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Il fallimento dell'ecopass: ci vuole più coraggio

Post n°1453 pubblicato il 09 Gennaio 2010 da kudablog
 

A gennaio del 2008 entra in vigore l'Ecopass voluto fortemente dal sindaco Moratti. Già con la sua entrata in vigore avevo avanzato tutte le mie perplessità, dopo un mese i risultati non si vedevano, almeno in quanto ad inquinamento, e così via. Ora siamo a due anni giusti dal suo esordio. Come andiamo?

Dopo un anno il Comune di Milano scriveva su tutte le pensiline degli autobus: "la riduzione dei ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie legate all’inquinamento (-2,5% su 16.000 casi certificati)". Sarebbe fantastico. Sarebbe. La rivista Epidemiologia e Prevenzione scrive:

"Se si cerca di risalire allo studio originale dell’Ospedale San Paolo seguendo l’indicazione bibliografica fornita nel documento si trova (non senza qualche difficoltà) non una ricerca pubblicata e peer reviewed, ma semplicemente un abstract presentato al Congresso di Berlino 2008 della European Respiratory Society. In cui, per di più, si presentano dati raccolti nel 2007 per concludere che «l’incremento della concentrazione di PM10 potrebbe essere associato a un aumento dei ricoveri pediatrici per malattie respiratorie». Nessun riferimento al 2008 né, tantomeno, a una «riduzione» dei ricoveri."

e poi ancora più avanti

"nessuno dei dati forniti dal Comune riguardo alle ricadute dell’Ecopass sulla salute dei milanesi viene da una ricerca scientifica peer reviewed. Il che, oltre a non essere corretto dal punto di vista scientifico, denota uno scarso rispetto dell’amministrazione comunale per la qualità dell’informazione diffusa ai propri cittadini. Aspetto di cui forse qualcuno si è accorto: dall’ultimo report, quello annuale, pubblicato il 25 febbraio sul sito del comune («Monitoraggio Ecopass. Gennaio-Dicembre 2008»), è scomparso infatti il capitolo dedicato agli effetti sulla salute."

Insomma, manca il dato rispetto alla salute. Non l'abbiamo. Abbiamo però il dato che dice che a Milano di inquinamento si muore. Ogni giorno ci sono 73 ricoveri al pronto soccorso per problemi legati allo smog: tosse, asma, bronchi ti, polmoniti, attacchi di cuore, ictus.

E rispetto all'inquinamento? L'Unione Europea ha fissato un limite per il PM10 oltre il quale le concentrazioni diventano pericolose per la salute; ha anche stabilito che ogni città può superare questo limite massimo 35 volte in un anno. Come è andata a Milano? 84 sforamenti nel 2009. Nel 2008 erano stati 111, prima dell'Ecopass, nel 2007 erano stati 132. Finalmente un dato positivo, no? Proviamo a guardare le altre città: Bologna, nel 2009 sono 50 gli sforamenti, nel 2007 erano stati più del doppio; Roma 110 nel 2007 e 60 nel 2009, Torino 112 nel 2007 e 78 nel 2009.

Insomma, sembra che con o senza Ecopass la diminuzione ci sia. Ciò è dovuto principalmente al ricambio del parco auto che negli ultimi anni è diventato meno inquinante.

E dal punto di vista finanziario? Si diceva che avrebbe liberato risorse per investire sui mezzi pubblici (ma forse era meglio investire i soldi direttamente nei mezzi pubblici...). Ecco cosa scriveva il Corriere della Sera il 22 dicembre:

L'Ecopass finora ha riversato nelle casse del Comune un milione di euro al mese. Soldi che hanno sborsato i milanesi, pagando il pedaggio per entrare nei Bastioni. Ecco, quasi tutto quel denaro se ne va per gestire il sistema e tenere in piedi la macchina Ecopass stessa.

E le entrate sono in calo visto che sempre più auto entrano nella fascia di quelle esentate. Nel frattempo le tariffe della metropolitana per accedere a Milano dalle città limitrofe sono aumentate.

E' evidente che il sistema Ecopass così non funziona, ne' per migliorare l'inquinamento, ne' per fare cassa per investire in mezzi pubblici. Perchè allora non provare ad avere più coraggio e copiare (bene) da altre città?

zona verde berlinoDurante la pausa natalizia sono stato in Germania. Dal primo gennaio in molte città tedesche si può entrare solo con veicoli meno inquinanti. Non ci sono telecamere o varchi da presidiare, semplicemente ogni auto (anche quelle dei turisti stranieri) viene dotato di una placchetta rossa, gialla o verde a seconda dei livelli di emissioni. Se hai la placchetta verde entri anche nel centro cittadino, se non l'hai stai fuori, mentre a Milano basta pagare per poter inquinare liberamente. Berlino è già operativa, altre città, come Dresda, hanno concesso un deroga di qualche mese per le placchette gialle. Per avere la placchetta è bastato fermarsi in una autofficina, presentare veicolo e libretto, pagare cinque euro e abbiamo avuto il lascia passare per tutte le città tedesche. Se una macchina senza placchetta viene trovata posteggiata in zona verde si prende 40 euro di multa. E a Berlino la zona verde compre 88 km2, mica scherzi. Le norme sono anche più ristrettive rispetto all'Ecopass per quanto riguarda i diesel, infatti a Milano gli Euro 3 non pagano, a Berlino non entrano. In Germania il sistema è stato pensato su scala nazionale nel senso che la placchetta di una città vale per tutte quelle che man mano hanno aderito all'iniziativa, la cosa potrebbe anche essere estesa a livello europeo per semplificare la vita, altrimenti, se ogni città si fa la sua regola, come ci si fa a spostare. Inoltre si è partiti nel 2005 ad introdurre gradualmente il sistema per dare tempo alle persone di adeguarsi alle nuove norme. Le politiche hanno bisogno di strategie non di improvvisazioni a scadenza elettorale.

Se davvero si vuole operare per il bene della nostra aria e non perpetuare un sistema di dazi che serve solo ad automantenersi è giunto il momento di cambiare radicalmente e di mostrare tutto il coraggio necessario per smettere di essere la città più inquinata d'europa.

 
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