Creato da CUIB_QUADRATUM il 13/03/2008

CUIB QUADRATUM

Un laboratorio di Idee ma sopratutto di Azione. Per questo il nostro simbolo: l'Ascia Bipenne. Le due scuri, la forza spirituale e quella fisica, devono essere presenti in egual misura; per fare l'Uomo completo. Filosofo e guerriero allo stesso tempo. Studioso e ribelle............PER RESTARE 100 ANNI TRA I PALAZZI NUOVI E VECCHI, PER RESTARE 100 ANNI SORPASSANDO I GOVERNI!

 

 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 28 Maggio 2008 da CUIB_QUADRATUM

 
 
 

Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 28 Maggio 2008 da CUIB_QUADRATUM

 
 
 

Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 28 Maggio 2008 da CUIB_QUADRATUM

 
 
 

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Post n°9 pubblicato il 28 Maggio 2008 da CUIB_QUADRATUM
Foto di CUIB_QUADRATUM





5 di Forza Nuova si sono difesi
dall'assalto di 50 autonomi. L'Università non è uno spazio libero ma una
base operativa della sinistra radicale. E Alemanno lo sa bene.


Quello che è successo oggi alla Sapienza è di gravità inaudita. Quello che
dovrebbe essere uno spazio libero, un luogo di Cultura, di rispetto, di
tolleranza, di confronto e scambio d'idee, si è -invece- dimostrato un
'fortino', una base operativa degli ultimi residui dell'autonomia stile '77,
una zona ove non possono circolare idee politiche sgradite alla minoranza di
studenti 'perenni' che con la minaccia, l'intolleranza, la violenza
garantiscono a se stessi e ai loro 'padrini e protettori' politici assoluta
padronanza del territorio. Gli stessi che avevano impedito la visita del
Papa per l'inaugurazione dell'anno accademico sono anche oggi i protagonisti
di una vera e propria caccia all'uomo - in numero soverchiante - contro dei
giovani dalle diverse idee politiche. L'arroganza e l'impunità assoluta dei
vari collettivi, centri sociali non è affare della sola Universià di Roma,
ma tradizione consolidata in tantissimi Atenei italiani. Con l'abuso
costante di ogni regola e l'occupazione manu militari d'ogni spazio, aula,
corridoio i guerriglieri figli di papà rendono l'Università molto simile ad
un centro sociale occupato più che ad una fucina del sapere. Paolo
Caratossidis, coordinatore nazionale di Forza Nuova, denuncia:" La mia
solidarietà va incondizionata a quei giovani che sono stati vigliaccamente
aggrediti dalla solita teppa arrogante che si crede portatrice esclusiva
dell'intero pensiero popolare. Tutti gli studenti conoscono questa
situazione: pochi balordi ben coccolati da alcuni professori sessantottini
fanno il bello e cattivo tempo all'Università. Lo studente dissidente ha due
possibilità: o sparire dalla circolazione o difendersi. E' poi di
inaccettabile gravità il fatto che alla Sapienza a Roma oltre al Papa anche
Forza Nuova non abbia - secondo alcuni - diritto di esprimersi. Sarebbe
questa la libertà garantita a tutti?"


e prosegue "*La sinistra sta gravemente strumentalizzando l'accaduto, le
vere vittime morali siamo noi a cui ancora una volta si è voluto negare il
diritto di parola. Alla Sapienza la cultura è mono cromatica. I collettivi
di sinistra si sono dimostrati, ancora una volta, antidemocratici, hanno
provocato assurde tensioni per poi scaricare sui nostri ragazzi le
responsabilità dell'intero accaduto. L'abbiamo sempre detto e lo
ribadiamo: siamo contrari alla violenza, ma è inammissibile che dobbiamo
sempre essere noi il capro espiatorio dell'intolleranza altrui. Non
accettiamo lezioni da chi, come i ragazzi di sinistra, decide
arbitrariamente chi può esprimere le proprie idee e chi deve tacere sempre e
comunque. La responsabilità dell'accaduto va quindi ricercata da un lato
nell'arroganza smisurata dei collettivi, dall'altro nell'accondiscendenza
unidirezionale delle istituzioni universitarie. Ricordo comunque che chi
oltraggerà il nome di Forza Nuova verrà querelato.


IL CUIB QUADRATUM ESPRIME LA PIU' TOTALE E INCONDIZIONATA SOLIDARIETA' AI CAMERATI COLPITI DAL CANCRO ANTIFASCISTA E DALLA METASTASI GIORNALISTICA!

