Creato da: infernox il 24/11/2011
ln tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.

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Putin zar riconfermato

Post n°130 pubblicato il 18 Marzo 2024 da infernox

Esattamente un anno fa, il 18 marzo 2023, la Corte di Giustizia Internazionale con sede all’Aia aveva emesso un mandato di cattura nei confronti di Vladimir Putin, accusato di tratta di bambini ucraini.    Oggi invece siamo a conoscenza dei risultati parziali delle elezioni presidenziali in Russia, concluse ieri 17 marzo.

L’affluenza e’ stata del 73%, cosa che qui in Italia noi ci sogniamo.    Le preferenze per Putin sono state pari all’88%, il che equivale ad un plebiscito.    Ci sono stati anche un certo numero di segnali di opposizione, specie quelli relativi alla richiesta della vedova di Navalny di andare a votare tutti alle ore 12 di domenica, che ha generato parecchie code in vari seggi.

In linea di massima, pero’, nonostante tutte le critiche che posso sentire alla TV e sui giornali sulla poca democraticita’ dell’elezione, e’ indubbio che Putin raccolga presso il popolo russo una conferma ed un appoggio consistenti e addirittura rafforzati dopo lo scoppio della guerra con l’Ucraina.  La Russia ha dimostrato di saper reagire concretamente alle reazioni occidentali alle sue mosse militari, e la gente crede ancora fermamente nel suo leader ormai piu’ che ventennale, che si appresta a diventare lo zar che ha governato per piu’ tempo la Russia dopo Stalin e Caterina la Grande.   Per il momento e’ stato confermato fino al 2030, quando avra’ 78 anni.  In teoria poi potrebbe essere rieletto per altri 6 anni.

In fondo questa elezione e’ la dimostrazione del fallimento della politica delle sanzioni, che invece di piegare l’economia russa non hanno fatto altro che rafforzarla, trasformandola in un’economia di guerra che fra l’altro ha pure generato un aumento del PIL russo maggiore di quello di molti paesi europei.    La guerra poi, al netto di qualche centinaio di migliaia di giovani russi che sono espatriati per evitare la leva, ha portato benefici sostanziosi ai reduci dal fronte, che potranno usufruire di un programma speciale di promozione sociale, occupando posizioni privilegiate nell’istruzione, nella pubblica amministrazione e nell’imprenditoria.

Queste misure hanno risolto lo shock della mobilitazione, ed altre misure di salvaguardia dei redditi, specie delle pensioni, e la grande richiesta di occupazione dovuta a tutti i posti di lavoro lasciati liberi da coloro che si sono recati al fronte hanno portato ad un maggior benessere che ha favorito il consenso verso il leader, che viene considerato ormai, dal popolo russo, l’unico che puo’ condurre il paese fuori dalla grave situazione in cui si trova.  In pratica per la gente russa non ci sono alternative, da cui il risultato delle elezioni.

 

 
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MES di fine anno

Post n°129 pubblicato il 22 Dicembre 2023 da infernox

Il 2023 si chiude in bellezza, direi.    Cioe’, in parole povere, sta andando tutto a ramengo.  Le due guerre iniziate una nel 2022 (Ucraina) ed una a ottobre scorso (Gaza) stanno continuando imperterrite a macinare vite umane.   Fino ad oggi non sono state individuate soluzioni adeguate per porre fine alle ostilita’ e permettere alle persone di vivere una vita meno infelice.

Fortunatamente, peraltro, le onde d’urto generate dalle guerre si sono per cosi’ dire stabilizzate e quindi la popolazione dei paesi non interessati direttamente dalla guerra sta risentendo sempre meno degli effetti negativi indotti.   L’inflazione si e’ ridotta in modo drastico.   Dal 10% di un anno fa si e’ ormai vicino al 2%, fatto che induce a considerare in modo positivo la manovra dei tassi d’interesse messa in atto dalle BCE a partire da inizio 2022.

Pero’ c’e’ un altro problema: i tassi d’interesse cosi’ alti potrebbero provocare scompensi ai paesi che hanno un forte debito pubblico (come l’Italia).   A tale scopo erano in corso trattative negli ultimi mesi per scongiurare crisi finanziarie dovute al ripristino del cosiddetto “Patto di Stabilita’” che era stato sospeso per la pandemia.   Durante quest’ultima la BCE aveva provveduto a sostenere i tassi d’interesse dei paesi fragili, costretti a fare ulteriore debito per sostenere le loro economie stressate dalle chiusure.

I vincoli imposti dal Patto erano saltati per il periodo 2020-2023, con l’accordo di tutti i paesi facenti parte dell’euro.     L’Italia era salita a deficit stratosferici, il 9% nel 2020, e l’8% nel 2021, ben oltre il limite massimo imposto dal Patto (3%).    

Ma nel 2024 bisognava ritornare nei binari del Patto, e per questo erano in corso discussioni da mesi e mesi.   Altro argomento collegato: l’approvazione del MES, o meglio la ratifica parlamentare delle modifiche al vecchio MES, che includono le tutele delle banche, a suo tempo firmato dal Governo Conte II (quello con il PD).

