossimo premier (Cameron si dimetterà a ottobre) di continuare a investire sul progetto della linea ferroviaria HS2 verso il nord dell’Inghilterra e su altre grandi opere pubbliche che riguardano il trasporto ferroviario. Intanto,  l’Ocse invita alla calma, perché qualsiasi operazione il Regno Unito porrà in essere per attrarre investimenti, non trasformerà l'U.K. in un “paradiso fiscale“. In una relazione dell’organizzazione, citato dalla Reuters, si conferma che effettivamente Londra potrebbe utilizzate la libertà di cui godrà rispetto alle regole della UE, per tagliare le tasse alle imprese. Ma il responsabile del settore Fisco Ocse, Pascal Saint-Amans, aggiunge che alla trasformazione in un’economia analoga a quella di un paradiso fiscale si opporrebbero barriere pratiche e di politica nazionale.

Commenti al Post:
fresbe
fresbe il 05/07/16 alle 12:25 via WEB
Si tratterà di provvedimenti necessari per "fermare l'onda" recessiva, aiutando le imprese, defiscalizzando forse anche i contribuenti, investendo in opere pubbliche e creare DOMANDA AGGREGATA, ligi agli insegnamenti del KEYNES. Fuori dal controllo delle regole UE, tutto ciò sarà possibile e darà frutti forse impensabili in questo momento. Siamo certo che la BREXIT sia stato un evento negativo per i Britannici ?
 
desaix62
desaix62 il 05/07/16 alle 12:51 via WEB
E' chiaro che gli Inglesi non staranno a guardare, ma c'è da considerare anche la resistenza interna di Scozia e Irlanda del Nord
 
 
fresbe
fresbe il 14/07/16 alle 15:43 via WEB
L'implosione della Gran Bretagna, era in effetti già annunciata. L'Eire reclama la proprietà delle riserve di petrolio del Mare del Nord e la Scozia vorrebbe essere indipendente. La successiva loro richiesta di adesione alla UE, non sarebbe affatto scontata.
 
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