Creato da ParoleNelCassetto il 07/12/2004
 

CUORE DI DONNA

Non fermare il cuore di una donna, niente vale di più. Non far piangere una donna, ogni lacrima è un po' di lei stessa che se ne va. Non farla aspettare da sola ed impaurita seduta sul confine della pazzia. E se la vuoi amare fallo davvero, con tutto te stesso: stringila e proteggila.

 

 

Neve

Post n°388 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da ParoleNelCassetto

Non ho mai visto tanta neve come quest'anno e se non dovessi muovermi di casa per venire al lavoro me ne starei estasiata come una bambina a guardare in su tutto il giorno.. senza lamentarmi: che senso di pace, che silenzio che c'è, che buona quest'aria fredda che mi ricorda gli inverni di quando ero piccola. Che spettacolo vedere la neve bianca cadere sopra a quella ormai sporca delle settimane passate.. Si creano dei ricami incredibili. Che animo romantico che ha questa donna troppo spesso avvezza all'acidità..

Finalmente riconosco il mio Trentino. Finalmente è Natale.. con la neve.

 
 
 

Progetti..

Post n°387 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da ParoleNelCassetto

Non trovo mai il tempo per scrivere, per aggiornare, per rispondere.. Grazie a tutti per i commenti.. Che io sia impegnativa, nel vero senso della parola, è assodato. Ma mi piace molto il concetto espresso da mammapasticcio: “i tuoi progetti non sono i suoi”. Questo è quanto.

Tre anni fa promisi a me stessa che non avrei mai più permesso a qualcuno di cacciarmi di casa mia: da allora fino ad oggi mi sono impegnata in questo, solo per questo. Perchè quando un amore finisce non può finire tutta la tua vita. Perchè quando una storia finisce, per quanto importante, non può trascinare nel baratro tutto il resto. E mi sono creata una base che mi permettesse comunque di ripartire non proprio “dal fondo”. Forse proprio condizionata dal mio passato ho incominciato a pensare solo per me.

Lui è rimasto..e non dirò a casa mia, ma con me. Lui ha detto che a volte si dicono cose che non si pensano: invece io sono contenta che abbia comunque avuto il coraggio di urlarmi addosso la sua verità. Almeno è stato onesto. Mi stupisce il modo in cui riesco ad affrontare oggi le cose: con calma e non con rassegnazione ma anzi, con una certa serenità di fondo. Nulla ha da essere “per forza”.

I miei progetti non devono per forza essere i suoi. Non costringerò nessuno a seguirmi, ma se vorrà la mia porta per lui sarà sempre aperta. Perché la libertà dell’individuo è sacrosanta. E quando si ama si deve essere anche pronti a lasciare la presa se non si riesce a mollare i propri personali progetti per crearne di comuni. Rabbrividisco al ricordo di come mi pesava sentirmi ospite, e rabbrividisco ancora di più se penso di aver caricato lui dello stesso peso, pur non rendendomene conto. Vorrei trovare le parole, o solo il modo, per fargli capire che lui non è ospite nè prigioniero nella mia vita ma che lui è la vita che vorrei, io con lui, insieme.

 

 
 
 

Frasi fatte

Post n°386 pubblicato il 24 Novembre 2008 da ParoleNelCassetto

"Tu sei troppo impegnativa"

A questa frase rimai lì, basita e non sai se pensare che è l’ennesima scusa che il maschietto ormai saturo di te e della tua sessualità (ormai quello che voleva scoprire di te l’ha scoperto, la stessa passera a lungo andare stanca) oppure se dovresti sentirti fiera.. sono impegnativa ergo sono una donna che vale, ho un cervello, ho un “peso specifico”!

L’autostima sprofonda sotto al tacco 12 e ti chiedi se non sia colpa del pelo che non ti sei rasata perché tanto è inverno e chi vuoi che se ne accorga: gli uomini non s’accorgono nemmeno della cellulite… all’inizio. Poi s’accorgono anche dei dettagli, soprattutto quando sono stanchi di te. Non serve a niente pensare che donna impegnativa=donna che vale perché ti senti l’ultimo degli scartini.

Allora inizi a tirarti le menate e incominci a pensarlo anche tu che sei una rompi balle.

