La consolazione, la felicità era tale che il modo di raggiungerla non aveva più alcuna importanza.
DINO BUZZATI
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Post n°14 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da lafrontierascompars2
La felicita´ e´ contagiosa: si trasmette da una persona all´altra, quasi come un virus, lo dimostrerebbe uno studio Usa. L´ ´untore´ felice non conosce direttamente gli individui destinatari della sua gioia e l´effetto ´contagio´ dura fino a un anno. Un individuo felice contagia gli amici e gli amici degli amici, disperdendo la sua gioia su tre gradi di connessioni nella rete sociale. Fondamentale la distanza: piu´ si abita lontano minori sono le chance di essere ´contagiati´.
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Post n°13 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da lafrontierascompars2
Non tutti i cani fanno "bau" Per una migliore visualizzazione clicca su + Il cane non abbaia allo stesso modo ovunque: la parola con cui si indica il verso che emette cambia nelle diverse lingue. Due i motivi: da un lato le onomatopee, le parole che imitano i suoni, che sono state soggette a influenze culturali diverse a seconda del Paese. L'evoluzione delle lingue ha portato perciò ad esprimere diversamente lo stesso suono, dal bau bau del cane italiano al wanwan del giapponese. Inoltre non tutti i cani abbaiano nello stesso modo, ma hanno dialetti diversi. I cani orientali, per esempio, non abbaiano molto, ma emettono vocalizzi, mentre cani nordici come gli husky preferiscono ululare. |
Post n°12 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da lafrontierascompars2
Clima: accordo lampo con compromesso E' leadership europea sulle politiche verdi mondiali. Scontente le associazioni ambientaliste. 15 dicembre 2008. Il clima europeo di baruffa si raffredda. Si ufficializza oggi in sessione plenaria l’intesa di Bruxelles sul “pacchetto clima”. Il parlamento europeo ha discusso la scorsa settimana la serie di proposte che il presidente di turno delle 27 stelle, Nicolas Sarkosy, definisce “storiche”. In pratica i paesi che hanno approvato il documento si impegnano nel “piano 20-20-20” che consiste nella riduzione del 20% delle emissioni di gas serra entro il 2020 (rispetto ai dati del 1990), l’aumento del 20% nell’efficienza energetica e l’incremento nella stessa percentuale dell’uso di energie alternative. Francesca Farina |
Post n°11 pubblicato il 23 Novembre 2008 da lafrontierascompars2
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Post n°10 pubblicato il 14 Novembre 2008 da lafrontierascompars2
RISPOSTA (al quiz precedente) ELEONORA DUSE NUOVO QUESITO Indizi:
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Post n°9 pubblicato il 13 Novembre 2008 da lafrontierascompars2
Da un testo del teologo basil moore del 1973 tratto da “crisi dell’antifemminismo”, ecco una traccia interessante: IL MASCHIO LUOGOTENENTE DI DIO Il mito di Adamo e di Eva ha avuto un influsso formativo nell’intera società occidentale e medio-orientale. Di conseguenza merita una accurata analisi come punto di partenza della definizione del ruolo maschile e di quello femminile. Le caratteristiche principali del racconto sono queste: 1. Dio crea l’uomo (un maschio) affinchè eserciti il suo dominio sul resto della creazione 2. All’uomo è concesso il diritto di dare il nome agli animali 3. Dio addormenta l’uomo, gli rimuove una costola, e crea con quella una donna (si noti che l’uomo e gli animali furono creati dalla polvere: non così la donna). 4. Il serpente si avvicina alla donna e la persuade a mangiare il frutto proibito della “conoscenza del bene e del male”. 5. Eva divide il frutto con Adamo (non risulta che l’uomo abbia dimostrato alcuna riluttanza a mangiare). 