Fai la differenza

Attraverso l'addestramento della mente e grazie a uno sforzo costante, possiamo cambiare le nostre percezioni e attitudini mentali. E questo può realmente fare la differenza nelle nostre vite. (Dalai Lama)

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Molto rumore per nulla

Si è tenuto ieri sera nella Sala Splendore il tanto atteso confronto tra l'on. Enrico Fabozzi, consigliere della regione Campania, e l'avv. Domenico Simonelli sulla questione dell'ICI che ha monopolizzato l'attenzione dei cittadini di Villa Literno da due mesi a questa parte.

Le premesse

L'ICI è l'imposta comunale sugli immobili (istituita con il decreto legislativo 504/1992). Ogni cittadino possessore di uno (o più) immobili, terreni agricoli ecc..., eccezion fatta per la casa di abitazione, è tenuto a pagare un'imposta, la cui aliquota è stabilita tramite delibera del Consiglio comunale, sul valore venale del proprio bene. L'entrata in vigore del PUC a Villa Literno ha fatto sì che molti appezzamenti di terra, da semplici terreni agricoli, si trasformassero in terreni edificabili, ottenendo, quindi, una sostanziale rivalutazione di mercato. Per quantificare questa trasformazione, la giunta comunale, tramite delibera, ha assegnato un valore indicativo ai terreni, a seconda della zona del PUC in cui insistono. Questa delibera ha suscitato un ampio dibattito, animato in particolar modo dal PDL locale nella persona dell'avv. Domenico Simonelli che si è fatto promotore di manifesti, iniziative e polemiche che ampia eco hanno avuto nella popolazione, suscitando anche un po’ di disorientamento.

L'iniziativa

Facendosi portavoce della confusione dei cittadini, il gruppo di Generazione Italia - Futuro e Libertà di Villa Literno ha promosso un dibattito in cui le due parti (Amministrazione comunale, rappresentata dall'ex sindaco Enrico Fabozzi, e Domenico Simonelli) potessero incontrarsi e chiarire una volta per tutte la questione. Si impone una considerazione: l'iniziativa di Generazione Italia - Futuro e Libertà ha segnalato un buco politico sul territorio, ovvero l'incapacità dei grandi partiti presenti a Villa Literno di articolare discorsi politici, animare dibattiti, promuovere iniziative che sappiano oltrepassare i rigidi steccati di simpatizzanti e affine "parentume". Il PDL, infatti, si accontenta di vivacchiare anonimamente sugli allori di un brand nazionale (tra l'altro, non è chiaro se lo stesso Simonelli abbia condotto questa battaglia a titolo personale, o sia espressione di una posizione di partito, o se lo stesso PDL si sia semplicemente accodato); Sinistra ecologia e libertà risulta non pervenuto (in stridente contrapposizione con il movimentismo che si registra un po’ dappertutto); IDV, UDC, Partito Socialista, idem; anche il PD (che pure è l'unico partito veramente visibile sul territorio) sembra incapace di declinare la differenza tra l'elaborazione e la maturazione di una proposta politica e l'azione amministrativa (che, tra l'altro, è appannaggio di una coalizione "Amici di Villa Literno", di cui il PD è parte fondamentale, ma pur sempre una parte). La piazza del nostro paese è occupata militarmente dalle sedi dei più svariati partiti politici, ma la vivacità intellettuale, politica e culturale è da encefalogramma piatto.

La posizione di Simonelli

L'avv. Simonelli non si oppone all'aliquota del 6 per mille imposta dal comune, ma alla valutazione dei terreni fatta dalla delibera comunale. Con due argomentazioni: la prima, squisitamente di carattere giuridico, si fonda sulla sentenza di un Tribunale che, prima ancora dell'entrata in vigore del PUC, in merito ad un ricorso di un cittadino di Villa Literno contro l'ente tributario, aveva assegnato ad un terreno in località Crapolla un valore di 30 euro per metro quadro, a fronte dei 130 euro richiesti dall'Ente tributario. Quel terreno, nella delibera del Comune, è valutato 60 euro. Simonelli propone di adottare il valore sancito dalla sentenza e, a cascata, ridurre proporzionalmente il valore dei terreni nelle altre zone del PUC. L'avvocato si è dilungato su particolarità tecniche e giuridiche, senza, però, chiarire se anche la valutazione di 30 euro fatta dal Tribunale fosse antecedente all'entrata in vigore del PUC. Se così fosse, infatti, l'intera argomentazione verrebbe a cadere. La seconda considerazione è, invece, più generale e parte dalla consapevolezza del degrado delle nostre terre (ecoballe, sversamenti tossici ecc…), dalla loro mancata bonifica e dal debito che lo Stato Italiano ha nei confronti di questo territorio. Con due conseguenze: la necessità di annullare la delibera e quella di impegnarsi, in tutte le sedi, nella tutela dei diritti di questa terra nei confronti dello Stato.

