Dakarlicious

Un blog di Chiara Barison

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 7
 

 

« Una casa rosa, un baye f...Le sorelle Kessler, il b... »

La magia di Dakar, il fatalismo e la volontà

Post n°246 pubblicato il 19 Settembre 2011 da djchi
 
Foto di djchi

 

 

Camminavo stasera, come cammino spesso, di notte qui, in Senegal. Camminavo e pensavo, assuefatta alle abitudini locali dell'eterno movimento e dell'attesa di un speranzoso intervento divino che in fondo, la mia vita non è poi così banale. In fondo non è da tutti camminare, in piena notte, in un quartiere popolare di Dakar. C'è chi neppure si spingerebbe tanto lontano. Ed è di notte che Dakar, scopre le sue carte, spogliata del rumore, del caos, dello smog. Così, nuda, rimane la gente, quella gente che fa poi la magia di questo paese. Cammino e mi rendo conto che siamo in tanti a camminare, solitari, saltellando, parlando come folli con noi stessi, ad alta voce. Non importa che ore siano, a Layènnes, tutto brulica, dibiterie sempre aperte, boutique con venditori allungati in stuoie sottili, gruppi di bevitori di tè impigriti dall'ozio e dalla noia. Non ho mai avuto paura di camminare sola, la notte, a Dakar, perché, in fondo, entrambe mi appartengono. Periodo buio, di ripensamenti, ricadute e risalite. Un'altalena di sentimenti incostanti che hanno messo alla prova mente e stomaco. Il mio stava diventando un rapporto morboso tra me, la mia immagine e le canzoni della defunta Amy Winehouse. Era tempo di ripigliarmi e di rivestirmi dei panni della vecchia pin up ormai arrugginita. In fondo non sono poi così vecchia e neppure così brutta. Non è mai troppo tardi per riprendere possessione della nostra felicità. L'unica risposta che mi potevo dare era che non esiste ricatto nell'amore. E all'improvviso tutto ha ricominciato a vivere e mi sono ricordata per un'istante perché amo questo paese. Non ho mai avuto tanti corteggiatori come in questi giorni, è come se la mia ritrovata autostima risplendesse all'esteriore, chiedendo conferme. Clayton, il ragazzo sudafricano bianco con il ranch immerso nel verde come in Dallas, il giovane giurista in carriera che conosce tutti e che tutti conoscono, con la macchina grande, la casa grande, l'orologio da 7.000.000 cfa e una grandissima e noisosa arroganza; Papis, il ragazzo che tempo fa mi salvò dai manifestanti rabbiosi accalcatisi nelle strade di Dakar, scappato dal villaggio e realizzatosi pian piano da solo, posato, educato, vestito come un piccolo Lord inglese; Paco, il bel Paco dal sorriso stampato e la positività contagiosa. No, una donna non ha bisogno di tanto per essere felice, a volte basta sapere di piacere. E per un momento mi sono lasciata coccolare dalle attenzioni di uomini attenti. Ma chi l'ha detto che in Senegal le bianche non sono corteggiate come le senegalesi? E chi l'ha detto che i senegalesi non conoscono il galateo? Che felicità scoprire che esistono ancora uomini che ti aprono la porta, che ti accompagnano la sedia mentre ti siedi, che ti portano al ristorante senza che tu ti debba preoccupare di ciò che prendi, che ti portano fuori e ti riaccompagnano senza fare allusione alcuna ad altro. E se tutto dipendesse da noi donne? Se il comportamento degli uomini verso di noi fosse condizionato dal nostro inconscio? O semplicemente dal valore che noi diamo a noi stesse? Mi sono sentita una principessa ed è bastato piacere a me stessa, volere di più da me stessa. Ieri, all'improvviso mi sono trovata in pieno Sacre Coeur, senza soldi e senza credito. Non avevo nulla eppure non mi sono preoccupata neanche per un solo istante. Ho iniziato a camminare verso Baobab, a piedi. Lì avrei trovato la casa di Aida e, sicuramente Aida mi avrebbe aiutato. Questo è il bello di Dakar, la piccola grande Dakar. Non importa dove tu sia, troverai sempre qualcuno che conosci e che ti potrà aiutare. Camminando, sorridevo, felice. Non so neppure quante macchine si siano fermate: “Signorina, vuole un passaggio?”