Aquilonechevolaalto

La bontà è l'unico investimento che non fallisce mai.(David Thoreau).

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

maxpiova0quadumimauriziostamnunziapmalgiocondoemaalfaclaramaffeifrancescacapomagiangelobruscoVirginiaG65arcan68famiglia12345cvz1sempreforzajuvecorsetti.s
 

AREA PERSONALE

 

LE 7 FRASI DI GESù SULLA CROCE

"Padre, perdona loro" (I)

 

"Oggi tu sarai con me in paradiso"(II)

"Ecco tuo figlio... ecco tua madre!"(III)

"Perché mi hai abbandonato?"(IV)

"Ho sete" (V)

"È compiuto!" (VI)

"Padre, nelle tue mani rimetto

lo spirito mio" (VII)

Visitare Gerusalemme

Il muro del pianto

con      U.N.I.T.A.L.S.I.

 

Andrea Bocelli

 

 

 

PACE

Non importa che tu sia

uomo o donna
fanciullo o vecchio,

operaio o contadino,
soldato o studente

o commerciante;
non importa quale sia il

tuo credo politico

o quello religioso
se ti chiedono qual’è l

a cosa più importante

per l’umanità
rispondi prima,

dopo, sempre: la pace!

 

Tien Min, poeta cinese

La vita è bella -Benigni

 

 

Il lavoro va pregato, trasformiamo il nostro

lavoro in preghiera; incoraggiamo gli altri 

spendere un po’ dl loro tempo, anche

soltanto pochi minuti al giorno, nella

preghiera da soli con Gesù. Dieci

minuti da soli con Gesù ogni giorno,

non toglieranno nulla al lavoro, anzi

benediranno e incrementeranno

il lavoro. Il nostro lavoro è solo una

goccia d’acqua in un oceano, ma

se trascuriamo di versarla, l’oceano

sarà meno profondo di una goccia.

Per questo è necessario un

temperamento allegro, uno

spirito di abbandono totale

e di fiducia amorosa.

(Santa Teresa di Calcutta)

 

Prendi un sorriso regalalo a chi

non l'ha mai avuto.

Prendi un raggio di sole fallo volare

là dove regna la notte.

Scopri una sorgente fa' bagnare

chi vive nel fango.

Prendi una lacrima posala sul volto

di chi non ha mai pianto.

Prendi il coraggio mettilo nell'animo

di chi non sa lottare.

Scopri la vita raccontala a

chi non sa capirla.

Prendi la speranza e vivi

nella sua luce.

Prendi la bontà e donala a chi

non sa donare.

Scopri i l'amore e fallo

conoscere al mondo.

(Mahatma Gandhi)

 

Un Minuto de Reflexion

(Niños de África)

Messaggio di Madre Teresa

 

Proverbi arabi


Colui che non sa,

e non sa di non sapere,

è uno sciocco: evitalo.

Colui che non sa,

e sa di non sapere,

è un ignorante: istruiscilo.

Colui che sa,

e non sa di sapere,

è addormentato: sveglialo.

Colui che sa,

e sa di sapere,

è un saggio: seguilo.

 

 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore
di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso
caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.

Emily Dickinson

 
NELSON MANDELA

-Solo gli uomini liberi

possono negoziare.

I prigionieri non

possono avere contatti.

 

 

 

 L’amore ha orrore di tutto ciò

che non è se stesso. (H. De Balzac)

Nel cuore di ogni uomo esiste

un punto verginale dove splende

la verità, dove si raccolgono le

idee pure e semplici

(Bossuet)

dove l’errore non entra.

(San Tommaso d’Aquino)

Da:
"Il piccolo Principe"

 

..." Non si conoscono che le

cose che si addomesticano ",

disse la volpe.

Gli uomini non hanno più il

tempo per conoscere nulla.
Comprano dai mercanti le

cose già fatte.
Ma siccome non esistono

mercanti di amici,

gli uomini non hanno

più amici.

Se tu vuoi un amico

addomesticami!"

Antoine de Saint-Exupéry

 

 

Elisa

ANCHE se non trovi le parole

FREE TIBET

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ERI TU IL MIO SIGNORE

Mentre incosciente ti ferivo

scoprivo ch'eri accanto a me.

Lottando inutilmente contro te

sentivo ch'eri tu il mio Signore.

Derubando del mio tributo

il tuo onore

vedevo crescere il mio

debito con te.

Nuotavo contro corrente

di tua vita

solo per sentire la forza

del tuo amore.

Per nascondermi da te

ho spento la mia luce,

ma tu m' hai sorpreso

con le stelle.

Rabindranath Tagore

 

Nel momento in cui chiuderò gli

occhi a questa terra, la gente

che sarà vicino dirà: “È morto”.

In realtà è una bugia.

Le mie mani saranno fredde,

 il mio occhio non potrà più

vedere, ma in  realtà la morte

non esiste, perché appena

chiudo gli occhi a questa terra,

mi apro all’infinito di Dio.

La morte è il momento dell’abbraccio

col Padre, atteso intensamente

nel cuore di ogni uomo e di ogni

creatura. (don Oreste Benzi)

Fate del bene sempre,

del bene a tutti,

del male a nessuno.

(San Luigi Orione)

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

GANDHI E DALAI LAMA

 

 

 

 

 

TIZIANO TERZANI E GANDHI

 

GRAZIE DELLA VISITA

 

 

Conclude l'Angelus: "Buona domenica e buon pranzo".

Post n°1081 pubblicato il 17 Marzo 2013 da quadumi

Alla messa in S.Anna l'incontro con gli Orlandi - di Luigi Manfredi

Il Papa rompe la tradizione e celebra la prima messa davanti ai fedeli in una parrocchia. E presenta un prete che lavora con i ragazzi di strada". E all'uscita saluta e parla con il fratello di Emanuela Orlandi. Ai bimbi chiede: "Pregate per me". In piazza San Pietro per l'Angelus stendardo senza stemma. E arriva il primo tweet

Piazza San Pietro e il primo Angelus di Papa Francesco
Bandiere argentine in piazza San Pietro (Reuters)

Città del Vaticano, 17 marzo 2013 - Una giornata storica: la prima messa in parrocchia, a Sant'Anna, e il primo Angelus davanti ai fedeli di tutto il mondo per Papa Francesco. E il concetto fondamentale, il filo conduttore, è ancora la misericordia espresso in una piazza San Pietro gremita di fedeli venuti da ogni parte del mondo con Roma presa d'assalto dai fedeli (sono state stimate 150mila persone). Un anticipo di quello che avverrà martedì con l'intronizzazione quando è atteso un milione di fedeli.

"Fratelli e sorelle buongiorno" è l'esordio come sempre fuori da ogni formalità. Il Papa si mette ancora sullo stesso piano dei fedeli. Parla dal balcone con lo stendardo che ancora non ha lo stemma papale. "Siamo in una piazza che ha le dimensioni del mondo. Nelle letture di oggi troviamo Gesù che salva la donna adultera dalla condanna a morte. Ma non sentiamo parole di disprezzo e di condanna, ma solo parole di amore, di misericordia. 'Va e non peccare più'. Il volto di Dio è quello di un padre misericordioso che ha pazienza. Grande è la misericordia del Signore che non si stanca mai di perdonarci".

E a proposito della misericordia il Papa racconta: "Ho potuto legge un libro di un cardinale, Kasper,  in gamba eh". E scherza ancora: "Ma non credete che faccio pubblicità ai libri dei miei cardinali".

"Se il signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe". Questa frase, racconta Papa Francesco, prima dell'Angelus in piazza San Pietro, gli è stata detta da una donna anziana che gli spiegava che Dio perdona tutto. "Mi è venuta voglia - ha raccontato - di chiederle 'Nonna', perché così da noi chiamiamo le signore anziane, 'lei ha studiato alla Gregoriana?'. Quella è la sapienza interiore che dà lo Spirito santo verso la misericordia di Dio".

Alla fine il saluto: "Vi ringrazio per la vostra accoglienza. Pregate per me. Un abbraccio ai fedeli di Roma e a tutti. Ho scelto il nome di Francesco d'Assisi, patrono d'Italia, per l'amore per questa terra che ha dato le origini alla mia famiglia. Che il Signore di benedica, che la Madonna vi custodisca. Buona domenica e buon pranzo".

Il Papa termina l'Angelus senza il saluto in lingue straniere. Una delle tante novità introdotte come ad esempio l'ennesimo no all'uso dell'auto ufficiale del Vaticano. E sono proprio i segni i tratti distintivi del nuovo pontificato.

Questa prima domenica per il nuovo Pontefice era iniziata con la messa nella parrocchia di Sant'Anna. Una cesura rispetto al passato: la prima messa viene celebrata in una parrocchia e il Papa veste i paramnenti uguali a quelli degli altri sacerdoti, una testimonianza di più della linea che Mario Bergoglio vuol imprimere al suo Pontificato, in perfetto accordo con quello che ha detto ai giornalisti sabato: "Come vorrei una Chiesa povera per i poveri". 

