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I viaggi

Racconti di viaggi e avventure nate in Australia e non solo....

Messaggi di Ottobre 2015

L'ultimo giorno di crociera. Isola Isabela e il suo immenso vulcano!

Post n°58 pubblicato il 19 Ottobre 2015 da FraZigno
 

Eccoci qui, ultimo giorno di crociera nelle mitiche Galapagos. Dopo una notte vissuta finalmente senza il mare in burrasca, alle 6.00 di mattina la Yolita II getta l'ancora nella baia del porto di Villamil, nell'isola di Isabela, la più grande dell'arcipelago. Ultima colazione a bordo; sia io che Francesca siamo piuttosto tristi. Mangiamo l'abbondante cibo a disposizione consapevoli che il giorno dopo rimpiangeremo tutto quel ben di Dio. Concluso il breakfast, prepariamo gli zaini e liberiamo la camera.

Oggi il programma di Jorge prevede la visita al cono vulcanico del “Volcan Sierra Negra” e poi, per noi e per un'altra coppia di svizzeri, la crociera organizzata sarà terminata.

Scendiamo dalla barca verso le nove, salutiamo l'equipaggio e ci dirigiamo verso il molo del porto. Ad attenderci c'è un pulmino da 10 persone e un pick up. Sono fortunato, con Francesca ed un altro ragazzo tedesco salgo sul pick up che sembra essere molto più affidabile e comodo del pulmino. Arriviamo all'inizio del sentiero venti minuti prima dei ragazzi che hanno viaggiato nel pulmino.

Ricompattato il gruppo, iniziamo a seguire Jorge lungo il sentiero. Camminiamo immersi in un verde intenso con un piacevole profumo di muschio che si sposa con la tipica umidità di queste sommità montuose. A tal proposito, Jorge ci dice che in un anno sono pochi i giorni privi di nuvole in cui è possibile ammirare in toto la bellezza e la maestosità del secondo cratere più grande del mondo. Con questa triste notizia, cammino a testa bassa consapevole che sarà pressoché impossibile vedere lo spettacolo del vulcano. La passeggiata dura circa 45 minuti e, con stupore, più saliamo di quota più il cielo si libera dalle nuvole. Non ci credo, raggiungiamo i 1490 metri della cima e l'orizzonte è completamente sgombro di nuvole, che fortuna! L'immensa caldera vulcanica si apre davanti a noi in tutto il suo splendore. Chilometri di distesa lavica si estendono su una superficie di decine di chilometri quadrati.

Notiamo una parte di lava più scura; Jorge punta il dito verso quella zona spigandoci che è lava recente venuta alla luce durante l'eruzione vulcanica del 2005. La nostra guida ci racconta che ha vissuto con emozione l'eruzione e che anche quando il vulcano eruttava, lui era lì, a godersi l'irripetibile spettacolo a pochi passi dall'incandescente lava. Ci racconta che la colonna di fumo sprigionata dal vulcano ha raggiunto i 20 km di altezza, wow! Rimaniamo a contemplare tale bellezza più di mezzora; questa escursione mi ha permesso di affermare con certezza che l'unicità delle Galapagos non risiede solo nella sua fauna e flora ma anche nei suoi maestosi e particolari paesaggi.

Ritorniamo sul pick up direzione porto Villamil. Siamo tristi, la nostra crociera finisce qui. E' alquanto traumatico salutare i nostri compagni di avventura ma alla fine, con il senno di poi, ci rendiamo conto che gli 850 dollari spesi per la crociera sono il denaro meglio speso in tutta la nostra vita.

Prima di rientrare verso l'isola di Santa Cruz con una speedy boat, abbiamo circa 4 ore per visitare porto Villamil. Il paese ha circa 2000 persone, ma veniamo subito catturati dalla massiccia presenza di otarie che oziano intorno al porto. Decidiamo quindi di lasciare perdere la visita del paese e ci tuffiamo in una spiaggia vicino al molo dove è possibile fare snorkelling. Purtroppo non riusciamo a sguazzare ne con i leoni marini ne con i pinguini però vediamo nuotare sul fondo dell'oceano una colonia di sette aquile di mare, spettacolo alquanto unico! La fortuna è dalla nostra parte: riusciamo anche ad avvistare una piccola manta. Ci tornano in mente i ricordi australiani di Coral Bay dove per la prima volta nuotammo con una manta, quella volta però era una manta gigante!


