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Il rientro di Zelaya: la diretta
Post n°1316 pubblicato il 24 Luglio 2009 da kudablog
28 luglio, 23.48: La Corte Suprema dell'Honduras ha dichiarato illegale i posti di blocco che impedivano ai manifestanti pro-Zelaya di riunirsi con il presidente attualmente accampato in Nicaragua vicino alla frontiera con l'Honduras. L'esercito ha rimosso i blocchi lasciando passare i manifestanti con in testa la primera dama. Gli USA hanno negato i visti diplomatici ai rappresentati del governo golpista di Micheletti. 27 luglio, 17.11: Zelaya non andrà negli USA per incontrarsi con la Clinton, ha affermato di non poter lasciare sole le persone che stanno attraversando la frontiera con il Nicaragua per ricongiungersi con lui. Parte dei manifestanti fermati a El Paraiso, dopo tre giorni di manifestazione stanno tornando alle loro case. Il governo di Micheletti ha esteso il coprifuoco su tutta la zona di frontiera. L'esercito ha emanato un comunicato ambiguo in cui afferma di essere sottoposto al potere civile, secondo alcuni si tratta di un'apertura verso il presidente legittimo Zelaya e il piano di mediazione del presidente del Costa Rica Arias. - 26 luglio, 14.35: Viene data notizia del rilascio di Alegria e altri 50 fermati duranti gli eventi di venerdì. Tra i rilasciati anche donne e bambini. La polizia hondureña, in precedenza, aveva aggredito una fotografa venezuelana che aveva tentato avvicinarsi al luogo di detenzione del leader campesino. - 22.53: Zelaya e i suoi si stanno accampando sulla frontiera a Los Manos. Oggi non dovrebbero esserci nuove entrate del presidente in Honduras. - 22.21: secondo Giornalismo Partecipativo è confermata la notizia del sequestro di un leader contadino: Rafael Alegría di dirigente di Vía Campesina, una delle organizzazioni contadine più importanti al mondo. Sarebbe stato sequestrato mentre tentava di raggiungere la frontiera con il Nicaragua e riunirsi con il presidente Zelaya. - 21.18: il corpo di un manifestante che appoggiava Zelaya è stato ritrovato nella zona di frontiera con segni evidenti di tortura. Alacuni manifestanti dichiarano che il morto era stato arrestato ieri sera dalla polizia hondureña. Oggi Zelaya potrebbe tornare nella zona di confine. - 12.46: il Corriere scrive: "Questa è l'ennesima volta che Zelaya prova a rientrare.". Non è l'ennesima, è la seconda. Repubblica scrive: "Zelaya è tornato indietro mentre la polizia sparava lacrimogeni contro i suoi sostenitori". Ma gli attacchi contro i sostenitori sono avvenuti dopo il rientro di Zelaya in Nicaragua. La ricostruzione migliore la fanno Quotidiano.net e La Stampa. Gli altri giornali tacciono. - 25 luglio, 11.00: i manifestanti stanno passando la notte sul confine con Zelaya. I famigliari di Zelaya che puntavano a riunirsi con lui sono stati fermati a posti di blocco della polizia, ma hanno annunciato telefonicamente a TeleSur che continueranno a piedi per raggiungere il presidente legittimo. - 01.17: il presidente della Bolivia Evo Morales ha chiesto che gli USA mettano a disposizione la loro base militare in Honduras per garantire il rientro di Zelaya. Nei giorni passato Morales aveva indicato in alcuni comportamenti ambigui degli USA un segno che questi non fossero estranei al golpe. - 00.49: altre dirette in italiano: Peacereporter, Selvas, Giornalismo Partecipativo. TeleSur sospende la diretta per qualche ora. - 00.36: due i feriti negli scontri. I manifestanti denunciano la presenza di cecchini vicino alla frontiera. - 00.31: Zelaya è sul confine aspettando la propria famigliain arrivo dalla Capitale. Sul lato hondureño i manifestanti sono stati in parte dispersi dalle cariche dell'esercito, ma dalle montagne stanno scendendo sempre più persone. I movimenti popolari, che per oggi avevano proclamato uno sciopero generale, stanno iniziando a decidere cosa fare nella capitale. - 00.12: la "primera dama" chiede ufficialmente il rientro nelle caserme dei militari. - 00.07: TeleSur manda in onda immagini di persone ferite da armi da fuoco. Durante il pomeriggio i soldati si erano trovati costretti a retrocedere di fronte alla marea di gente che stava concentrandosi in questo punto anche se molti manifestanti avevano deciso di passare per le montagne, per non scontrarsi con le forze dell'ordine. - 23.55: i militari golpisti attaccano la folla che fino a pochi minuti fa aveva accompagnato pacificamente Zelaya con cariche e lacrimogeni. Ci sono feriti. - 23.47: Zelaya ritorna in Nicaragua, a TeleSur Manuel D'Escoto, presidente dell'Assemblea Generale dell'ONU, ritiene corretta l'azione compiuta oggi da Zelaya, e afferma che lo avrebbe accompagnato con piacere. Per la Clinton si è trattato di un'imprudenza. Durante la giornata a San Pedro Sula c'è stata (e dura tuttora) una manifestazione pro-Micheletti. - 23.00: la diretta televisiva di TeleSur. Mel chiede un summit con lo Stato maggiore dell'esercito, mentre è protetto da una marea di persone che gli fanno scudo dopo aver oltrepassato la frontiera. - 22.52: foto di Zelaya che passa la frontiera, fonte TeleSur - 22.25: Zelaya è entrato in Honduras. Tenendo in mano una catena simbolica, sorretta da tutti coloro che lo accompagnano - 22.12: Mel tenta il dialogo con il capo del posto di frontiera. Un tentativo di far schierare questi uomini istituzionali dalla parte della democrazia, contro il golpe. La speranza è scongiurare la violenza. - 21.56: Mel Zelaya è a otto chilometri dall'Honduras, a Las Manos. Circondato da indios, contadini e dalle truope televisive internazionali, continuamente in contatto telefonico con presidenti e istituzioni mondiali che lo sostengono - ma anche con chi lo sta aggiornando della situazione dei manifestanti e del comportamento dell'esercito, che finora ha tentato la repressione - avanza indossando il suo inseparabile cappello bianco. "Non ho fretta. E non vogliamo provocare violenza. Passo dopo passo andremo avanti". Dall'altra parte, nel dipartimento honduregno di El Paraiso, i soldati lo attendono con un muro di scudi antisommossa.
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