Nella piccola chiesa di Sant'Anna, nelle prime file, e' presente Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. I familiari della ragazza scomparsa abitano in Vaticano e sono parrocchiani di Sant'Anna. E alla fine Papa Francesco  saluta e scambia alcune parole con i familiari di Emanuela Orlandi. In particolare dopo aver salutato la mamma di Emanuela, il nuovo Pontefice ha ascoltato in silenzio quello che Pietro Orlandi gli diceva quasi all'orecchio, senza che nessuno osasse avvicinarsi per mettergli fretta.

Nella sua prima omelia davanti a "normali" fedeli, Papa Francesco anticipa già quello che sarà il filo conduttore dell'Angelus: "Gesù sul monte pregava solo e poi nel tempio tutto il popolo andava da lui e alla fine lo lasciarono solo con la donna. La solitudine di Gesù, ma una solitudine feconda, quella della prgehiera con il Padre e quella della sua misericordia con questa donna". Si esprime in termini semplici, come sempre.

"Anche a noi piace bastonare e condannare gli altri. Il messaggio di Gesù è la misericordia. E' il messaggio più forte del Signore. Lui stesso l'ha detto: non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori. Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio, ma dobbiamo farlo. Il Signore non si stanca mai di perdonarci. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Chiediamo questa grazia".

Torna quindi il concetto della misericordia che già si era affacciato nelle prime ore del Pontificato.

Alla fine della messa il Papa presenta ai fedeli don Consalvo dall'Uruguay: "E' un sacerdote che lavora con i ragazzi di strada per far conoscere loro Gesù. Grazie".

Poi all'uscita dalla chiesa rompe ancora il procollo e saluta uno ad uno tutti i parrocchiani. Anche questo un gesto informale che va dritto al cuore.

Stringe la mani dei parrocchiani, poi va verso la folla che lo acclama dietro le transenne. Ci sono alcuni ragazzi che gli gridano: "Padre Santo, noi studiamo per andare in Cina". E Papa Francesco risponde: "Non abbiate paura", il motto di Wojtyla. E ai bimbi che accarezza dice: "Pregate per me".

Quel pregate per me che si affaccia anche su Twitter. Il primo cinguettio di papa Francesco è proprio un invito ai fedeli: "Continuate a pregare per me".

http://multimedia.quotidiano.net/

GUARDA IL TWEET

di Luigi Manfredi

 

 

 
 
 

Il primo Angelus di Papa Francesco

Post n°1080 pubblicato il 17 Marzo 2013 da quadumi

L'intronizzazione di papa Francesco non arriverà fino a martedì. Ma oggi, dopo l'elezione del Pontefice argentino e i primi momenti previsti dalla liturgia, si celebra quella che può essere considerata come la prima messa non più da cardinale di Buenos Aires, ma da vescovo di Roma.

Se per martedì Roma aspetta circa un milione di fedeli da tutto il mondo, circa centomila sono arrivate già oggi nella Capitale, per seguire le parole del Pontefice che, dopo aver celebrato la messa nella parrocchia di Sant'Anna, in una piccola chiesetta vaticana, per la prima volta si è affacciato al balcone per il consueto Angelus domenicale.

"La misericordia cambia il mondo"

 

da    http://www.ilgiornale.it

 
 
 

«Camminare, edificare, confessare»

Post n°1079 pubblicato il 15 Marzo 2013 da quadumi

 

17.45 Un’idea al cuore della prima predica di papa Francesco: la fede è un cammino continuo, ma non basta il «movimento», se a muovere l’uomo non è l’amore del Signore. Perché se non si prega il Signore, si prega il diavolo.

17.37 Nella preghiera dei fedeli, la prima intenzione è per il vescovo emerito Benedetto, «che servirà la Chiesa nel nascondimento». Poi per i potenti della terra, perché ricordino che «ogni potere viene da Dio».

17.35 Non si può «edificare la Chiesa senza la croce». «Si edifica la Chiesa solo sul sangue del Signore. Solo così la Chiesa va avanti. Chiediamo allo Spirito Santo, alla Madonna nostra madre, questa grazia».

17.33 «Se non si confessa la fede in Cristo, si confessa il diavolo».

17.32 «E poi confessare. Senza la fede, diventeremmo una ong pietosa».

17.31 «Edificare la Chiesa, la sposa di Cristo, su quella pietra angolare che ha posto il Signore».

17.29 L’omelia del papa, a braccio: «La vita è un cammino, e quando ci fermiamo la cosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, cercando di vivere in quella irreprensibilità che Abramo chiede al Signore».

17.26 Il Vangelo è quello del «tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno su di essa».

17.09 La messa si svolge in Cappella Sistina. I cardinali tornano sul luogo dell’elezione di papa Bergoglio, ventiquattr’ore dopo.

17.04 La prima messa di papa Francesco: niente testo scritto, l’omelia sarà pronunciata a braccio.

14.46 Dal papa che paga il conto dell’albergo alla polemica di alcuni giornali sui presunti rapporti con la dittatura argentina: l’analisi di Maria Galluzzo, Giovanni Cocconi e Lorenzo Biondi nel Brunch di Europa.

13.18 In corso la conferenza stampa di padre Lombardi: il portavoce della Santa Sede chiarisce che il nome scelto dal papa Bergoglio è Francesco, non Francesco primo. Papa Luciani, quando scelse il nome di Giovanni Paolo, aggiunge anche il numero ordinale: Giovanni Paolo primo.

13.15 Il pontificato di Francesco inizia con una preghiera alla Madonna, nella principale basilica mariana della Capitale, Santa Maria Maggiore.

12.13 Dalla Cina arriva l’auspicio che il nuovo papa sia «pratico e flessibile»: «Speriamo – ha detto una portavoce del ministero degli esteri, Hua Chunying, offrendo le congratulazioni di Pechino a papa Francesco – che la Chiesa cattolica, sotto la guida del nuovo papa, possa lavorare insieme alla Cina per migliorare le relazioni reciproche». Sul ruolo della Cina in vista del conclave avevamo scritto qui.

11.40 Parole di apprezzamento per il papa sono giunte dal presidente Giorgio Napolitano. Il capo dello stato si è detto colpito “dalla semplicità delle parole pronunciate nella nostra lingua e della lingua della sua famiglia d’origine in Piemonte”.

11.15 Intanto molti siti rilanciano le voci sulle presunte responsabilità di padre Bergoglio durante la dittatura di Videla in Argentina. Le voci sono alimentate dal libro L’isola del silenzio di Horacio Verbitsky

11.15  Il motto episcopale di Jorge Mario Bergoglio è la frase latina “Miserando atque eligendo”, che descrive l’atteggiamento di Gesù verso il pubblicano, considerato un pubblico peccatore, che “guardò con misericordia e scelse”. Queste parole sono prese dall’omelia 21 di San Beda il Venerabile, che si legge nel breviario per la Festa dell’Apostolo San Matteo, il santo pubblicano pentito, santo apostolo che prima era esattore delle tasse: “Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: ‘Seguimi’ (Mt 9, 9).

11.05 Gli americani non ce l’hanno fatta, né il presidente della Conferenza episcopale Usa e arcivescovo di New York Timothy Dolan né il cardinale di Boston Patrick O’Malley, ma i principali media e vaticanisti statunitensi annunciano con soddisfazione la scelta di un “Papa giusto al momento giusto”. La stampa spagnoal parla di “svolta nella Chiesa”. Qui la rassegna stampa delle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo

11.05 Alle 17 confermata la celebrazione della messa insieme a tutti gli altri cardinali

11.00 Alle 13 la conferenza stampa di padre Lombardi dovrebbe confermare la visita di questo pomeriggio di papa Francesco a papa Benedetto, a Castelgandolfo, come scritto da Europa Questa mattina il papa è stato mezz’ora in preghiera a Santa Maria Maggiore. Dopo il papa si è recato alla Domus Sacerdotalis Paolo VI, in via della Scrofa 70, dove abita da quando è giunto a Roma: pochi minuti per prendere tutte le sue cose.

sitovaticano

Mercoledì 13 marzo

22.01 Il 19 marzo la messa di inaugurazione del nuovo papa.

21.52 E intanto arriva la notizia della prima telefonata tra papa Francesco e il vescovo emerito di Roma, Joseph Ratzinger. Tra i due c’è grande stima: nell’ultimo saluto di Benedetto XVI la conversazione con Jorge Mario Bergoglio è stata la più lunga.

21.48 Tante biografie di Bergoglio online, qui quella del nostro Paolo Manzo.

21.00 Foto e video del nuovo papa.

Chi è il nuovo papa

La biografia di papa Francesco. Visto da Buenos Aires

Chi è il nuovo papa

Il cardinale di Buenos Aires Jorge Bergoglio, gesuita annoverato tra i papabili dopo la morte di Giovanni Paolo II, ieri ha sorpreso gli stessi argentini che hanno reagito prima con sorpresa e poi con scene di giubilo degne di una finale di Coppa del Mondo, riempiendo le strade centrali di Buenos Aires e la cattedrale che dà sulla Casa Rosada. Un giubilo giustificato non solo dal fatto che Papa Francesco è il primo pontefice americano ma anche e soprattutto perché, se c’era un favorito sudamericano, questi era il brasiliano Dom Odilo Scherer, arcivescovo emerito di San Paolo, la terza diocesi più grande al mondo.

