Creato da PinUpGirl_74 il 28/05/2009

Jukebox

I miti che hanno fatto la storia...

 

Neil Sedaka

Post n°15 pubblicato il 15 Giugno 2009 da PinUpGirl_74
 

Neil Sedaka

 

Neil Sedaka (Brooklyn, 13 maggio 1939) è un cantante e compositore statunitense.

Sin dalla più tenera età viene avviato allo studio del pianoforte dal padre. Frequentando la Abraham Lincoln High School conosce Howard Greenfield; i due, appena quattordicenni, non sospettano ancora che solamente pochi anni dopo, con le loro canzoni, diventeranno celebri in tutto il mondo. Alcuni titoli del duo: Oh, Carol! (dedicata a Carole King), Calendar Girl, King Of Clowns , Breaking Up Is Hard To Do.

E’ noto in Italia anche per svariati successi in lingua italiana come: La notte è fatta per amare, La terza luna, Il re dei pagliacci, Un giorno inutile, Lettera bruciata, Esagerata, I tuoi capricci, Adesso no, Tu non lo sai (versione italiana di Breaking up is hard to do).
Sedaka ha fatto anche parte del gruppo The Tokens, che incise The lion sleeps tonight.

 

Ogni sua canzone... era poesia!

Il Re Dei Pagliacci (1963)

STUPID CUPID

I TUOI CAPRICCI(1963)

Oh! Carol

Breakin' Up Is Hard To Do

La notte è fatta per amare

Esagerata (1961)

La terza luna

Tu Non lo Sai(1962)

Calendar Girl

Ricordando(Fumo negli occhi)

L'amore e' una cosa meravigliosa(1965)

Non Basta Mai(1965)

Finchè vivrò (1962) (As long as i live)

 

 
 
 

Il ballo del mattone

Post n°14 pubblicato il 09 Giugno 2009 da PinUpGirl_74
 

Se "essere contemporaneo ai tempi in cui si vive" è una grande virtù, dobbiamo altrettanto considerare "un privilegio" aver avuto l'opportunità di vivere altri tempi, anche per poter testimoniare in prima persona i cambi di costume che nel frattemposono avvenuti nella nostra società.

Wess e Dori Ghezzi - Un corpo e un'anima

 

Il ritorno del ‘Ballo della mattonella’

  
Una danza tra musica e sentimento

Il ballo del mattone, tanto in voga in passato e riscoperto dalle nuove generazioni , deriva da un fatto concreto: la coppia abbracciata e disposta a seguire un ritmo lento, con movimenti leggeri e passi appena accennati non superava di fatto la superficie equivalente a quella di una mattonella.
Certo la melodia era complice, le luci soffuse aiutavano anche i più timidi e la tipologia di ballo non richiedeva grandi abilità.
Rappresentava un modo di corteggiare garbato, che non esponeva a rifiuti eclatanti e non alimentava eccessive promesse. Tutto sommato andava bene a entrambe le parti e per questo ebbe grande fortuna. Anche perché, non esistendo regole, ognuno poteva inventarsi un proprio stile.

Knocking on Heaven's Door by Bob Dylan

 A dir la verità un ‘ballo del mattone ufficiale’ era stato anche codificato da un italiano, il Maestro Piero Rolando, che nell'ambito del fox trot, aveva definito il giro a destra a perno come la figura che, eseguita ininterrottamente, si trasformava praticamente nel ‘ballo della mattonella’.
La definizione di fatto non mutò il piacere del ballo a lume di candela, né creò limiti a chi voleva abbandonarsi ad un momento romantico.

 

MINA "Il cielo in una stanza"

 

Claudio Lippi - Per Ognuno C'È Qualcuno (1966)



Negli anni Sessanta sono nati titoli di canzoni che ancora oggi rappresentano dei classici: Il cielo in una stanza di Mina, Yesterday e Let It Be dei Beatles, E penso a te di Lucio Battisti solo per restare in Europa. In America c’erano Bob Dylan, Joan Baez e più tardi Bruce Springsteen con le sue ballads .

Camaleonti - L'ora dell'amore

 

Nel 1995 Tramonta l'era delle frenesie, i giovani scoprono la riflessione e la
"lentezza".
In discoteca esplode la "mystic dance" e furoreggiano i morbidi ritmi latini. I locali tornano ad essere luoghi d'incontro e di dialogo.
Basta col mito della velocità, basta col mordi e fuggi: mordi e assapora, piuttosto. Perchè il gusto della vita è tutto qui: guardare, pensare, scegliere. Sempre senza fretta, naturalmente. Cerchiamo ora di esporvi gli avvenimenti che hanno portato al ritorno dello SLOW.