 
 
 

Post n°5 pubblicato il 23 Maggio 2008 da CUIB_QUADRATUM

Zingari tentano di rubare un altro bambino,
di Elsa Franscini

A 10 giorni dal fallito ratto di Napoli, nuovo episodio a Catania.
Donna aggredita nel parcheggio del supermercato da rom che cercano di
strapparle la figlia. Arrestati con le accuse di sequestro di persona,
sottrazione di minore e violenza privata

San Giuseppe La Rena (Italia) – Ormai è uno stillicidio: un altro
tentativo di rapimento di un bambino è accaduto in Italia, in provincia
di Catania. Il fatto è avvenuto nella giornata di giovedì, ma la
questura ha mantenuto sino ad oggi il massimo riserbo, per verificare
la piena attendibilità di una notizia di alto impatto sociale. Alla
fine poliziotti e magistrati, esaminate circostanze e testimonianze,
hanno dovuto riconoscere che il tentativo di rapimento di un bimbo,
l’ennesimo da parte di zingari, c’è stato davvero.

PRETESTO DELL'ELEMOSINA. Ed è con l’imputazione di sequestro di persona
che due rom sono stati arrestati. Sono accusati del tentativo di
rapimento di una bambina di tre anni nel centro commerciale Auchan di
San Giuseppe La Rena, provincia di Catania. La piccina era con la
mamma, intenta a fare la spesa. A un certo punto, si è avvicinata una
zingara che ha gettato uno sguardo sulla bambina col pretesto di
chiedere l’elemosina. La madre, anche cortesemente, si è rammaricata di
non avere spiccioli e la zingara si è allontanata.

AGGREDITA NEL PARCHEGGIO. Poco dopo la donna è uscita dal centro
commerciale e si è diretta al parcheggio. Qui, mentre stava caricando
la spesa nella sua vettura, è stata aggredita dalla zingara di prima e
da un uomo, un altro rom accorso a darle man forte. I due nomadi hanno
cercato di strapparle la bambina evidentemente allo scopo di caricarla
su una vettura parcheggiata nei dintorni. La veemente reazione della
madre e le urla della piccina hanno indotto i rapitori a desistere dal
rapimento, allontanandosi in fretta.

PRESI DALLE VOLANTI. La donna, però, che è moglie di un ispettore di
polizia, ha chiamato il marito col cellulare e, nel giro di pochi
attimi, sul luogo sono piombate le volanti del commissariato San
Cristoforo che hanno intercettato i due zingari. I due nomadi sono
stati tratti in arresto con le pesanti accuse di violenza privata,
sottrazione di minore e tentato sequestro di persona.

(www.ilpadano.com del 20 maggio 2008)



La commissione Ue condanna la violenza contro i rom: "Tutti i comunitari hanno gli stessi diritti"

"La Commissione europea respinge ogni assimilazione dei rom ai
criminali, e gli Stati membri si mostrino come esempio di lotta al
razzismo e alla xenofobia punendo i responsabili degli attacchi a
queste comunità".

Lo ha detto il Commissario europeo agli Affari Sociali Vladimir Spidla
aprendo il dibattito straordinario dell'Europarlamento sulla situazione
dei rom in Italia e in Europa.

Spidla ricorda che gli episodi recenti in Italia di violenza contro i
rom "sono accaduti in numerosi Stati membri", e che è "evidente a tutti
lo stato di indigenza, di emarginazione, di disoccupazione, di bassa
istruzione, che portano a sofferenza e tensioni sociali che spingono
questa comunità al margine della società, il che fa anche perdere una
importante risorsa per l'Unione europea".

"I rom non sono meno intelligenti degli altri, nè sono dei criminali
nati - ha affermato il Commissario -. La Commissione ei governi devono
impegnarsi, devono fare di tutto per l'inclusione della comunità".

Affrontando i temi in discussione in Italia Spidla ha affermato che "il
principio della libera circolazione è basato su principi consacrati
nella legislazione dell'Unione europea e anche dalla Corte di
Giustizia. I Romeni hanno la stessa libertà di movimento degli altri
cittadini Ue, perchè sono cittadini dell'Unione e non possono essere
trattati in modo diverso da altri. E' necessario il rispetto dei loro
diritti".

Il Commissario ha ricordato le norme che regolano la permanenza dei
cittadini comunitari in un Paese diverso dal loro, come nel caso che
diventino un peso per il sistema sociale del Paese ospitante. "Ma nei
casi di allontanamento bisogna tener conto del comportamento personale
dell'individuo - ha spiegato - se qualcuno è una minaccia reale,
attuale e sufficientemente grave.