“Un gesto rivoluzionario” e “un cambiamento che non si era mai visto negli ultimi 600 anni”, queste le prime parole pronunciate da Bergoglio quando, lo scorso X febbraio, Papa Ratzinger decideva di lasciare il soglio di Pietro. “Una decisione molto meditata di fronte a Dio e molto responsabile da parte di un uomo che non vuole commettere errori in prima persona o lasciare nelle mani di altri la decisione”, aveva aggiunto, dimostrando una stima nei confronti di Ratzinger, la stessa che nel conclave dell’aprile del 2005 dopo le prime votazioni lo aveva “in lacrime” portato a ordinare ai suoi elettori cardinali di convogliare i loro voti sul cardinale tedesco.

Primate d’Argentina nonché arcivescovo di Buenos Aires, il 76enne Bergoglio non è solo il primo papa americano ma anche il primo gesuita ad arrivare al soglio di Pietro. Figlio di Mario Bergoglio, un ex ferroviere nato a Portacomaro, in provincia d’Asti, e trasferitosi giovanissimo in Argentina, anche sua mamma Regina, era piemontese.

Laureatosi come ingegnere chimico, entra a 22 anni come novizio nella Compagnia di Gesù, i gesuiti appunto. Diventa sacerdote nel 1969, poi vescovo ausiliare nel 1992, infine primate d’Argentina nel 1998. Viene nominato cardinale nel 2001 da Giovanni Paolo II. “Io lo seguo da quando è diventato vescovo- racconta Marcela, una delle storiche fedeli della cattedrale della santissima trinità di Buenos Aires, cuore pulsante della Curia della città- è un grande uomo e un grande religioso”.

Nonostante i tanti incarichi, Bergoglio si è da sempre contraddistinto per la sua umiltà. A Buenos Aires ha continuato a vivere sino a ieri da solo in un appartamento semplice al secondo piano dell’edificio della curia argentina, al lato della cattedrale.

Ma per capire chi sia Bergoglio basti un aneddoto.

Nel 2001 vede dalla finestra del suo appartamento gli scontri violenti della polizia contro i risparmiatori fregati dal fallimento del paese del tango. Siamo a fine dicembre e i gas lacrimogeni della polizia entrano persino nella sua stanza. Lui si affaccia e vede una signora manganellata a sangue da un agente e, allora, impugnato il telefono chiama furente il ministro degli Interni: “la vostra polizia sappia almeno distinguere tra i facinorosi e i disperati che hanno perso tutti i loro risparmi”, dice all’allora segretario per la sicurezza Enrique Mathov.

È considerato un progressista rispettoso delle istituzioni e, soprattutto, in grado di far quadrare i conti. Ama leggere Dostoievski, Borges ed i classici, latini e greci ma non ama apparire e, meno ancora, i discorsi roboanti alla stampa. Anche per questo quando si muove a Buenos Aires, lo fa a piedi e spesso prende la metropolitana senza che nessuno lo riconosca. Lo stesso sino a ieri ha fatto a Roma, città che ha girato molto a piedi, ma mai con il copricapo cardinalizio bensì sempre vestito come un prete qualsiasi. Anche per questo il nome da lui scelto, Francesco, non poteva essere più adatto anche se, da ieri sera dovrà rassegnarsi ad essere riconosciuto. E non solo a Roma o a Buenos Aires.

 

 

 

 
 
 

Gocce di speranza

Post n°1078 pubblicato il 15 Marzo 2013 da quadumi

 

 

 

Gocce d’acqua

Nuvole di speranza

 

Ali metalliche nel cielo

annullano le distanze

Ultime vecchie rotaie portano all’arrivo

 

Spinge sempre il Futuro

Dentro un’idea senza Tempo

 

L’essere sfiorato deve decidere

consapevole dell’improvvisa sfida

Raccogliersi tra luci ed ombre è dovere

Ricercare tra conosciuto e sconosciuto è azione

Puzzle di vita che si ricostruisce sempre

si diventa forza in frammenti di tempo

attimi d’un sapere  essere frontiera in una lingua straniera

 

Osano sempre  fermezza ed umiltà

Incroci privi di orgoglio e presunzione nel  grande sentiero della vita.

 

E nella stessa sera,poco lontano,ancora una grande sfida

L’attende il mondo

La grida una piazza dalle mille lingue

Occhi rivolti tutti al fumo per scrivere migliore il futuro

 

Diventa  pioggia la goccia d’acqua che lava…

 

Improvviso

si apre un balcone

Un Uomo nuovo si offre al mondo

“ Buonasera”

la prima parola

 

Francesco I° il suo nome

Nuvole di speranza danzano nel cielo

 

Consapevolezza che quel che conta è il percorso

con le sue sconfitte tra le mille tappe

socchiude gli occhi al sonno la Vita

 

Lontano abbraccia il sorriso semplice di una donna

Sussurrano le labbra…”Volare è anche sapere osare!”.

 

 

 
 
 

L’omelia del Papa nella Cappella Sistina

Post n°1077 pubblicato il 15 Marzo 2013 da quadumi

14 marzo 2013 

Le parole di Francesco, di fronte ai cardinali, nella prima celebrazione dopo l'elezione.

 

L'omelia del Papa nella Cappella Sistina

Nella prima lettura il movimento è nel cammino, nella seconda lettura il movimento è nell’edificazione della chiesa, nella terza, nel Vangelo, il movimento è nella confessione.

Camminare, edificare, confessare.

Camminare – “o casa di Giacobbe, venite e camminiamo nella luce del Signore”. E questo è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo, “cammina nella mia presenza e sei irreprensibile”. Camminare. La nostra vita è un cammino, e quando ci fermiamo la cosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo nella sua promessa.

Edificare. Edificare la Chiesa, si parla di pietre, le pietre hanno consistenza, ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la sposa di Cristo, su quella pietra angolare che lo stesso Signore (ha posto). E’ un altro movimento della nostra vita, edificare.

E terzo, confessare. Possiamo camminare tutto quello che vogliamo, possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo la cosa non va.

Diventeremmo una ong pietosa, ma non la Chiesa sposa del Signore. Quando non si cammina si ferma. Quando non si edifica sulle pietre, cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia: tutto viene giù, senza consistenza.

Quando non si confessa, Gesù Cristo diviene quello di Leon Bloy, “chi non prega il Signore prega il Diavolo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.

Camminare, edificare, costruire, confessare.

Ma la cosa non è così facile perché nel camminare, nel costruire, nel confessare, alle volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino, sono movimenti che ci tirano indietro.

Questo Vangelo prosegue con una situazione speciale.

Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice sì tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivo, io ti seguo, ma non parliamo di croce, questo non c’entra, ti seguo con altre possibilità, senza la croce.

Quando camminiamo senza la croce, quando edifichiamo senza la croce e quando confessiamo un Cristo senza croce, non siamo discepoli del Signore.

Siamo mondani, siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore.

Io vorrei che tutti noi, dopo questi giorni di grazia, avessimo il coraggio, proprio il coraggio di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore , di edificare la Chiesa sul sangue del Signore versato sulla croce e di confessare l’unica gloria, Cristo crocifisso. E così la Chiesa andare avanti.

Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, la preghiera della Madonna, nostra madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo crocifisso. Così sia.

 

Auguri Papa  Francesco I°!!!

 
 
 

Jorge Mario Bergoglio 14 marzo 2013

Post n°1076 pubblicato il 15 Marzo 2013 da quadumi

«Camminare, edificare, confessare»

 

Come hai preso, vedendo dalla «fine del mondo» piazza San Pietro gremita, il modo in cui Francesco si è presentato alla folla di san Pietro? «Simpatico, emozionante. Un papa umano, insomma». Enrique Butti, scrittore ironico e profondo, autore di libri belli come Pasticciaccio argentino e Ogni casa, un mondo, è figlio di immigrati dal Nord Italia. Come Jorge Mario Bergoglio.

Dicono che ami il mate, la vostra bevanda nazionale che si beve in compagnia… Un “tipico argentino”?

Sí, cosí dicono tutti quelli che lo conoscono. Una persona alla mano, e forse si può perfino dire che il suo “francescanesimo” sia “tipicamente argentino”.

Che Argentina lascia alle sua spalle Bergoglio?

Un paese disastrato, poverissimo, senza prospettive, mascherato dalle bugie della politica di massa del populismo.

Anche tu, come il nuovo papa, sei figlio di immigrati del nord Italia. In che senso (se lo siete) siete argentini diversi rispetto agli altri provenienti da altre parti del mondo?

Siamo diversi in quanto siamo ancora fin troppo italiani. Purtroppo anche nei vizi. Nell’inclinazione al clientelismo, alle associazioni illecite. Nel tendere a considerare lo stato come nemico o borsa da sfruttare e da fregare. Nell’astuzia elevata a virtù essenziale. Tutto questo in una sorta di sindrome bipolare (che è il tratto del paese attuale) per cui senti ripetere, nel dramma sociale ed economico che viviamo: abbiamo Maradona, Messi, una principessa olandese che sarà regina, e ora il papa: Dio è argentino.