La posizione di Fabozzi

L'on. Fabozzi ha articolato i sui interventi su quattro punti fondamentali: in primo luogo, ha rivendicato il traguardo dell'approvazione del PUC che di fatto ha significato per Villa Literno legalità, ma anche possibilità di benessere. La rivalutazione dei terreni, infatti, vuol dire, prima di tutto, più ricchezza e l'approvazione del PUC è strumento per iniziare ad immaginare la crescita economica e lo sviluppo di questo paese. In secondo luogo, ha chiarito che la delibera del Consiglio ha un carattere meramente indicativo, ma nessuna cogenza: spetta al cittadino, aiutato dal proprio commercialista, indicare il valore venale (di mercato) del bene. In terzo luogo, ha indicato alcuni accorgimenti per quelle, poche, situazioni un po’ più critiche (iscrizione al registro dei coltivatori  che, però comporta anche l'apertura di partita IVA e l'assunzione degli annessi oneri fiscali o, come extrema ratio, una variante al piano che declassi nuovamente l'area a terreno agricolo). Infine, si è detto disponibile a cercare, per il prossimo anno, una soluzione per condonare gli importi di quest'anno e ad abbassare l'aliquota al minimo (4 per mille), sfidando l'avv. Simonelli a trovare un perito che possa sottoscrivere le valutazioni al ribasso dei terreni proposte dallo stesso avvocato (visto che ci sono già, allo stato attuale, azioni di compravendita al rialzo rispetto alla valutazione effettuata dal comune).

Conclusioni

L'impressione conclusiva è che sull'ICI si sia alzato un polverone sul niente: le tanto contestate valutazione del Comune, infatti, sono puramente indicative e il cittadino ha diritto di rivolgersi al suo commercialista o perito di fiducia per stimare il prezzo di mercato del bene su cui dovrà pagare l'imposta. Né più, né meno di come si faceva prima. Certo, anche il niente, a volte, partorisce qualcosa e i cittadini, in questo senso, hanno avuto la rassicurazione che il prossimo anno, qualunque sia il vincitore delle elezioni, l'aliquota sarà rivista al ribasso. Dal punto di vista politico, invece, due sono le considerazioni che si impongono: da un lato, la campagna sull'ICI si è rivelata essere un bluff che ha alimentato solo confusione, facendo leva su temi demagogici come la mancanza di risorse, la povertà del territorio, la naturale ritrosia dei cittadini a pagare tasse ed imposte; dall'altro lato, una politica seria non può rinunciare a pensare un paese diverso in cui si possa produrre ricchezza. È vero che il nostro territorio è pieno di problemi: è un dato di fatto che nessuno può mettere in dubbio. Ed è lecito che un cittadino si lamenti per la mancanza di occasioni, di liquidità e di lavoro intervenuta in questa particolare congiuntura di crisi internazionale. Una politica che cavalca questo malcontento senza trasformarlo in progetti che possano offrire opportunità, ricchezza e benessere al paese,però, non solo sconfessa se stessa, ma è sconfitta in partenza. Sarebbe interessante, allora, discutere non tanto su questioni da commercialista, ma su quali idee di sviluppo del territorio i vari partiti hanno maturato (se le hanno maturate…).

