Caos ed Essere
Un viaggio, sette emozioni: l'essere e i suoi frammenti.
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Non si scappa da se stessi...
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Nickname: FrammentiDellessere
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Sesso: M Età: 45 Prov: RM |
L’abilità della labilità
La giostra, il manicomio, muri bianchi e poi imbrattati, tinte stinte di un funerale ilare in cui il cadavere in rigoroso livor mortis pronuncia la blasfemia del suo trapasso...full immersion nei pensieri viandanti arrendevoli ma battaglieri, apnea costante di un istante in cui il verbo cambia sembiante...riemergere dal flutto, rielaborare il lutto, essere messia e sinestesia col virtuosismo monco di chi arranca a respirare...
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la claustrofobia dell'impossibilità
Post n°13 pubblicato il 02 Agosto 2011 da FrammentiDellessere
Le carceri dell’impossibilità si stringono come fauci intorno ai desideri, martiri sacrificati sull’ara delle illusioni sconfessate. Anguste, claustrofobiche come una bara sepolta sotto il terriccio umido dell’inganno, circoscrivono il ridotto spazio in cui ossessivamente girare, cercando una crepa da violentare per crearne una breccia oltre lo sguardo del buio. La mortificazione di un Inferno nel qualenessuno Spirito Santo discende per disattendere le leggi del cosmo e sovvertirele sorti inique di uno sparuto gruppo di anime invischiate tra le fiamme dell’espiazione. No, nessuna “ruina” attraverso la quale andare a rebours è presente qui tra le mura del nulla. Solo mattoni, e gemiti di sangue incomprensibili, come una babele sinfonica arpeggiata da strumenti scordati. È rumore il pianto del caos mentre ti avvinghia con i suoi capricci. E di ogni lacrima ne bevi l’essenza, servitore dell’ineluttabilità dissacrante in cui lentamente addormentare la coscienza. |
Ingoio la notte
Nella sua prospettiva dissonante
Placo la sete
Sotto le palpebre
Socchiuse
In quell’istmo inconsistente
Che tremula il desiderio
Di respirare luce..
Il fiato divarica le cosce
Sul bivio dell’insinuazione
Gocciola malinconia
Sull’altare profanato della luna
La purezza apre le cosce agli insulti della frustrazione, scabrosa la copula con i limiti dell’insoddisfazione in cui ritrovarsi immacolata e puttana, col ventre gravido di speranze consumate.
Barcollo
Estraneo ai miei stessi passi
Instabili
Come pensieri
In equilibrio
Sulla traccia del tuo abbandono
Annuso
La pelle dell’assenza
Tenera
Come la placenta
Di una patologia in travaglio
Che geme il respiro
Del suo incostante ritorno
Sbalordito
Il nonsenso
Naufraga ancora
Tra le vertigini delicate
Della memoria
Sull'incanto delle sue grazie scivola il piacere di un'euforia languida che taglia il silenzio col suono della sua pelle...dolce è la caduta nell'immagine di un profilo che diventa lare e venerazione...
prego
la bestemmia
di un giorno inesistente...
infinito
il tempo
che travalica l'istante...
l'attesa
preme la sua vagina
madida
di promesse disattese
sul palmo della frustrazione
e intanto fotto ogni attimo
in un respiro
che muore,
per ogni sogno
che muore...
Inviato da: woodenship
il 20/10/2011 alle 20:47
Inviato da: FrammentiDellessere
il 08/08/2011 alle 11:07
Inviato da: Ossimoro_Tossico
il 05/08/2011 alle 21:50
Inviato da: FrammentiDellessere
il 03/08/2011 alle 10:09
Inviato da: scorpione.scorpione
il 02/08/2011 alle 23:22