Che idea hai, in generale, del cattolicesimo argentino e, più in particolare, del suo ruolo in questi anni di crisi economica e sociale?

È una chiesa che è presente nei quartieri più poveri, e anche, ai livelli più alti (Bergoglio in testa) ha saputo contestare le falsità che l’attuale governo ostenta sul terreno degli interventi sociali.

Su El Litoral, il giornale per il quale scrivi, un prete di Santa Fe dice che il pontefice appena eletto “incarna la semplicità”…

Sì, quella è l’immagine, l’immagine di una persona semplice, che viaggia in metro o in bus, mai facendo uso dei privilegi del suo potere.

Come argentino, credi che possa rappresentare tutto il mondo latino-americano e influire sui suoi problemi?

Oggi, grosso modo, l’America latina si divide lungo due grandi linee. Alludo, da un lato, alle democrazie progressiste. Quelle che hanno capito che integrare i propri cittadini, e integrarsi nel mondo ed evolvere economicamente, è il camino da percorrere in vista di un benessere che coinvolga tutti. Dall’altro lato, ci sono quei regimi che pure si chiamano progressisti, ma evidentemente sono incantati dalla conflittualità. Arrivano a inventarsi nemici interni ed esterni per costruirsi un’identità, secondo una logica di chiusura anche economica verso l’esterno. Si pensi poi alla diffusione del narcotraffico. O alla questione della sicurezza dei cittadini. Sono problemi che sono cresciuti enormemente, mentre contemporaneamente prendeva piede una psicologia di massa populista legata a personalità carismatiche, portatrici di politiche di sussidi a favore degli indigenti, senza preoccuparsi di creare lavoro vero e dare dignità a chi non l’ha. È un potere politico onnivoro, che esercita forti pressioni sulla stampa libera, che, insieme alla chiesa, restano le principali voci dissidenti. Si assiste alla capitolazione dei diritti umani e a intellettuali, ridotti sovente a mercenari per il proprio tornaconto e per interessi servili. Ed è ormai una costante la trasgressione delle istituzioni e della costituzione.

Terra di missione, per il nuovo papa, l’America latina.

Sì. E speriamo che Francesco sappia compiere la sua missione in queste realtà, peraltro così diverse tra loro.

da:http://www.europaquotidiano.it/2013/03/14/dio-francesco-argentino/

 

 

 
 
 

«Francesco, il primo papa globale»

Post n°1075 pubblicato il 15 Marzo 2013 da quadumi

.

14 marzo 2013

Parla Stefano Femminis, direttore della rivista internazionale dei gesuiti, "Popoli". Il papa è di destra o di sinistra? «Ratzinger ci ha insegnato che non ha senso chiederselo»

«Francesco, il primo papa globale» La croce di ferro al collo del papa

«Questo sarà il primo pontificato davvero globale. Arricchirà la prospettiva della chiesa su sviluppo, evangelizzazione, rapporti tra sud e nord del pianeta. Certo: Wojtyla è stato globale nell’azione. Ma le sue radici erano nell’Europa. Jorge Mario Bergoglio è il papa che “viene dalla fine del mondo”. La sua globalità è diversa. È geografica e antropologica». A parlare è Stefano Femminis, direttore – laico – di Popoli, la rivista internazionale dei gesuiti, l’ordine a cui il papa appartiene, “cucita” a Milano. Europa lo ha interpellato sull’elezione di papa Francesco.

Sorpreso dall’esito del conclave?

Totalmente. Anche noi, in questi giorni, ci siamo fatti condizionare dalle previsioni della vigilia. Inoltre le dimissioni di Benedetto XVI e la sua insistenza sul necessario “vigore del corpo e dell’animo” avevano spinto a prospettare la possibilità di un papa “giovane”.
Bergoglio giovane non lo è. Ha settantasette anni.

In realtà la storia ci insegna che l’anagrafe non conta. Giovanni XXIII, che è probabilmente stato il papa più innovativo dell’era contemporanea, salì al soglio pontificio alla stessa età che oggi ha il nuovo pontefice. La carta d’identità è l’ultimo dei punti considerati nella scelta del pontefice. Questo rompe gli schemi con cui siamo abituati a leggere le dinamiche dei conclavi: cardinali vecchi e giovani, progressisti e conservatori.

Bergoglio, se proprio volessimo insistere su questi schemi, si colloca a “destra” o a “sinistra”?

Da una parte viene da dire che i primi gesti del papa, mi riferisco alla scelta del nome, alla benedizione chiesta ai fedeli, alla sobrietà nei paramenti, alla semplicità della croce e al fatto che non ha mai pronunciato la parola “papa”, definendosi invece “vescovo di Roma”, appaiono innovativi. Dall’altra, le sue posizioni da arcivescovo di Buenos Aires su aborto, bioetica e coppie omosessuali, come un certo “interventismo” nella politica argentina, delineano il profilo di quello che, sempre per usare schemi probabilmente inadeguati, si direbbe un conservatore. È poi vero, comunque, che ha preso le parti delle classi sociali meno abbienti al tempo della crisi argentina. Dunque torno a dire che questi schemi non hanno molto senso. S’è visto con Ratzinger: è stato dipinto come un tradizionalista, salvo poi compiere un gesto di rottura gigantesco con le dimissioni.

Che significherà avere un papa sudamericano?

È la vera grande novità. Muta la prospettiva della chiesa. Bergoglio è il primo papa globale. A dire il vero anche Wojtyla fu globale. Ma nell’azione. Il suo retroterra mentale era l’Europa, seppure quello polacco sia un cattolicesimo di frontiera. La sua elezione fu un momento di rottura intra-europeo. Con papa Francesco si va molto oltre. Di mezzo c’è un intero oceano. Non oso dire che Bergoglio è il “papa del sud”, perché avremo un tale papa solo quando verrà eletto un africano. Eppure, premesso che l’America latina ha assorbito alcuni paradigmi occidentali, il suo provenire dal Cono sur lo porterà a guardare ai temi dalla fede con un’altra lente. Del resto la religiosità sudamericana è più popolare di quella europea. Non solo. Francesco guarderà attentamente all’espansione delle comunità protestanti, che sottraggono fedeli alla Chiesa cattolica in Sudamerica. La sensibilità di Bergoglio a questo tema è sicuramente maggiore di quella di un uomo di chiesa europeo.

C’è chi dice che i gesuiti in America latina si sono troppo spesso schierati dalla parte del potere. È così?

Ci sono esperienze che dimostrano il contrario. Una è quella delle “riduzioni”, le piccole comunità di evangelizzazione promosse dalla Compagnia di Gesù nel ‘600 e ‘700 (avete presente il film The Mission con Robert De Niro? Quelle erano le riduzioni). Gli indios non venivano oppressi, i gesuiti lottavano contro la schiavitù. In tempi più recenti viene in mente, invece, la vicenda dei martiri gesuiti del Salvador, uccisi nel 1989 dagli squadroni governativi. I gesuiti hanno anche dato un contributo alla teologia della liberazione. Poi ci sono anche stati episodi opposti. Ma l’ordine è grande e frastagliato, emergono posizioni diverse.

Il papa sudamericano pone sfide agli Stati Uniti – dove i latinos sono in fortissima espansione demografica – e al socialismo di stampo latino-americano?

Non mi sembra che Francesco possa influenzare il quadro politico statunitense. Forse l’avrebbe fatto un papa messicano. Quanto al bolivarismo, ci sono questioni aperte. In Venezuela c’è divisione tra gerarchia ecclesiastica (contraria al chavismo) e base, più vicina al popolo. Ma credo che il papa vorrà essere il papa di tutti. Di certo ha problemi maggiori con cui confrontarsi.

Tipo la curia romana? Come può mettere ordine, visto che non è un uomo di “palazzo”?

Intanto attendiamo le prime nomine. Anche se, con i gesti di ieri, non solo simbolici, il papa ha fornito un primo importante messaggio sulla volontà di gestire la curia in modo essenziale e sobrio. Quanto al discorso sull’inesperienza di Bergoglio con gli affari politici, direi che amministrando un’arcidiocesi come quella di Buenos Aires, con due milioni e mezzo di cattolici, ha sviluppato senza dubbio qualità di governo. Non è uno sprovveduto.

 
 
 

."Habemus Papam". Proclamazione del nuovo papa Jorge Bergoglio, è Francesco .