L'isola di Isabela ci saluta con una coppia di otarie nuotare nel porto e con le velocissime acrobazie di due pinguini che si divertivano a passare a tutta velocità da una parte all'altra del molo da dove partirà la nostra speedy boat. Alle tre del pomeriggio la veloce imbarcazione lascia gli ormeggi di porto Villamil e dopo poco più di due ore a tutto gas (nel vero senso della parola) siamo di nuovo sull'isola di Santa Cruz. Galapagos, il sogno!


 
 
 

Alle Galapagos si può nuotare anche con loro. Isola Bartolomè: Pinguini e Master and Commander

Post n°57 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da FraZigno
 

La notte è molto agitata, onde alte fino a tre metri fanno balzare regolarmente la barca su e giù. Addormentarsi con questo beccheggio è alquanto complicato. Francesca si arrende e prende una xamamina. La attraversata dura circa 9 ore. Arriviamo nei pressi del famosissimo Pinnacle Rock dell'isola di Bartolomé verso le sei della mattina.

Jorge durante la colazione ci dice di aver già visto tre pinguini nei pressi del Pinnacle. Galapagos, il sogno! Prima di arrivare in questo arcipelago non immaginavo si potesse nuotare anche con questi animali. I pinguini delle Galapagos sono piccoli e abili uccelli appartenenti alla specie Spheniscus mendeculus da non confondere con i grandi pinguini dell'Antartide. Infatti, questi uccelli misurano poco più di 50 cm di altezza e sono gli unici pinguini in grado di vivere a cavallo dell'equatore. I pinguini all'equatore? Che strano, ma questa è la natura. Nell'arcipelago delle Galapagos si trovano in due distinte colonie: la meno numerosa sull'isola di Bartolomè, mentre la più popolosa si trova nella parte nord occidentale dell'isola Isabela. Galapagos, il sogno! Non vedo l'ora di vederli e soprattutto di nuotare in acqua insieme a loro.

Prima di fare snorkelling, il programma di Jorge prevede l'ascesa alla ventosa sommità dell'isola di Bartolomè. Attraverso una passerella in legno con scalini, attraversando un ambiente vulcanico selvaggio, raggiungiamo quota 114 metri sul livello del mare. Ogni tanto Jorge si ferma e ci fa piccole lezioni di geologia. Uno dei “laboratori didattici” prevedeva il sollevamento di grosse rocce di basalto che alla vista sembravano pesanti ma invece, una volta prese in mano, si sono rilevate leggere e semplici da alzare. Il segreto sta nell'alta quantità di gas intrappolato nel viscoso materiale lavico fuso che raffreddandosi lentamente ne ha impedito la fuoriuscita. Interessante richiamo all'esame universitario di vulcanologia! Arriviamo in cima e “tadam” ecco lo stupendo panorama reso famoso dal film “Master and commander”. Le scene del film con protagonista Russell Crow durano solo pochi minuti. Nel film, il capitano del vascello Aubrey non lascia molto tempo al dottore/naturalista della nave intento ad esplorare le isole e, velocemente, riparte all'inseguimento della nave francese.

Noi siamo più fortunati del dottore del vascello comandato da Aubrey e Jorge ci lascia parecchio tempo libero per scattare diverse fotografie.

Dopo circa un'ora di passeggiata siamo di nuovo in barca. E' ora dello snorkelling: Pinguini delle Galapagos, stiamo arrivando. Entriamo in acqua 500 metri a sud rispetto al Pinnacle Rock; qui ci dicono che è possibile avvistare anche gli squali. In effetti è così, in lontananza scorgo uno squalo nuotare in direzione opposta alla mia. Va troppo veloce, non riesco ad avvisare i miei compagni di immersione. Dopo circa mezz'ora di snorkelling e nuotando verso nord, arriviamo nei pressi del Pinnacle e qui vediamo, fermi in piedi su di una roccia, tre pinguini. WOW! quasi si possono toccare. E' emozionante, non ho parole... è stupendo il contatto che sento con al natura intorno a me. Nuotare con i pinguini? È possibile! Galapagos il sogno! Facciamo delle belle fotografie, poi uno di loro si butta in acqua e così scopro che nuotano velocissimi, è impossibile inseguirli.