. E di tutte le macchine che passavano, un solo flash e quel viso, (incredibile) si parlava di lui poco prima, dell'informatico pazzo ed eccolo alla guida di un fuoristrada, lui dai jeans risvoltati e la barba incolta perché “se me la taglio le donne mi stancherebbero”. Lui che è sempre stato lì, nel profondo e che, come se una voce lo avesse chiamato, si è girato proprio nel momento in cui l'ho guardato, incrociando lo sguardo, stupito, per un istante. Dakar è magia. “Scusa ma sei tu che ho visto alla brioche dorée di Ngor, un mese fa?” dice la voce di un uomo. Mi fermo e mi abbasso verso il finestrino. Ricordo di lui, un ragazzo in bùbù che rise alle battute scambiate in wolof con Vera. “Sali ti dò un passaggio”. Non serve preoccuparsi troppo a Dakar. Quel fatalismo che avevo sempre criticato stà cominciando invece ad avere un senso, così come la volontà che stà nascosta nel profondo, in ognuno di noi e che ci rende capaci di tutto ciò che vogliamo. Seduta di fronte al mare sotto una luna piena che illuminava la spiaggia mi godevo il pesce che io stessa avevo scelto dai pescatori a fianco. Guardavo Papis, era davvero elegante nella sua camicia bianca e i pantaloni neri perfettamente stirati. L'ho ascoltato mangiando il pesce cotto pochi secondi prima sulla brace e mi sono accorta che il mondo è pieno di persone interessanti, basta solo darsi il tempo di cercarle. E il piacere di stare con un uomo può essere anche privo di quella tensione sessuale che spesso rovina tutto. Ero sempre senza soldi, ma poco importava, non ne avevo avuto bisogno. Ero felice. Tornando a casa, la notte, camminavo e ridevo. Da qualche tempo a questa parte tutto magicamente si trasforma secondo i miei desideri. Stò per entrare alla Shell e da dietro vedo affrettarsi un guardiano che mi apre la porta, “prego”. Esito un attimo, adoro queste piccole attenzioni. Il guardiano continua e mi porge il cestino e mi apre il frigo. Io non riesco a trattenermi e rido. Uscita continuo nella mia camminata felice e da un taxi un ragazzo mi offre un passaggio. Rifiuto. Il taxi continua ad andare lento affiancandomi, il ragazzo mi porge il suo numero. Scoppio di nuovo a ridere. E pensare che fino a qualche giorno fa piangevo, chiusa in casa. Devo ripetermelo più spesso, Dakar è magica ma perché la magia si avveri bisogna scendere in strada, tra la gente. Ogni giorno qui è speciale, ogni giorno è diverso, ogni giorno può accadere qualcosa che ti potrà sorprendere. Fosse soltanto le conferme alle questioni che ci poniamo quotidianamente.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: djchi
Data di creazione: 02/04/2009
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

raffaellacanalwill_kein_engel_seindjchiandrea.degancassetta2bitsavageeverypippompt2003dsaasfasgdfgkama61Martina_MilitoCoulomb2003Cosmic_Baronstum_1valfer96
 

ULTIMI COMMENTI

Che meraviglia
Inviato da: cassetta2
il 18/01/2024 alle 20:54
 
salve, casualmente sono finita in questo blog. sarei molto...
Inviato da: stefania krilic
il 21/09/2019 alle 07:17
 
Cara Consy, vedi messaggio sotto.
Inviato da: djchi
il 11/09/2019 alle 13:08
 
Cara Elisa, molte storie hanno tratti comuni e non è facile...
Inviato da: djchi
il 11/09/2019 alle 13:07
 
Consy, mi spiace rispondere con tale ritardo ma non mi era...
Inviato da: djchi
il 11/09/2019 alle 13:05
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963