Post n°1074 pubblicato il 15 Marzo 2013 da quadumi

La prima Omelia di Papa Francesco (discorso integrale) Jorge Mario Bergoglio è Papa Francesco I
Jorge Mario Bergoglio è Papa Francesco I
 
 
 

Guarire dall'egoismo

Post n°1073 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da quadumi

Guarire dall'egoismo© Thinkstock

dal web:

 

L'egoismo viene comunemente ritenuto un "difetto". Detto in altri termini, l'egoismo è un problema che riguarda il modo di comportarsi. Nella maggior parte dei casi, si attribuisce l'egoismo a un eccesso di amore per se stessi, un livello di amore tale da non lasciare spazio a nessun'altra persona. Se la persona egoista pare, effettivamente, interessarsi solo a se stessa, possiamo dire che si ama troppo?
Secondo Edgar Poe, per l'egoista "La grande sventura è non poter essere solo". Fondamentalmente, l'egoista è preoccupato per se stesso; le sue scelte, le attività, le sue relazioni convergono tutte verso un'unica finalità: ricondurre tutto a se stesso, appropriandosi di ciò che gli sembra piacevole; non tiene per nulla conto del mondo, né degli interessi esterni, non si preoccupa per gli altri e si organizza la vita in modo da non essere disturbato. Nel caso in cui entri in relazione con alcune persone, è perché pensa di poterne ricavare qualcosa: popolarità, vantaggi, piacere, ecc.

Il piccolo mondo dell'egoista

L'egoista vive in un circolo chiuso; è come incapace di vedere e di ascoltare ciò che non lo riguarda personalmente: lui è il mondo e il resto non gli interessa!
È poco soddisfatto della vita che conduce e sta spesso da solo (egoismo e "celibato esacerbato" vanno spesso a braccetto), sia per scelta che per forza. Il meno che si possa dire dell'egoista è che tende a trascurare il suo entourage!
Capita tuttavia che l'egoista incontri un "alter ego", qualcuno come lui insieme con il quale formerà una coppia ripiegata su se stessa: riunendo i loro interessi comuni, per difendersi dal mondo esterno vivranno quindi un "egoismo a due". Nulla di nuovo per queste persone già egoiste se non fosse che ora sono due all'interno della stessa "cellula".
Il rimprovero più frequentemente mosso agli egoisti è di amare troppo loro stessi per poter amare gli altri. Ma, prima di affermare che gli egoisti eccedono di amore per loro stessi, chiediamoci piuttosto se si amano. E, in caso contrario, da dove scaturisce il fatto di non avere nessun altro in mente tranne che loro stessi?

Le radici dell'egoismo e dell'amor proprio

Nel primissimo stadio della sua evoluzione, l'essere umano è incentrato esclusivamente verso il soddisfacimento dei propri bisogni: essere nutrito, accudito, consolato, stimolato. Si tratta di condizioni necessarie per la sopravvivenza. È solo dopo aver acquisito un minimo di indipendenza che l'essere umano di aprirà gradualmente a un ambiente sempre più vasto (dalla madre alla famiglia, dalla famiglia all'asilo, e così via). Tuttavia, per fare in modo che questa apertura progressiva verso l'esterno avvenga senza ostacoli, è necessario che il bambino abbia ricevuto una quantità sufficiente di amore per credere in se stesso e per amarsi. Solo così potrà iniziare a restituire l'amore che ha ricevuto per primo. In caso contrario, il bambino può rimanere bloccato a questo stadio in cui pare che il mondo intero converga verso di lui.
In altri termini, la persona egoista che si impossessa di tutto per profitto personale non prova alcun piacere nello scambiare e nel donare affetto. Questa persona non è colpita da un eccesso di amore per se stessa, anzi, soffre esattamente per il motivo opposto. La sua avidità, il bisogno impellente di strappare alla vita ciò che potrebbe ottenere diversamente non sono certo il segno di un eccesso di amore verso se stessi, ma quello di una difficoltà a credere in se stessi.
Non è l'amore per se stessi all'origine dell'egoismo, quanto piuttosto l'attaccamento più o meno patologico a un'immagine superata di sé, quella del "bambino meraviglioso" a cui non deve mai mancare nulla.

Si può guarire dall'egoismo?

Il punto di partenza consiste nel prendere coscienza di questa debolezza e delle conseguenze negative che produce a se stessi. Solo in quel momento sarà possibile liberarsi poco alla volta dal circolo vizioso in cui l'egoismo ci mantiene rinchiusi: "non possiamo aspettarci niente dagli altri… prendiamo quello che viene… decisamente mi faccio sempre fregare…".

Qualche consiglio utile:
  • Iniziare a donare piccole cose, in particolare a qualcuno che sia capace di gratitudine e generosità…
  • Praticare sport di squadra o una delle arti marziali come il judo, che richiede concentrazione su se stessi, contatto, apertura e rispetto per gli altri;
  • Chiedere un accompagnamento psicoterapeutico che permetterà di ristabilire il senso del proprio valore e quello del mondo circostante.

Mettendo in atto questi piccoli accorgimenti si dovrebbe essere in grado di uscire dalla spirale dell'egoismo e di pensare finalmente degli altri…

 
 
 

Le malattie da stress

Post n°1072 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da quadumi

«Il grande sentiero non ha porte, 
  Migliaia di strade vi sboccano. 
  Quando si attraversa quella porta senza porta, 
  Si cammina liberamente tra cielo e terra» 
                                                 Mumon, La porta senza porta 

dal web

Le malattie da stress

Fatica irritabilità e persino crampi e reumatismi: lo stress può a volte causare delle reazioni nefaste. Questi effetti sono più o meno gravi, a seconda degli avvenimenti che li provocano e della resistenza di ciascuno all'ansia. Un giro d'orizzonti sugli avvenimenti stressanti e le loro conseguenze sulla salute.

Lo stress è una reazione normale dell'organismo. Permette di far fronte a certi avvenimenti imprevisti o di adattarsi a dei cambiamenti importanti. Eppure, a volte può essere legato a delle malattie dette "dell'adattamento". Esse si manifestano quando il nostro organismo non riesce più a rispondere a delle tensioni permanenti e ripetitive. Nota bene che lo stress da solo non crea nessuna patologia. Sarà invece all'origine dell'evoluzione di certe affezioni preesistenti come l'asma, l'emicrania, il diabete, ecc.

Segnale d'allarme

Quando il nostro corpo è sottoposto a uno stress troppo intenso, comincia a suonare il campanello d'allarme. Quando subisci almeno uno dei "segni" seguenti, è forse il momento di ridurre le tensioni intorno a te: Fatica, soprattutto al risveglio, che non è stata riparata dal sonno; Disturbi del sonno; Ansia; Irritabilità; Nervosismo; Reumatismi: dolori articolari, periartrite, artrosi; Le contrazioni muscolari, in particolare l'indolenzimento del collo o della schiena e i crampi; Disturbi sessuali con una diminuzione della libido; Perdita della memoria: dimenticanze, errori.

Degli attacchi diversi

Se non hai saputo ascoltare il tuo corpo, l'eccesso di stress può provocare un vero problema di salute, che dipende dalle tue eventuali predisposizioni e dai tuoi antecedenti. Nella donna, si manifesta soprattutto con l'ansia, le ossessioni, e la depressione. Dal canto loro, gli uomini somatizzano di più: ulcere, disturbi cardiovascolari e problemi sessuali… In generale, si possono identificare certe " malattie " che sono spesso correlate a uno stress troppo intenso:
Le malattie digestive:spasmi, bocca secca, dilatazione dello stomaco, gastrite, ulcera, colopatia; I disturbi cardiovascolari: palpitazioni, dolori o senso di fastidio al petto, ipertensione, angina pectoris, o infarto del miocardio; Le infezioni virali o microbiche a ripetizione dovute a un calo delle difese immunitarie; Le infezioni cutanee: eczema, foruncoli, psoriasi, herpes, caduta dei capelli, prurito; I disturbi ginecologici: ritardo o assenza di mestruazioni, patologie mammarie benigne.

Troppo stress?

Certo, questi problemi possono sopraggiungere in assenza di qualunque tipo di tensioni. Ma se riscontri regolarmente uno di questi mali, non esitare a ricercare eventuali fattori di stress, per evitarli. Per sapere se degli avvenimenti stressanti possono essere all'origine dei tuoi problemi di salute, non esitare a fare il nostro test "Sei troppo stressato?" Ayla Seugon e Alain Sousa

 
 
 

Desiderio di volare

Post n°1071 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da quadumi

dal web:

Desiderio di volare è un sogno che un pò tutti facciamo dato che siamo sempre portati, per nostra natura, a voler raggiungere vette alte, traguardi, obbiettivi e quant’altro serve per sentirci vivi.

Infatti nel desiderio di volare è proprio presente il voler desiderare tutto questo.

Esiste qualcuno che si accontenta di rimanere alla base di quand’è nato?

Oppure tutti vogliamo partire da questa stessa per attraversare mondi quotidiani, per poi arrivare, in un bel momento, alla vetta tanto ambita e dunque desiderata con tutte le forze?

La cosa importante è che tale sogno, desiderio di volare, non rimanga tale, costituendo un solo elemento presente all’interno di un individuo che così facendo rimane un solo “sognatore”, bensì deve essere un desiderio che deve spingere ogni soggetto umano ad avere molta ambizione per fare in modo di trasformare tale desiderio, solo mentale, al momento e dunque espresso col desiderio di volare, ad una fantastica realtà.

Infatti, attraverso tale desiderio di volare, l’uomo, senza pretendere l’impossibile e dunque senza osare più del dovuto, o più delle proprie forze, deve cercare di formare, nella sua vita, dei propri obbiettivi, per poi raggiungerli, come un bel volo del gabbiano che insegue sempre luoghi idonei alla propria vita, per poterla vivere, al meglio.