6. Immediatamente i due diventano coscienti della loro sessualità e si vergognano Dio lancia tre maledizioni: 1. Maledizione del serpente 2. Maledizione della donna: il parto sarà penoso; ella avrà desiderio degli uomini (suo marito), ma gli uomini la domineranno; Maledizione dell’uomo: la terra non coopererà, egli dovrà lavorare duramente per vivere. L’uomo ora dà a sua moglie nome “Eva” (si noti che all’uomo è concesso il diritto di dare il nome anche agli animali; si noti anche che la donna non dà il nome all’uomo). Ci sono molti dettagli illuminanti nel mito dell’Eden. Il primo è che l’uomo è il capo, alle dipendenze di Dio, di tutto l’Eden prima della caduta. Dio non trasformerà il deserto senza acqua in un giardino, finchè non ci sarà un uomo maschio che lo controlli e lo domini. Quando esso fu creato, poiché Dio ha creato prima l’uomo, fu creato in funzione dell’uomo. E’ importante notare che a questo stadio del mito la donna non esiste. L’agricoltura come compito per ottenere il dominio sopra la “natura” è riservata al maschio, è il suo ruolo. Il carattere conferito al maschio è quello di colui che determina il corso della natura e lo fa in nome del diritto conferitogli da Dio. All’uomo è dato il potere di nominare gli animali. Nell’Antico Testamento dare il nome non serve solo per comunicare; di fatto significa estendere il controllo e determinare il carattere dell’altro. Questo è il significato del dare il nome agli animali: essi esistono per lui. E’ importante inoltre notare che la donna non esiste ancora. Al maschio in senso biologico è dato il ruolo di controllare il mondo aniamle, egli è ancora l’esclusiva unità economica. In tutto questo l’uomo ha il potere e l’autorità sopra la natura. Ma l’uomo è ancora solo. E’ significativo che Dio non abbia creato sia l’uomo che la donna dalla polvere all’inizio del mito e questo fatto porta come conseguenza che solo l’uomo è il padrone simile a Dio. Dunque è il bisogno del maschio di avere un compagno umano che porta alla creazione della donna. Ella è tratta dal fianco dell’uomo e non creata dalla polvere. Così è sancita la sua dipendenza originale da Dio e dal Maschio. |
Post n°8 pubblicato il 09 Novembre 2008 da lafrontierascompars2
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Post n°7 pubblicato il 03 Novembre 2008 da lafrontierascompars2
IL GRANDE RITRATTO Nel 1935 il clima in Italia è già carico di tensione: il destino dell’intero paese pare non dipendere più dalla gente e soprattutto da Mussolini, ma da un qualcosa di misteriosamente più grande. Probabilmente è per questo che nasce il Deserto dei Tartari, senza dimenticare però, il fascino che per B. ha sempre esercitato la vita militare. Il romanzo esce nel 1940 ed è il libro che lo rende noto. Lo scrittore disse di aver consegnato il manoscritto nel marzo del 1939, poco prima di partire come corrispondente di guerra per il suo giornale, prendendo parte alla battaglia di Capo Matapan e alla seconda battaglia della Sirte: "L’Abissinia, allora, era come un western favoloso...L’Africa, soprattutto l’Africa dei deserti, mi ha fatto un’immensa impressione, che però si ricollegava direttamente per infinite analogie alle esperienze di montagna". "Chi ha fatto il nome di Kafka a proposito del Deserto dei Tartari, merita di essere perdonato se non conosceva il precedente romanzo Bàrnabo delle montagne che svolge press’a poco lo stesso tema (la grandezza e la dignità della vita in solitudine), e che presenta il primo personaggio veramente originale di Buzzati: una cornacchia...". Parole di Montale "Procedendo nella confutazione di un kafkismo di Buzzati, aggiungeremo che alla favola dello scrittore bellunese manca quel senso di realtà senza scampo che è proprio di Kafka...l’uomo di K. non fa altra esperienza che di circoli chiusi; prima che egli acquisti qualche coscienza storica del tempo, si trova imprigionato, costretto a muoversi dentro l’anello obbligato della