Creato da: deadlock999 il 01/10/2007
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Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 04 Gennaio 2008 da deadlock999

Trasforma i giorni in piccoli oggetti con cui puoi giocare
tenendoli in mano. Trasformali per esempio in biglie, gialle, verdi, rosse e
blu. Per una settimana riesci a mantenere l’ordine. Lunedì è blu, martedì è
verde, mercoledì è viola… Se provi a riunire tutta la scorta di un mese, perdi
ben presto il controllo. Dov’è finita la diciottesima? La ventiseiesima era blu
o rossa? Un anno basta per ricoprire l’intero pavimento della cucina. Il 25 giugno
sotto il frigorifero, il 4 giugno sotto il termosifone, il 14 febbraio da
qualche parte sotto i fornelli.
Non puoi spostarti nel locale senza far muovere le biglie.
Un giorno urta contro l’altro, come molecole di pensiero nella memoria.
Trecentosessantacinque biglie stanno rotolando nella stanza. Il 13 novembre rotola
lentamente sul pavimento della cucina verso il tavolo e colpisce la vigilia di
Natale che si mette in moto verso il giorno di Pasqua.
Hai un trilocale e moltiplichi le trecentosessantacinque
biglie dell’anno per settanta o ottanta. Il 6 maggio 1973 rimbalza dall’entrata
e rotola in soggiorno dove colpisce il 23 luglio 1972, il 24 luglio 1999, il 4
gennaio 2000 e il 13 maggio 2005, il prima di fermarsi in pace accanto al 24
luglio 2007 sotto il televisore.
Ti rigiri nell’abbondanza e ti sembra di essere ricco. Poi
bussano alla porta. Con cautela attraversi il pavimento, spingi da parte
qualche centinaio di biglie davanti allo zerbino e apri a una giovane donna. In
mancanza di rose rosse le dai subito una manciata di biglie; ma la donna vuole
giocarci, con quelle che le dai, e prima che ci pensi, ne hai perse quattromila.
Poi bussano di nuovo, e arriva un bambino: a lui dai qualche migliaio di
biglie. Il giorno dopo ha con sé un fratello, che esige lo stesso trattamento
del fratello. E ora, solo ora vedi che la tua scorta ha iniziato a diminuire,
si sta assottigliando, sul pavimento. Non sono più accatastate le une sulle
altre negli angoli come ai bei vecchi tempi.
Poi alla porta c’è un uomo, che ti mostra un foglio dove c’è
scritto che gli devi dodicimilacinquecento biglie. In fretta e furia ti metti
sul pavimento e conti il numero esatto di biglie ed estingui il subito il
debito. Vuoi sapere cos’è tuo, vuoi sapere cos’hai a cui attaccarti, ma a quel
punto ne sono rimaste poche. Adesso devi cercare, devi correre da una stanza
all’altra per trovarne una.
Chiudi la porta e ti ritiri. Quel che ti è rimasto vuoi
tenerlo per te.

 
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Papà vola!

Post n°25 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da deadlock999
Foto di deadlock999

Ti ho già detto che l’unica cosa di cui abbiamo bisogno per
diventare buoni filosofi è la capacità di stupirci? Se non l’ho fatto prima, te
lo dico adesso: l’unica cosa di abbiamo
bisogno per diventare buoni filosofi è la capacità di stupirci.

