DondolandoUnEmozione
Non c'è mai un tempo per descriversi...ma c'è sempre un tempo per conoscersi!
Non ti chiedo maggior luce o Signore,
ma degli occhi che vedano chiaramente
Non maggiore armonia, ma un orecchio
che d'ora innanzi ascolti meglio la melodia
Non maggior potere, ma la facoltà d'adoperare
la forza latente in ognuno di noi
Neppure maggior amore, ma il dono di mutare
in carezza un semplice mutamento d'umore
Non maggior gioia, ma di poter meglio sentire
l'aiuto e la dolcezza della Tua presenza
Per dare al mio prossimo ciò che posseggo
di coraggio e di pazienza
Non ti chiedo altri doni, O mio Dio,
ma il solo senso di ben sapere utilizzare per il meglio
i preziosi doni di cui volesti provvedermi
Accordami di vincere la paura, e di conoscere
per mezzo Tuo tutte le sante gioie
Quella di essere l'amico che vorrei essere
di parlare in verità secondo la mia via
di amare gli esseri puri, di cercare la bontà
di spingere con energia ogni anima ad elevarsi
verso la libera armonia, la radiosa libertà.
Post n°49 pubblicato il 06 Aprile 2008 da Dolcetetide
LA SILLA... In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote di recarsi a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era molto malato. Quando il sacerdote arrivò nella povera casa, trovò l’uomo nel suo letto con il capo sollevato da due cuscini. C’era una sedia (in spagnolo “silla”) a lato del letto, e il sacerdote pensò che fosse stata messa lì per la sua visita. - Suppongo che mi stesse aspettando - gli disse. - No, chi è lei? - disse l’uomo malato. - Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato perché pregasse con lei; quando sono entrato ho notato la sedia vuota a lato del suo letto, e ho pensato che fosse stata messa qui per me. - - Ah, la Sedia. - disse l’altro. E poi: - Le dispiace chiudere la porta? - Il sacerdote, sorpreso, chiuse la porta. L’uomo malato gli disse: - Questo non l’ho mai detto a nessuno, però ho trascorso tutta la mia vita senza sapere come pregare. Quando andavo in chiesa ascoltavo sempre quanto mi veniva detto circa la necessità della preghiera, come si deve pregare ed i benefici che porta... ...però tutte queste cose, non so perché, mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall’altro. Insomma, non avevo idea di come fare. Infine, molto tempo fa smisi completamente di pregare. Ho continuato così fino a circa quattro anni fa, poi un giorno ne parlai con il mio migliore amico e lui mi disse: - Giuseppe, la preghiera è semplicemente avere una conversazione con Gesù. Ti suggerisco di fare così: Siedi su una sedia e colloca un’altra sedia vuota davanti a te, quindi con fede guarda Gesù seduto davanti a te. Non è una stupidata farlo, perché Lui stesso ci ha detto: “Io sarò sempre con voi” Quindi parlagli ed ascoltalo allo stesso modo in cui lo stai facendo con me ora.- - Ho provato una volta, poi altre volte, e mi è piaciuto talmente che da allora lo faccio almeno un paio d’ore al giorno. Presto sempre molta attenzione a non farmi vedere da mia figlia... altrimenti mi internerebbe subito in un manicomio. - Il sacerdote a questo racconto provò una grande emozione e disse a Giuseppe che ciò che faceva era molto buono, e lo consigliò di non smettere mai. Quindi pregò con lui, gli impartì la benedizione e tornò alla chiesa. Due giorni dopo, la figlia di Giuseppe lo chiamò per dirgli che suo padre era morto. Il sacerdote le chiese: - È morto in pace? - - Sì. Quando lei uscì di casa, alle due del pomeriggio, mi chiamò. Andai da lui e lo vidi nel suo letto. Mi disse che mi amava molto e mi dette un bacio. Uscii per delle commissioni, e quando ritornai un’ora dopo lo trovai morto. C’è però qualcosa di strano: poco prima di morire deve essersi alzato e avvicinato alla sedia che era accanto al letto, infatti l’ho ritrovato con la testa appoggiata su di essa. Lei cosa ne pensa?- Il sacerdote, profondamente commosso, si asciugò le lacrime dell’emozione e rispose: - Magari tutti noi potessimo andarcene in questo modo! – E noi dedichiamo durante il giorno del tempo in preghiera con Gesù? |