Gian Paolo Bortone

 
 
 

Presentato Nicola Ucciero candidato del gruppo Amici di Villa Literno

Il fitto calendario politico di Villa Literno ha conosciuto ieri sera la prima candidatura ufficiale per le comunali della primavera prossima. Non sorprende che a proporla sia stato il gruppo Amici di Villa Literno, espressione dell'attuale maggioranza, essendo di fatto il gruppo che, nonostante i recenti scossoni, risulta essere il più strutturato ed equilibrato. La scelta, frutto di lunghe discussioni, scissioni, ripensamenti (come da tradizione nel centrosinistra nazionale e non), è caduta su Nicola Ucciero. Ad ufficiarlizzarla un parterre formato da Augusto Pedana (presidente del Consiglio comunale), Umberto Pagano (capogruppo consigliare) ed Enrico Fabozzi (ex sindaco e consigliere regionale). Quattro sembrano essere i nuclei tematici intorno ai quali si sono dipanati i vari interventi.

1. In primo luogo, tutti gli interventi hanno polemizzato, seppur con accenti diversi, con gli avversari, in particolare con il gruppo degli ex assessori fuoriusciti (che avevano dato vita proprio il giorno prima ad una propria manifestazione autonoma). Ruolo dei giovani, rinnovamento, personalismi sono stati i principali motivi di una polemica che, da un lato, cercava di fare chiarezza nei confronti di un elettorato  che era abituato a vedere i protagonisti uno accanto all'altro e non contrapposti; dall'altro, tentava di ripristinare un dialogo, un ponte con queste forze che avrebbero condiviso anche il nuovo progetto, se non fossero state preda di ambizioni personali e nominalismi incrociati. In questa luce va anche letto lo slogan "Villa Literno prima di tutto". Una classe dirigente ha, cioè, l'imperativo di pensare prima di tutto al bene del paese, anche prima delle eventuali, legittime o meno, velleità personali.

2. Da questo punto di vista, uno dei leit motiv è stata la rivendicazione dei successi dell'azione amministrativa, a cominciare dal PUC, passando per le politiche per gli anziani, per il carnevale, per l'apertura di luoghi pubblici di confronto politico e culturale (come la Biblioteca e la Sala Splendore), fino alla progettazione e alla realizzazione di edifici pubblici (le nuove poste, l'isola ecologica ed altri edifici che attendono solo una destinazione d'uso). Due riflessioni si impongono: la riuscita del Carnevale non è attribuibile ad un solo attante, per quanto importante e rilevante dal punto di vista istituzionale, ma va condivisa con tutte quelle persone che, qualsiasi fosse la propria appartenenza politica, all'interno dei rioni hanno collaborato alla realizzazione di un progetto che, soprattutto negli ultimi tempi, si era addirittura fatto più complicato per mancanza di fondi. In secondo luogo bisognerebbe una volta per tutte togliere la maschera di ipocrisia che c'è quando si parla di politica: tutte le formazioni politiche sono frutto di un compromesso che si traduce durante l'esperienza amministrativa in licenze, progetti, lavoratori socialmente utili, servizio civile erogati solo ad una parte del corpo sociale. Non è giusto; è, però, la triste realtà alla quale nessuna forza politica (passata, presente e futura) deroga, anche perché è uno dei modi sul quale si fonda e si costruisce il consenso elettorale. La vera discriminante, allora, sta nella capacità o meno di un'amministrazione di associare a questa politica clientelare, anche l'erogazione di servizi per l'intera comunità. Da questo punto di vista, è innegabile che Villa Literno è cambiata, negli anni dell'amministrazione Fabozzi, in meglio e solo chi è ottusamente di parte può negarlo.

3. Enrico Fabozzi ha ricostruito l'iter che ha portato alla candidatura di Nicola Ucciero: l'idea originaria di pescare il suo successore all'interno del gruppo che l'aveva supportato durante l'azione amministrativa era accompagnata da una percezione di maggiore maturità della squadra. Percezione che si è dimostrata sbagliata nel momento in cui ogni possibile candidato è diventato causa di malumori e di scissioni interne. Da qui, l'idea di rivolgersi ad una personalità esterna (secondo lo schema del Papa nero) e che, però, avesse una connotazione politica di alto profilo. Per questo motivo è stato proposto Nicola Ucciero, chiamato alla sfida di tradurre le esperienze politiche maturate fuori da Villa Literno in progetti ed azioni amministrative. La ricostruzione dell'on. Fabozzi, tuttavia, non è del tutto convincente: in primo luogo, tralascia completamente la spinosa questione legata a Tonino Ciliento, e cioè a quel momento in cui, nonostante le prime defezioni, un candidato era stato scelto e poi, di colpo, abbandonato. In secondo luogo, lascia intravvedere una scelta oligarchica, condivisa da pochissimi eletti: non per questo, ovviamente, si tratta di una scelta illegittima (ogni partito si organizza come vuole), ma impone di non derubricare a semplici questioni di interesse personale le contestazioni di metodo mosse dagli ex compagni di strada.