Collage - Piano Piano... M'Innamorai Di Te

 

 A cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e la prima dei Sessanta sul significato della parola "slow", non vi era alcun dubbio si intendeva il ballo "lento", da consumare sulle note di una canzone d'amore, stretti (per quanto fosse possibile a quei tempi) al/la ragazzo/a di cui ci si voleva innamorare. In Italia famosissima era la
"mattonella", non si spostavano di un millimetro, ruotando all'infinito su se stessi. Lentissimi. Forse troppo.

Rita Pavone IL BALLO DEL MATTONE (1963)

Rita Pavone replicò alla noia della mattonella con "Il ballo del mattone", fu il trionfo degli svelti, balli veloci e ritmati talvolta addirittura acrobatici, tam tam fatti apposta per farti scatenare, twist, mambo, rock e cha cha cha, il corpo era tutto un movimento, la testa concentrata su basso , batterie e riff di chitarre elettriche.

Rita Pavone "Il geghegè"

 

Questo era in principio, poi è stato funky, disco music, new wave, house, underground, jungle, tribal e sudamericano. Velocità in aumento progressivo. Fast è diventata la parola d'ordine, Speedy Gonzales l'eroe televisivo con Superman, "più veloce della luce".
Il tempo passa, e non c'è mai tempo, bisogna affrettarsi e chi si ferma è perduto, bisogna consumare, produrre e consumare, vendere e pubblicizzare, il sabato sera andare a ballare,
110 battute non possono bastare, bisogna accellerare, 120, 130, 150, pistaaaaa! Ogni tanto un incidente ci deve pure scappare. Voglia di pausa?, voglia di "fermate il mondo voglio scendere"?
La fine del secondo millennio unita alla noia della velocità ripetuta sta riportando in voga e alla luce nuove (si fa per dire) correnti di pensiero, "nuove" filosofie di vita, nuovi (stavolta sì) movimenti nel ballo. Niente di realmente nuovo insomma. Non sarà mica tempo de "il ritorno dello Slow2, the revenge"?

Collage-tu mi rubi l'anima


 

Il ballo della mattonella,
vuol dire ballo lento;
vuol dire sentire
un corpo caldo ridosso al tuo;
le sensazioni, le emozioni di un
cuore che batte come il tuo, ma non
da un'altra parte, ma tête-à-tête.

Salvatore Adamo - Notre Roman 1967

 
 
 

Pat Boone

Post n°13 pubblicato il 08 Giugno 2009 da PinUpGirl_74
 

Pat Boone

Charles Eugene Patrick “Pat” Boone (Jacksonville, Florida, 1 giugno 1934) è un cantante americano.

 

Classe 1934, Pat Boone nasce a Jacksonville negli Stati Uniti in Florida. 76enne, il  1 Giugno, nasce sotto il segno dei Gemelli.
La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Viaggio al centro della Terra (1959) di Henry Levin dove ha interpretato la parte di Alec Mcewen.
Nel 1964 ha inoltre lavorato con Vincente Minnelli per la realizzazione del film Ciao Charlie dove ha interpretato la parte di Bruce Minton

In Italia ha partecipato al Festival di Sanremo 1966 con Mai mai mai Valentina cantata in abbinamento con Giorgio Gaber e Se tu non fossi qui cantata in abbinamento con Peppino Gagliardi.

E' molto noto anche per la sua voce melodiosa, ideale per i balli della mattonella degli anni '60. I suoi maggiori successi furono I'll Be Home, April Love, Friendly Persuasion, Love Letters In The Sand e Words.
É cugino dell'attore
Richard Boone.

Love letters in the sand

 Fascination

Quando quando quando

Speedy gonzales

A Wonderful Time Up There

Words (1960)

 

 

 
 
 

Drive in

Post n°12 pubblicato il 07 Giugno 2009 da PinUpGirl_74
 

Il Drive in
Il drive in compie 75 anni.
Lo hanno festeggiato questa settimana negli Stati Uniti gli ultimi appassionati. Il primo fu aperto infatti nel giugno 1933 vicino a Camden, New Jersey.
L'idea venne a Richard Holligshead, ispirato dai drive in restaurant, già molto diffusi sulle highway americane. Si narra che l'esigenza sia nata a causa della mole imponente di mamma Hollingshead, troppo grassa per sedersi in una normale poltrona di cinema.

