I HATE SUPERMARKET

tutta la vita che può entrare in un carrello della spesa

Creato da ihatesupermarket il 05/02/2010

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FERMO IMMAGINE

Post n°29 pubblicato il 24 Agosto 2012 da ihatesupermarket

E' notte mentre scrivo e in tante case ci sono altrettante camerette, dove bambini e bambine di tante diverse età riposano, nel loro modo scomposto ed arruffato, piedi inquieti e  occhi affamati di scoperte meravigliose.

E notte e molte mamme e papà, come da sempre fanno tutti i genitori, hanno teneri sguardi che abbracciano il loro futuro; discreti, per non turbare questo strano silenzio a cui non sono più abituati. 

In una di queste case c'è anche la mia piccola vita: quella che vivo in prima persona e quella che vedo crescere giorno dopo giorno. E' una dolce malinconia quella che si prova a quest'ora, l'ora in cui si ricordano i momenti di ogni giorno che rendono speciale il nostro esistere, in cui si indugia fra la nostalgia del flashback e la curiosità di ciò che il futuro porterà in dono.

E vorrei catturare questo momento, come fosse un fermo immagine..poetico, certo, dolce e amaro assieme..ma non reale. Reale è la preoccupazione di riuscire a donare a quei bambini un futuro che valga la pena vivere e questa preoccupazione muta di giorno in giorno, come la loro statura segnata sulle porte e il lineamento dei loro piccoli visi.

La vita ha il fermo immagine soltanto quando ci si volta indietro a guardare, ma quando penso al domani è impossibile non vederlo in tutto il suo costante divenire. E una cosa che ad ogni costo voglio fare è esserci. Perchè i bambini sono bambini una volta sola ed hanno il diritto di esserlo con i loro genitori al loro fianco.

E' vero, il mio blog si chiama "ihatesupermarket" ma se ho dato l'impressione di essere "solamente" contro qualche apertura domenicale allora non ho fatto bene il mio lavoro. Sono piuttosto estremamente favorevole ad un progetto di stile di vita migliore, in cui venga riconosciuto il giusto "valore ai valori".

Già il solo fatto che molte persone paragonino l'apertura dei centri commerciali ad altre realtà quali pubblica sicurezza o ospedali la dice lunga....magari sono le stesse persone che poi si indignano davanti a piccoli bulli dicendo "ma dove stanno i loro genitori?"   ..Magari stanno a servire te che fai la spesa! E ora? cosa mi rispondi? Magari ti stanno proprio guardando mentre permetti che tuo figlio riempia il suo carrellino mignon di cose che non comprerai, giusto per poter finire il tuo giro di compere senza troppi disturbi...E nel mentre gli stai già insegnando che "altri" sono quelli che metteranno a posto, che non è lo scegliere l'importante bensì RIEMPIRE-RIEMPIRE-RIEMPIRE...senza badare a quello che fai, senza pensare SE ne hai bisogno realmente, perchè tanto se la scelta dovesse essere avventata ci saranno tante altre COSE con cui rimpiazzarla: buoni sconto, cambi merce, o, molto più superficilamente, altro bulemico arraffare. E altra immondizia da creare, da stoccare, da mettere da qualche altra parte per produrne della nuova.

Ma per la miseria! Tanta povertà e così tanto inutile spreco possono dare ai bambini il mondo che tutti noi sogniamo quando li guardiamo dormire?

 

 

I bambini meritano un mondo meno ipocrita e meno bugiardo di questo, dove si fa leva sul bisogno di lavoro, talvolta disperato, di alcune persone per santificare le feste al solo dio denaro

 
 
 

"...ringrazia ancora di averlo, il lavoro!"...

Post n°28 pubblicato il 02 Giugno 2012 da ihatesupermarket

E io, da brava, ringrazio. Ringrazio perchè il contratto a tempo indeterminato è ormai tutelato più dal WWF che dai sindacati, in quanto specie in via d'estinzione.

E questo contratto mi permette molte cose:

- di accedere ad un mutuo

- di avere una famiglia

- di ottenere una indipendenza e una sicurezza economica.

Vero. Tutto vero. E, ancora una volta, ringrazio.

Io ringrazio ma TU adesso mi ascolti. Tu cliente, che, unico caso in quasi tutte le tipologie di lavoro, si è  deciso che dovessi avere, per partito preso, sempre ragione.

E anche il potere di dirmi che "devo ringraziare"!

Innanzitutto firmare un contratto dovrebbe essere un accordo fra due parti; in realtà se una persona dicesse ad un'altra "firma qua ed io poi potrò disporre  del tuo tempo come e quando mi aggrada", generalmente non penso che qualcuno di noi si sentirebbe autorizzato a dire "che culo!"

- Già, ma tu così puoi avere un mutuo in cambio!

- Vero. Potrò pagare una rata per l'acquisto di una casa che vedrò pochissimo, molte volte neppure per un tempo sufficiente a prendermene cura...In pratica quasi come se io dicessi a te, Mrs/Mr Ringraziacheillavorocelhai, di acquistare una multiproprietà alle Mauritius senza poterne mai usufruire.

