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« Vampirismo ecco la proba...The vampire diaries3X01 »

Dietro al mito dei vampiri

Post n°88 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da francescamari30

Esistono i vampiri?
Sebbene anche io sia molto attratto da questa figura,

è con un po’ dispiacere che rispondo alla fatidica domanda:

assolutamente no.
Ma andiamo a vedere cercando di capire il perché e cosa,

in tempi antichi poteva essere scambiato per un vampiro.
Si parte!

Il vampiro, inutile negarlo, durante l’ormai sua

ultracentenaria esistenza letterale, ha ispirato tutti i

campi dell’arte. Ha colpito ed ammagliato molti di

noi con il suo fascino romantico e solitario ma al tempo

stesso temibile e sanguinario.
Questo perché volenti o nolenti, il vampiro è comunque

parte della nostra cultura, ha creato ammiratori fanatici,

fan-club, ha permesso la creazione di un’apposita e

specifica ala di letteratura e di cinema, è in definitiva

uno dei più amati personaggi della cultura fantastica

occidentale e non.
Ma come per tutti i miti , confondere fantasia con

realtà diventa spesso una tappa obbligatoria,

questo perché si cerca di creare la leggenda,

la possibilità di mettere la sua esistenza in uno

status di discutibilità.
Il vampiro, che ha oltretutto creato un vero e

proprio life style per alcuni seguaci devoti

(ad esempio persone che modificano i propri canini, etc..),

non è solamente una leggenda, ma qualcosa

in cui credere ciecamente.
Ovviamente come quando il baccano si fa assordante,

ci sono state persone, e ci sono tuttora, che sostengono

di avere prove inoppugnabili e concrete dell’esistenza

dei vampiri nella storia e persino del mondo moderno.
Anche se queste prove non sono mai state rese pubbliche,

così come per molti altri campi del paranormale,

mi sento comunque di dire che vi è un fondo

di verità nell’esistenza del vampiro.

Capiamoci meglio;i vampiri, intesi come non-morti

ritornati dalla tomba, invincibili, se non per mezzo

di croci ed aglio e paletti piantati nel cuore,

che dormono in bare foderate di lusso e

seducono giovani pulzelle con un finto accento

creolo-europeo, sono e restano un’invenzione,

su questo nessun dubbio,ma cosa ha ispirato Bram Stoker

nello scrivere Dracula? Da dove è arrivato lo spunto?

La principale ispirazione dello scrittore irlandese

(tra l’altro in giovane età ricercatore medico) ,

è una rarissima malattia del sangue trasmessa

generalmente per cause ereditarie; la Porfiria.
Vedrete infatti delle sbalorditive connessione tra le

caratteristiche di questa malattia e le particolarità del vampiro.

Giusto per onor di cronaca, è corretto dire che tale malattia

è oggi quasi scomparsa e totalmente curabile.

L’ultimo censimento a riguardo contava 100.000 persone

affette in tutto il mondo.
E’ una sindrome clinica (o meglio gruppo di sindromi cliniche)

determinata da un alterato metabolismo delle porfirine.

È dovuta a mutazioni nei geni che regolano la biosintesi dell’eme,

gruppo prostetico dell’ emoglobina;
La Porfiria è suddivisa in diversi gruppi, associati a

disturbi di diversa intensità e caratteristiche sintomatologiche,

non che varianti di evoluzione del virus stesso nell’organismo ospite.

Ma vediamo in linea semplificata in cosa consiste

generalmente questa malattia.
Nella forma di Porfiria eritropoietica congenita o

Morbo di Gunther (CEP),i principali sintomi sono una

fortissima anemia (da qui il classico pallore dei vampiri) e

fotosensibilità alla luce del Sole. Questa è forse la peculiarità

più conosciuta delle debolezze del vampiro. Infatti,

proprio per come accadrebbe ad un nosferatu,

il malato di Porfiria deve evitare di esporre la

pelle direttamente al Sole, altrimenti la zona interessata

dall’esposizione diretta ai raggi UV si ustionerebbe

favorendo seguitamente lo sviluppo di bolle e cisti.
Altra insolita e bizzarra caratteristica di questa

malattia è l’eritrodonzia, disturbo che colora

letteralmente i denti di un colore fosforescente,

facendo così suggerire un’ allungamento

spropositato dei medesimi, addirittura visibili

in ambienti poco illuminati.
Tale fluorescenza è dovuta alle porfirine che si

depositano nel fosfato di calcio dei denti.
E non è finita.
Il malato di Porfiria non può assolutamente mangiare,

e nei casi più estremi nemmeno

toccare il comune aglio. Questo perché l’aglio,

contrariamente a quanto succede nelle persone sane,

nei malati di Porfiria esalta le tossine presenti nel

sangue e fa peggiorare notevolmente la malattia.

In altri casi meno frequenti, la Porfiria può causare anche

retrattilità della gengive ,che associata all’eritrodonzia

farebbe sembrare i denti un qualcosa di inumano,

rachitismo degli arti, in particolare delle mani

(aggravato tra l’altro dalla mancanza di contatto alla luce del Sole)

facendo così prendere alla mano umana una forma bestiale.
La mancata assimilazione di raggi UV inoltre,

potrebbe negli anni deformare leggermente un viso umano,

che già soggiogato da un pallore estremo e

dai sintomi sopra riportati,prenderebbe le sembianze di un

vero e proprio grugno demoniaco.