I drive in si moltiplicarono velocemente in tutto il paese di pari passo con l'aumento delle automobili, oggetti fondamentali del boom economico non solo come mezzo di trasporto ma anche come status symbol. Nel '39 ne esistevano 18 in tutti gli Stati Uniti mentre, all'apice del loro sviluppo, nel '58 ce ne erano più di 4000.
Molti drive in sorsero sui terreni agricoli abbandonati dai contadini che emigravano in città.

Per molte famiglie il drive in era una soluzione economica per passare una serata fuori. Con l'iniziale prezzo di 25 cents per macchina e per spettatore i genitori risparmiavano sulla baby sitter facendo dormire il bambino sul sedile di dietro. Uno slogan recitava: "le famiglie sono benvenute, non importa se i bambini sono chiassosi".

Anche la tecnologia si perfezionò nel corso degli anni. Inizialmente l'audio proveniva da altoparlanti piazzati accanto allo schermo: gli spettatori erano costretti a tenere i finestrini aperti e rinunciare alla privacy. In seguito nacquero colonnine dotate di piccoli altoparlanti che con un filo si potevano agganciare all'interno della macchina.
La vera rivoluzione avvenne negli anni Settanta con il boom delle autoradio: sintonizzandosi su una determinata frequenza l'audio del film entrava direttamente negli abitacoli delle macchine.

Negli anni Ottanta con il boom delle videocassette e delle multisala il drive in inizia il suo rapido declino. Nel 1980 negli Stati Uniti ce ne sono 3900, dieci anni dopo sono solo 1000.
Molti di quelli che sopravvivono proiettano film di serie B e a volte pellicole vietate ai minori.
Tra le cause della fine precoce dei drive in la difficoltà di portare avanti un business impegnativo di 12 mesi di spese e solo 6 mesi di incassi.


E così come negli anni Trenta i vecchi terreni agricoli erano stati trasformati in drive in, negli anni Ottanta là dove sorgevano i cinema all'aperto nacquero più redditizi centri commerciali e multisale.

Stando al sito ufficiale dell'U.D.I.T.O.A., unione dei proprietari di drive in, ne sarebbero rimasti qualche centinaio.
Anche in Italia il numero dei drive in è ormai molto basso, concentrati per lo più in zone di mare e località turistiche. Sono tre i drive in italiani: a Foggia (località Salice), a Pozzuoli (Napoli) e a Pontecagnano (Salerno).
... ma il drive in è duro a morire. Negli ultimi anni sono nati dei movimenti chiamati "guerrilla drive in". Attraverso un sistema di passaparola - anche su Internet - gruppi di appassionati si danno appuntamento in luoghi deserti e improvvisano un drive-in "fai-da-te"...
Un videoproiettore, montato su una macchina, e un muro bianco: il drive in è fatto.

 
 
 

The Beach Boys

Post n°11 pubblicato il 06 Giugno 2009 da PinUpGirl_74
 

The Beach Boys 

Beach Boys sono un celebre gruppo musicale pop statunitense degli anni '60 nato a Hawthorne, California.

Sono considerati il gruppo più rappresentativo del sottogenere noto come Surf, una forma di rock'n'roll/pop associata, nell'immaginario collettivo, alla vita balneare sulle spiagge assolate della California. Hanno inciso decine di singoli di successo; alcuni di essi sono considerati classici della musica leggera di tutti i tempi e sono quasi paragonabili, per popolarità, ai più noti brani firmati da Lennon/McCartney per i Beatles o da Jagger/Richards per i Rolling Stones (fra tutti si possono citare Good Vibrations, God Only Knows, Surfin' USA e California Girls).

Durante la loro carriera, a volte burrascosa, si sono verificati molti cambiamenti sia nello stile musicale che nella formazione: Brian Wilson, a causa di un disturbo della personalità e dell'uso di droghe, ha dovuto gradualmente ritirarsi dalle scene; Dennis Wilson è morto nel 1983 e Carl Wilson nel 1998. Tra i componenti rimasti si sono verificate continue battaglie legali: dopo la morte di Carl Wilson, il membro fondatore Al Jardine fu cacciato da Mike Love. Attualmente, i diritti per il nome, acquisiti dalla Brother Records, sono detenuti da Mike Love e Bruce Johnston, che continuano a presenziare ai tour come Beach Boys.

Live on Ready Steady Go

Barbara Ann

California Girls

Fun, fun, fun

 I Get Around

Surfin

Surfer girl

Judy

Papa Oom-Mow-Mow

Barbie

Then i kissed her

Stoked

 
 
 
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