4. Il discorso di Nicola Ucciero (visibilmente emozionato), dal punto di vista retorico - argomentativo, è stato da manuale: ha ribaltato, infatti, le due principali accuse e critiche che serpeggiano nel paese, facendone addirittura due punti di forza della sua azione. In primo luogo, a chi contesta la mancanza di democraticità, ha offerto la possibilità ripartire da zero e di costruire insieme, senza veti, il programma di governo, facendo di "Amici di Villa Literno" un luogo aperto a tutti quelli che hanno a cuore il bene del paese prima di tutto, prima delle beghe personali e degli eventuali steccati politici, ideologici e di parte. E a chi maliziosamente insinua che lui è destinato ad essere la marionetta nelle mani di Fabozzi, ha risposto rivendicando di non voler prescindere da quell'eredità e patrimonio amministrativo e politico. Dal punto di vista dei contenuti, ha inoltre anticipato che la sua eventuale azione amministrativa dovrebbe ruotare intorno ai temi dello sviluppo e del lavoro, disegnando uno scenario ad ampio raggio che, partendo dall'approvazione del PUC e dalla sua area di sviluppo che proietta il paese verso il litorale domizio, crea le condizioni di possibilità perché Villa Literno possa diventare uno snodo nevralgico della zona metropolitana di Napoli e del litorale.

L'impressione generale è quella di trovarsi di fronte ad un gruppo che ha chiara, quantomeno, la direzione in cui vuole andare, ma che è anche totalmente dipendente (quasi succube) del carisma di Enrico Fabozzi. Solo il tempo potrà dire se quella direzione intravista sarà declinata in un progetto serio e credibile o rimarrà nell'alveo delle buone intenzioni e se il gruppo sarà in grado di maturare e camminare anche da solo.

Gian Paolo Bortone

 
 
 

Se la politica viene ridotta ad aneddoto

La frattura che si è creata all'interno del gruppo Amici di Villa Literno segna oggi un punto di non ritorno. Questa sera, infatti, si è tenuta nella sala Splendore una manifestazione che ha visto protagonisti 3 ex assessori della giunta Fabozzi: Nicola Griffo, Vincenzo Della Corte e Nicola Tamburrino. Il nucleo tematico intorno al quale si sono sviluppati i singoli interventi è stata la denuncia della politica del gruppo "Amici di Villa Literno" (per altro, non di tutta la politica, ma di quella degli ultimi due anni, in alcuni casi, o degli ultimi mesi). Quattro sono state le principali accuse.
1.    in primo luogo, la mancanza di democraticità nell'azione amministrativa, riverbero della più generale impossibilità di discussione aperta e franca sulle scelte politiche ed amministrative. L'obiettivo di queste accuse è stato direttamente l'ex sindaco Enrico Fabozzi, accusato di eccessivo dirigismo.
2.    Direttamente collegato a questo tema, è stato denunciato l'iter che ha portato all'individuazione del candidato sindaco: dapprima, non si è percorsa la strada delle primarie che paradossalmente proprio il PD propone in tutta Italia; successivamente, sono stati «impallinati», uno ad uno, dalla macchina del fango (secondo una formula diventata ormai di moda) le singole personalità che potevano aspirare al ruolo di sindaco (Tonino Ciliento compreso) e, infine, smentendo tutte le dichiarazioni pubbliche e private precedenti, si è arrivati ad individuare in una figura esterna alla squadra di governo (quella di Nicola Ucciero) il candidato sindaco. Un percorso, quindi, tutt'altro che condiviso, ma semplicemente imposto dall'alto.
3.    In terzo luogo, allo stesso Enrico Fabozzi è stato richiesto un profilo meno di parte e più istituzionale, soprattutto in riferimento al suo incarico di consigliere regionale della Campania.
4.    Infine, è stata denunciata la mancanza di una politica che, una volta portato a termine il piano regolatore, potesse incentivare la crescita economica e, soprattutto, cercare di risolvere il problema del lavoro giovanile. Questo punto, tuttavia, è stato toccato soltanto da Vincenzo Della Corte che ha, poi, candidamente ammesso, di non sapere come si sarebbe potuto fare…
I temi trattati sono stati tutti importanti e, tuttavia, permane un senso di vacuità, la strana sensazione di trovarsi di fronte a belle parole e ad ideali sacrosanti, ma che, al nocciolo, nascondono il niente. O, peggio, semplici ripicche personali. Se uno analizza un po’ laicamente i contenuti di questa iniziativa non può che prendere atto, con rammarico, dello svilimento della politica a mera aneddotica, alla triste rendicontazione di reciproci torti e sospetti. Lo stesso Nicola Griffo, con quel tono inutilmente affettato da comare di sagrestia, ha finito per far passare un'istanza sacrosanta (partecipazione, democraticità) alla stregua di un banale e sterile inciucio, facendo sorgere il sospetto che quello che era il gran cerimoniere delle iniziative dell'amministrazione, abbia deciso di abbandonare il vecchio gruppo più per risentimento che per reale motivazione politica.