Però è inutile pensare a cosa tu faccia per essere tale: non puoi saperlo. Lo devi prendere come un dato di fatto: il tuo uomo si sente oppresso da te, schiacciato dalle tue aspettative troppo alte e ti augura di trovare uno dei milioni di uomini “migliori di me” che ci sono al mondo e che “sapranno renderti felice come io non sono capace”… Ma non mi suona come un augurio sincero, siamo anche sotto Natale, dai.. piuttosto portami un pacco “panettone con bottiglia in omaggio” e brindiamo onestamente alla fine della nostra relazione. E poi lasciami strafogare in pace e in solitudine distesa per lungo sul divano.

E mentre stai distesa per lungo sul divano emetti anche dei sibili tipo guaiti: sintomo che stai come un cane.

Ma non puoi farci niente, la decisione è presa e ancora una volta ti ritrovi a pensare: “erano mesi che dicevo che non andava che volevo mollarlo io”.. Alla fine ti rode pure perché se non lo avesse fatto lui tu non ne saresti mai stata capace: pezzo di pane intriso nel latte che non sei altro. E lui è talmente buono e generoso e altruista che ti aiuterà pure a traslocare a casa dei tuoi..

A meno che tu non sia “troppo impegnativa” anche per mammà.

 
 
 

Quello che voglio

Post n°385 pubblicato il 21 Novembre 2008 da ParoleNelCassetto

Mi sono impegnata tutta la vita a dimostrare al mondo che ce la faccio da sola che non ho bisogno di nessuno che sono forte. Mi sono sentita in dovere di garantirmi il mantenimento economico non appena ho avuto la possibilità di andare a lavorare, non sopportavo più di pesare sulla mia famiglia: perché me lo facevano pesare. Ho rinunciato all’università ed ho sempre cercato di colmare quelli che ritenevo fallimenti, buttandomi anima e corpo sul lavoro: e di successi ne ho contati tanti. Il lavoro è stato spesso il rovescio buono della medaglia. Impegnata dal mattino alla sera il più delle volte per non tornare a casa, per non pensare. Mi sono abituata così, a togliere tempo a me e a chi mi stava accanto per sentirmi vincente, arrivata. Ho sempre dato l’impressione della donna forte, per me era importante apparire così anche se in fondo quello che avrei veramente voluto, e quello che ancora e sempre voglio sarebbe che qualcuno si prendesse cura di me. Solo che quando abbasso la guardia, quando smetto la corsa, quando mi svelo nella mia fragilità nessuno mi crede. Sono prigioniera dell’immagine che mi sono costruita: io so badare a me stessa, io non ho bisogno di niente. Io, padrona della mia vita. Io, fiera. Io bella. Io sofisticata. Io alla moda. Io che guadagno come e più di un uomo. Io orgogliosa. Io indipendente.  Mi sono impegnata tutta la vita a dare l’impressione di non volere niente, donna di poche pretese. Frivola nelle relazioni per compiacere uomini che non volevano sentirsi prigionieri di un progetto. Armata contro me stessa a fingere di non desiderare quello che invece disperatamente nella carne sento: vorrei un uomo che fosse fiero di essere il mio compagno, contento che io sia la sua donna. Vorrei un uomo che un giorno mi chiedesse di sposarlo. E un giorno vorrei anche quello che a parole dico spesso di non aver mai desiderato: un figlio. E non uno qualunque. Mio figlio.

No, non sono gli ormoni in giostra. Non è l’orologio biologico che dopo i trenta impazzisce. Credo di averlo sempre voluto. Fin da piccola. Ma non l’ho mai detto, non l’ho mai chiesto, non l’ho mai ammesso e non me ne sono mai data l’opportunità. Perché era altro che dovevo dimostrare, ma quanto è caro questo riscatto. Sono così stanca di negare. Sono stanca di rinunciare a me stessa per avere un posto nel mondo. Non è questo il posto che voglio. Anche se farebbe gola a tanti di quelli che mi dicono che non mi manca niente: ma che ne sanno.. loro che ne sanno.