Infatti, quel luogo caldo, che i gabbiani vogliono trovare, attraverso il volo, è così analogato ad una situazione, ad un posto “perfetto” che l’uomo deve sempre aspirare, desiderare vivamente, a voler raggiungere.

Alcuni pensano pure che attraverso il desiderio di volare è come se si volesse sfuggire alla propria vita.

E’ proprio così!

Quest' ultima considerazione, conferma ciò che è stato detto precedentemente, quando abbiamo simboleggiato la vita umana, considerandola come quella del gabbiano.

Se riflettiamo bene, anche su questo, potremmo proprio dire che si vuole sfuggire a quel qualcosa che non piace, come fa pure il gabbiano che, trovandosi in un luogo dov’è presente l’autunno per poi seguire il freddo dell’inverno, va via da tale posto, anzi sfugge dallo stesso, dato che tale luogo non è più idoneo, è inadatto alla propria sopravvivenza e che dunque, attraverso il suo volare, va alla ricerca di quel posto caldo e accogliente, per vivere bene.

Dunque desiderio di volare potremmo dire che è sinonimo di desiderio alla vera vita, voler raggiungere luoghi, circostanze, ambienti, situazioni e quant’altro idoneo, per poterla vivere, alla grande.

Per questo si può pure dire che ogni essere vivo, sia uomo e non, si assomiglia l’uno all’altro, come l’uomo col gabbiano, che è uno dei tanti esempi che si possono fare.

Spesso si dice pure che il desiderio di volare è insito dentro colui che ha un desiderio sessuale.

Infatti, come detto prima, attraverso il desiderio di volare è come se volessimo raggiungere, un qualcosa che ancora non siamo riusciti ad avere.

Dunque, per questo si può pure confermare che il desiderio di volare è anche il voler desiderare quella sfera sessuale che ancora non si è riusciti ad avere e dunque a viverla, come solitamente, ogni individuo deve fare.

Tutti, uomini e non, cercano di raggiungere ogni cosa che serve per stare bene.

Non è essere, sia umano che non, se si adatta a tutto, anche quando sta male, in questo “tutto”.

Desiderio di volare significa essere vivi!

Ogni essere ha il diritto di esserlo!

Ognuno sa perchè desidera di volare, cosa realmente vuole raggiungere, perchè gli manca tanto, sia una famiglia e dunque un caldo posto dove stare, sia un buon lavoro, sia quella sfera sessuale tanto cercata e mai avuta.

Ad ogni modo è sempre bene valutare e dunque fare attenzione a non eccedere nel volo, così simboleggiato; ognuno di noi, nello stesso tempo, deve sapere a quale quota andare, dato che spesso, il troppo può fare male, più del niente.

 
 
 

Perchè San Valentino è il protettore degli innamorati?

Post n°1070 pubblicato il 14 Febbraio 2013 da quadumi

 

Non tutti sanno perchè il giorno di San Valentino è la festa degli

innamorati.

Bene dovete sapere che:

San Valentino è patrono di Terni e protettore degli innamorati di

tutto il mondo e il 14 febbraio rinnova i suoi miracoli d'amore.
Protagonista di storie lontane, che sfumano in leggenda, la sua

fama ha superato gli oceani, scavalcato le montagne, traversato

i continenti. In Giappone e negli Stati Uniti, in America Latina

come in Asia e in Oceania, Valentino è il santo dell'Amore.

Pochi però conoscono la vera storia del vescovo e martire di

cui Terni conserva le spoglie mortali.


San Valentino fu il primo vescovo della città, ma i suoi miracoli

lo resero famoso, ben oltre i confini dell'Impero.

 
Perseguitato dal Senato romano cadde martire il 14 febbraio

del 273, sotto l'impero di Aureliano. Ma è per aver celebrato

 il matrimonio tra una giovane cristiana ed un legionario pagano

che divenne il protettore degli innamorati. Tutti chiedevano

la benedizione nuziale del Santo, ricordata oggi dalla Festa

della Promessa. Ogni anno, nella basilica dedicata a san Valentino,

centinaia di futuri sposi, danno vita a questa cerimonia,

scambiandosi una promessa" d'amore.

 


 
 
 

Basta

Post n°1069 pubblicato il 14 Febbraio 2013 da quadumi


 

Basta a nostalgie amare
Basta a lacrime salate
La vita può essere diversa
Il vento porta profondità di canti nuovi
Il mare ci guida nell'accettare
l'alternanza d'onde piatte ed alte
A noi il saper sconfiggere quel buio
che serpe di vita nell'ombra
cerca d'oscurarci l'ora.

 

 

 
 
 

Autostima e umiltà

Post n°1068 pubblicato il 11 Febbraio 2013 da quadumi

 

da:http://www.atma-o-jibon.org/italiano9/brondino_marasca_autostima5.htm

Una delle grosse obiezioni che ci vengono rivolte specie da persone consacrate o religiose è come conciliare l'autostima con la virtù dell'umiltà.

L'umiltà, come tante altre "piccole virtù perdute", quali la gentilezza, la mitezza, la riconoscenza e la disponibilità, non gode di buon apprezzamento nella società di oggi. Viene ampia­mente citata nelle biografie dei Santi e delle anime consacrate. Un santo superbo sarebbe un controsenso; un religioso arrogante e orgoglioso ci farebbe meravigliare: "Un religioso, quello? Un santo? Impossibile!".

Nel nostro immaginario collettivo questa categoria di persone non può non essere umile. E' una delle loro caratteristiche fondamentali: guai se dovesse mancare nel loro repertorio spirituale! Ma l'umiltà non pare una virtù per tutti. E' lodata (ne­gli altri) ma non praticata. Non è una virtù popolare, democra­tica. Insomma, è come un padrone che onora ed elogia caldamente la fedeltà del suo servo ma che non vorrebbe mai che suo figlio diventasse un servitore... Ebbene, nonostante le apparenze, l'umiltà ha una sua valenza straordinaria anche dal punto di vista umano. E' una qualità molto funzionale e che andrebbe coltivata da tutte le categorie sociali, senza distinzione di età, di sesso o di grado. Essa è l'antidoto contro il vizio dell'apparire, contro il vizio della sostanziale falsità che si ha verso se stessi e verso gli altri. Può apparire come una medicina amara, ma che fa un gran bene. Ed è una virtù che lascia una scia di profumo molto intenso e gratificante. E' un fiore raro e, proprio per questo, molto prezioso. Si sta bene con una persona modesta e umile. Mentre certe persone orgogliose e saccenti le troviamo insopportabili e non vediamo l'ora di staccarci definitivamente dalla loro presenza.

Oggi, il messaggio che viene trasmesso ovunque non è so­lo: "Tu vali" (cosa che è vera), ma: "Devi valere più degli altri". E' soprattutto la tua immagine che deve valere ed apparire. Che sia genuina, vera e non falsa, buona e non cattiva, è un altro discorso. Nel film "Il Mago di Otz" questo grande mago appare in modo terribile su un grande schermo e terrorizza tutte le persone che lo vedono. Ma quando i tre protagonisti - la

ragazzina, il leone e l'uomo di latta - lo scoprono dietro la tenda, si ritrovano davanti un nanerottolo insignificante, terrorizzato ed impaurito. Se anche noi dovessimo scoprire chi sta dietro la tenda di tanti personaggi che noi reputiamo importanti ed eccezionali - e che magari ci guardano dall'alto in basso con la puzza sotto il naso - potremmo rimanere meravigliati per la sorpresa. Troveremmo molti piccoli ed insignificanti maghi di Otz. Non sono granché, ma l'importante è apparire. L'importante è presentare di sé un'immagine straordinaria, strabiliante. Spettacolare. Allora sì, tutto è a posto. Ed è questa la politica di molti giornali e mass media: far vedere i personaggi del cinema, della moda, dello sport, della politica e tutti i personaggi pubblici come persone superiori, al di fuori di ogni parametro ordinario. E spesso ne trascurano vizi e difetti, sorvolando accuratamente sulla vita squallida e solitaria che spesso molti di loro trascorrono: soli, in compagnia della loro immagine. Della loro maschera.

"Se ad ognun l'interno affanno / si leggesse in fronte scritto / quanti che invidia fanno / ci farebbero pietà" scriveva secoli fa il Metastasio. Questa simpatica strofetta la potrebbe re­scrivere anche oggi, il bravo poeta: non ha perso nulla della sua attualità. Il parente più prossimo dell'umiltà è

la modestia. Sarà un caso, ma molti personaggi davvero straordinari sono modesti: pur conoscendo le loro capacità e le loro doti, sono coscienti dei loro limiti e non pretendono che tutti si inchinino davanti a loro. Non si mettono in vista, non cercano i primi posti, non amano la pubblicità. Amano il riserbo, la tranquillità e il loro posto. Il vero saggio è colui che, pur essendo conscio delle sue qualità, riconosce anche i propri limiti, le proprie lacune e la propria ignoranza.

