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Vita On The Road

Storia di un uomo e della sua moto..."In Viaggio"

 

 

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Riflessioni e scelte

Post n°109 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da indiana_63_883
 

Nella mia libreria c’è un testo con una bella rilegatura in pelle.

Un dorsalino tra i tanti che ha sempre attirato il mio sguardo: “Ragione o Sentimento” di J. Austen.

Prendo spunto da questo titolo per buttar giù le due  righe di questo post.

Fortunatamente, in questo periodo della mia vita non sono tormentato da scelte sentimentali inerenti a persone, perchè sono pienamente convinto della bontà della mia vita sentimentale ed affettiva che mi appaga pienamente, oltre ad essere soddisfatto anche di quei pochissimi amici che mi circondano.

Detto questo, il dilemma che mi attanaglia e rende insonni le mie ultime notti, in sintonia con quelle di un altro mio amico motociclista che sta per fare una “scelta” abbastanza ardua, è la moto.

La mia Harley è frutto di anni passati a riflettere e aspettare,  per realizzare un sogno, ma soprattutto trascorsi a viaggiare con la mente leggendo riviste specializzate, diari di viaggio, romanzi di vita on the road, fino a crearmi un pensiero personale su marca, modello, tipologia e destinazione del mezzo meccanico.

In due parole, due anni fa, ho realizzato senza alcuna razionalità un sogno nel cassetto.

Da Sempre, da quando ne ho memoria e cioè dall’età di sette anni, la moto mi accompagna per tutti i trecentosessantacinque giorni dell’anno, con ogni clima, in ogni stagione con qualsiasi stato d’animo, ma tra le tante che ho posseduto, ce n’è sempre stata una su tutte: l’Harley Davidson.

Ed è per questa ragione che io non considero la mia moto un oggetto o uno strumento qualsiasi con il quale andare al lavoro o fare un giro in costiera,  ma la degna compagna con la quale posso condividere momenti belli e brutti della mia vita e anche per tutto quanto la letteratura specializzata ha sempre divulgato sul celebre marchio americano.

In quest’ottica, seguendo questa filosofia di vita, dopo questa premessa, emerge una mia riflessione:

dopo tanta pioggia, fango, intemperie e tutto quanto fa spettacolo mi si ripete spesso un pensiero nella mente, affiora un senso di protezione nei confronti della mia Dark Princess che vedo in balia della vita quotidiana, bistrattata e maltrattata da strade cittadine assurde, piene di buche, dossi, tombini, traffico incessante, file interminabili in cui resto incolonnato a motore fermo, e tutto questo mi fa ricredere sulla scelta fatta per l’acquisto di una Harley che forse non è stata una scelta d’amore, d’istinto,  ma un po’ egoistica diretta solo all’appagamento di un mio personalissimo desiderio.

Forse è inadatta? Forse Soffre? Forse non le sto facendo vivere gli spazi che dovrebbe?

Da un lato penso che moto come la mia hanno fatto e attraversato centocinque anni di storia partendo nel 1903 su strade senza asfalto fatte solo di terra battuta che quando erano bagnate diventavano piste scivolosissime, ai primi record di velocità su terra, moto che hanno servito il paese America durante la seconda guerra mondiale con il modello WLA attrezzatto apposta per i militari, moto che hanno scritto i Graffiti degli anni ’50 con happy days e Fonzie, hanno portato fricchettoni come Peter Fonda a spasso sulla route 66 nei più bei coast coast della storia del cinema a bordo del mitico chopper “Capitan America” sono state l’emblema della rivoluzione a tutto campo e quindi non possono essere moto deboli, delicate, sofferenti per ogni inezia.

L’affidabilità del marchio è noto a tutti gli esperti  di moto old school, ma anche ai meno pratici ed esperti e allora perché mi sto arrovellando il cervello con questi pensieri? Perché mi pongo continuamente la domanda se è o non è la moto ideale?

Forse perché il mio senso di protezione mi porta a pensare che sarebbe meglio avere anche una seconda moto, magari una enduro pronta a qualsiasi prova di fango, terra, pioggia, polvere, sabbia del deserto da utilizzare tutti i giorni per gli usi comuni, che mi aiuterebbe a preservare  l’ammiraglia,  tenendola un po’ più in garage, ma poi il pensiero ritorna alla unicità, al desiderio di condividere ogni giorno la strada con lei, Darky,  protagonista dei miei giorni on the road.

L’harley è una moto che deve durare per sempre, accompagnare il suo proprietario perché in unico esemplare personalizzato, non ce ne sono mai due uguali ed è vero, perché lei rappresenta lo stile, la personalità, l’estro, la filosofia del suo driver, ed proprio per questo che va preservata e curata nel migliore dei modi.

Ho deciso, prenderò un tender da usare tutti i giorni e Darky così potrà riposarsi un po’ vivendo al meglio le strade per le quali è stata creata.

Indy

 
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IO E L'HARLEY


"La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz'altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch'io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C'è una ragazza bionda che mi parla.
Io intanto bevo."
Carlo Talamo

 

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Non vivo per te.

Vivo con te.

Da tanto tempo,sono abituato ai tuoi difetti e ai tuoi capricci.

Da cent'anni sopporto gli scherzi e la malattie immaginarie che tanto inquietano chi

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Sto qui.

Sto con te.

Me ne vado a spasso con te.

Traffico con tutti quei pezzi che hai.

E mi diverto.

E vibro.

E vivo.

 

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Lungo questo asfalto

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Mi può fermare!

 

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L'AMORE E LE PASSIONI NON DORMONO...

Niente è più brutto di una parola d'amore pronunciata freddamente da una bocca annoiata.

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