 
 
 

Compleanno

Post n°384 pubblicato il 03 Novembre 2008 da ParoleNelCassetto

Oggi compio 30 anni

 
 
 

Partire

Post n°383 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da ParoleNelCassetto

Ecco che accade di nuovo, è di nuovo ora di partire. Valigia pronta e non per andare in vacanza. Dalle vacanze prima o poi si torna a casa. Io invece parto per un viaggio ed il mio partire significa non passare più dal via. Di nuovo sradico radici ancora troppo tenere per essere ben piantate, ancora una volta mi trascinerò dietro quelle poche cose cui sono affezionata, di cui non posso fare a meno o che più semplicemente nel tempo ho accumulato e non mi va di lasciare. Un altro viaggio mi attende ma questa volta non c’è nessuno che mi aspetta, nessuno per cui partire. Stavolta lo faccio da sola, stavolta non dipenderà da nessuno. Per questo non arriverà mai il giorno in cui capirò che non né è valsa la pena. Non arriverà, stavolta, il giorno in cui qualcuno mi deluderà e maledirò il mio viaggio e le aspettative che in esso avevo posto. Non ho nessuno da seguire, non costringerò nessuno a seguirmi perché le mie scelte non debbano dipendere da qualcuno e perché qualcuno non debba dipendere dalle mie scelte.

Spero solo sarà un buon viaggio.

 
 
 

Rischiare di essere felici

Post n°382 pubblicato il 12 Settembre 2008 da ParoleNelCassetto

Da un po’, diciamo da quando sono stata in ferie se proprio devo trovare una collocazione temporale a questo fatto, mi sento “a posto”. Il sentirmi “a posto” che intendo non è quella sensazione di “sentirsi arrivati” quello no, quello forse mai, il “sentirmi a posto” che intendo io lo definirei molto più semplicemente “tranquillità”. Soprattutto con me stessa. Mi concedo un po’ più di libertà, un po’ più di respiro: rinuncio al controllo totale e riesco a ad accettare la donna che sono. Non uso più il termine “perdonare le mie imperfezioni”, non ho proprio nulla da perdonare. Il passo che ho fatto per stare bene è l’accettazione: riesco ad essere tenera con me stessa cosa che prima mi concedevo di fare solo nei confronti di chi volevo disperatamente che mi amasse.

A volte però proprio non mi capisco, come l’altra sera, mentre stavo cucinando quasi col sorriso, mi è successo di colpo, inspiegabilmente di sentirmi nervosa, stanca, arrabbiata: mi sono chiusa nel silenzio, e per ore non riuscivo a trovare una giusta collocazione, mi sembrava scomodo anche il divano dove solitamente mi addormento come una bambina. Sarà stato il caldo, mi sembrava troppo gravoso girare gli hamburger in quella padella, avevo la sensazione sgradevole di quando ti passa la fame perché è già troppo ingoiare l’aria pesante, pastosa. Saranno stati gli sbalzi ormonali tipici di quando “quei giorni lì” stanno per arrivare o sono appena passati: sta di fatto che quando sono così mi sto perfino antipatica da sola e farei volentieri a meno della mia compagnia. Chissà se succede anche ad altre persone, credo di si, mi consolerebbe davvero non essere l’unica donna super lunatica al mondo. E’ che proprio sto caratteraccio non me lo leva nessuno nemmeno a calci.. sono proprio nata selvatica ed ora che ho anche mollato l’appuntamento costante dalla parrucchiera questo mio “lato caratteriale da documentario” si nota ancora di più: solo che non so se somiglio più ad un gatto rognoso o ad un fiero leone, questo proprio mi sfugge..

Credo comunque che l’Africa mi abbia in qualche modo coccolato l’anima. Entrambi i viaggi che ho fatto, benché orientati verso mete sicuramente più turistiche che selvagge, mi hanno regalato sensazioni incredibili. Il contatto con la terra, i colori, i profumi ed i sapori, così diversi da ciò che siamo abituati a definire “buono” o “normale”, il silenzio del deserto, le religioni, il “mistero della fede”, gli occhi nerissimi dei bambini..

E’ vero, posso permettermi di fare cose che prima di qualche tempo fa non mi era nemmeno concesso di desiderare, forse già questo può contribuire a trovare un equilibrio più stabile nella vita: e poi dicono che i soldi non danno la felicità.. Non venite a raccontarlo a me, per favore.

