poeta e scrittoreL'autore, uomo di mondo, scrittore, poeta e attore |
LA PAROLA E'
La parola non e' un gioco
nè un divertimento
la parola è il pegno della vita
la parola e' una spada di cui si cinge il cavaliere
sguainata davanti agli occhi dell'ingiustizia
svelle le radici dei morti
Mohamed Ghonim
POESIA DI GHONIM MOHAMED SE SEI COSÌ
IL SOGNO DI UN POETA
Video della poesia di Ghonim
"Il sogno di un poeta" è una poesia del poeta italo-egiziano ghonim mohamed, tratta dal libro di poesie "il canto dell'amore" interpretata presso il salone delle riunioni di les cultures a lecco
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Post n°29 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da ghonim2
centro studi sulle culture del mondo arabo:l'italiana araba fenice sceglie ghonim come personaggio del mese. In Egitto hai fatto anche l'attore di teatro e curavi giornali scolastici. Lo fai ancora adesso in Italia? L’esperienza teatrale costituisce un fatto di una certa rilevanza, per me. Il teatro ha sprigionato dentro di me la voglia di instaurare “il primo ponte “ tra me e il pubblico ed ha costituito una scuola di vita basilare per la mia conoscenza dell’animo; una conoscenza diretta per quello che concerne il mio rapporto con la platea, e una conoscenza indiretta per i testi teatrali che hanno aumentato la mia sete di arricchimento culturale. Il teatro, inoltre, è la messa in scena degli autori da me amati; un giorno personaggio pirandelliano, un altro shakespeariano: l’incarnazione di mille identità, di mille culture alle basi delle quali, però, gli stessi valori, gli stessi insegnamenti. In Italia ho replicato l’esperienza teatrale attraverso un teatro-laboratorio con dei giovani dilettanti ed è stata una esperienza molto edificante. Ora per motivi di tempistica utilizzo la maggior parte del tempo a mia disposizione per scrivere. Ricevo molte richieste di partecipare a dibattiti, conferenze anche nell’ambito scolastico e, spesso, approfitto nell’ouverture delle serate di espormi con degli stralci teatrali italiani e, su richiesta, anche in lingua araba. Ti sei dato anche alla poesia e alla scrittura di racconti e romanzi. Ce ne puoi parlare? Mi piace scrivere a tutti gli interlocutori perché ho da dire ma dietro ad ogni genere letterario c’è uno stimolo ben preciso:per quanto riguarda i racconti per bambini nascono da una richiesta fatta dagli stessi ragazzi durante la rappresentazione nelle scuole “delle fiabe dal mondo”: serie di racconti fiabeschi di diverse etnie con il patrocinio di varie associazioni culturali. Proprio grazie ad una di esse, nell’anno 1997, proclamato dal Parlamento europeo anno contro il razzismo e la xenofobia, mi è stato affidato il compito di onorare questo avvenimento attraverso le strofe di alcune mie poesie raccolte successivamente e redatte grazie all’associazione stessa. Per questi motivi, per gli stimoli ricevuti ho spaziato con i miei scritti a trecentosessanta gradi nell’universo letterario. Di cosa si occupa il giornale News of World che dirigi? Pubblichi anche testi in arabo? Il giornale si occupa di notizie di cronaca dal mondo, di news, attualità, con un occhio di riguardo per il mondo artistico in tutte le sue forme: cinema, arte, fotografia, mondo femminile e dove viene tradotto a puntate il mio libro “Il segreto di Barhume”. Il materiale presente nel mio sito www.ghonim.it viene tradotto dall’italiano all’arabo. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Vorrei dare alla stampa un paio di racconti; uno sull’incontro tra Oriente e Occidente e una narrazione contro la circoncisione. Vorrei inoltre pubblicare un libro di fiabe per bambini. Ho creato su facebook un gruppo chiamato: "Alleanza globale della cultura". Il suo scopo è quello di incrementare le riflessioni, la cultura, la ricerca tecnologica e scientifica, spirituale e religiosa e comportamentale, potenziare le traduzioni da una lingua ad un’altra allargando i confini per dipingere una nuova prospettiva della realtà mondiale. L’idea di una "Alleanza globale della cultura"serve a risvegliare le menti passive e convogliarle in un’unica entità; come un laboratorio che produce un bagliore intellettuale ove tutte le menti possono attingere da qualsiasi luogo. Un laboratorio dove non esista consenso o disapprovazione; ma l’esposizione di un dibattito interattivo che può essere accettato o meno, tenendo presente che la tendenza della società attuale è l'ingresso di idee provenienti dai diversi angoli della Terra. L’obiettivo che si pone l’Alleanza è la cultura aperta a tutti, senza che l’origine, la religione o qualsiasi appartenenza ad un’ideologia possa ostacolarne il dialogo. Questo mio progetto ha l’obiettivo di adottare ogni iniziativa che mira a promuovere la consapevolezza culturale, la diffusione delle innovazioni su Internet e/o su una rivista, il lavoro di organizzazione di seminari e concorsi di tipo artistico e letterario e l’invito di intellettuali al dialogo. Essa si dovrà interessare a tutte le forme di cultura: arte, letteratura, musica, ect. e alla divulgazione di idee e punti di vista, al fine di rappresentare un centro di irradiazione della cultura e civile di qualunque paese; dunque lo scopo è quello di spargere e tradurre le innovazioni nelle diverse lingue del mondo. I progetti ci sono, ora spero che aderiscano persone, artisti consapevoli della bellezza di questa iniziativa con un atteggiamento onesto e sincero. Ti senti un po' italiano? E quali sono, seconto te, i presupposti per una buona convivenza all'interno della società italiana? Mi considero cittadino del mondo; e il mondo per me è un Paese. L’essenziale è che chi vive un Paese deve erigere, costruire, edificare deve potenziare con un apporto personale. Io dove vado costruisco perché credo nell’umanità, non credo nelle armi e nella guerra, ma la mia arma consiste nella parola che sta alla base della convivenza civile. Io credo nell’amore tra i popoli, nella giustizia, nel bene, nella ricerca di un equilibrio sia interiore che esteriore; credo e spero in una società che non condanni senza conoscere; per concludere oserei affermare che i presupposti per una buona convivenza all’interno di questa società o all’interno di altre sono il rispetto da entrambe le parti, e la volontà di conoscere sinceramente gli altri. Ci puoi leggere un brano delle tue poesie? Leggerò un brano tratto dalla silloge “Colombe raggomitolate” intitolato L’invito. L’anima s’accosterà all’anima, Se la nostra terra è unica? La razza si dissolverà nella razza, Se la carnagione è unica E il sangue che fluisce è scarlatto? Chiedo, chiedo soltanto. Che senso ha uccidere, discriminare, Quale sapore ha l’odio? V’invito a togliere le spine dall’anima, Annullate le frontiere. Oltrepassiamo la guerra! Dividiamo il pane… V’invito a costruire una casa; Tessiamo una tela. Prendiamoci per mano E abbatteremo tutti i muri. Eliminiamo l’invidia: Rsti sulla terra Nient’altro che l’amore. |
l'atmosfera è resa pesante e scontrosa e ci allontana da un punto di incontro fra culture; siamo nel ventunesimo secolo e ancora si respira aria di crociate, perchè siamo così ricchi di pregiudizi e non proviamo per una volta ad andare oltre, perchè non proviamo ad arricchire le conoscenze per capire veramente cosa c'è dietro le apparenze? Bisogna volere veramente un dialogo e non continuare ad accusare, condannare, colpevolizzare, usare la dietrologia...dobbiamo crescere culturalmente e renderci conto che ci sono dei concetti, dei valori inoppugnabili (parlandoci chiaramente non sono quì per giudicare le azioni di un profeta o di un altro---perchè non è nelle mie possibilità e nelle mie capacità) è già complicato analizzare i sentimenti umani e penso che certe problematiche sono molto delicate, ci vogliono le pinze per non compiere un incidente diplomatico...Ognuno con cautela analizzi, studi, discuta, tragga le sue conclusioni ma non allontanandosi mai da quello che sono le sue competenze, solo così il nostro dialogo avrà ragione d'essere, solo così il nostro scontro potrà divenire un incontro ed avere uno scopo terapeutico e costruttivo, in caso contrario avremo solo danni. |