ripetizione rituale. Ma il fiabesco di B. non obbliga a bloccaggi forzati; il suo favolismo nordico non è catafratto...Il mondo di B. si serve di entrate e uscite. Mentre nel romanziere boemo la condanna è crudele, senza liberazione...". Da una critica di Renato Bertacchini. In verità le similitudini ci sono, ma a parere di chi scrive , sono per lo più dovute al luogo di appartenenza dell’autore. All’epoca il bellunese era praticamente privo di cittadini del meridione e quindi tutta l’area era tipicamente di tipo mitteleuropeo. Il Buzzati quasi mai fece polemiche con l’accostamento che taluni critici facevano con Kafka, ma semplicemente, dichiarò di non avere in vita sua, mai letto nulla di Kafka, a differenza di Poe da cui lui stesso ammise di essere rimasto influenzato. Durante il suo servizio in Abissinia, Buzzati si ammala di tifo e torna così in Italia. Allo scoppio della guerra sarebbe dovuto ritornare in Africa, ma perde l’ultimo piroscafo. Così nell’agosto del 1940 si imbarca come corrispondente di guerra su un incrociatore. Trascorrerà tutto il periodo di guerra su incrociatori, soprattutto sul Fiume e sul Trieste, partecipando, appunto, alla battaglia di Capo Matapan e alla seconda battaglia della Sirte. Nel 1942 la guerra continua: i giapponesi occupano Manila, i russi oltrepassano la linea di difesa tedesca nel medio Don, il Ministero della Cultura popolare ordina che sia ritirata dalla circolazione la Storia d’Italia scritta da Croce dal 1871 al 1915 e Buzzati pubblica I sette messaggeri. Nello stesso periodo si rappresenta il suo atto unico Piccola passeggiata. Durante gli anni di guerra, l’esercito in Italia era privo di scrupoli e lo Stato era in disfacimento. Così Buzzati si sente smarrito, proprio lui che aveva creduto nella vita militare. Per circa un anno e mezzo rimane al "Corriere Lombardo" di cui era socio fondatore, per poi ritornare al Corriere della Sera e successivamente diventare redattore capo alla "Domenica del Corriere". Nel 1945 la guerra è finita, Orwell scrive La fattoria degli animali e B. La famosa invasione degli orsi in Sicilia, favola per bambini scritta per la sua nipotina e illustrata dallo stesso. Nel 1946 scrive un’altra opera teatrale, La rivolta contro i poveri. Dal 1949 al 1953 B. pubblica Paura alla Scala, da dove si comincia a trovare un Buzzati diverso: qui non si trovano più le storie sulla vita militare, qui vi è la sua personale guerra contro il tempo. Gradatamente troviamo personaggi sempre più reali, ambientati in città vere. In quel preciso momento (definito come una sorta di divagazioni diaristiche) viene pubblicato nel ‘50, mentre nel ‘51 partecipa ad una mostra di pittura collettiva a Milano e scrive il commento per il documentario Il postino di montagna di Baruffi. |
Post n°6 pubblicato il 01 Novembre 2008 da lafrontierascompars2
SOLUZIONE La prima donna del quizzone è anna maria mozzoni, la più importante femminista del'800, milanese. Negli anni 870 pubblica su riviste , fonda una lega indipendente femminile che darà vita al partito socialista...Mi rendo conto che è raro conoscerla ma spero che qualcuno si incuriosisca e se la vada a conoscere...
1870-1952, gli italiani la conoscono come una signora dall'aria materna apparsa a lungo sulle vecchie mille lire, unica donna mai apparsa sulle nostre banconote, in realtà è stata una donna trasgressiva e che per il suo impegno per la pace è stata candidata diverse volte al premio Nobel. |
Post n°5 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da lafrontierascompars2
QUASIMODO Ai fratelli Cervi, alla loro Italia In tutta la terra ridono uomini vili, |
Inviato da: iononsonoio2
il 16/08/2010 alle 19:17
Inviato da: halyena
il 21/10/2009 alle 17:55
Inviato da: iononsonoio2
il 15/10/2009 alle 05:56
Inviato da: halyena
il 21/09/2009 alle 11:23
Inviato da: halyena
il 09/08/2009 alle 14:50