Esistono i vampiri?
Sebbene anche io sia molto attratto da questa figura,
è con un po’ dispiacere che rispondo alla fatidica domanda:
assolutamente no.
Ma andiamo a vedere cercando di capire il perché e cosa,
in tempi antichi poteva essere scambiato per un vampiro.
Si parte!
Il vampiro, inutile negarlo, durante l’ormai sua
ultracentenaria esistenza letterale, ha ispirato tutti i
campi dell’arte. Ha colpito ed ammagliato molti di
noi con il suo fascino romantico e solitario ma al tempo
stesso temibile e sanguinario.
Questo perché volenti o nolenti, il vampiro è comunque
parte della nostra cultura, ha creato ammiratori fanatici,
fan-club, ha permesso la creazione di un’apposita e
specifica ala di letteratura e di cinema, è in definitiva
uno dei più amati personaggi della cultura fantastica
occidentale e non.
Ma come per tutti i miti , confondere fantasia con
realtà diventa spesso una tappa obbligatoria,
questo perché si cerca di creare la leggenda,
la possibilità di mettere la sua esistenza in uno
status di discutibilità.
Il vampiro, che ha oltretutto creato un vero e
proprio life style per alcuni seguaci devoti
(ad esempio persone che modificano i propri canini, etc..),
non è solamente una leggenda, ma qualcosa
in cui credere ciecamente.
Ovviamente come quando il baccano si fa assordante,
ci sono state persone, e ci sono tuttora, che sostengono
di avere prove inoppugnabili e concrete dell’esistenza
dei vampiri nella storia e persino del mondo moderno.
Anche se queste prove non sono mai state rese pubbliche,
così come per molti altri campi del paranormale,
mi sento comunque di dire che vi è un fondo
di verità nell’esistenza del vampiro.
Capiamoci meglio;i vampiri, intesi come non-morti
ritornati dalla tomba, invincibili, se non per mezzo
di croci ed aglio e paletti piantati nel cuore,
che dormono in bare foderate di lusso e
seducono giovani pulzelle con un finto accento
creolo-europeo, sono e restano un’invenzione,
su questo nessun dubbio,ma cosa ha ispirato Bram Stoker
nello scrivere Dracula? Da dove è arrivato lo spunto?
La principale ispirazione dello scrittore irlandese
(tra l’altro in giovane età ricercatore medico) ,
è una rarissima malattia del sangue trasmessa
generalmente per cause ereditarie; la Porfiria.
Vedrete infatti delle sbalorditive connessione tra le
caratteristiche di questa malattia e le particolarità del vampiro.
Giusto per onor di cronaca, è corretto dire che tale malattia
è oggi quasi scomparsa e totalmente curabile.
L’ultimo censimento a riguardo contava 100.000 persone
affette in tutto il mondo.
E’ una sindrome clinica (o meglio gruppo di sindromi cliniche)
determinata da un alterato metabolismo delle porfirine.
È dovuta a mutazioni nei geni che regolano la biosintesi dell’eme,
gruppo prostetico dell’ emoglobina;
La Porfiria è suddivisa in diversi gruppi, associati a
disturbi di diversa intensità e caratteristiche sintomatologiche,
non che varianti di evoluzione del virus stesso nell’organismo ospite.
Ma vediamo in linea semplificata in cosa consiste
generalmente questa malattia.
Nella forma di Porfiria eritropoietica congenita o
Morbo di Gunther (CEP),i principali sintomi sono una
fortissima anemia (da qui il classico pallore dei vampiri) e
fotosensibilità alla luce del Sole. Questa è forse la peculiarità
più conosciuta delle debolezze del vampiro. Infatti,
proprio per come accadrebbe ad un nosferatu,
il malato di Porfiria deve evitare di esporre la
pelle direttamente al Sole, altrimenti la zona interessata
dall’esposizione diretta ai raggi UV si ustionerebbe
favorendo seguitamente lo sviluppo di bolle e cisti.
Altra insolita e bizzarra caratteristica di questa
malattia è l’eritrodonzia, disturbo che colora
letteralmente i denti di un colore fosforescente,
facendo così suggerire un’ allungamento
spropositato dei medesimi, addirittura visibili
in ambienti poco illuminati.
Tale fluorescenza è dovuta alle porfirine che si
depositano nel fosfato di calcio dei denti.
E non è finita.
Il malato di Porfiria non può assolutamente mangiare,
e nei casi più estremi nemmeno
toccare il comune aglio. Questo perché l’aglio,
contrariamente a quanto succede nelle persone sane,
nei malati di Porfiria esalta le tossine presenti nel
sangue e fa peggiorare notevolmente la malattia.
In altri casi meno frequenti, la Porfiria può causare anche
retrattilità della gengive ,che associata all’eritrodonzia
farebbe sembrare i denti un qualcosa di inumano,
rachitismo degli arti, in particolare delle mani
(aggravato tra l’altro dalla mancanza di contatto alla luce del Sole)
facendo così prendere alla mano umana una forma bestiale.
La mancata assimilazione di raggi UV inoltre,
potrebbe negli anni deformare leggermente un viso umano,
che già soggiogato da un pallore estremo e
dai sintomi sopra riportati,prenderebbe le sembianze di un
vero e proprio grugno demoniaco.