Sono l'ultimo a uscire dall'acqua. Dentro di me sento che questa è un'occasione unica, voglio vivermela tutto il tempo possibile. Non nascondo che quando Jorge ci ha richiamato per salire in barca per il pranzo, un velo di tristezza sia sceso sul mio volto. Jorge mi assicura che nel pomeriggio avrò ancora la possibilità di nuotare con questi splendidi uccelli, mi rinfranca molto questa nuova possibilità.

Mangiamo un ottimo pranzo e poi abbiamo ancora un'ora e mezza di riposo prima di scendere a terra: oltre ad un secondo snorkelling, nel pomeriggio visiteremo Sullivan Bay.

 

Alle due e mezza siamo di nuovo sui gommoni da sbarco della Yolita II. La Sullivan Bay si trova sulla costa orientale dell'isola di Santiago. In questa baia un'immensa colata di lava nera si è solidificata, circa un secolo fa, in uno strato che arriva fino al mare. Il percorso permette di ammirare formazioni vulcaniche ancora intatte come le bolle di lava e i buchi lasciati dai tronchi d'albero prima di ridursi completamente in cenere. Mi colpisce molto il contrasto di colore tra il nero pece della lava e i rossi carapace dei granchi Grapsus Grapsus che scorrazzano veloci su questa distesa lavica. La camminata dura circa un'ora e mezza, è molto bella ma io voglio rivedere i pinguini!

Alle quattro siamo di nuovo in acqua. Il gruppo prima di noi ha nuotato per parecchio tempo con una coppia di pinguini, finalmente ora tocca a noi. Mi tuffo per primo e raggiungo velocemente il luogo dove sono stati visti la coppia di uccelli. Ci rimango male, non c'è più loro traccia. Li cerco disperatamente per un'ora nuotando avanti ed indietro per diverse centinaia di metri. Vedo: tartarughe, aquile di mare, pesci pappagallo ma di pinguini neanche l'ombra. Risalgo sulla Yolita II molto triste e con la consapevolezza che nella mia vita sarà veramente difficile nuotare ancora un'altra volta con questi stupendi animali. Sigh Sigh!....almeno lo posso e lo potrò raccontare...questo mi rinfranca...(forse!)

 

 
 
 

Genovesa e le meduse di Francesca...

Post n°56 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da FraZigno
 

Dopo una notte un po' mossa -l'Oceano si è fatto sentire- verso le 5 gettiamo l'ancora nella baia di Darwin, all'interno del cratere sommerso che ha dato vita all'isola Genovesa. Alle sette facciamo un ottima colazione e, un'ora più tardi, siamo pronti per sbarcare a Darwin Bay Beach. Ecco il sogno: ad attenderci sulla spiaggia ci sono 4 o 5 Galapagos Sea Lion. Galapagos il sogno!

Tutti noi, semplici turisti, cerchiamo di avvicinarci il più possibile alle stupende bestie ma Jorge è molto fiscale. Si incazza parecchio se non rispettiamo i due metri di distanza. Cerchiamo quindi di fare del nostro meglio con le macchine fotografiche per scattare foto indimenticabili il più vicino possibile a questi meravigliosi mammiferi.

Dopo dieci minuti di estasi zoologica, Jorge ci invita a seguirlo lungo un sentiero che si spinge verso l'interno dell'isola; non ho mai visto da così vicino tante specie di uccelli! Alcuni di loro nidificano addirittura sul sentiero. Galapagos il sogno! Vediamo diversi fringuelli di Darwin, i Nazca booby con i rispettivi figli, i Red footed booby presenti quasi esclusivamente su quest'isola, i caratteristici Fregata Magnificens con i loro gozzi rossi e gli Swallow Trailed Gull. Tutti incredibilmente fermi quando l'uomo si avvicina. In cielo vediamo volare il Red billed tropicbird con la sua tipica coda che mi ricorda un aquilone. Jorge ci racconta diverse curiosità che riguardano queste diverse specie di uccelli.