E’ vero, grazie a Dio ho vicino una persona che mi adora anche quando, come sopra, mi chiudo nel silenzio o rispondo a monosillabi tutt’altro che dolcemente. Un essere amabile che ama “la mia faccia da culo” che è quella che mostro più spesso e più volentieri. Sentirsi amati e desiderati è il balsamo che cura ogni ferita. E che non vengano a raccontarmi che in una coppia si può vivere “da buoni amici”, che si può stare sotto allo stesso tetto anche senza scambiarsi una parola. Che si può stare senza fare l’amore per giorni, poi per mesi e poi per anni e che è normale, che succede a tutti: ne parlavo proprio con un’amica qualche settimana fa: sono tutte balle che ci diciamo, che ci piace leggere sui giornali per riempire il vuoto che ci consuma, non è vero che deve andare così, soprattutto se noi non vogliamo che vada così. Ed è sbagliatissimo “accontentarsi”, non si può volere tutto ma nemmeno farsi andare bene tutto: vale sempre la pena di rischiare di essere felici.

 
 
 

Liberi di appartenerci.

Post n°381 pubblicato il 09 Settembre 2008 da ParoleNelCassetto

Tutto ciò che vivo mi piace perché lo vivo attraverso i tuoi occhi, è la prima volta che sento l’amore in modo positivo. Il nostro stare insieme non mi lega e non mi annienta, tu sei la luce che illumina dove io sola non riesco a vedere. Non è vero che con te non temo più nulla: ma c’è differenza tra paura e prudenza. Entrare a casa e sentire che ci sei è sentire l’ebbrezza dolcissima che fai parte della mia vita ed io della tua senza averlo preteso, senza aver violato od offeso, ma essendoci attesi l’un l’altro per varcare la stessa soglia senza dover chiedere permesso.

 
 
 

Grazie.

Post n°379 pubblicato il 26 Agosto 2008 da ParoleNelCassetto
Foto di ParoleNelCassetto

E’ bello tornare alla vita normale col ricordo dolce e soddisfatto dei giorni trascorsi insieme. E’ stato bello averti vicino, riscoprirti e conoscerti ancora un po’ di più.. nelle tue facce buffe, nel tuo sonno tranquillo,  nelle tue idee strampalate, nelle follie in cui riesci sempre a coinvolgermi, io con i piedi troppo per terra e tu che mi insegni  a volare..  Le ferie con te sono ferie per davvero.  Ti amo, Michele.

 
 
 

Basta!

Post n°378 pubblicato il 07 Agosto 2008 da ParoleNelCassetto

C'è aria di ferie e pigrizia nell'aria. I telefoni impazziti sembrano essersi ammutoliti sotto al peso di questa canicola estiva perchè anche qui tra i monti il caldo quando arriva non scherza. Il tempo passa piano, tra una cosa e l'altra da sistemare con una lentezza che non ci è concessa negli altri giorni dell'anno. Ma siamo ad agosto. L'Italia si ferma, più o meno tutta.

Questo pomeriggio solo un paio di commissioni da sbrigare: pagare l'assicurazione e andare in farmacia a fare scorta del mio medicinale inseparabile, di cui ormai avrò tracce perfino nel dna visto l'uso e l'abuso che ne debbo per forza fare.. Ci fosse una cura per la cistite e per tutto ciò che dalla cistite deriva, compreso il malumore e la voglia di piangere.. Sono così stanca..

In questa mia immensa voglia di lagnarmi c'è l'ancora più immensa voglia di essere coccolata, capita, accudita.. Tutte cose di cui si ha ancora più bisogno quando ci si sente deboli, quando non si sta bene.. Tutte cose che ahimè, non arrivano. E allora, cattivo mi sfiora il pensiero che era meglio quando non c'erano aspettative, quando non c'era nessuno che le deludeva. Ma ormai sono stanca, stanca di aspettare, stanca perfino di scoprirmi delusa. E allora non aspetto più, lascio correre: mi giro dall'altra parte e mi godo il mio meritato riposo.

Tra un pò, lo so, ci ignoreremo.

Che sciocca che sono quando cerco di fare la dura e ci riesco bene sembrerebbe, a parole. Ma poi, in fondo non sono capace. Ci soffro e moltissimo e mi manchi e non so come dirtelo, nemmeno sono sicura che tu mi capisca a volte, quando te ne stai seduto in silenzio sul tuo divano e di noi si sentono solo i respiri, nemmeno troppo vicini.

 
 
 
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Non hai tutti i torti ;) scusami ... ci ho messo fino ad...
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