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1 Maggio 2010 Ornavasso, La vita tra Leponti e Walser

Post n°27 pubblicato il 05 Maggio 2010 da kakomi0
 

Quest’anno finalmente ci sono riuscita a visitare questa sagra. Il mio fedele amico originario del posto me l’aveva sempre dipinta come una cosa straordinaria ed effettivamente questo sabato sono riuscita a toccarlo con mano e anche sentito con gusto!

Accompagnata dal mio Barone abbiamo pagato i 9 Euro e siamo partiti alla scoperta di gusti e sapori nonché di scorci molto interessanti di questo “paesone” che è Ornavasso.

Le tappe da percorrere erano più di 40, si prospettava una dura giornata messa alla prova anche dalle sfavorevoli condizioni climatiche, però ci attendevano parecchie leccornie e posti nuovi da visitare per cui ci siamo subito messi all’opera senza seguire l’ordine numerico indicato dalla cartina consegnataci dal punto di accoglienza ma secondo una nostra personale scelta.

Si parte dai salumi, caspita sono le ore 12 e incomincia un certo languorino, in ogni tappa c’è qualcosa di nuovo da assaggiare, vini autoctoni da bere e anche vecchi usi e mestieri da ricordare. Questa sarà anche una ottima occasione per fare una raccolta di depliant e brochure varie relative alle prossime sagre del VCO che ci aspettano nei futuri mesi primaverili ed estivi.

Con il mio acculturato accompagnatore scopro degli angoli del paese altamente storici e decisamente mai visti, anche grazie al Barone oggi imparo qualcosa che altrimenti sarebbe stato ignorato da me e anche alle centinaia di persone che sono accorse.

Si continua a camminare tra le vie del paese a nord del torrente che lo divide per incontrare una zona dedicata a Macugnaga con dolci prelibatezze da assaggiare, si passa allo stand di alcune associazioni del posto e poi altre tartine da gustare con patè di verdure e pesce di lago annaffiati da ottimo vino.

Le nuvole nel frattempo si stanno infittendo e qualche gocciolina inizia a scendere dal cielo ma noi impavidi siamo decisi a continuare il nostro percorso, dopo una tappa ad un piccolo oratorio ci fermiamo qualche minuto a guardare un riadattamento di villaggio medioevale in un cortile di una casa del paese e poi si procede per gli assaggi di frittelle alle mele, sidro e tentare la coda per il famoso risotto alla zucca preparato in un grande pentolone da abili chef che però non riusciamo ad assaggiare per via del tempo di cottura. Non importa, dopo una scalinata erta ci troviamo nel punto dedicato alla sagra della patata di Montecrestese dove donne impastano le patate per cucinare degli ottimi gnocchetti mangiati al riparo dalla pioggia battente.

Ancora qualche passo in salita ed una coda sotto il mio ombrellino per mangiare la polenta con il gorgonzola cucinata sotto una tettoia al fresco, veramente buona considerando il fatto che con tutte queste persone è difficile tenere conto delle razioni da preparare.

Scendendo dalla strada del Boden incrociamo qualche altra tappa ormai deserta a causa del temporale caduto sulle nostre teste ma ci sono ancora delle tartine dolci che ci aspettano unite da del particolarissimo americanino del quale ci accapariamo l’ultima bottiglia.

Lungo la discesa si incontrano le case meglio conservate dove nei relativi cortili assaggiamo dei formaggi divini, del vino Ossolano ed ascoltiamo della musica sincopata e ben suonata dalla banda di Ornavasso insieme alla loro “gemellata” di Boves. Bravi ragazzi!! I fiati e i tamburi riecheggiano per le strette vie e mi fanno battere il cuore a ritmo. Che giornata spensierata!!

Verso la fine del nostro percorso visitiamo anche un’antica farmacia con spezie e tisane per tutti i gusti proprio sotto il palazzo municipale e degustiamo il risotto ai mirtilli offerto dalla omonima sagra di Bognanco.

Alle ore 17 siamo riusciti a terminare il giro con la pancia piena dal cibo e dalla gioia della compagnia.

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Aforismi per tutti

Ogni uomo vorrebbe essere donna, mentre ogni donna sa già di essere un uomo migliore.

Le amicizie vere sono quelle che si fondano sul sentimento; L'AMICO NON GIUDICA, COMPRENDE.  Aldo Fegatelli.

Ciò che rende l'esistenza preziosa e piacevole sono solo  i nostri sentimenti e la nostra sensibilità. Hermann Hesse.

Prima di amare, io non ho mai vissuto pienamente. Emily Dickinson.

Più è difficile avere una cosa, più la si ama.

L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà più trascinato ma trascinerà.

Chi ama nell'unico modo in cui si dovrebbe amare diventa un poeta e un eroe per un sorriso, per un cenno, per una parola di colei che ame. Se le sue poesie non sono belle, almeno sono ardenti e piene d'amore.

L'amore lo si patisce, ma più lo si patisce con dedizione, più ci rende forti.

Non far ch'io mi disfaccia nelle tenebre, fà ch'io muoia nel cuore della fiamma!

Hermann Hesse - Sull'amore-

 

 

 

 

If I dream I have you and it's all but fantastical

 El dinero no da la felicidad, pero procura una sensaciòn tan parecida, que necesita un especialista muy avanzado para verifricar la diferencia.

 

 

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Poems

FIORE D'AGOSTO

Agosto mese di solarità e calore vitale

ma che più d'altro regalò alla vita ed al suo vate

il fiore più bello ed ambito,

ora da ammirare nella pienezza delle sue qualità,

sogno ed incantesimo d'amore e di magia

dove esso stesso è fulcro e scaro vaticinio,

meritevole d'ode ed innalzamento.

Tu, di femminiltà essenza, fresca, ammaliante e sensauale

come orchidea da dagli sgargianti colori.

Velluto è la pelle tua come rosa purpurea di bellezza incomparabile,

profumata come viola di montagna tra gli steli e le rocce.

Viso semplice e fiero di girasole al suo apice di fulgore

spirito tenace come ginestra di balza

che l'inverno più gelido non riesce a spezzare

e neppure il rovente sole d'alta quota può appassire

Tuttavia fragile come mughetto di monte appena fiorito,

vivo di luce e silenziosa maestosità

avidamente custodita dagli occhi altrui.

Vate

IL BUONGIORNO

... Se mai bellezza io vidi, che desiderai

e ottenni, non fu che un sogno di te...

...Il mio volto nel tuo occhio, il tuo nel mio appare,

e cuori semplici e sinceri riposano nei volti;

dove possiamo trovare due migliori emisferi,

senza tagliente Nord, senza Ovest declinante?

Tutto ciò che muore non fu mischiato ugualmente;

se i nostri due amori sono uno, o tu e io amiamo

così parimenti che nessuno vien meno, nessuno può morire.

J. Donne tratto dal sonetto IL BUONGIORNO (The Good-morrow)

 

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