Ugualmente, è stata più volte ribadita la mancanza di tornaconto personale. Ovviamente, non abbiamo elementi per mettere in dubbio lquanto affermato pubblicamente, né tantomeno le buone e disinteressate intenzioni dei diretti interessati; e tuttavia, gli stessi racconti di questa sera, fatti direttamente dagli stessi protagonisti, un sospetto l'adombrano. Per esempio, Vincenzo Della Corte ha quasi inconsapevolmente ammesso di aver accettato supinamente tutte le decisioni prese dal gruppo dirigente, salvo poi arrabbiarsi quando non ha potuto mantenere una promessa elettorale perché erano stati regolarizzati 5 altri lavoratori socialmente utili, a detta dello stesso Della Corte, più meritevoli del suo candidato… Per non parlare di Nicola Tamburrino: secondo quanto asserito questa sera, avrebbe rassegnato le dimissioni perché profondamente toccato dal modo con cui era stato trattato Tonino Ciliento. C'è da credergli. Però i fatti sono fatti: lo stesso Tamburrino è stato sui giornali, un giorno si e l'altro pure, per tutta l'estate, a precisare, smentire, puntualizzare, mettere in dubbio o meno la sua adesione al progetto Amici di VIlla LIterno, la sua adesione al PD, la sua candidatura, il suo ripensamento, ecc... Guarda caso, tutto questo, proprio nel periodo in cui montava il caso Ciliento…
Più in generale, si è assistito, nonostante i toni agguerriti, ad un'iniziativa difensiva, quasi si dovesse giustificare il proprio passato, e definire chirurgicamente chi ha detto chi o chi ha fatto cosa. È ovvio che il passato è importante. Ma un passato che gioca con se stesso è solo un feticcio che alla comunità non serve a niente, se non ad alimentare polemiche. Aspettiamo, allora, con impazienza di conoscere come tutto questo possa articolarsi in progetti politici che guardino, più che al passato, al nostro futuro di cittadini di Villa Literno.

Gian Paolo Bortone

 
 
 

Università in rivolta

"Un evento epocale che rivoluziona i nostri atenei e che permette all'Italia di tornare a sperare". Con queste parole il ministro Gelmini presenta la propria riforma per un'università più meritocratica, trasparente, competitiva e internazionale.

Diversi i punti del disegno di legge che riportiamo brevemente;

per i ricercatori esiste un limite temporale, di sei anni, per l'abilitazione all'insegnamento come associato. In caso contrario, non potranno più continuare l'attività accademica.
Anche per quanto riguarda i rettori ci sarà un limite temporale: fino ad oggi potevano rimanere in carica anche 16 anni, ma la riforma accorcia questo limite ad 8, prevedendo  un tetto massimo di due mandati da 4 anni ciascuno. I professori e i ricercatori "sono tenuti a presentare una relazione triennale sul complesso delle attività didattiche, di ricerca e gestionali svolte". Se la relazione dovesse risultare negativa non ci sarà l' aumento stipendiale previsto.

Riduzione degli sprechi. Per questo è stata proposta la fusione tra piccoli atenei e la riduzione dei corsi di laurea e delle facoltà che per ogni università saranno massimo12.

