Che c'è?

Una mano.

Meditando sugli incidenti in montagna e sulle difficoltà che incontra l'elisoccorso ho individuato una possibilità tecnica consistente nell'adozione di un bilancere a due corde trasversale all'elicottero che permette di uscire quasi illimitatamente dal baricentro del velivolo per il fatto che una seconda corda sull'estremità opposta del braccio carrucola entra in funziona al momento del recupero centrando il punto di sollevamento. In calata e aggancio invece vale il punto estremo che permette di avvicinarci il necessario alla parete. Si può anche completare la carrucola con una puleggia rientrante che assolva lo stesso compito, portanto la corda al centro dell'eliambulanza in fase di recupero. Il ridotto scarto di angolo dell'operazione dovrebbe limitare i rischi di scampanamento ad un livello tollerabile e prevedibile e comunque gestibile con una corda da parte dell'operatore a terra, che allinei lentamente la barella alla verticale di recupero.

Sicurezza in montagna: manca.

La sicurezza in montagna è un tema molto discusso, ma poco approfondito. E' una disciplina giovane che ha bisogno di uno sviluppo che la porti al giorno d'oggi, dove ancora non è giunta. L'attrezzatura per le frequentatissime vie ferrate ad esempio fa acqua da tutte le parti. Funziona solo su tratti orizzontali così com'è, mentre su quelli in pendenza, ci si recupera un cadavere. E' necessario constatare che c'è un vuoto da colmare in questo segmento di sicurezza, dato da moschettoni bloccanti in grado di serrare le fune di sicurezza in caso di caduta. La cosa è molto evidente e solo una confusissima approssimazione può negare l'inagibilità di percorsi attrezzati verticalmente. Da un lato ci sono materiali di ottima qualità con resistenze certificate, dall'altro metodi e impianti usati durante la prima guerra, che nessuno si è degnato di gardare per la pericolosità estrema che contengono. Spero che la mascherata di chi vuole fare affermazioni inverosimili che diano la tanto apprezzata "fiducia" si concluda rapidamente. A dopo.

L'ennesima vittima.