Lungo il sentiero troviamo diverse otarie tutte della specie zalophus californianus, che non è endemica. Nel pomeriggio Jorge ci promette che vedremo anche i Galapagos fur seal -arctocephalus galapagoensis- che sono invece endemici. Gli autoctoni sono più piccoli degli importati.

Ritorniamo sulla barca dopo circa due ore di indimenticabile passeggiata. Ci prepariamo per lo snorkelling. In teoria, in questa zona si può trovare lo squalo martello. La zona dove ci tuffiamo non è molto riparata e le onde ci trascinano da una parte all'altra, insomma non è la tipica piscina trasparente in cui abbiamo fatto snorkelling al Ningaloo park in Australia.

Restiamo in acqua per circa 45 minuti, ma dello squalo martello nessuna traccia.

Dopo un abbondante pranzo, ci riposiamo sui lettini situati sul ponte alto dello yacht. Alle due siamo di nuovo pronti per lo snorkelling. Questa volta dobbiamo assolutamente vedere lo squalo martello. Ci immergiamo nuovamente nelle acque agitate di fronte alle scogliere dell'isola . Ad attenderci però c'è uno sciame di meduse. Francesca è la passeggera che subisce di più gli urticanti tentacoli di queste minute bestie schifose. La pungono in diverse parti del corpo ma, il contatto più doloroso, lo ha sul collo. Sprezzante del dolore, continua a nuotare. Stoica.

Forse le meduse sono allucinogene o forse lo avrà visto veramente, ma Francesca insieme a Jorge sono gli unici due ad aver visto il mitico squalo a martello...per me rimarrà il mistero!!

Ritorniamo sulla barca. Le meduse hanno lasciato il loro segno un po' su tutti noi e il fatto di non aver visto lo squalo martello mi rattrista molto. Purtroppo Francesca non è riuscita a fare una foto che documenti l'avvistamento dello shark quindi, il tanto atteso snorkelling a Genovesa, non è stato dei più proficui.

Alle quattro, la nostra guida ci porta sul lato orientale dell'isola dove si trovano i Prince Philip's steps. Seguiamo per un chilometro il sentiero nell'entroterra fino ad un'ampia distesa di lava. La lava si estende per qualche centinaio di metri e poi sparisce tuffandosi nell'oceano. In questa zona avvistiamo quattro rari individui appartenenti alla famiglia dei gufi: lo Short eared owl (asio flammeus).

Vediamo un fantastico tramonto e poi rientriamo sulla barca per cena. Prendo una guida alla fauna presente sulla barca e mi segno tutte le specie di animali visti oggi, sono parecchie. Appena la barca esce da Darwin Bay, l'oceano torna a farsi sentire. Ci aspetta un'altra notte agitata. Galapagos il vomito ops.... il sogno!


 

 
 
 

Galapagos. L'economica crociera...

Post n°55 pubblicato il 06 Ottobre 2015 da FraZigno
 
Foto di FraZigno

Oggi è il giorno della crociera. Passeremo quattro giorni e tre notti sulla Yolitta II, uno yacht che può ospitare fino a 16 passeggeri più 7 persone di equipaggio.

L'incontro con la nostra guida naturalistica (obbligatoria per visitare quasi tutte le Galapagos) è presso l'aeroporto di Baltra. La guida si chiama Jorge e per quattro giorni sarà il nostro cicerone. Oltre a Jorge arrivano anche gli altri passeggeri. In totale siamo in quattordici.

Ora tutto è pronto, la crociera può iniziare. Saliamo su un autobus che ci porta al porto di Baltra. La prima impressione della barca è rassicurante; ci piace molto sia lo spazio in comune sia la nostra camera. Prima di partire per Bacias Beach, il nostro odierno target, pranziamo. Mangiamo pasta con un ottimo pesto fatto con basilico fresco appena pestato nel mortaio. Un nostro compagno di viaggio, tedesco, scambia la pasta chiamandoli noodles -Oh my god, che scempio- per fortuna gli italiani sulla barca siamo solo io e Francesca!

Arriviamo alla spiaggia verso le due, sbarchiamo e Jorge ci porta nella laguna dietro alle dune di sabbia e "tadam" eccoci apparire davanti a noi un fenicottero rosa il cui colore è meraviglioso..è bellissimo, non ho mai visto un animale così colorato. Galapagos, il sogno!