Le università telematiche accederanno a fondi dello stato.

Il fondo per le borse di studio agli studenti è stato ridotto da 200 milioni (2008) a 25 milioni (2010). L'89,54% dei fondi destinati alle borse di studio sono stati eliminati. Gli  studenti meritevoli con reddito basso saranno senza borsa di studio con un sistema basato sui prestiti d'onore saremo indebitati a vita .

Niente residenze universitarie.

Docenti di ruolo dimezzati, introduzione di figure precarie come i ricercatori a tempo determinato... nessuno spazio per nuovi docenti che rimpiazzino chi va in pensione.

Meritocrazia, impegno, lotta ai baroni e parentopoli, orientare gli investimenti, premiare il merito, queste le parole  che sentiamo continuamente da qualche settimana... Tanti bei concetti che teoricamente tutti, ricercatori e studenti dovrebbero condividere, allora perché tanti scendono in piazza a manifestare contro questa riforma? perchè chiedere le dimissioni di un ministro che vuole sostenere gli studenti meritevoli?

Sembrerebbe assurdo ma per qualcuno che sicuramente è più interessato a giochi di potere e a difficili equilibri politici (pure quelli precari) da mantenere, la rivolta che sta interessando tutte le città italiane non ha molto senso...  

Gli studenti e i ricercatori in piazza sono stati classificati dal presidente del consiglio, delle persone dalla parte dei baroni; da esponenti del Pdl, "ignoranti, semianalfabeti altrimenti inoccupabili" e da Emilio Fede (...)  incivili da menare"...

La Gelmini invece dopo aver presentato il Ddl approvato dal Senato e oggi presentato alla Camera, in un video su youtube ha espresso con toni quasi materni il suo interesse per  il futuro delle università e dei giovani che devono scendere dai tetti e  non farsi strumentalizzare dai baroni (non dico che la Gelmini sarebbe dovuta salire sulla cupola del duomo di Firenze  o protestare tra le macerie di L'Aquila ma nemmeno la videolettera mi sembra un buon modo per confrontarsi... soprattutto dal momento che confronti diretti magari in qualche facoltà  e meglio ancora prima che il decreto fosse approvato, non ci sono stati ....)

Strumentalizzazione e critiche a parte, come è possibile restare indifferenti a una cosa che rovinerà ulteriormente il nostro futuro? Come rimanere impassibili (e magari anche ringraziare?) per questi tagli che porteranno un aumento indiscriminato delle tasse, l'eliminazione dei corsi di laurea? Come non lottare e opporsi ad  una riforma che abolisce il diritto allo studio e ci offre come unica prospettiva quella di una formazione precaria?

Bisogna raddoppiare gli investimenti nel campo della ricerca e della formazione, come succede in tutti gli altri paesi europei, l'Italia è l'unico paese che disinveste nella ricerca, mentre tutti fanno  esattamente il contrario perché un paese dove la ricerca non è finanziata, dove i ricercatori vivono in condizione di totale precarietà senza alcuna prospettiva futura, in un paese da cui  se va bene scappi via e se va male ci muori, (come è successo al ricercatore che per la disperazione si è tolto la vita non tanto tempo fa), è un paese che resterà sempre indietro e che sta morendo.

Gli studenti e i ricercatori hanno creato una protesta propria con caratteristiche e diffusione uniche: le proteste in Italia in questi ultimi tempi sono diventate visibili, sotto (vista l'altezza delle gru degli immigrati, e i tetti degli studenti) gli occhi di tutti.

Sono stati occupati infatti  i tetti delle varie facoltà italiane, le sedi del potere, il 24 novembre Montecitorio e oggi a Napoli il palazzo sede della Provincia (dove sono stati lanciati sacchetti della spazzatura) linee ferroviarie e i monumenti simbolo del nostro paese come la torre di Pisa, il Colosseo a Roma bloccando la città per 5 ore, la Mole Antonelliana e la Regione  a Torino, e gli scavi di Pompei (quelli che non sono ancora crollati), ovviamente anche Milano, Bologna e cortei in tutte le regioni meridionali, con la solidarietà attiva degli altri giovani che manifestano in altre città europee; a Parigi contro il governo e la riforma delle pensioni e  i cinquantamila a Londra contro i tagli e l'aumento delle tasse universitarie, come se fosse un'unica grande rivolta europea di chi non può e non vuole più rimanere ai margini e lasciare che coloro che ci governano  con la scusa della crisi generale, nascondano la decadenza, il degrado politico e  adesso anche culturale, nel quale il nostro paese riversa.  