- Eh si, sempre a lamentarvi..intanto voi potete permettervi il lusso di metter su famiglia.

- Nel caso ti fosse sfuggito, "metter su famiglia" non si esaurisce nel solo atto sessuale..E' un progetto che richiede un tantino di maggior impegno..piccole cose, come accudire decorosamente la prole...essere a casa per un tempo sufficiente a lavare/stirare/cucinare pasti/seguire nei compiti/accompagnare alle attività extrascolastiche di base/ gesti di affetto, gioco, parole/presenza ai principali momenti clou della vita di un bambino, che, se non sei un irresponsabile totale, generalemente ha anche orari e ritmi un tantino diversi da quelli di un patner (che sei costantemente a rischio di far diventare un co-inquilino perchè tanto non vi vedete mai). Inoltre,  e anche questo molto spesso sfugge, chi lavora nel commercio non ha il minimo supporto di strutture per l'infanzia con orari adeguati: scuola materna? massimo fino alle 17. Sabati e domeniche? festivi?

 Vero, non siamo gli unici a cui viene richiesta tanta disponibilità. Ci sono anche medici, infermieri, forze dell'ordine. Ma a nessu commesso passerebbe  per la testa( almeno personalmente io non lo farei) di dire a queste persone "ringrazia perchè hai un lavoro"! E questo proprio per alto rispetto dell'idea che chi abbraccia una professione così importante si spera si consideri ESSERE un medico, un infermiere, o un poliziotto e che non lo FACCIA soltanto.

- Si, vabbè...però avete sicuramente maggior indipendenza e sicurezza economica

- Ti do ragione anche su questo (d'altronde..sei cliente, ti è dovuto). Però soffermati a pensare che molte tutele e garanzie nel commercio sono labili come foglie al vento. Turni di riposo, e qui non parliamo di sabati e domeniche ma proprio di basilari giornate di pausa, a volte possono essere bypassate moolto facilmente. Così come altre mille regole che in altre categorie lavorative sono date quasi per scontate.

Perciò il mio è solo un piccolo invito a pensare: prima di dire a noi "ringrazia perchè hai un lavoro", pensa a quanto ti farebbe  piacere sentirti rispondere "se non pretendevi tutte quelle garanzie il lavoro oggi l'avevi pure tu". Io credo fermamente che non sia una bella risposta, nè tanto meno che sia possibile costruire positivamente un domani sulle basi di invidia e polemiche. Ora vado a dormire che "domani sarà festa in questo stupido paese ma non per noi che andiamo a lavorare" (Vasco Rossi): buon 2 giugno, cara Italia...nonostante tutto ti voglio sempre bene. E ringrazio di avere un lavoro.

 
 
 

L'ASSENZA DI ESSENZA

Post n°27 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da ihatesupermarket

Molti dei miei pensieri nascono da principi di attacchi di ansia concepiti nel luogo che mi sembra più improbabile per venirne assaliti: la vasca da bagno. Me ne sto lì, immersa nell'acqua tiepida a sciacquare via stanchezza e rotture del giorno e sorgono in testa strani accostamenti di pensieri...profumi, essenze, semplicità, autenticità...Prendersi cura di sè e contemporaneamente continuare ad ignorare, all'interno della confusione del quotidiano, quello che è la nostra vera essenza, la nostra anima, quella che soffre quando le sue richieste di piccole felicità rimangono inappagate. Curiamo l'involucro e lasciamo ad una lenta eutanasia il cuore, soffocando i sentimenti, mascherando le paure con maschere aggressive...un pò come truccare il viso per non far trapelare la stanchezza: farsi belli non come gesto d'amore ma per vestirsi di bugie. Un pò come la differenza fra dissetarsi con un succo di arance appena spremute e invece bere qualcosa "al sapore di arancia".

Il Natale è oramai vicinissimo ed io ho un solo rammarico: di non aver mai fatto "sentire" a mia figlia  il profumo del Natale che vivevo da bambina; vi ricordate quel caratteristico odore di abete che invadeva animi e narici non appena aprivamo le porte di casa? E' vero: ora ci sono molte decorazioni, gli alberi sono ecologici (e sicuramente è un bene), ma anche quelli naturali mi sembra che abbiano un pò perso quella fragranza che regalava felicità...che spalancava l'aspettativa di un sogno e di una notte magica. Colpa della crisi, dicono, ma io non ci credo. Ci sono stati Natali in cui tutti erano molto ma molto più poveri di così, ma che proprio per questo riuscivano a percepire l'importanza dello stare assieme, del ritovarsi gustando il tepore di una casa in cui tutti avevano un posto anche se non un regalo.

Per questo l'augurio che vi lascio in queste righe è che voi tutti riusciate NON ad ottenere il regalo che desiderate, ma che riusciate ad essere felici dei sorrisi di chi avrete vicino, a godere del tempo finalmente assaporato con le vostr famiglie, amici e le persone che amate.  Vi auguro che sia un Natale dal sapore autentico e dall'essenza genuina..Un abbraccio a tutti voi.

 
 
 

Quando la crisi "conviene"....

