HUNKAPI
Associazione culturale per la divulgazione delle tradizioni degli indiani d'america - Email:hunkapi.genova@gmail.com
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Da tempo circola una straordinaria serie di immagini in cui i nativi propongono i veri padri fondatori americani spesso utilizzando lo sfondo del fin troppo famoso Monte Rushmore dove sono scolpiti i volti di quattro presidenti degli Stati Uniti. Al posto di George Washington,Thomas Jefferson, Abramo Lincoln e Theodore Roosevelt i nativi collocano idealmente gli antenati protagonisti della loro resistenza Goyathlay (Geronimo), Makphya Luta (Nuvola Rossa), Hinmaton Yalaktit (Capo Giuseppe) e Totanka Yotanka (Toro Seduto).
La risposta alla pomposità yankee dello scultore Gutzam Borglum è la maestosità dell'opera dedicata a Tashunka Witko (Cavallo Pazzo) poco distante. I Nativi sanno chi ha diritto a svettare tra le loro montagne che hanno visto anche azioni clamorose dei militanti degli anni settanta.
Recentemente hanno ricordato il quaranntennale di una occupazione meno conosciuta rispetto ad altre degli anni settanta quando prese il via il rinascimento indiano.
Il Rapid City Journal informa "Quaranta annii fa, un gruppo di attivisti Nativi americani occuparono Monte Rushmore per tre mesi per richiamare l'attenzione sulla miriade di problemi che dovevano affrontare le persone indiane negli Stati Uniti."
Robert Cook, ex presidente dell’ Indian National Education Association, ha ricordato dopo quasi mezzo secolo: “Oggi è una lezione di storia” e ha celebrato quel meraviglioso gruppo di attivisti nativi che occuparono per tre mesi il sito Rushmore rischiando la prigione. Non fu una bizzarria ma un atto di coraggio per difendere le loro convinzioni.
Quel gruppo con sede in California scalò il monte per educare i nativi a riprendersi sovranità, a pretendere giustizia per i trattati sempre infranti e lottare contro la povertà.
A quaranta anni di distanza alcuni sono ritornati con figli e nipoti e si sono riuniti per commemorare il primo giorno di scalata per rivisitare quei problemi che, nonostante il tempo , affliggono ancora coloro che vivono nelle riserve del Sud Dakota.
Tra i partecipanti Marlyce Miner, proveniente da Rapid City, che all’epoca lavorava in un negozio di souvenir ed imparò ad essere consapevole sulla sorte delle montagne sacre, le Black Hills.
A Quanah Parker Brightman è toccata il compito di dare inizio al meeting cantando il motivo simbolo purificando i partecipanti con la salvia sacra. L’avventura del 1970 fu il primo scatto nazionale dopo il Little Big Horn. Una sfida che portò una copertura mediatica immensa sul furto delle Black Hills. Suo padre, Lehman Brightman della Cheyenne River Sioux Tribe, professore ottantenne e militante fu protagonista non solo di Rushmore manchhe di Alcatraz, Wounded Knee ed innumerevoli dimostrazioni californiane.
La novantenne Marcella Le Beau di Eagle Butte che nel 2004 ricevette la Legion d’Onore a Parigi ha evidenziato il successo odierno di chi volle portare l’attenzione sulle condizioni del popolo lakota. Oggi si fa il forum sulla sovranità nazionale e non una manifestazione di protesta con la consapevolezza che la Terra debba essere restituita piuttosto che un business.
L'assalto a Monte Rsuhmore fa parte della resistenza americana alla faccia dei quattro musoni yankee, nemici degli "indiani".
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