Tutti sono consapevoli della necessità di una riforma universitaria ma i tagli non garantiscono sicuramente un miglioramento della situazione, né supportano la libertà della ricerca e la dignità di coloro che lavorano e studiano negli atenei del nostro paese.

C'è bisogno di una riforma che sia veramente basata sulla meritocrazia attraverso la promozione e non i tagli alla ricerca.

Per quanto riguarda infine tutti quelli che in questi giorni hanno criticato coloro che scendevano in piazza, ("andate a studiare!" ha detto più di qualcuno) sostenendo che la vera rivoluzione è quella fatta quotidianamente  all'interno della propria facoltà, penso che anche questo  sia  vero e necessario...

Ribellarsi ai voti presi senza merito, all'assenteismo di tanti docenti, agli studenti raccomandati, a quelli che firmano al posto degli altri nei corsi con obbligo di frequenza... Siamo tutti d'accordo: è importante combattere ogni giorno questi atteggiamenti che sicuramente non aiutano e quindi attuare una rivoluzione dal basso (che sicuramente richiederà tanti anni), ma è ancora più importante  un cambiamento e un sostegno dall'alto e continuare a scendere in piazza se questo "sostegno"che ci non aiuta ma al contrario distrugge il nostro futuro, verrà approvato.

Moena Mazzaro

 
 
 

Pappa e Ciccia presentano Scene da un matrimonio...

Boom,Boom!Non si tratta di attentato terroristico o di esplosione atomica ma a Villa Literno ogni giorno è festa... che sia la prima puzzetta del primogenito,il 18esimo compleanno di qualcuno o la festa "sacra"di uno dei quartieri del nostro allegro paesino.

Ma la festa più importante resta sempre la stessa:il matrimonio!

"Gli sposi X e Y hanno il piacere di invitare Pappa e Ciccia al loro matrimonio il giorno 33 novembre 2010.

Gli sposi al termine della cerimonia religiosa saluteranno amici e parenti al ristorante IL Piccione d'Argento"

PAPPA E CICCIA INVITATI AD UN MATRIMONIO MA QUALE GIUBILO!

La cerimonia è stata a dir poco commovente .... dagli occhi del giovane sposino traspariva non solo la gioia di impegnarsi per tutta la vita con una sola ragazza (quindi basta cancellesi e casalesi abusive...), ma soprattutto l'allegria per una scelta "spontanea"dettata dall'amore... ahh l'amour... in questo caso però era soprattutto l'amore dei genitori di lei "entusiasti"alla notizia che la loro figliola aspettasse già un pargoletto...insomma nonostante la cicogna sia arrivata con un pochino di anticipo,nonostante questo sia più  il periodo delle castagne che quello dei fiori d'arancio, il matrimonio costi quel che costi (e costa parecchio...) s'ha da fare! In fondo ci si sposa una volta sola quindi le cose devono essere fatte come si deve!

I preparativi sono stressanti diciamocelo.....

Alle prime luci dell'alba Ciccia,da ottima liternese ,era già a casa della sposa, pronta a darle il buongiorno... La scena era critica:la madre della giovane fanciulla era già in piena crisi isterica, fioraio in ritardo e del parrucchiere nessuna traccia... come se non bastasse i cesti per i confetti non erano ancora "impupazzati" come si deve! Ed ecco allora che avviene la prima scena tipica.. lo svenimento della madre! Ma non c'è da preoccuparsi, le cognate, zie, cugine e varie vicine di casa (tra cui la nostra ciccia)tirano fuori dalle loro adorabili pochette dalle misure che non superano i sei cm ma di una capienza indescrivibile, aulin, moment, camomilla, the e quanto altro per il momento.. perché infondo anche quella è tradizione!

Ed in quel momento tra urla spasmi e convulsioni compare l'indiscusso eroe del giorno;il parrucchiere. D'un colpo la madre della sposa è di nuovo in vita pronta alla trasformazione!