Le questioni vanno esaminate caso per caso, nel pieno rispetto dello stato di diritto".

Nei riguardi dei rom il lavoro della Ue e dei governi, sostiene Spidla,
"deve essere per l'inclusione nella società, per dotarli di
infrastrutture, fornire loro l'istruzione, che sono competenze degli
Stati. La Commissione può avere un ruolo di coordinamento".

"Fenomeni come quello di Ponticelli - ha sottolineato il commissario -
chiedono uno sforzo congiunto da governi e dalla Ue, i rom hanno
bisogno della nostra solidarietà per spezzare il circolo vizioso della
violenza e della emarginazione. Dobbiamo offrire soluzioni durevoli con
processi mirati per i quali si possono usare anche i soldi del Fondo
sociale europeo".

"Il governo italiano, e gli altri governi - ha concluso Spidla -
potranno poi avere un confronto con la Commissione sui risultati di
questi interventi e per trarre delle lezioni".

(Da il Tempo del 20.05.2008)
 
 
 

Post n°4 pubblicato il 23 Maggio 2008 da CUIB_QUADRATUM
Il 22 maggio 1978 entrò in vigore la legge n. 194 sulle “Norme per la
tutela della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”.



La legge recò la firma dei seguenti politici democristiani:

- Giulio Andreotti (Presidente del Consiglio);

- Tina Anselmi, Francesco Bonifacio, Tommaso Morlino, Filippo Maria Pandolci (Ministri);

- Giovanni Leone (Presidente della Repubblica).



In 30 anni, dal 1978 ad oggi, con la legge 194 sono stati uccisi 5 milioni di bambini.
 
 
 

Comandano anche nelle catacombe

Post n°3 pubblicato il 20 Marzo 2008 da CUIB_QUADRATUM
Foto di CUIB_QUADRATUM


Lyubov Razdolskay è morta il 4 febbraio scorso nel mercato di Dimona,
travolta dall’esplosivo di un kamikaze venuto da Hebron. Centinaia di
ebrei romani della comunità siburense l’hanno preceduta di diciotto
secoli e riposano a migliaia di chilometri dalla Terra Promessa. Ma a
dar loro degna sepoltura tra i cubicoli sotterranei della Capitale
saranno le stesse mani che hanno ricomposto il corpo di Lyubov nel
piccolo cimitero ai bordi del Negev. Tre mesi fa l’Unione delle
comunità ebraiche italiane ha incaricato i volontari di Zaka,
l’organizzazione non governativa israeliana specializzata nel soccorso
e nel riconoscimento delle vittime di attentati, di supervisionare il
restauro delle catacombe ebraiche di Villa Torlonia, scoperte nel 1918
e mai aperte al pubblico per problemi «tecnici e religiosi». Le
gallerie che si dipanano per oltre un chilometro a dieci metri di
profondità sotto quella che fu la residenza del Duce sono disseminate
di ossa e teschi del II e III secolo d.C.: gli ultimi testimoni del
secondo tempio di Salomone, sostengono i rabbini, dunque inviolabili.
Si tratti pure di cenere.

«La legge concordariale 101 prevede che i cimiteri ebraici vadano
conservati nel rispetto delle nostre regole», spiega Sandro Di Castro,
membro della giunta dell’Ucei. E non conta che dal punto di vista dei
Beni Culturali le catacombe siano un monumento, l’unico nel suo genere
con volte magnificamente affrescate: «La sistemazione consona delle
ossa è prioritaria a qualsiasi intervento di recupero». Dal 1988 le
catacombe dipendono «culturalmente» dalla sovrintendenza archeologica
ma «simbolicamente» dal rabbinato italiano che, dopo anni e anni di
consultazioni tra la Città Santa e quella Eterna sul trattamento dei
resti umani, ha convocato gli esperti degli esperti.

La sede di Zaka è un piccolo ufficio ricavato in un garage
condominiale, vicino alla stazione degli autobus di Gerusalemme.
L’indirizzo originario era un vicolo di Mea She’arim, il quartiere
ultraortodosso. Ma da un paio d’anni l’organizzazione è diventata
internazionale e si è aperta ai non religiosi. «Tra i nostri 1500
volontari ci sono anche 150 subacquei e sono tutti laici», dice Yehuda
Meshi Zahav, presidente e fondatore di Zaka, kippà in testa e lunghi
riccioli ai lati. Alle sue spalle la foto autografata del premier
Olmert, quella del presidente Simon Peres, l’obitorio a cielo aperto
del post-tsunami. Tredici anni gomito a gomito con la morte: «Abbiamo
cominciato nel 1995, l’attentato terroristico al 405, l’autobus che
collega Tel Aviv a Gerusalemme». Da allora Zahav e gli altri hanno
ricomposto migliaia di corpi, in Israele e all’estero, chiamati spesso
a distinguere la gamba della vittima da quella del suo carnefice. La
seconda intifada e la stagione dei kamikaze, l’11 settembre 2001, New
Orleans devastata dall’uragano Katrina, lo tsunami. Dovunque ci siano
morti ebrei c’è Zaka. A Gerusalemme, sulle coste dell’Oceano indiano,
nella Roma di due millenni fa.