Post n°48 pubblicato il 02 Aprile 2008 da Dolcetetide
Poche ore fa nel 2005 tornava alla casa del Padre Papa Karol Wojtyla, un grand’uomo che con il suo instancabile spirito missionario ha incontrato il popolo di Dio, promuovendo il dialogo con i rappresentati di tutte le religioni senza alcuna distinzione; colui che ha dato un impulso straordinario al suo lungo papato guidando la Chiesa al nuovo millennio e mostrando ai fedeli il cammino del tempo futuro; colui che appena eletto Papa si affacciò al balcone e per parlare al suo popolo improvvisò un discorso in italiano esordendo con una frase destinata a rimanere nella storia “ Se mi sbaglio mi corriggerete”; ma soprattutto lui era il Papa dei giovani, li amava e lo amavano e voglio ricordarlo proprio con le dolci parole usate nel rispondere ad una loro domanda, “ Cosa significa, per noi giovani, amare? ” “Ho voluto confrontare queste domande con le altre, più articolate, dove ho trovato il vostro turbamento per l’edonismo esasperato, la pornografia dilagante, la mentalità permissivistica che portano fatalmente a dimenticare valori più alti e indispensabili… Ebbene, sono d’accordo con voi: amare autenticamente, da cristiani, significa oggi tante volte andare contro corrente, essere uomini schietti che dicono male al male, bene al bene e con coraggio scelgono contro la maniera comune di far equivalere amore a sesso, validità a successo, autenticità al look o apparenza.[…] Amare da cristiani è questo miracolo: fare perno su Dio attraverso la persona di Cristo e donarsi agli altri in atteggiamento di disponibilità, di accoglienza, di aiuto. Entro quest’area le vocazioni al matrimonio, come alla vita consacrata, saranno vocazioni all’amore. Amando sul serio, acquisirete l’intelligenza e la cultura dell’amore, la correttezza nel vedere le esigenze e la concretezza del donarsi. Vi confesso con semplicità che provo vero turbamento per il futuro del mondo quando noto generazioni giovani incapaci di amare veramente o che riducono il loro donarsi allo scambio di gratificazione fra eguali, incapaci di vedere nella sessualità una chiamata, un invito ad un amore più alto e universale.” Grazie Padre Santo! Grazie Karol! |
Post n°47 pubblicato il 02 Aprile 2008 da Dolcetetide
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Post n°46 pubblicato il 31 Marzo 2008 da Dolcetetide
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Post n°45 pubblicato il 26 Marzo 2008 da Dolcetetide
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Sesso: F Età: 40 Prov: NA |
AVVISO
AREA PERSONALE
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
(P. Neruda)
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I MIEI BLOG AMICI
Magia Della Vita
In un campo ho veduto una ghianda:
sembrava così morta, inutile.
E in primavera ho visto quella ghianda
mettere radici e innalzarsi,
giovane quercia verso il sole.
Un miracolo, potresti dire:
eppure questo miracolo si produce
mille migliaia di volte
nel sonno di ogni autunno
e nella passione di ogni primavera.
Perchè non dovrebbe prodursi
nel cuore dell'uomo?
Kahil Gibran
Un Sorriso E' Un Volo Di Felicità Dall'anima Di Chi Lo Dona Al Cuore Di Chi Lo Riceve...Un Sorriso per Te
Ogni Cosa Piccola o Grande Che Sia, Che Passa Nella Nostra Vita, è Unica! Lascia Sempre Un Po' Di Se e Prende Un Po' Di Noi...Grazie Per Aver Incrociato il Mio Cammino...
Non Lacsiatevi Scoraggiare Da Coloro Che Delusi Dalla Vita, Sono Diventati Sordi Ai Desideri Più Profondi e Autentici Del Loro Cuore
(Giovanni Paolo II)
Inviato da: emmanuele2003_m
il 20/12/2010 alle 22:42
Inviato da: Dolcetetide
il 01/12/2010 alle 19:44
Inviato da: Cindyli
il 25/11/2010 alle 18:26
Inviato da: Dolcetetide
il 03/10/2010 alle 23:21
Inviato da: Cindyli
il 03/10/2010 alle 16:43