Nel cielo sopra di noi vediamo decine di sulle dai piedi blu scrutare la superficie del mare per poi lanciarsi in picchiata nell'acqua alla ricerca di pesce con cui cibarsi. Intorno a noi oltre alle sulle volano: fregate sia dal gozzo rosso (maschi) sia con il gozzo bianco (femmina), pellicani e i gabbiani della lava. Sulla spiaggia prendono tranquillamente il sole diverse iguane marine e sulle rocce numerosi granchi di color rosso, scorrazzano a destra e a sinistra. 

Arriva il momenti dello snorkelling. Visto che dalla spiaggia siamo riusciti a vedere uno squalo, una tartaruga e una razza entriamo nell'oceano con grandi aspettative. Ci mettiamo la muta, la maschera e le pinne e splash eccoci in acqua. Purtroppo la visibilità è scarsa ma vediamo comunque numerosi pesci e una bellissima tartaruga marina che, senza paura, sembra volare intorno a noi. Galapagos il sogno!

Rientriamo in barca, ci laviamo e poi abbiamo il breafing con Jorge per la giornata di domani. L'isola Genovesa, paradiso terrestre per molti uccelli è la nostra successiva meta.

Mangiamo un ottima cena e socializziamo con alcuni dei nostri compagni di viaggio. Chiedo infine a Francesca di venire sul ponte della barca a vedere le stelle. È molto bello anche se la luna, in fase crescente, non permette una nitida visione del cielo. Riconosciamo la costellazione dello Scorpione. Le stelle che formano questa figura mitologica brillano proprio sopra la nostra testa. Galapagos il sogno! Stanotte attraverseremo l'equatore e per pochi gradi saremo di nuovo nell emisfero boreale. Isola Genovesa we are coming!


 

 
 
 

Prima gita: Isola Santa Cruz.Le Galapagos

Post n°54 pubblicato il 01 Ottobre 2015 da FraZigno
 

Il primo giro organizzato ci porterà nel centro dell'isola di Santa Cruz e presso la riserva ambientale di El Chato. Alle 9.40 partiamo. Come aveva già notato Darwin, queste isole sono caratterizzate da un tempo soleggiato lungo la costa ma, appena ci si alza di quota, il cielo viene avvolto in una densa distesa di nubi bianche e inizia a cadere una fastidiosa pioggia. L'umidità nel punto più alto dell'isola è prossima al 100%. 

Partiamo dall'albergo con il sole. Raggiunto il punto più alto dei due crateri vulcanici -Los Gemelos- che formarono l'isola migliaia di anni fa, ci troviamo immersi in una fitta nebbia.

L'atmosfera che si respira mi ricorda molto le fredde e nebbiose giornali di autunno della pianura padana. Fortunatamente non fa freddo e il giro intorno ai due crateri è tutto sommato piacevole. Cerchiamo disperatamente i famosi fringuelli di Darwin, ma non li vediamo.

Ci spostiamo poi verso la riserva di El Chato. Prima di entrare nella riserva indossiamo un paio di stivali; il terreno in cui vivono le tartarughe è fangoso! Incontriamo circa 30 tartarughe della specie tartuga nigra. Vediamo queste bestie allungare il collo a fisarmonica per nutrirsi e, come ha riportato anche Darwin nel suo libro, emettere un profondo sibilo e trarre dentro il capo nel carapace se si sentono in pericolo per la nostra vicinanza. Girovaghiamo per un oretta nella riserva e oltre alle tartarughe finalmente vediamo anche una specie di fringuelli di Darwin.

Finiamo il nostro tour visitando i tunnel di lava vicino a Puerto Ayora; strutture alquanto interessanti se si prova ad immaginare come, tempo fa, un fiume di lava incandescente scorreva lungo queste pareti di basalto.

Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita di Tortuga beach, baia delle tartarughe, una spiaggia di sabbia bianchissima che si trova al termine di un sentiero lastricato che collega la spiaggia al lato sud ovest della città di Puerto Ayora. Vediamo iguane marine, pellicani, il gabbiano della lava e, Francesca, dichiara di aver visto anche uno squalo. Torniamo nel B&B soddisfatti della bella giornata vissuta. Domani ci aspettano i sea lion!

Galapagos, il sogno!

 

 
 
 

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