Tutti i bambini piccoli ce l’hanno. E ci mancherebbe altro.
Dopo soli pochi mesi di vita cominciano a percepire una realtà nuova fiammante.
Eppure, a mano a mano che crescono, questa capacità di stupirsi sembra
attenuarsi. Quale può esserne il motivo? Conosci la risposta?
Allora: se un neonato potesse parlare, avrebbe sicuramente
molte cose da dire sullo strano mondo in cui è capitato. Tuttavia, anche se il
piccolo non può esprimersi a parole, indica tutto quello che gli sta intorno,
cercando al contempo di afferrare gli oggetti che si trovano nella stanza.
Quando comincia a parlare, può succedere che il bambino si
fermi di colpo e dica: “Bau, bau” ogni volta che vede un cane. Comincia ad
agitarsi nella carrozzina, muove freneticamente le braccia e ripete: “Bau, bau,
bau, bau!” Allora noi, che abbiamo qualche anno in più sulle spalle, ci
sentiamo forse un po’ a disagio per via del suo entusiasmo. “Ma sì, ma sì, è un
bau”, rispondiamo, ormai abituati al mondo. “Adesso però fai il bravo, su.” Non
proviamo la stessa eccitazione: abbiamo già visto un cane. Una scena del genere
può ripetersi centinaia di volte prima che il bimbo riesca a incrociare un cane
(o un elefante, o un ippopotamo) senza perdere il controllo. Tuttavia, molto
prima che il piccolo impari a parlare nonché a pensare in modo filosofico, il
mondo sarà diventato per lui un’abitudine.
Peccato!
Bisogna impedire che anche tu diventi una di quelle persone
che danno il mondo per scontato. Faremo un paio di esperimenti mentali.
Immagina di passeggiare in un bosco. All’improvviso, sul
sentiero davanti a te, vedi una navicella spaziale. Ne sta uscendo un minuscolo
marziano che comincia a fissarti…
Che cosa penseresti in una situazione del genere? Non
importa, fa lo stesso. Piuttosto, non ti è mai capitato di pensare a te stesso come a un marziano?
E’ assai improbabile che un giorno tu ti imbatta in una
creatura di un altro pianeta. In effetti, non sappiamo neanche se ci sia vita
su altri pianeti. Invece è possibile che tu ti imbatta in te stesso. Un giorno
ti fermi di colpo e pensi a te stesso in modo completamente nuovo. Magari può
succedere proprio mentre stai facendo una passeggiata nel bosco.
Sono una strana creatura, pensi, sono un animale misterioso…
E’ come se ti svegliassi da un sonno lunghissimo che dura da
anni, proprio come è successo alla Bella Addormentata nel Bosco. Chi sono Io?
Ti chiedi. Sai che stai vagando su un pianeta dell’universo. Ma che cos’è l’universo?
Se ti capita di pensare a te stesso in questo modo, hai
scoperto qualcosa di misterioso al pari del marziano di cui ti parlavo
poc’anzi. Non hai incontrato una creatura che viene dallo spazio, ma hai
guardato dentro di te e ti sei visto come una strana creatura.
Mi segui? Facciamo un altro esperimento mentale.
Immagina che, un mattino, mamma, papà e il piccolo di due,
tre anni siano seduti in cucina a fare colazione. A un certo punto la mamma si
alza e si gira verso il fornello: in quel preciso momento, sotto lo sguardo
attento del figlio, il papà spicca un volo fino al soffitto.
Quale pensi che sarà la reazione del piccolo? Forse punterà
il dito verso il padre, esclamando:”Papà vola!”
La meraviglia sarebbe grande, ma non troppo diversa da
quella che lui prova quando vede il padre usare un marchingegno assai
divertente per farsi la barba, arrampicarsi sul tetto per orientare l’antenna
della televisione o infilare la testa nel cofano della macchina per riuscirne
poi nero come la pece. Agli occhi del piccolo, insomma, papà fa sempre un
mucchio di cose strane e un piccolo volo sopra il tavolo della cucina non cambia
granchè.
Adesso tocca alla mamma. Ha sentito l’esclamazione del
figlio e si gira di scatto. Come pensi che possa reagire alla vista del marito
che svolazza sul tavolo?
Probabilmente lascerà cadere a terra il barattolo della
marmellata e si metterà a urlare dalla paura. Forse avrà addirittura bisogno
del medico anche dopo che papà sarà ridisceso sulla sedia. (Ha sempre detto che
papà deve imparare a comportarsi bene a tavola!)
Secondo te, perché la mamma e il figlio reagiscono in modo
così diverso?
Ha a che fare con l’ABITUDINE (ricordatelo!) La mamma ha
imparato che gli esseri umani non possono volare. Il figlio invece no: non è
ancora sicuro di ciò che sia possibile fare o non fare in questo mondo.
Tu che ne pensi del mondo? Credi che il mondo sia possibile? Anch’esso è sospeso nello spazio!
La cosa più triste è che, crescendo, noi non ci abituiamo
soltanto alla legge di gravità bensì al mondo così com’è. In altre parole,
perdiamo a poco a poco la capacità di stupirci per quello che il mondo ci
offre, ed è una perdita grave, alla quale i filosofi cercano di porre rimedio.
Nel nostro animo, noi intuiamo che la vita è un mistero. E questa è una
sensazione che abbiamo provato una volta, molto tempo prima che imparassimo a
pensarci.
Voglio fare una precisazione: anche se le domande
filosofiche riguardano tutti gli esseri umani, non tutti diventano filosofi.
Per motivi diversi, la maggior parte di loro è così presa dalle cose di tutti i
giorni che il pensare all’esistenza occupa l’ultimissimo posto (le persone
scivolano giù, giù, si sistemano ben bene e rimangono lì per tutta la vita).
Per i bambini, il mondo, con tutto ciò che offre, è qualcosa
di nuovo, di stupefacente. Non è così
per tutti gli adulti, la maggior parte dei quali percepisce il mondo come un
fatto ordinario.
I filosofi rappresentano una nobile eccezione. Un filosofo
non è mai riuscito ad abituarsi del tutto al mondo che, per lui, continua a
essere assurdo, si, enigmatico e misterioso. I filosofi e i bambini hanno in
comune questa importante capacità. Potremmo ben dire che un filosofo conserva
la pelle delicata di un bambino per tutta la vita.
Adesso devi scegliere. Sei Un bambino che non è ancora
riuscito ad “abituarsi al mondo”? O sei un filosofo che giura di non abituarsi
mai?
Se scuoti la resta e non ti senti né bambino né filosofo è
perché il mondo ti è diventato così familiare che non ti stupisce più. In
questo caso il pericolo è già in agguato. Non voglio che tu appartenga alla
categoria degli apatici e degli indifferenti. Voglio che tu viva la tua vita in
maniera consapevole.
Breve riassunto: un coniglio bianco viene estratto da un
cilindro vuoto. Dal momento che l’animale è molto grosso, ci vogliono miliardi
di anni per fare questo gioco di prestigio. Sulla punta dei suoi peli nascono i
bambini. In tal modo hanno la possibilità di stupirsi di questa incredibile
magia. Tuttavia, a mano amano che diventano vecchi, scivolano sempre più giù
nella pelliccia del coniglio e lì rimangono. Molti stanno così bene che non
osano più arrampicarsi nuovamente sui peli sottili. Solo i filosofi si
imbarcano in questo viaggio pericoloso alla ricerca dei confini ultimi della
lingua e dell’esistenza. Alcuni cadono, altri però si aggrappano con tutte le
loro forze ai peli del coniglio e gridano agli uomini che, comodamente
sistemati nella morbida pelliccia dell’animale, mangiano e bevono in assoluta
tranquillità.
“Signore e signori”, dicono i filosofi. “Siamo sospesi nel
vuoto!”
Ma agli esseri umani che vivono di sotto non importa nulla.
Anzi, prima commentano: “Uffa, che scocciatori”, poi continuano a ripetere le
stesse cose di prima: “Mi passi il sale?” “Come va oggi in Borsa?” “Quanto
costano i pomodori?” “Hai sentito che Carla Bruni si è fidanzata?”

