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Giano, il dio bifronte, come me. Contraddizione e complementarietà. Il racconto della mia strada, quella che sto costruendo verso i miei sogni. E di me.

 

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Post N° 148

Post n°148 pubblicato il 16 Febbraio 2006 da GianoReloaded

Ieri, purtroppo, non sono riuscito a passare sul blog. Nella mia carriera di studente universitario fuori-sede si annoverano diverse feste. Per festa si intendono quelle serate in cui ci si trova protagonisti di episodi che, nel pieno delle facoltà mentali, sicuramente si sarebbero evitati. Per quanto mi riguarda in assoluto al primo posto ricordo la festa della laurea triennale. Come da tradizione ci fu una vesta con travestimento, cui segui un fiume di alcool. Di quella sera ho perso memoria, purtroppo restano delle foto alquanto compromettenti a testimoniare quel che accadde quella sera, vestito di un tutù rosa..

Al secondo posto rimane una serata di inizio gennaio del 2004. Quella sera mi sentii dire al telefono la classica frase “ti sento come un amico”, preludio di una fine al quanto dolorosa, e contemporaneamente le prime serate con Sissi. Quella sera rimane nota come la sera “dei 4 stivali”, in onore a quel che ingurgitai. La serata proseguì in una disco della zona. Lì con il rossetto non ricordo di chi, mi disegnai occhi e naso sulla pancia (ai tempi era c’era una comoda custodia per i miei addominali) e finii sopra un divano, cantando con la pancia (l’ombelico dava l’impressione di un perfetta boccuccia fischiettante) My Way di Sinatra.

Ebbene, la medaglia di bronzo (visto che siamo in tempo olimpico) o, meglio, di s-bronzo, va a martedì sera. L’idea era questa: uscire alle 19 per l’aperitivo, e per le 21-22 essere a casa. Così esco con un po’ di amici, andiamo in uno dei localini e cominciamo con gli aperitivi. Provvidenziale spunta anche la pasta per mitigare l’effetto degli spriz a stomaco vuoto. E fino alle 21.30 non c’era nessun problema. Cambiamo locale e qui trovo alcuni amici, conosco dei paesani e pure una splendida ragazza (che mi ha chiesto delle ripetizioni visto che frequenta la mia stessa facoltà!). Il discorso è che, sballottato tra 4-5 compagnie ho cominciato a perdere di mano la situazione. La cosa è gradualmente scemata verso la devastazione tanto che alle 3 ho dovuto chiamare un taxi visto che anche in bici mi era difficile arrivare a casa (la bici è ancora davanti quel bar!)

Dunque la giornata di ieri è passata allo stato vegetativo davanti le olimpiadi. L’aureola stretta che mi faceva mal di testa e l’anarchia nello stomaco mi hanno tenuto compagnia a lungo e solo a sera ho recuperato energie e ripristinato le capacità fisiche. Insomma, il 15 febbraio non esiste nel mio calendario. E al risveglio, sempre il solito proposito: non toccherò mai più una birra in vita… ma questo l’ho detto anche l’ultima volta! E oggi, si recupera, proviamo a produrre. La pioggia è propizia..

Buona giornata

 
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