Un’altra forma di Porfiria ad esempio la

Porfiria Cutanea Tarda (PCT), seppur manifestando

la stessa comune fotosensibilità con conseguente

lesione cutanee al contatto diretto con il Sole,

incrementa la crescita di peluria all’altezza del viso,

in particolare degli zigomi. E’ ragionevole quindi

presumere che sia da questa particolarità che il

vampiro abbia in molte delle sue varianti una

folta peluria selvatica simile a quella di un lupo,

di un pipistrello o di una fiera.

Il sistema nervoso, dopo quello circolatorio,

è il secondo bersaglio di questa malattia.
Un malato di Porfiria infatti, può occasionalmente

avere forti disturbi neurologici seguiti da una forte paralisi

che lasciava il soggetto in uno stato di catalessi anche per giorni….

in alcuni casi simile alla morte.
Non sono rari nel passato i casi in cui un malato

di Porfiria si svegliasse durante l’estremo saluto mentre

era comodamente messo dentro ad una bara.
Ecco quindi un’altra spiegazione delle caratteristiche

abitudinarie del vampiro; la catalessi in

una bara seguita da un risveglio.

I famigliari dei malati di Porfiria, credendo di fare il bene

del proprio caro, lo invitavano insistentemente a bere

sangue bovino o suino per ovviare il pallore e

la malattia in generale.
Questo però, contrariamente a ciò che si sperava di ottenere,

non solo metteva in pericolo il malato esponendolo

ad altre malattie, ma scatenò l’azione della Chiesa

che inquisì tutti i malati di Porfiria perché associati

alle forze nefaste della Bibbia.
Questo appunto perché nella mentalità medievale,

vedere una persona mortalmente pallida evitare il Sole

(e quindi Dio), muoversi di notte con denti lucenti ed

un viso massacrato dalla malattia, magari cercando di andare

a racimolare dal sangue da bere, era la

perfetta incarnazione del Demonio..
La severità dell’Inquisizione Cattolica portò

Bram Stoker infatti a connettere l’odio

del vampiro verso la Croce e Dio.

L’associazione tra vampiri e animali selvatici inoltre,

potrebbe dare spiegazione anche ad un’altra delle

caratteristiche del vampiro, ovvero la sua

estrema forza fisica e il modus operandi nel creare i propri simili.
In passato l’uomo veniva molto più spesso a

contatto con animali come lupi, volpi,

orsi e pipistrelli di quanto non avvenga oggi.
Poteva facilmente succedere che questi animali,

mediante un morso o il semplice contatto con la saliva,

trasmettessero la volgarmente chiamata Rabbia,

che ricordiamoci può essere contratta anche dall’uomo..
L’associazione tra la Rabbia ed il vampiro è

perfetta quasi quanto la Porfiria.
Il vampiro, di fatto molto affine alla figura del lupo e

del pipistrello, crea appunto altri vampiri mordendo le sue

vittime e succhiandone il sangue (poppisma).

Vi è un’altra cosa da precisare sulla rabbia e

la sua connessione al vampiro.
La Rabbia , negli animali, si manifesta sotto due varianti diverse;

la Rabbia Furiosa e la Rabbia Muta.
Sebbene entrambe portino alla morte del soggetto

entro una settimana dalla manifestazione dei primi sintomi,

la Rabbia Furiosa si manifesta nel 70% circa dei soggetti.
Se la Rabbia Muta è manifestata con paralisi mascellare in primis,

e muscolare nel giro di 1-2 giorni,

la Rabbia Furiosa si manifesta con sintomi letteralmente opposti,

soprattutto negli animali.
Il soggetto che ha sviluppato questa variante del virus è iperattivo,

quindi non dorme favorendo così

un’innaturale “vagabondaggio” ,è inoltre

estremamente aggressivo e non solo attacca

qualsiasi essere vivente venga a contatto,

ma scaglia la propria pazzia anche contro oggetti inanimati.
Da dire inoltre che tale soggetto è propenso

ad una forte sovreccitabilità, ed infatti da qui vi è

la prorompente forza sessuale del vampiro letterario.
In alcuni soggetti è stata anche diagnosticata paura ed

intolleranza alla luce del Sole e anche l’eisoptrofobia,

che è il forte disagio nel vedere la propria immagine riflessa.
Quindi mi sembra ovvissima la connessione tra

il mondo fantascientifico e quello medico.
Infine, per concludere la mia ricerca dico

solamente che nessuna forza paranormale colpiva queste persone,

nessun demonio e certamente nessuna spiegazione

satanica v’era alla base di tutto.
Queste persone erano costrette a vivere in uno stato di isolamento,

braccate dalla Chiesa e dall’ignoranza dell’epoca.
Il primo romanzo che ha dato origine a tutto; Dracula,

altro mi sento di dire che non era che la manipolazione

di questa malattia, e come spesso accade per il paranormale,

un’ovvia manipolazione ed una diversa interpretazione della realtà.

Tengo infine a precisare che vi sarebbe

altro materiale a riguardo, molto più approfondito e

professionale,ma che non ho potuto riportare per

via dell’uso di un linguaggio prettamente medico e

quindi di non facile comprensione, ed anche per

una questione di spazio ed immediatezza.
Sono felice di lasciarvi comunque i link sottostanti per

approfondire la ricerca in modo più completo possibile.
Grazie per la lettura.

Ricerca ed articolo di Andrea Pellegrini

PER SAPERNE DI PIU:
www.amapo.it
www.malattiemetaboliche.it

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