Socrate ripeteva spesso: "So di non sapere". Ma attenzione a non confondere la modestia con il complesso di inferiorità. Si può essere umili ed avere, nello stesso tempo, una buona stima di sé e riconoscere tranquillamente ciò che siamo. E' accettare tutto di sé, le proprie luci e le proprie ombre. In questo caso ci riconosciamo a livello paritario con tutti gli altri. Con queste premesse ci accorgiamo con meraviglia che una sana autostima coincide esattamente con l'umiltà.

L'umiltà e l'autostima sono fonte di serenità.

Rollo May scriveva: "La persona che dentro di sé si sente senza valore ha bisogno di costruirsi ingrandendosi egoisticamente; invece la persona che ha un'esperienza sana del proprio valore, cioè che ama se stessa, possiede la base per agire generosamente verso il prossimo".

 
 
 

Frasi di frate Indovino

Post n°1067 pubblicato il 11 Febbraio 2013 da quadumi

 

Le calunnie non possono scalfire chi ha la coscienza a posto.

Cerca di vivere, la vecchiaia arriva da sola.

Chi risparmia sudore, non risparmia dolore.

Occhio ridente cuore innocente.

Il vulcano esplode quando vuole;
la guerra quando vogliono gli uomini.

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/felicita/frase-55517?f=a:7245>
-- Frate Indovino

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/lavoro/frase-55522?f=a:7245>

 
 
 

DICE IL SAGGIO:

Post n°1066 pubblicato il 07 Febbraio 2013 da quadumi

 

 

Non cercare guai: saranno loro a trovarti.

Aspettati il peggio, non resterai deluso.

Chi fa da sé è perché non ha trovato nessuno disposto ad aiutarlo.

La vera felicità sta nelle piccole cose: una piccola villa, un piccolo yacht,

una piccola fortuna.

Colui che è capace di sorridere quando tutto va male, è perché ha

già pensato a chi dare la colpa.

Se cerchi una mano disposta ad aiutarti, la trovi alla fine del tuo braccio.

C'è un mondo migliore, però è carissimo.

L'importante non è vincere. L'importante è competere senza perdere

né pareggiare.

Chi ride ultimo, pensa più lentamente.

Se non puoi convincerli, confondili.

Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono,

allora forse non hai capito la situazione.

Quando arrivi all’ultima pagina, chiudi il libro.

Se osservi abbastanza attentamente il tuo problema, ti accorgerai

di essere parte del problema.

Il denaro non fa la felicità, figurati la miseria. 

Se tutti ti vengono incontro, sei nella carreggiata sbagliata.

Ci sono soltanto due uomini perfetti: uno è morto e l'altro non

 è mai nato. 

Quando il sole si alza iniziano i problemi.

Dice il saggio - Proverbi Tradizionali Cinesi - Massime Cinesi - Cina

 

Il vero dio di un popolo è l'unione dei suoi scopi

 

Un uomo trascina il risciò; l'altro viene trasportato. Eppure la loro natura è la stessa

 

L'ambizione dell'uomo si protende verso l'alto dei cieli, ma l'acqua che dispone l'ordine delle cose, scorre verso valle

 

Su dieci calvi i primi nove sono malvagi ... e l'ultimo è troppo stupido per esserlo

 

- L'uomo comincia a morire nel giorno in cui nasce, ma il suo spirito vive per tre generazioni (nel ricordo dei discendenti)

 

-Nella bocca della serpe e nel pungiglione della vespa non troverai veleno altrettanto micidiale di quello che può celarsi nel cuore dell'uomo

 

-Paragonata a quella dei saggi, la sapienza di un uomo comune è poca, ma paragonata a quella di uomini mediocri è molta

 

-E' destino dell'uomo troppo buono venire sfruttato dagli altri, come è destino di un buon cavallo l'essere domato per primo

 

-Meno si è intelligenti, più si è felici

 

-I ciechi sanno ascoltare, i sordi hanno vista acuta

 

-Gli occhi dell'innamorato vedono nella fidanzata la concubina più bella, le orecchie dell'innamorata sentono nella voce del fidanzato quella del più pavido eroe

 

-Una vergine si sposa per far piacere ai genitori, una vedova per far piacere a se stessa

 

-I fiori domestici non sono fragranti come quelli selvatici, ma questi ultimi non durano come i primi

 

-Solo crescendo i propri figli si può capire quanto è stato grande l'amore dei propri genitori

 Nella casa di una famiglia felice, semplici stoviglie di ceramica

risplendono più della giada

 

Qualunque cibo soddisfi la fame è un ottimo cibo

 

La colpa dell'ubriachezza non sta nel vino ma in chi lo beve

 

Se vuoi smettere di bere osserva attentamente, da sobrio, il comportamento di un ubriaco.

 

 
 
 

S. Francesco.

Post n°1065 pubblicato il 07 Febbraio 2013 da quadumi

Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne,ma

piuttosto dobbiamo essere semplici,umili e puri.Teniamo i nostri

corpi in umiliazione e dispregio,perchè noi, per colpa nostra,

siamo poveri e miseri...mai dobbiamo desiderare di essere sopra

agli altri,ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana

creatura per amore di Dio.

Dove è quiete e meditazione,ivi non è affatto affanno nè dissipazione.

Dove è timore del Signore a custodire la sua casa,ivi il nemico non

può trovare via d'entrata.Dove è misericordia e discrezione,

 ivi non è superfluità nè durezza.

 

 
 
 

Il Carnevale di Venezia

Post n°1064 pubblicato il 04 Febbraio 2013 da quadumi

 

 

 Si sviluppò nell'epoca delle Repubbliche Marinare, quando Venezia raggiunse il suo massimo splendore. A Venezia si diffuse enormemente l'uso delle maschere, a tal punto che non erano più limitate al Carnevale, ma venivano usate per ogni festeggiamento. Basti pensare che, a partire dal 1600, numerose leggi vennero emanate per impedirne l'uso sfrenato e garantire così l'ordine pubblico. Oggi il Carnevale di Venezia costituisce una bellissima festa e un'eccezionale occasione per visitare la città.

 
 
 

Carnevale di Ivrea

Post n°1063 pubblicato il 04 Febbraio 2013 da quadumi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
Piazza di Città: il "carnevale dei berretti frigi".

Lo Storico Carnevale di Ivrea è una manifestazione carnevalesca istituzionalizzata nel 1808 sulla base di antiche feste rionali e che da allora si svolge pressoché ininterrottamente nell'omonima città piemontese.

In relazione alla sua tradizione e agli accadimenti celebrati nel corso della festa, mescolando riferimenti all'esercito napoleonico e alle rivolte popolari, tra le quali il tuchinaggio, che ebbero luogo nel Canavese in epoca medievale, la sua denominazione ufficiale è quella di "Storico Carnevale di Ivrea".

« Il Carnevale di Ivrea è l'unico che abbia mantenuto un legame con il Medioevo, epoca in cui questa festa nasce: né quello di Venezia, risvegliatosi circa trent'anni fa, né quello di Viareggio, con i carri allegorici e i fantocci di cartapesta, istituito nel 1873, possono vantare una tradizione ininterrotta. »
(Chiara Frugoni, Medioevo sul Naso, Editori Laterza, 2004.)

Il carnevale di Ivrea si caratterizza soprattutto per il complesso cerimoniale folcloristico denso di evocazioni storico-leggendarie, per l'obbligo imposto a tutti i partecipanti di indossare una berretta rossa, e per la spettacolare "Battaglia delle arance" che è divenuta l'icona stessa del carnevale.

La battaglia delle arance

La battaglia delle arance rappresenta il momento più spettacolare del carnevale, motivo di richiamo turistico annuale per migliaia di visitatori.

Le origini della battaglia sono incerte, ma risalgono verosimilmente ad anni intorno alla metà dell'Ottocento quando presero ad essere praticate scherzose schermaglie tra le carrozze e la gente sui balconi.

La battaglia condotta con le modalità attuali nacque nel XX secolo, e precisamente nell'immediato dopoguerra, quando si formarono le prime squadre a piedi di aranceri e si allestirono i primi carri da getto. L'iniziativa sorta "anarchicamente" al di fuori dell'ufficialità delle celebrazioni carnevalesche, fu subito riportata al contesto storico-leggendario del carnevale, stabilendo che i carri dovessero rappresentare i ben armati manipoli di sgherri agli ordini del tiranno e che le squadre a piedi dovessero essere intese come bande popolane in rivolta. La battaglia diventò così anch'essa simbolo delle lotte del popolo contro la nobiltà.

La battaglia ha per teatro le principali piazze della città; essa si svolge, come detto, tra i carri che passano al seguito del corteo e le squadre [9] che presidiano la piazza [10].