Post n°27 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da ghonim2
Scrivere corrisponde al respiro; tessere il filo del fuso tra me e gli “altri”per annientare il nulla…perché ho da dire parole che meritano di essere lette…scrivo perché ci sono alcune anime al di là della sponda che attendono i miei versi. E’ possibile dire, quindi, che si comunica tramite la poesia, ma anche che è il mezzo per esplorare se stessi, per entrare nell’anima, passo dopo passo, per cercare di arrivare all’Assoluto. Oggi più di ieri la poesia, non avendo uno sbocco commerciale uguale alla narrativa, viene considerata una forma espressiva secondaria, anche se invece è il contrario. E’ una caratteristica questa del mondo occidentale, oppure interessa, vista la globalizzazione, anche il mondo arabo? Concordo senz’altro su quanto ha risposto in ordine alla chiusura mentale dell’uomo moderno e alla funzione essenziale della poesia. Ora passo al suo libro, a Colombe raggomitolate, che mi ha piacevolmente sorpreso. Infatti, in due delle tre sillogi che lo compongono, si respira un’aria di primavera, una gioia di vivere positivamente contagiosa. Viceversa le poesie dei migranti sono un richiamo a una realtà sofferente, vista comunque con un senso di profonda pietà. Ho notato, fra l’altro, un variare di forme espressive non comune (basti pensare al dialogo de Il mio canto), ma soprattutto mi hanno colpito le allegorie, così indovinate e veramente di grande effetto presenti nella piccola silloge La donna. Sono frutto di un erotismo trascendente, di una quasi divinizzazione del soggetto femminile, con quei seni visti come colombe raggomitolate. La maggior parte dei poeti islamici ha fatto sempre più uso dell’allegoria indebolendo la propria pietà, la misericordia e accrescendo i dissensi, usata con un risultato immediato ed evidente per tutti, come vediamo nelle poesie di Ibn al farid, di ibn arabi, di el Khayam, per quello che non è evidente, solo un filosofo come Al Ghazali e chi come lui reinterpreta le allegorie possono oltrepassarne il significato servendosi delle dimostrazioni. Molto belle queste sue parole e devo dire che mi trovano concorde, perché anch’io vedo la donna come lei l’ha descritta. Ha citato dei poeti arabi, peraltro da me non conosciuti, ma non è un caso, perché generalmente la cultura occidentale ha scarsa attenzione per voci che non siano locali. Questo riferimento ad altri autori mi ispira una domanda. Considerato che anche in poesia per scriverne è indispensabile averne lette, quali sono i poeti che più l’hanno influenzata e che hanno contribuito alla sua formazione artistica? (… sono cadute parole diverse che portano il significato della fertilità ma pareti resistenti le ostacolano involucri d' ogni specie le velano perché non tolgano la ruggine dal petto della ragione.) da “La pioggia” C’è veramente una scarsa attenzione verso le voci di altre culture, come giustamente lei afferma e sente a differenza, invece, e parlo per esperienza personale, di quello che si respira in altri luoghi dove Dante, Ariosto, Boccaccio, Shakespeare, Goethe, Petrarca, Kafka, Machiavelli, Voltaire sono punti chiave dello studio della letteratura; si figuri che io già nel corso della scuola primaria ho rappresentato delle opere di Pirandello che conoscevo a memoria. Questo per quanto riguarda alcuni tra gli innumerevoli autori occidentali; d’altro canto ci sono i poeti e