L’Italia chiedeva flessibilita’, cioe’ la possibilita’ di escludere dai vincoli del Patto le spese per investimenti, rendendo il Patto meno rigido, anche in termini di rientro dal debito (che in base alle regole del Patto dovrebbe essere del 60%, mentre il nostro viaggia intorno al 140%).   Alla fine della fiera un’intesa dell’ultimo minuto fra Francia e Germania ci e’ stata praticamente imposta obtorto collo.   Prendere o lasciare.   Il Governo ha deciso di aderire, piu’ che altro seguendo la strategia di “collaborazione” messa in atto dalla Meloni nei confronti dell’Europa e dei principali leader europei.

Riguardo al MES invece la nostra Giorgia ha preferito rimettere la questione al Parlamento.  Ed in questa sede la vecchia ostilita’ allo strumento di risoluzione delle crisi finanziarie europee e’ venuta fuori.   Sia FDI che la Lega, ed anche il M5S hanno votato contro.  La ratifica del MES e’ stata bocciata.  Grande scandalo da parte del PD e dei partiti europeisti.   Posizione defilata di Forza Italia, da sempre favorevole al MES (si sono astenuti).

Non e’ la fine del mondo.  Del MES si riparlera’ dopo le elezioni europee, che si terranno nella primavera del prossimo anno.

 
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Guerre

Post n°128 pubblicato il 24 Novembre 2023 da infernox

La guerra di Gaza dura da piu’ di un mese ed all’inizio Israele aveva esitato ad iniziare le operazioni di terra.     Dopo un mese ora la situazione e’ cambiata: l’IDF e’ penetrata nella Striscia ed l’ha spezzata in due tra nord e sud.   L’obiettivo dei militari e’ la scoperta dei covi, che per la maggior parte sono sotterranei.

 

Pero’ in tutto questo tempo non sono riusciti a scovare neanche un ostaggio, il che e’ tutto dire.   Parallelamente andava avanti una trattativa, sponsorizzata dal Qatar, per una tregua umanitaria con conseguente liberazione di ostaggi.   Oggi finalmente le operazioni belliche si sono interrotte e si sta procedendo allo scambio di ostaggi (50 israeliani contro 150 palestinesi).

 

Il mio parere e’ che nonostante la sua superiorita’ militare la guerra contro Hamas finora e’ stata persa da Israele.   I guerriglieri sono nascosti tra la popolazione.   Sono state fatte oltre 14.000 vittime civili e non nego che fra loro ci possano essere stati anche militanti, ma il danno d’immagine a livello mondiale e’ esorbitante.   E’ un fatto che Israele se ne frega abbastanza dell’opinione pubblica mondiale, ma la riprovazione ormai universale conta parecchio.

 

Verra’ il momento (Netanyahu ha parlato di circa due mesi) in cui Israele dovra’ interrompere questa guerra.   Probabilmente Hamas ci mettera’ anni per riorganizzarsi, ma non dubito che questo avverra’.   La quantita’ di civili morti alimentera’ di molto l’odio dei palestinesi contro gli ebrei, fornendo ulteriori militanti all’organizzazione.   Parecchio dipendera’ da come verra’ ristrutturata la gestione della Striscia dopo il ritiro degli israeliani.  Occorrera’ impedire che il flusso di denaro che servira’ alla ricostruzione venga gestito da Hamas, e questo non sara’ un problema da poco.

 

Fra l’altro l’organizzazione terroristica non esiste solo a Gaza, ma ha forti insediamenti in Cisgiordania, sempre mimetizzati, ed anche capi politici sparsi in Qatar, Libano ed Iran.   Per esempio e’ stato stipulato un accordo parallelo tra Hamas ed Iran, che ha permesso, grazie alla mediazione di quest’ultimo, la liberazione contestuale, senza condizioni, di una trentina di ostaggi Thailandesi, catturati da Hamas nei kibbutz, dove lavoravano per conto degli israeliani.

 

Se riescono a stipulare tali accordi, nonostante la pressione militare dentro Gaza, che non permette spostamenti, si puo’ facilmente capire che sono ben ramificati dappertutto.  E questo spiega la differenza fra questa guerra e quella contestuale in corso in Ucraina, dove il fronte delimita molto nettamente le due fazioni contrapposte.  A Gaza c’e’ miscuglio, la guerra si svolge dentro un’ambiente fluido, dove i militanti si muovono come pesci nell’acqua.

 

L’altro ieri Putin e’ intervenuto ad un G20, per la prima volta dopo l’inizio della guerra, ed ha sollecitato un punto d’incontro per chiudere la partita.   Dopo 20 mesi di guerra forse sarebbe il caso, ma le posizioni dei due contendenti sono distanti.  Anche in questo teatro il problema e’ il dopo, come si riuscira’ ad organizzare il dopoguerra.  Ritornare dalla frittata alle uova originarie.