In una sola giornata fu utilizzata più lacca che nell'intero decennio degli anni 80! Addirittura Villa Literno quel giorno ,nella classifica fatta da Greenpeace per le emissioni di CO2, si piazza al primo posto nel mondo! Qui da noi anche se ci fosse una crisi economica come quella del 1929, quando quelli che lavoravano nella borsa americana si buttavano dai palazzi per le depressione,qui se c'è una cosa per cui non si bada a spese è la festa. E qual è la festa per eccellenza? coronamento di anni d'amore?ovviamente il matrimonio o "spusarizio" che dir si voglia...

Anche senza wedding planner si celebrano e si sono celebrati matrimoni indimenticabili...Gli ingredienti sempre gli stessi: bomboniere dai fastidiosissimi quanto inutili campanelli agli animali più assurdi: tartarughe in madreperla,tassi e marmotte d'argento, (sia  chiaro non per tutelare queste specie più deboli o sostenere il WWF,ma soltanto per gusto personale...) passando per uccelli  vari ,dal pavone al fenicottero rosa, in cristallo o porcellane di Capodimonte.

Pappa invece esteta per vocazione, è rimasto senza parole di fronte agli  abiti degli sposi... vestito anonimo per lui, con qualche inutile richiamo al vestito della sposa, e non si sa come abbia fatto lo sposo a indovinare... le magie dell'amore… o come dice stesso pappa : l'incapacità dello sposo di vestirsi e affidandosi nelle mani della sposa si ritrova a non conoscere il suo vestito prima del grande giorno ed ecco spiegato il perché della misura mai indovinata del vestito (sempre troppo largo) e la coincidente combinazione con l'abito della sposa... ma noi crediamo invece che siano solo coincidenze, vero??

Lei invece ha un sobrio strascico di 75,3 km per lei per capirci dalla chiesa  fino a via S. Maria a cubito che per i meno esperti sarebbe la via di Qualiano (per quelli ancora più fuori mano sarebbero varie fermate della linea 2 della metro di Napoli e precisamente da Bagnoli a piazza Cavoùr)

Fiori e bouquet che sembra primavera e gli immancabili confetti! Si va dai classici alle mandorle o con la nocciolina passando per quelli al cocco e pistacchio per i parenti di Licola amanti dell'esotico e  novità dell'anno confetti al gusto di pappardelle al sugo di cinghiale e funghi porcini, per una confettata veramente prelibata!

Durante la cerimonia religiosa ci commuoviamo quasi, tra bambini isterici che  vagano per la chiesa , gente che si guarda intorno sorpresa perché magari manca da quel posto dal giorno della prima comunione, sposo che legge le promesse matrimoniali della futura moglie e viceversa... Si esce dalla chiesa e si segue il corteo dei neosposini in giro per le strade del paese dove i vicini di casa allestiscono al loro passaggio "tavulini" con nastri, spumante, dolci e palloncini... Anche questa processione è un momento indimenticabile e divertente con i resti di petali e coriandoli delle tipiche amatissime "Guantarelle" gettate con più o meno veemenza, così tanto da provocare una paralisi al nostro pappa , colpito per sbaglio, per circa 2 mesi…

Ci dirigiamo al ristorante il piccione d'argento e tra un antipasto di mare e il trendissimo buffet di dolci e torte e deprimendoci sulle note di " una rosa blu"  di Zarrillo (che parla di sesso e corna ma non ditelo a quelli del pianobar perché è una canzone adattissima ai lenti dei matrimoni)  ed esaltandoci con i balli latino-americani, i trenini con le signore che si tolgono le scarpe e con una mossa fulminea tirano fuori dalle buste che contengono paia di imbarazzanti ma comodissime pantofole.

E poi le foto degli sposi simili al dietro le quinte dei film di Nino D'angelo a Capri che corre verso la sua felice, ricca e innamorata fidanzata...

Pieni di amore nel cuore e di vino nella panza, sentiamo ancora una volta botte e fuochi d'artificio....Boom boom!

Sperando che la nostra mente posso dimenticare ciò che gli occhi hanno visto, siamo pronti a tenervi informati sulle nostre prossime avventure!

Pronti a sbalordirvi ancora

Pappa e Ciccia.

Ps Evviva gli sposi!!!

 

 
 
 
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