direi con la p maiuscola, arabi, poeti e scrittori, grandi letterati che, come Abu Tayyib Mutanabbi, Ahmed Shawqi chiamato “il principe dei poeti” che introduce il genere della poesia epica alla tradizione della letteratura araba (uno dei più importanti del ventesimo secolo), Hafez Ibrahim, Nizar Quabbani, Adonis, e poi i classici Gibran Khalil Gibran, Ahmed Rami (i suoi testi sono stati cantati dalla voce melodiosa della più famosa cantante araba di tutti i tempi, Omm Kalthum) e un’infinità che non basterebbe un’enciclopedia intera per raccoglierli tutti. Quel che le chiedo è semplice: quale è la domanda che le piacerebbe le fosse rivolta? Sono sicuro che c’è e allora la prego di formularla e di fornire la relativa risposta. La Ricerca del contenuto della silloge “Colombe raggomitolate” corrisponde alla ricerca di un senso che riassume la condizione umana sulla faccia della terra. “Colombe raggomitolate” o più precisamente “contratte” perché quello che scorge l’umano sono le immagini inquietanti che ci colpiscono e ne feriscono l’animo; come le lacrime delle madri e l’urlo dei bambini che piangono in silenzio e che fanno tremare la roccia ma non intaccano i sentimenti umani di quelli che trasformano la vita in un inferno. Questo è lo stimolo che mi spinge a cercare le “mie colombe”raggomitolate a causa del timore e del panico per la perdita di tutti i bei significati della vita;quelli che sollevano l’umanità in un’atmosfera eterea e in un concerto sottile e melodioso che è costituito dal linguaggio universale della natura preludio di una suggestiva immagine di colombe che svolazzano in cielo in pace e in libertà. Grazie, Sig. Ghonim, per l’interessante colloquio e per la disponibilità che mi ha riservato. La saluto con un arrivederci alla prossima raccolta poetica che sono certo è nei suoi programmi. |
Post n°26 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da ghonim2
Incontro culturale con il poeta e scrittore Ghonim Mohamed ed il comicoattore Giobbe Covatta che interpreta la poesia: La notte scura tratta dal libro Il canto dell’amore, considerata il cavallo di battaglia dell’associazione: Les Cultures. |
L’anima s’accosterà all’anima, Che senso ha uccidere, discriminare, V’ invito a togliere le spine dall’anima: Eliminiamo l’invidia: |
IL SEGRETO DI BARHUME
"…il senso della vita, il tema del vivere e del convivere, il rapporto tra vita e morte sono elementi centrali dal romanzo.Un messaggio diretto all'uomo, sempre impegnato alla ricerca della felicità, nell'evolversi circolare dell'esistenza alla trappole della felicità materiale troppo facile da raggiungere".
(LA PROVINCIA – 10 Novembre 1994)
OPERE
LA FOGLIA DI FICO E ALTRI RACCONTI
vi è qualcosa d'inquietante e di antico (Ghonim è egiziano, ma risiede in Lombardia da diversi anni) nei sette racconti, la cui prosa avvince per una certa irrealtà o l'aspetto simbolico: LA FOGLIA DI FICO e QUANDO CADE LA MASCHERA,quest'ultimo con un epilogo imprevisto. fuori del comune e' anche la struttura narrativa, che predilige il tempo presente e, insieme alla trama delle storie narrate, costituisce il segno distintivo dello scrittore.
"punto di vista" n°22ottobre/Dicembre1999
Fara Editore( 1998)
IL RITORNO
Il Ritorno
Questo romanzo è il seguito del Segreto di Barhume (Fara, 1997)
POESIA
COLOMBE RAGGOMITOLATE
Fara Editore( 2003)
È bello leggere questi versi perché ci
dispongono nella condizione di mediare esistenze diverse e simili, accedere ai segreti di quella civiltà eccezionale che non smette di stupirci e consentono di apprendere appieno la sofferta eredità dell'Africa dei nostri tempi civili.
(Montoro Inferiore, gennaio 2005)
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QUANDO CADE LA MASCHERA
Pubblicato nel 1997
IL CANTO DELL’AMORE
Il canto dell’amore, un omaggio biblico
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