 
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Silvio e' morto

Post n°127 pubblicato il 12 Giugno 2023 da infernox

Purtroppo stamattina e’ morto Silvio Berlusconi.  Era ritornato al San Raffaele per dei controlli che in un primo tempo erano stati spacciati per “programmati” ma probabilmente gia’ le cose stavano andando verso il peggio.      Oggi mentre guardavo il cellulare ho visto un flash sul Corriere che dava il Cav in fin di vita, poco dopo alla TV hanno fatto un collegamento straordinario con un inviato davanti all’ospedale che in diretta ha confermato l’appena avvenuta notizia.

            Ovvio che questo fatto e’ un forte colpo alla stabilita’ del Governo.   La Meloni mi e’ sembrata finora molto abile a gestire le varie faccende, di cui ho gia’ parlato in precedenza, anche se gia’ si sono verificate le prime crisi, soprattutto in tema di immigrazione e di PNRR.   Per fortuna l’economia sta andando bene, anche se abbiamo visto i primi cedimenti nella produzione industriale che e’ caduta ad aprile del 2,7%.

            L’assenza del Cav puo’ introdurre fattori di debolezza, anche se fortunatamente non ci sono elezioni fino al giugno 2024, con le Europee.     Che faranno gli elettori di Forza Italia?   Io, che sono fra questi, sono disorientato.  Chi dovrei votare dopo la morte di Berlusconi?  Continuare a votare un partito che era formato a sua immagine e somiglianza, e che senza di lui sembra un fantasma senza forma?   Chi prendera’ le redini del partito?   Tajani?  

            I leader in Italia al momento attuale sono da una parte Meloni e Salvini, dall’altra Schlein e Conte.    Tajani puo’ stare alla pari?  Mah, ho dei dubbi.   Quei quattro si sono guadagnati la leadership combattendo sul campo, mentre Tajani e’ una specie di funzionario burocrate che eredita una posizione solo per caso.

            In ogni caso la figura del Cav era gigantesca rispetto agli altri, ha determinato la politica italiana dal 1994 in poi, almeno fino al 2011, ed e’ stato condizionante anche dopo, nonostante i giudici fossero riusciti dopo lunghi ed estenuanti tentativi ad affossarlo politicamente nel 2014.

           

 
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La "grana" PNRR

Post n°126 pubblicato il 04 Giugno 2023 da infernox

            Secondo me la grana maggiore che sta attraversando il cammino del nuovo Governo di destra-centro e’ il  PNRR, il Piano di Ripresa e Resilienza, che sta condizionando in modo notevole la nostra economia di questi tempi.   In un certo senso questo piano e’ paragonabile al ben piu’ famoso Piano Marshall, messo in atto dagli USA dopo la guerra per ristabilire le economie dei paesi europei, fra cui la nostra.   Ho calcolato che le somme a fondo perduto corrispondono a circa due volte quelle a suo tempo previste dal Piano Marshall (circa 70 miliardi di euro contro 1,2 miliardi di dollari a valuta 1950).

            Il finanziamento era stato ottenuto a suo tempo da Conte (ai tempi della pandemia) e poi predisposto da Draghi ed approvato dalla UE a maggio-giugno 2021.  Finora pero’ la maggior parte degli interventi si era trovata nella fase di progetto.   Adesso bisogna passare alla “execution”, e le difficolta’ sono piuttosto aumentate.   Tant’e’ vero che qualche tempo fa il Ministro Fitto, designato dalla Meloni per l’attuazione del Piano, ha dichiarato che “forse non tutti i finanziamenti potranno essere spesi nelle date previste”.

            In realta’ fin quando c’e’ stato Draghi gli obiettivi dei vari progetti erano stati raggiunti ad un livello macro.   Diciamo che si erano realizzate le premesse, che avevano dato all’UE l’occasione per svincolare un certo quantitativo di fondi (intorno ai 60 miliardi complessivi).   La percentuale di completamento delle riforme e dei progetti era piuttosto bassa al momento del passaggio delle consegne.    Non solo, da quando il Governo Meloni e’ entrato in vigore, le percentuali sono andate peggiorando.

            In base ai dati del sito OpenPolis, al momento attuale, per quanto riguarda le riforme siamo al 67,74% (invece di 78%), e per quanto riguarda gli investimenti siamo al 28,1% (invece di 43,76%).     Riporto uno schema essenziale della struttura del PNRR:

Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo.

Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica.

Missione 3: Infrastrutture per una mobilità sostenibile.

Missione 4: Istruzione e ricerca.

Missione 5: Coesione e inclusione.

Missione 6: Salute

            Al momento il Governo sta cercando di svincolare l’attuazione del piano dai controlli “concomitanti” previsti dalla Corte dei Conti, che rischiano di rallentare ulteriormente i tempi di esecuzione.    Non nego che, a parte gli starnazzamenti dei soliti sinistrorsi, l’effettuazione degli interventi e’ una grossissima zeppa tra i piedi del Governo, che sicuramente su qualche aspetto del piano fara’ flop.    Insieme alla guerra in Ucraina, su cui pero’ la Meloni finora si e’ destreggiata con qualche successo, questo affare sara’ la principale leva su cui premera’ l’opposizione per ribaltare il probabile successo alle elezioni europee del 2024.

 

 

 
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