I carri, pittorescamente bardati, sono trainati da pariglie o quadriglie di cavalli; ciascuno di essi trasporta un gruppo formato da non più di una decina di "aranceri", protetti da costumi con vistose imbottiture e da terrificanti maschere di cuoio con grate di ferro per riparare il viso: sono aranceri abituati a lanciare con entrambe le braccia in modo da aumentare la "potenza di fuoco". Ogni banda a piedi è formata da centinaia di aranceri - uomini e donne - che vanno all'assalto del carro che transita dalla piazza cercando di colpire soprattutto gli avversari sulla maschera protettiva, in modo che il succo delle arance entri loro negli occhi. Indossano colorati costumi con campanelli alle caviglie e con casacche legate in vita, semiaperte sul davanti in modo da contenervi una buona provvista di arance; non dispongono di alcuna protezione che li ripari dai colpi nemici.

La battaglia delle arance

Una speciale commissione osserva, nei tre giorni di suo svolgimento, l'andamento della battaglia ed assegna un premio alle bande a piedi ed ai carri da getto che, per ardore, tecnica e lealtà, si sono maggiormente distinte[11].

Con la popolarità assunta – anche in virtù dei mass media – dalla battaglia delle arance il numero di squadre a piedi e di aranceri che in esse militano è andato vistosamente accrescendosi nel tempo. Si sono costituite associazioni di aranceri, dai nomi pittoreschi, che si occupano di organizzare la partecipazione al carnevale La sfilata del sabato sera, un tempo prerogativa della goliardia degli universitari, è diventata la festa degli aranceri che provvedono, con le loro associazioni, ad addobbare strade e piazza con striscioni e stendardi che espongono i loro simboli, colori e slogan di battaglia.

Ad Ivrea la battaglia delle arance ha, da sempre, dato luogo a polemiche, per i supposti sprechi (in realtà le arance che, al termine di ogni giorno di battaglia, ricoprono interamente, con i loro sfasciumi, le strade e le piazze della città, sono quasi prive di valore commerciale), per il "bollettino dei feriti" che ogni anno debbono ricorrere al pronto soccorso ospedaliero, per gli episodi individuali di intemperanza e malcostume.[12]

Squadre degli aranceri a piedi

le squadre degli aranceri sono 9:

  • Aranceri Asso di Picche: casacca rosso-blu e foulard nero. Luogo di tiro piazza di Città
  • Aranceri della Morte: casacca nera, pantaloni rossi, con un teschio nero su sfondo bianco. Luogo di tiro in piazza di Città
  • Aranceri Tuchini del Borghetto: casacca verde, pantaloni rossi e un corvo nero su sfondo bianco. Luogo di tiro in Borghetto
  • Aranceri degli Scacchi: casacca a scacchi bianco-nera e una torre arancione. Tiro in piazza Ottinetti
  • Aranceri Pantera Nera: casacca nera e una pantera nera su sfondo giallo sulla schiena. Tiro in piazza del Rondolino
  • Aranceri Scorpioni d'Arduino: casacca gialla, pantaloni verdi e scorpione nero. Luogo di tiro in piazza Ottinetti
  • Aranceri Diavoli: casacca giallo-rossa e diavolo arancione con luogo di tiro in piazza del Rondolino
  • Aranceri Mercenari: casacca granata, pantaloni gialli e stella gialla con spade granata. Luogo di tiro in piazza del Rondolino
  • Aranceri Credendari: casacca blu, pantaloni gialli. Luogo di tiro in piazza Freguglia

 
 
 

Risveglio

Post n°1062 pubblicato il 04 Febbraio 2013 da quadumi

 

 

 

Quando la mattina apro lentamente gli occhi

batuffolo caldo di sogni che svaniscono

sento addosso la pagina d’un nuovo giorno che si affaccia

 

Pigra mi strofino lentamente i piedi

rannicchiata nell’attimo finale d’un calore

che mi abbraccia il cuore

che mi riscalda il corpo

mentre silenziosa,indipendenza,

inizia a sciogliere le fila delle nuove ore

 

Mi gusto piano il sapore di cioccolato delle illusioni,

dell’impossibile,degli amori inseparabili

Lotto tra insonnolita e sveglia negli angoli di luce

tra emozioni positive da vivere con la gente

contro il frastuono delle ore

o la nevrosi d’una stanchezza atavica che ci assilla.

 

Amo questa vita straordinariamente unica

dolorosa spesso, incomprensibile ma vitale sempre

scritta velocemente tra gli attimi di un tempo che se la porta via.

 

Gomitolo che offre amore

arriva limpida la sveglia

mi prende per mano

mi spalanca la finestra del reale

Carezzevole chiude il pudore azzurro dei miei sogni

fuori dal calore del mio piumino caro.

 

Ed io poggio i piedi a terra

allargando le mie braccia all’aria

decisa a non perdere mai il sole.

Fuori sibila il vento

ascolto i suoi lamenti

carezzo le sue raffiche di solitudine

gli offro amore

bevendo caldo il primo caffè della giornata.

 

E tutto inizia ancora…

 

Donna io temprata ad affrontare il mondo

scommessa che duramente negli anni

tra silenzi senza fine

lacrime e solitudini

ha imparato il valore dell’improvviso perdere

in quel sapersi rialzare ogni volta nuova

per  ricominciare il cammino con scarpe sempre più forti

esperienza senza più acredine ormai.

 

Chiavi in mano

sono già all’ingresso

per vivere questo nuovo giorno

con i suoi no ed i suoi si

cercando di donare amore ad un reale spesso sempre più confuso

ad un sociale che dimentico dei suoi valori

tenta di stritolare la vita che aspetta

dietro alla porta della nostra casa.

 

Reale nel reale vado

scostando silenziosa

le false illusioni degli incantatori di parole dei nostri giorni.

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: quadumi
Data di creazione: 31/05/2010
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

 

Il mio Amico Speciale

 

       
  

   

http://fr.lourdes-france.org/tv-lourdes/

          

 

 

 

 

POVERTà GUERRA FAME NEL MONDO

 
 

Pavarotti & Friends

Noi siamo il mondo

 

PENSIERO LIBERO

Ave Maria-Bocelli

Con te partirò-Bocelli

Miserere -Bocelli-Zucchero

Liberté

Solidarietà per
i dimostranti disarmati,
per i monaci coraggiosi,
per i nostri straordinari,
coraggiosi amici
della Birmania
e del Tibet

 

POESIE ARABE

Jovanotti-A te

Meravigliosa creatura -Nannini

Bello e impossibile

Sei nell'anima

Farò della mia anima

uno scrigno
Farò della mia anima

uno scrigno per la tua anima,
del mio cuore una dimora

per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro

per le tue pene.
Ti amerò come le praterie

amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore

sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come

la valle canta l'eco delle campane;
ascolterò il linguaggio

della tua anima
come la spiaggia ascolta

la storia delle onde

Kahlil Gibran

** 

Io ti amo quando piangi

Io ti amo quando piangi
e amo il tuo viso

annuvolato e triste.
La tristezza ci unisce e ci divide
senza che io sappia
senza che tu sappia.

Quelle lacrime che scorrono,
io le amo
e in loro amo l'autunno.
Alcune donne hanno

dei bei visi
ma diventano piu' belli

quando piangono.
Nizar Gabbani

 

Non sono coloro che sanno

parlare meglio
che hanno le migliori

cose da dire...
(Proverbio cinese).

La mia terra di Sicilia:

 

N jornu ca Diu Patri era
cuntenti e passiava 'n celu
cu li Santi, a lu munnu
pinsau fari un prisenti e da
curuna si scippau 'n
domanti; cci addutau tutti li
setti elementi, lu pusau a
mari 'n facci a lu livanti:
lu chiamarunu "Sicilia" li genti,
ma di l'Eternu Patri

e' lu diamanti.

 

 

 

 

 

 

PANELLE PALERMITANE

 

Panelle palermitane

(ricetta da Il cucinario.it)

LE PANELLE


500 gr. di farina di ceci,

un mazzetto di prezzemolo

tritato, 1 litro di acqua,

1 litro d'olio di semi

per frittura sale q.b.







prendete una pentola,

versatevi un litro d'acqua

circa e ponetela sul fuoco

a fiamma lenta. Unite a pioggia

la farina di ceci, salate e

mescolate continuamente

( attenti appena si addensa ..

girare xchè si può bruciare

attaccandosi...

sono pochi minuti.)







fino ad ottenere un impasto

denso che si staccherà dalle

pareti della pentola. Spegnete

il fuoco ed aggiungete parte del

prezzemolo, quindi versate

 il composto su un piano di

marmo precedentemente

inumidito


con una spatola bagnata

allargate in modo da ottenere

una superficie uniforme di circa

tre millimetri di spessore.

Fatelo raffreddare

e tagliate a rettangoli.








Friggete in abbondante

olio di semi.
A piacere spremerci

sopra il limone ,e poi metterle

dentro ad un bel panino tondo.

 

CUCINA PALERMITANA

Pasta con le sarde

Sarde A Beccafico

Spaghetti aglio, olio e peperoncino

"Lo sfincione"

Arancini di riso

 

 

D.S

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

ItaliaClip)


TE C'HANNO MAI MANNATO

A QUER PAESE

SAPESSI QUANTA

GENTE CHE CE STA

E IL PRIMO CITTADINO

E' AMICO MIO

TU DIGLI CHE TE

C'HO MANNATO IO...

...E VA E VA..."

 

 

" A Livella" di Totò

 

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963