 
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FAR DURARE UN AMORE

Post n°24 pubblicato il 27 Dicembre 2007 da deadlock999
Foto di deadlock999

Una mamma e un bambino stanno camminando sulla spiaggia. Ad un certo punto il bambino chiede: "Come si fa a mantenere un amore?"
La mamma guarda il figlio e poi gli risponde: "Raccogli un po' di sabbia e stringi il pugno..."
Il bambino stringe la mano attorno alla sabbia e vede che più stringe piu' la sabbia gli esce dalla mano. "Mamma, ma la sabbia scappa!!!"
"Lo so, ora tieni la mano completamente aperta... "
Il bambino ubbidisce, ma una folata di vento porta via la sabbia rimanente.
"Anche cosi' non riesco a tenerla!"
La mamma sempre sorridendo: "Adesso raccogline un altro po' e tienila nella mano aperta come se fosse un
cucchiaio... abbastanza chiusa per custodirla e abbastanza aperta per la liberta' ".
Il bambino riprova e la sabbia non sfugge dalla mano ed e' protetta dal vento.
"Ecco come far durare un amore..."

 
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Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 21 Dicembre 2007 da deadlock999

BUON NATALE!

Deadlock999.... ;-))

 
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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 18 Dicembre 2007 da deadlock999

Se siete già avvezzi al tradimento, e anzi non avete ancora smesso di farvene un vanto, aprite gli occhi e guardatevi allo specchio: siete una caricatura. E se è vero, come sostiene Bergson nel suo saggio sul riso (http://it.wikipedia.org/wiki/Umorismo), che le caricature non fanno che sottolineare gli atteggiamenti ripetitivi in cui rifugge per vigliaccheria una personalità che invece in quanto viva non dovrebbe mai ripetersi, il vostro compito è smettere di reiterare questi vanitosi siparietti e domandarvi cosa volete e perchè. Vi piace  scoprire corpi e sessualità sempre diverse? Non vi fidanzate. Vi intriga il perverso intreccio tra masochismo e sadismo della sovrapposizione sentimentale? Procuratevi il numero di telefono di un buon psichiatra.

 
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