I am the captain...

[ E la terra continua a tremare ]

Ancora scosse. Troppe scosse. E troppo forti.

Quella di stamattina mi ha quasi buttata giù dal letto.
Gli scacciapensieri si sono messi a suonare. Il letto ondeggiava.
E ce n'è stata una anche poco fa, subito dopo pranzo.

Speriamo smetta...

Un abbraccio virtuale a tutti quelli che abitano nelle zone colpite dal sisma.

.Es.

[ E ora basta, si volta pagina ]

Ripenso al giorno della mia laurea. Ci penso spesso, in realtà. Forse perché devo ancora metabolizzare il tutto. Come mio solito, mi ritrovo immersa in un marasma di emozioni contrastanti, che fanno a cazzotti tra loro. Black and white.

Mi rivedo là, davanti alla commissione. Palesemente nervosa, agitata. Continuo a muovere su e giù i miei braccialetti. Ho le gambe che mi tremano e la voce che si spezza. Mi manca il fiato, tanto che ad un certo punto sono costretta a fermarmi per respirare. Il discorso non è venuto per niente come me l'ero immaginata nella mia mente. Sono stata approssimativa e ho parlato quasi esclusivamente di ciò che alla fine era meno interessante. Meno di 10 minuti e li ho usati malissimo. Ho fatto una pessima figura di fronte alla commissione, alla mia famiglia, a tutti quegli estranei. Quello che mi dà ancora fastidio, però, è il fatto che mio padre ha ripreso tutto. Mentre io vorrei solo dimenticare.

Per fortuna, evidentemente, la discussione della tesi di laurea è una pura e semplice formalità. I professori ti ascoltano appena, ma la realtà è che il voto è già stato deciso. E' sicuramente così. Lo dimostra il fatto che, nonostante la mia pessima presentazione, ho preso il massimo dei punti per la mia tesi. Il massimo. Ancora non ci credo. Avrei voluto saltare per la gioia e abbracciare la mia relatrice, ma mi sono dovuta contenere e accontentare della canonica stretta di mano. Il massimo. Non mi sono mai considerata una da "il massimo dei punti". Forse perché ho sempre preso 27 o 28 negli esami. Voti alti, ma mancava sempre qualcosa per raggiungere la perfezione. Non ho mai capito cosa mancasse. Per questo mi ero rassegnata.

.Es.

[ 7 giorni ]

La mia prima settimana da disoccupata.

Non è stata esaltante come mi sarei aspettata.
In realtà, non è stato niente. Niente entusiasmo, niente euforia, niente panico, niente senso di vuoto. Niente. Solo tanta noia, un po' di apatia e zero voglia di fare qualsiasi cosa.
E' normale? Non lo so. Ma spero sia solo un momento, dovuto ai cambiamenti imminenti, al non essere più una studentessa, a questo tempo bizzarro, che un giorno esci in maglietta perché ci sono 30 gradi all'ombra e quello seguente devi quasi ritirare fuori il piumino, perché di gradi ce ne sono solo 7...

Avrei tante cose da scrivere. Tanti pensieri da buttar giù.
Non so perché non lo faccio. Quasi ogni giorno apro il blog, porto il cursore sulla scritta "Login" e poi mi blocco. A parte ora, ovvio. Incredibilmente sono entrata.

Da quando ho cambiato la mia immagine del profilo, ho ricevuto un sacco di richieste di amicizia e fin troppi messaggi in messaggeria. Dio, detesto questi messaggi. La maggior parte nemmeno li leggo. Così hanno il solo scopo di farmi perdere del tempo per selezionarli e cancellarli. E' frustrante. Ma anche se scrivessi a caratteri cubitali sul mio profilo un bel "NON SCRIVETEMI, NON CERCO AMICIZIE NE' TANTOMENO ALTRO" non servirebbe a nulla. L'avevo fatto con il mio vecchio account e ogni giorno c'era sempre qualcuno che sentiva la necessità di scrivermi, dimostrando che nemmeno mi legge (figuriamoci dare un'occhiata al mio blog!). Quindi perché mai io dovrei fare lo sforzo di leggere lui/loro/essi?