Quello delle catacombe capitoline per Yehuda Meshi Zahav è stato un
pronto soccorso alla memoria: «Nei tunnel di Villa Torlonia ho toccato
teschi di uomini che avevano avuto rapporti con il secondo tempio,
un’emozione cosmica». Chiude gli occhi. Il salvaschermo del computer
mostra un’immagine di lui accanto agli affreschi policromi degli
antenati. La religione contro la Storia: «Il primo problema era
stabilire cosa fare delle ossa sparse qua e là negli anni dalle razzie
dei ladri. Con i rabbini abbiamo deciso di ripristinare le tombe
ripristinabili e di spostare, di qualche metro, le altre». Una
discussione sul sesso degli angeli per un profano ma dall’alto delle
rovine di Gerusalemme è il compimento ciclico della vita di un ebreo.

Il restauro attende solo l’approvazione rabbinica: nel 2005 il
ministero dei Beni culturali italiano ha stanziato per i lavori un
milione e 440 mila euro. «È un intervento serio, le catacombe sono
state saccheggiate, scavate non sempre con cura scientifica: il rischio
di dissesto statico è alto», osserva l’archeologa Mariarosaria Barbera,
responsabile dell’opera per la Sovrintendenza di Roma insieme
all’architetto Marina Magnani. Passi per i loculi riposizionati: ma
basta un soffio, ammette Zahav, per bloccare il cantiere: «La
pavimentazione piena di polvere di ossa non può essere calpestata». Ci
vorrebbe una passerella di vetro, se solo la scienza dell’antichità
cedesse il passo alla fede senza tempo. L’ultima sfida di Sakè: mettere
insieme ossa e teschi, passato e presente, sacro e profano.



(Da La Stampa del 22 febbraio 2008)

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 14 Marzo 2008 da CUIB_QUADRATUM
 

La Cina non è più nella lista nera Usa dei paesi che compiono maggiori violazioni dei diritti umani, rivela un rapporto annuale diffuso oggi dal Dipartimento di Stato. Ma la Cina continua a negare alla sua popolazione diritti umani di base - afferma il rapporto - e continua a torturare i prigionieri.
La lista nera stilata dal Dipartimento di Stato comprende quest'anno Corea del Nord, Birmania, Iran, Siria, Zimbabwe, Cuba, Bielorussia, Uzbekistan, Eritrea e Sudan. La Cina era stata inclusa negli ultimi due anni in questa lista dei paesi che compiono maggiori violazioni dei diritti umani. Il documento del Dipartimento di Stato segnala notevoli miglioramenti sul fronte del rispetto dei diritti umani in quattro paesi: Mauritania, Ghana, Marocco ed Haiti.

Peccato che sia proprio di oggi la notizia degli scontri di piazza tra polizia cinese e monaci tibetani. Scontri alimentati proprio dalle parole del Dhalai Lama, che ha portato a conoscenza pubblicamente le atroci torture subite dai Tibatani dal regime di Mao fino ad ogggi. Lo stesso Dhalai Lama che però è stranamente amico degli USA. Questa protesta non solo colpisce soltanto i poveri monaci che,ovviamente, non reagiscono alle aggressioni, ma non trova nessun paladino della libertà mondiale come nel caso dei monaci in Birmania, in cui vege sempre, è bene ricordarlo, un regime comunista.

 
 
 

NUOVO BLOG PER IL CUIB QUADRATUM

Post n°1 pubblicato il 13 Marzo 2008 da CUIB_QUADRATUM
Foto di CUIB_QUADRATUM


Dopo la chiusura del primo blog da parte di gestori di un altro server, ecco un altro blog.
Come sempre per controinformare e per formare chiuque non crede alle notizie propinate dai media ufficiali. Nuova veste grafica, nuovo blog, stesse menti. CUIB QUADRATUM...STILE FORZA E PORTAMENTO.

 
 
 

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