EXHAUSTION
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Post N° 235
E non essendo ancora completamente esaurita (mi dispiace per voi) eccomi a parlare di un libro.
Non mi ricordo neanche dove ne ho sentito parlare, ma ho deciso di cercarlo e di comprarlo…Pensavo fosse più semplice. E invece ho girato mille librerie, era praticamente introvabile, e la mia copia era vecchia e polverosa (come si “confà” ad un libro….).
Si tratta di un libro di 112 pagine di George Perec, si chiama “L’infra-ordinario”, edito in Italia da Bollati Boringhieri.
Scrive Perec:
“I giornali parlano di tutto, tranne che del giornaliero.
I giornali mi annoiano, non mi insegnano niente; quello che raccontano non mi riguarda, non mi interroga né tanto meno risponde alle domande che mi pongo o che vorrei porre.
Quello che succede veramente, quello che viviamo, il resto, tutto il resto, dov'è? Quello che succede ogni giorno e che si ripete ogni giorno, il banale, il quotidiano, l'evidente, il comune, l'ordinario, l'infra-ordinario, il rumore di fondo, l'abituale, in che modo renderne conto, in che modo interrogarlo, in che modo descriverlo?(...)
Forse si tratta di fondare finalmente la nostra propria antropologia: quella che parlerà di noi, che andrà cercando dentro di noi quello che abbiamo rubato così a lungo agli altri. Non più l'esotico ma l'endotico”
Scrivevo io il 27 febbraio 2004 (…ero ancora un po’ felice? Chissà…):
“E' una raccolta di quotidianità. E allora, ci si potrebbe chiedere, dov'è la particolarità? La particolarità è proprio in questo. Non è niente di straordinario, solo alcuni ''spezzoni'' della vita dell'autore, probabilmente identici alla vita di tutti noi.
Quante volte abbiamo pensato al piccolo droghiere che c'era prima al posto del supermercato sotto casa? Quanta vita ci è passata sotto gli occhi? Quante cartoline abbiamo spedito e quante ne abbiamo ricevute? Quanto piacere ci ha fatto sapere che i nostri cari si stavano divertendo su qualche spiaggia tropicale o in un castello in Scozia? E quante volte abbiamo voluto comunicare quallo che ci passava per la testa e per il cuore quell'estate che il sole non ne voleva proprio sapere?
Ecco, questa è la nostra vita, fatta di piccoli momenti, di piccoli punti, il cui insieme rende infinita la retta della nostra stessa vita...
E non è straordinario?”
Grazie e arrivederci.
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