Post n°26 pubblicato il 10 Novembre 2011 da ihatesupermarket

Non amo parlare di politica, così preferisco lasciare questo tema al di fuori di queste pagine. Però non vivo al di fuori del pianeta, e mi rendo conto che stiamo attraversando un momento veramente di quelli critici. Lo si percepisce leggendo i titoli dei giornali, nei dibattiti in tv, nonchè aprendo le buste paga (per chi ha ancora la fortuna di riceverla!).

Tutto questo ha scatenato una profonda incertezza in ciascuno di noi, e anche molta rabbia. Si viene invasi dalla sensazione che ci stiano rubando qualcosa: che siano soldi, tempo o felicità ci sentiamo di essere degli infiniti creditori che devono rassegnarsi all'idea che non verranno mai rimborsati. Ma siamo sicuri che tutto ciò non convenga a nessuno?

La mia è solo una stupida teoria che mi rimbalza nella testa da un pò, non è supportata da alcuno studio o ricerca (anche perchè quando mai ne avrei il tempo?), però da quando mi si è insediata nella mente faccio fatica a non trovarne riscontro...

Ad esempio: chi di questi tempi fa il pieno di carburante? Io no. So che a fini pratici di gestione del budget familiare non cambia niente, però da un pò di mesi io vado avanti con i miei "20 euro grazie" e poi casomai vedo...Sono l'unica? Mi sembra di no. Poi martedì la notizia: "Sciopero dei benzinai fino a venerdì"...ed eccomi in fila, assieme ad altre dieci macchine a fare il pieno. Cos'è successo? Si è improvvisamente allungato il tragitto da casa al lavoro? Abbiamo avuto tutti l'impellente desiderio di fare una gita fuori porta infrasettimanale? O piuttosto abbiamo semplicemente appagato il nostro desiderio di sicurezza? Quello che ci fa pensare che "intanto, in caso di bisogno, il pieno alla macchina c'è".

Altro caso, da noi così come in tanti, tantissimi supermercati, il personale è sempre più scarso; i contratti scadono e non vengono rinnovati...le persone si licenziano perchè i ritmi diventano insostenibili e non vengono rimpiazzate...Tu ti ritrovi a lavorare senza sosta, si decuplicano le mansioni e lo stipendio rimane quello che è... ti lamenti ma.."Eh, c'è la crisi!" Vorrai mica lasciare il certo per l'incerto...con tutta la C R I S I che c'è....Bisogna aumentare la produttività...bisogna migliorare il servizio...bisogna stringere i denti...bisogna aumentare gli orari ed i giorni di apertura...CELACRISCELACRISICELACRISI..... Quale migliore giustificazione se non l'eterno spauracchio di restare tutti a casa, tutti a casa, tutta a casaaaaaa!!!!

Quindi io mi chiedo: se non ci sono i soldi per comperare...perchè i negozi (e parlo dei mastodonti della distribuzione eh, non dei negozi a conduzione famigliare che arrancano per sopravvivere) continuano a spuntare come funghi? e ad essere strapieni di gente che fa la fila, vedi il caso Trony a Roma, per acquistare beni di nessuna primaria importanza? Simili ingorghi te li aspetteresti davanti alla mensa della Caritas, come nella Grande Depressione del '29, non per acquistare una console o l'ultimo schermo a tecnologia led...

Forse perchè ci stanno convincendo che siamo infelici...forse perchè stiamo lasciando che ci rendano infelici?  Ed una crisi è proprio quello che ci vuole per generare infelicità....forse, dopotutto, a qualcuno conviene...

 
 
 

tempo

Post n°25 pubblicato il 08 Novembre 2011 da ihatesupermarket

Sono veramente "nei pasticci" per usare un termine desueto che renda l'idea...Io veramente non so più come fare...e mi chiedo: voi che mi leggete, come fate?

O dovrei piuttosto chiedere: "ce la fate?" Io no.

Sono perennemente in ritardo su tutto, tranne che sul lavoro ovviamente. Ho un mucchio alto così di roba da stirare, i pavimenti ed i vetri delle finestre da lavare, e ovunque piccoli giacimenti di precari "devo fare". Sono questi ultimi che mi ammazzano di più; i miei buoni propositi che non solo lastricano il quotidiano, ma addirittura lo ricoprono. Non so realmente dove sbattere la testa e mi sento un pò inadeguata rispetto alla mia vita. Persevero nel tentativo di completare tutto ciò che voglio fare, ma la mole di lavoro è realmente troppa. Cinquanta ore una settimana...40 un altra...domeniche al lavoro..e quando finalmente arrivo a casa sono talmente sfatta che mi addormento vestita sul divano, sempre però dicendo "ora mi metto a fare questo".

La cosa che mi mortifica maggiormente è coinvogere in questo balletto anche il resto della mia famiglia: perennemente in attesa che io ritorni, perennemente in attesa delle mie ferie, perennemente in attesa che io smetta di parlare di lavoro, perennemente in attesa di ridiventare prima (e giustamente) nella lista delle priorità della mia vita.

 

 
 
 

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