Un’altra forma di Porfiria ad esempio la
Porfiria Cutanea Tarda (PCT), seppur manifestando
la stessa comune fotosensibilità con conseguente
lesione cutanee al contatto diretto con il Sole,
incrementa la crescita di peluria all’altezza del viso,
in particolare degli zigomi. E’ ragionevole quindi
presumere che sia da questa particolarità che il
vampiro abbia in molte delle sue varianti una
folta peluria selvatica simile a quella di un lupo,
di un pipistrello o di una fiera.
Il sistema nervoso, dopo quello circolatorio,
è il secondo bersaglio di questa malattia.
Un malato di Porfiria infatti, può occasionalmente
avere forti disturbi neurologici seguiti da una forte paralisi
che lasciava il soggetto in uno stato di catalessi anche per giorni….
in alcuni casi simile alla morte.
Non sono rari nel passato i casi in cui un malato
di Porfiria si svegliasse durante l’estremo saluto mentre
era comodamente messo dentro ad una bara.
Ecco quindi un’altra spiegazione delle caratteristiche
abitudinarie del vampiro; la catalessi in
una bara seguita da un risveglio.
I famigliari dei malati di Porfiria, credendo di fare il bene
del proprio caro, lo invitavano insistentemente a bere
sangue bovino o suino per ovviare il pallore e
la malattia in generale.
Questo però, contrariamente a ciò che si sperava di ottenere,
non solo metteva in pericolo il malato esponendolo
ad altre malattie, ma scatenò l’azione della Chiesa
che inquisì tutti i malati di Porfiria perché associati
alle forze nefaste della Bibbia.
Questo appunto perché nella mentalità medievale,
vedere una persona mortalmente pallida evitare il Sole
(e quindi Dio), muoversi di notte con denti lucenti ed
un viso massacrato dalla malattia, magari cercando di andare
a racimolare dal sangue da bere, era la
perfetta incarnazione del Demonio..
La severità dell’Inquisizione Cattolica portò
Bram Stoker infatti a connettere l’odio
del vampiro verso la Croce e Dio.
L’associazione tra vampiri e animali selvatici inoltre,
potrebbe dare spiegazione anche ad un’altra delle
caratteristiche del vampiro, ovvero la sua
estrema forza fisica e il modus operandi nel creare i propri simili.
In passato l’uomo veniva molto più spesso a
contatto con animali come lupi, volpi,
orsi e pipistrelli di quanto non avvenga oggi.
Poteva facilmente succedere che questi animali,
mediante un morso o il semplice contatto con la saliva,
trasmettessero la volgarmente chiamata Rabbia,
che ricordiamoci può essere contratta anche dall’uomo..
L’associazione tra la Rabbia ed il vampiro è
perfetta quasi quanto la Porfiria.
Il vampiro, di fatto molto affine alla figura del lupo e
del pipistrello, crea appunto altri vampiri mordendo le sue
vittime e succhiandone il sangue (poppisma).
Vi è un’altra cosa da precisare sulla rabbia e
la sua connessione al vampiro.
La Rabbia , negli animali, si manifesta sotto due varianti diverse;
la Rabbia Furiosa e la Rabbia Muta.
Sebbene entrambe portino alla morte del soggetto
entro una settimana dalla manifestazione dei primi sintomi,
la Rabbia Furiosa si manifesta nel 70% circa dei soggetti.
Se la Rabbia Muta è manifestata con paralisi mascellare in primis,
e muscolare nel giro di 1-2 giorni,
la Rabbia Furiosa si manifesta con sintomi letteralmente opposti,
soprattutto negli animali.
Il soggetto che ha sviluppato questa variante del virus è iperattivo,
quindi non dorme favorendo così
un’innaturale “vagabondaggio” ,è inoltre
estremamente aggressivo e non solo attacca
qualsiasi essere vivente venga a contatto,
ma scaglia la propria pazzia anche contro oggetti inanimati.
Da dire inoltre che tale soggetto è propenso
ad una forte sovreccitabilità, ed infatti da qui vi è
la prorompente forza sessuale del vampiro letterario.
In alcuni soggetti è stata anche diagnosticata paura ed
intolleranza alla luce del Sole e anche l’eisoptrofobia,
che è il forte disagio nel vedere la propria immagine riflessa.
Quindi mi sembra ovvissima la connessione tra
il mondo fantascientifico e quello medico.
Infine, per concludere la mia ricerca dico
solamente che nessuna forza paranormale colpiva queste persone,
nessun demonio e certamente nessuna spiegazione
satanica v’era alla base di tutto.
Queste persone erano costrette a vivere in uno stato di isolamento,
braccate dalla Chiesa e dall’ignoranza dell’epoca.
Il primo romanzo che ha dato origine a tutto; Dracula,
altro mi sento di dire che non era che la manipolazione
di questa malattia, e come spesso accade per il paranormale,
un’ovvia manipolazione ed una diversa interpretazione della realtà.
Tengo infine a precisare che vi sarebbe
altro materiale a riguardo, molto più approfondito e
professionale,ma che non ho potuto riportare per
via dell’uso di un linguaggio prettamente medico e
quindi di non facile comprensione, ed anche per
una questione di spazio ed immediatezza.
Sono felice di lasciarvi comunque i link sottostanti per
approfondire la ricerca in modo più completo possibile.
Grazie per la lettura.
Ricerca ed articolo di Andrea Pellegrini
PER SAPERNE DI PIU:
www.amapo.it
www.malattiemetaboliche.it