Ecco, in una cosa mi sento cambiata, da una settimana a questa parte.
Mi sento un po' più stron*a.
O forse sono solo un po' meno ingenua. Un po' più sicura. Un po' meno fragile. Un po' più schietta. Solo un po'.

Prima o poi tornerò davvero.
Tornerò a scrivere i miei pensieri, nel momento in cui si formano, senza far passare settimane.
Ma per ora mi godo ancora un po' questo silenzio.

.Es.

[ Inizio ]

"Siamo qui riuniti, principessa, per rendere il giusto omaggio alla forza, il coraggio e la determinazione che hai dimostrato nella tua ricerca della verità. [...]
Ti sei fatta strada nel mare in tempesta, nella sabbia profonda, inerpicandoti sui ripidi pendii delle montagne e attraversando la nebbia più fitta. Sei scivolata e slittata, hai inciampato e sei caduta, rialzandoti e riprendendo ogni volta il cammino. Hai sopportato tutto ciò, e anche altro, pur di raggiungere la verità che ti avrebbe fatta guarire, portandoti la pace e l'amore che desideri disperatamente."

[...]

"Una volta mi hai spiegato che la mia favola avrebbe potuto realizzarsi, ma sarebbe stata diversa da come me l'immaginavo. Comincio a capire cosa intendevi..."

"Questo è un piccolo dono che ti ricorderà la tua nuova favola!".
Stringendosi il carillon al petto la giovane donna esclamò:
"Lo adoro! Lo suonerò in continuazione, e ogni volta mi rammenterà che io sono intera, e che l'amore nel mio cuore crea l'amore nella mia vita, e che ogni cosa sarà come deve essere, quando sarà giusto che sia, perché avviene quando deve avvenire, secondo i suoi tempi!".

[...]

Con un sorriso sulle labbra, una nuova elasticità nel passo e una canzone nel cuore, la principessa si avviò nello splendido tramonto rischiarato da una sinfonia di colori.

Inizio

M. G. Powers - La principessa che credeva nelle favole

[ Un mattone alla volta ]

Mancano meno di 3 giorni ormai.

Come mi sento? Non lo so bene nemmeno io.
A volte mi sale l'ansia, ma più che altro per via del discorso che dovrò fare davanti a tutti. E, a dir la verità, ancora non me lo sono preparato. Probabilmente, conoscendomi, me lo ripeterò migliaia di volte la notte prima (tanto quasi sicuramente quella notte non riuscirò a dormire), a ritmo del mio cuore martellante.

Saranno 10 minuti lunghissimi e interminabili.
Come pure l'attesa del mio turno (quarta, su sei, nonostante il mio cognome inizi per C e seguano l'ordine alfabetico).

A parte questo...che dire?

Ieri e oggi sono due giornate un po' strane.
Quando ci sono dei cambiamenti importanti all'orizzonte, accade spesso che ci siano tensioni, che si trovino degli scheletri nell'armadio, che tutto ciò che abbiamo lasciato in un angolo a prendere la polvere, dimenticandoci quasi della sua esistenza, torni fuori, all'improvviso. Non accade così quando si fa un trasloco? Magicamente riappaiono cose di cui avevamo perso la memoria. Impolverate e ingiallite dal tempo. E, come ogni volta che si fa un trasloco, si devono prendere alcune decisioni: cosa porto con me? cosa butto via?

Io, come già ho scritto qualche giorno fa, ho le idee ben chiare.

Ora vediamo come va.
Ho smesso di fare previsioni sul futuro, o farmi determinate aspettative.
Vivo la vita come viene, prendo quello che c'è e vado a cercare ciò che mi manca.

Un mattone alla volta...voglio costruire un castello.
Il mio castello.
Il nostro castello.

.Es.