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Barack Obama incontra i leader delle tribù

Post n°137 pubblicato il 05 Febbraio 2008 da hunkapi.genova

Un summit annuale alla Casa Bianca con i capi delle tribù pellerossa degli Stati Uniti al fine di rispettare la loro «sovranità»: a questa proposta il candidato democratico Barack Obama affida la scommessa di conquistare i cuori e le menti di oltre un milione di indiani-americani residenti in ben 12 dei 22 Stati dove si voterà nel Super Martedì del 5 febbraio. Il senatore dell’Illinois è sbarcato ad Albuquerque, in New Mexico, per incontrare alcuni leader di tribù che vivono nelle riserve create oltre un secolo fa: accolto con calore nella cornice di una cerimonia disseminata di simboli pellerossa, Obama ha spiegato che il suo programma di «aiuti alla classe media» è destinato a favorire economicamente le famiglie più deboli del Paese, fra le quali si contano numerosi componenti delle tribù pellerossa.
«Bisogna impegnare il governo nella lotta alla povertà, all’emarginazione ed alla dipendenza dal bere», ha detto. Per testimoniare la volontà di tenere la sorte dei pellerossa «in cima alla mia agenda di presidente», Obama ha così annunciato un duplice impegno: nominare un «consigliere a tempo pieno per le questioni degli indiani-americani» che lavorerà nel team della Casa Bianca come anche «organizzare ogni anno un summit con i leader di tutte le tribù». Sarà questo summit a segnare il formale riconoscimento di una «sovranità» che i Trattati di pace siglati al termine delle guerre indiane prevedono sulla carta. A questo bisogna aggiungere la volontà di Obama di destinare fondi pubblici per garantire la copertura sanitaria, investire nella costruzione di scuole e per il rafforzamento di tribunali e polizia che operano nelle comunità, così come il «cambiamento dei regolamenti» che al momento impediscono ai pellerossa di proteggere i propri territori dalle speculazioni edilizie.
La raffica di impegni ha trovato il favore delle comunità pellerossa del New Mexico, il cui maggiore quotidiano Indian Country ha espresso pubblico sostegno alla candidatura di Obama. Ciò che più ha pesato nella scelta di Indian Country è quanto Obama ha detto nell’assicurare che «da presidente garantirò la tutela dei luoghi sacri e delle tradizioni culturali degli indiani americani». Nell’opera di corteggiamento dei pellerossa Obama ha al fianco Tom Daschle, ex capo dei senatori democratici a Capitol Hill e già rappresentante a Washington per 26 anni delle istanze di sette riserve indiane in South Dakota. Sul fronte opposto tuttavia anche Hillary ha importanti carte in mano fra gli indiani americani grazie alle dichiarazioni di sostegno ricevute da Joe Shirley, presidente della nazione Navajo.

Fonte: http://www.lastampa.it/

 
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