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Guerra climatica

Post n°57 pubblicato il 01 Maggio 2013 da hack_lab

Questo post ha lo scopo di scuotere la coscienza dei lettori. Mi baso su teorie nate dallo studio di personalità autorevoli, studiosi e luminari di ogni dove.
La chiave di lettura che mi permetto di formulare, sulla base dei dati da me raccolti, è di natura geopolitica e strategica, proiettata su scala globale.
La premessa che faccio è che non tratto fantapolitica, mi baso su dati certi e indiscutibili.

1) Teoria dell'inganno
La tecnica adottata è quella della guerra per bande, non tra stati... possono essere rivolte a interessi illeciti ma anche ad attività legali. Se questi vogliono costruire un sistema che vada a loro vantaggio, si deve delegittimare il proprio avversario. Le bande sono associazioni e corporazioni, multinazionali, che non hanno interessi istituzionali ma che cercano solo di perseguire interessi privati.
La guerra per bande è un paradigma delle varie generazioni della guerra: quando si individuano le possibili bande lo si fa dalle azioni e dalle attività che svolgono.


2) Che fanno i militari oggi?
Tra le analisi fondamentali di carattere strategico o geopolitico e quindi anche militare degli ultimi 20 anni, grande risalto hanno i seguenti fattori:
- demografici
- risorse
- economia
da cui ricavo una sintesi molto chiara e ben definita:
a) il fattore demografico segna una crescita della popolazione globale;
b) le risorse sono in netta diminuzione;
c) economia in netta recessione, anche nei paesi considerati emergenti;
d) proliferazione delle armi in fase di arresto per mancanza di risorse economiche;
e) il ruolo degli stati nella definizione della minaccia è nullo, pari a zero.

Da ciò si evince che gli stati non sono quelli che decidono e ne prevedono la minaccia, ma altri fanno l'analisi e la valutazione del pericolo. Fare le analisi e la valutazione significa dare indicazioni alla politica degli stati, oltre a dare indicazioni per la soluzione.
Se avete individuato un terrorista e analizzato che è una minaccia, avete individuato chi è l'obiettivo e avete anche individuato come fare per eliminarlo. Dunque chi decide chi è minaccia e chi non lo è ha potere assoluto, e questa capacità non è più in mano agli stati, neanche di quelli forti. Bush ha dichiarato la minaccia che qualcuno gli ha suggerito, un disastro!
Chi decide non è dentro le istituzioni, ne lavora per esse: è fuori dalle istituzioni e lavora contro la democrazia.

3) Controllo climatico
La guerra ambientale non è più una ipotesi o una cosa impossibile da realizzare, ma esiste ed è già in atto. Tutto sta a vedere se da una guerra ambientale vi saranno gli effetti di una guerra tradizionale (o convenzionale) o di una guerra nucleare, o addirittura peggio. Saremo pronti ad affrontare una guerra ambientale oppure se non lo siamo. Un elemento per capire se una guerra è possibile o meno non è avere gli strumenti o la tecnologia, ma avere la voglia di farla. Se uno ha voglia di fare una guerra non ha bisogno degli strumenti, va avanti a schiaffi fino a che non crede di aver raggiunto il suo obiettivo. Quindi l'elemento della volontà è essenziale per capire e interpretare quello che si vede e si manifesta, che è apparente, che ha degli effetti, e nella volontà di quello che sta dietro al fenomeno stesso.
Lo spirito della ricerca militare nei confronti dell'ambiente come arma, in scacco a una convenzione ONU che bandisce tale pratica: di cui nessuno parla per paura e per timore, argomento scottante e pericoloso da trattare.
Per guerra ambientale si definisce qualsiasi modificazione o violenza sull'ambiente destinata a scopi bellici. Per cui la guerra ambientale propriamente detta è proibita.
Avere la possiblità di condizionare l'ambiente, e i militari hanno questa possibilità, non significa che possano concretamente condurre una guerra climatica.
Intanto andiamo a verificare se ci sono delle basi scientifiche che si celano dietro a certe manifestazioni. Dalle analisi spettografiche delle scie chimiche si nota l'interesse a livello di ricerca sulle onde scalari, sui quali anche i russi negli anni 70 avevano mostrato una grande attenzione per lo sviluppo di questa tecnica come arma su vasta scala. I mutamenti climatici ai quali assistiamo non sono dettati solo dal surriscaldamento della crosta terrestre a causa dell'effetto serra, ma da fattori indotti e generati dall'uomo. L'ambiente militare ha una predilezione per la tecnologia, e tutto quello che è tecnologicamente avanzato viene fatto, con proiezione che va nel lungo e nel lunghissimo termine. Non esiste una moralità che impedisce alla scienza di fermarsi ad un certo punto: lo abbiamo visto con l'arma nucleare e con quella termonucleare, questo vincolo in ambito militare non esiste.
Questa moralità da oltre 30 anni non esiste neanche nella teoria delle relazioni internazionali che si chiama "realista", la quale elimina qualsiasi influenza della moralità sulle relazioni internazionali, per cui gli stati se in accordo possono operare le azioni più strane senza che nessuno ne chieda conto.
L'amore per la tecnologia e per la ricerca scientifica portano i militari a muovere esperimenti anche per scoperte a livello "immaturo". Un conto è avere un'arma e averla testata, un'altro è avere un inizio di tecnologia che può essere utilizzata, di cui se ne ignora il potenziale e su cui non si attende oltre ma si comincia fin da subito a utilizzarla. In ambito tecnico militare non esiste remora morale. Non vi è neanche remora politica, scienza, militari e industria si combinano decidendo anche sulle scelte future della politica di difesa (o di offesa). Se la politica dello stato vuole avere un vantaggio, questa tecnologia viene utilizzata a ogni costo.

Possedere il clima entro il 2025 su ricerche iniziate nel 1995, con dei risultati già parziali, non lascia ombra di dubbio che non si tratti più di teorie. Gli USA nel 1995 volevano avere la capacità di regolare il tempo atmosferico in ogni parte del mondo, per il tempo necessario a fare l'operazione voluta in quella parte del mondo. E non è poco, la ricerca sul clima è una delle cose più complicate che ci siamo, e segue alla lettera le teorie del caos strutturato teorizzato dal matematico Edward Lorenz, secondo il quale un attrattore è un insieme verso il quale evolve un sistema dinamico dopo un tempo sufficientemente lungo, scaturita dall'attenta analisi su una previsione metereologica.
Tutta questa tecnologia si basa su questa teoria, ne trae spunto e la migliora, con risultati non più in fase embrionale ma avanzatissimi.

H.A.A.R.P. è per me una certezza, anche i militari pubblicano le loro ricerche e a oggi non vi è più alcun segreto.
Di rimando, per quel che mi riguarda, tacere sarebbe un crimine di guerra.
Pertanto, se le valutazioni delle minacce non sono più fatte dagli stati ma da soggetti che non hanno alcun incarico istituzionale ma solo di cartello, posso affermare che abbiamo a che fare con dei fanatici assetati di potere. Il povero Hitler a confronto sarebbe un agnellino...

François

 

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