UOMO vs. NATURA

la natura si ribella all'uomo, perchè...

 

BLU PROFONDO

 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

sebalioraTizianatp2002fleur79clibreriagiovanni23livemusik2010zampagna0mcmezzanibio.rafpasqmulantonella.contiSiMoNn22cdpumimax71dgl8pf60digaetano.gaetano
 

CORALLI A RISCHIO PIù DELLE FORESTE PLUVIALI

Un fondale marino con coralli e pesci |Leonard Low by Flickr

Le barriera coralline di due oceani, pacifico e indiano, si stanno spopolando: più velocemente di quanto si pensasse e in modo uniforme in tutti i fondali. I coralli, che abitano e costruiscono queste straordinarie architetture acquatiche, arretrano ogni anno di 1500 chilometri quadrati. Scompaiono più rapidamente delle foreste pluviali, polmoni verdi della terra.

 

 

« Messaggio #1Messaggio #8 »

La deforestazione continua ad un ritmo allarmante

Post n°7 pubblicato il 30 Marzo 2008 da gemelli620

IL RAPPORTO DELLA FAO SULLO STATO DELLE FORESTE DEL MONDO

 A causa della deforestazione, ogni anno si perdono nel mondo circa 13 milioni di ettari di foreste, mentre appare in diminuzione la perdita netta di foreste, grazie da una parte ai programmi di afforestazione in alcune zone, e dall’altra alla naturale espansione delle foreste esistenti.

La perdita netta annuale di area boschiva tra 2000 ed il 2005 è stata di 7,3 milioni di ettari all'anno - un'area pari alle dimensioni della Sierra Leone o di Panama – un ammontare inferiore a quello stimato per il decennio 1990-2000, che era di 8,9 milioni di ettari l’anno, equivalente ad una perdita netta dello 0,18 per cento all’anno.


“Il FRA 2005 ci consente di valutare l’importante ruolo delle risorse forestali mondiali nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, in particolare di ridurre la povertà ed assicurare la sostenibilità degli ecosistemi del pianeta”, ha detto Hosny El-Lakany, Vice Direttore Generale della FAO, del Dipartimento Foreste.
“Esso fornisce dati aggiornati su come gestiamo ed utilizziamo le nostre foreste, e mostra che, mentre in alcune zone si sono fatti dei progressi, sfortunatamente altrove le risorse forestali continuano ad essere degradate ed abbattute in modo allarmante”, ha aggiunto.

Cosa è cambiato

Le foreste coprono adesso circa 4 miliardi di ettari, vale a dire il 30 per cento del territorio mondiale, ma oltre due terzi di tutta l’area forestale mondiale si trovano in soli 10 paesi: Australia, Brasile, Canada, Cina, Repubblica Democratica del Congo, India, Indonesia, Perù, Russia e USA.
Nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2005 il Sudamerica ha subito la più ampia perdita netta di foreste – circa 4,3 milioni di ettari l’anno – seguita dall’Africa, che ha perduto 4 milioni di ettari l’anno.
Nello stesso periodo l’Oceania ha subito una perdita netta annua di oltre 350.000 ettari, il Nord America e l’America Centrale di circa 330.000 ettari, mentre l’Asia è passata da una perdita netta di circa 800.000 ettari l’anno degli anni ’90 ad un recupero annuo di un milione di ettari nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2005, principalmente come conseguenza della riforestazione su larga scala registrata in Cina. Le aree boschive in Europa continuano ad espandersi, sebbene ad un ritmo più lento che negli anni ’90.

Le foreste primarie – vale a dire quelle foreste senza tracce visibili di attività umane passate o presenti – rappresentano il 36 per cento del totale, ma vengono distrutte, o modificate, al ritmo di 6 milioni di ettari all’anno a causa della deforestazione o dello sfruttamento selettivo delle foreste.


Diversità biologica e sequestro del carbonio

Le foreste svolgono molteplici funzioni, tra le più importanti la salvaguardia della biodiversità e la conservazione delle acque e del suolo, fornendo nel contempo prodotti legnosi e non, fungendo da serbatoi di assorbimento del carbonio, oltre ovviamente ad essere luogo per il tempo libero. Il rapporto indica però che l’11 per cento di esse svolge come ruolo primario la conservazione della diversità biologica – e sotto questo aspetto si calcola che dal 1990 ad oggi siano aumentate di circa 96 milioni di ettari.
Circa 348 milioni di ettari di boschi servono per la difesa del territorio e la conservazione delle acque, per evitare il pericolo di valanghe e contrastare la desertificazione, per stabilizzare le dune sabbiose e proteggere le zone costiere.
Un terzo delle foreste del pianeta sono impiegate principalmente per la produzione di legname, di fibre e di prodotti non legnosi, e per più della metà di esse questa produzione rappresenta una delle attività principali della loro gestione, dato questo significativo dell’importanza dei prodotti forestali per le economie locali, nazionali ed internazionali.

Le foreste sono importanti serbatoi per l’assorbimento del carbonio: l’ammontare di carbonio immagazzinato nella sola biomassa forestale è di circa 283 Gigatonnellate (Gt, miliardi di tonnellate) di carbonio, sebbene tra il 1990 ed il 2005 esso sia calato di 1,1 Gt all’anno. Il carbonio assorbito dalla biomassa forestale, dal legno morto, dalla lettiera forestale e dal suolo è circa un 50 per cento in più dell’ammontare di carbonio contenuto nell’atmosfera.

GUARDA IL VIDEO SU: http://it.youtube.com/watch?v=W_QI6VopZlI

 


La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Lanatura/trackback.php?msg=4391936

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
gemelli620
gemelli620 il 01/04/08 alle 23:42 via WEB
Non potevo immaginare prima di vedere questo video di quanto fossero a rischio le foreste nel mondo. l'uomo è molto egoista perchè soddisfa sempre e solo se stesso senza mai pensare ALLE CONSEGUENZE!!!! e che conseguenze!! sarei ipocrita se dicessi che il legname non rappresenti un'importante fonte per noi uomoni ma perchè abusarne?????
 
mungibello
mungibello il 02/04/08 alle 01:11 via WEB
Ognuno di noi ogni giorno contribuisce in parte al disastro naturale del nostro pianeta. Capita spesso di camminare per strada e vedere cartacce per terra, nelle aiuole, sparse qua e là, le buche delle lettere piene di volantini pubblicitari, sprechiamo tonnellate di carta senza nemmeno accorgecene senza pensare che esse derivano dalle foreste che ormai stanno diventando solo un lontano ricordo.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: gemelli620
Data di creazione: 25/03/2008
 

LOTTIAMO O COLLABORIAMO?

 

PANDA GIGANTE

dgfhjgsdjhf

Le maggiori minacce per la sopravvivenza del Panda gigante sono la distruzione del suo habitat e il bracconaggio per esportarne la pelle. L'esame di immagini riprese da satelliti ha evidenziato che l'habitat adatto a questa difficile specie è diminuito del 50% durante gli ultimi 15 anni, ed è ora ridotto a 11.000 Kmq in sei aree isolate. La cattura accidentale in trappole poste per altri animali rappresenta un'altra importante minaccia.

Un’ulteriore grave problema per il Panda è la fioritura dei bambù. A intervalli regolari (da 10 a 100 anni, a seconda della specie) le piante di bambù fioriscono tutte insieme su grandi aree, e poi muoiono. Ci vuole circa un anno prima che germoglino di nuovo dai semi, ma possono passare 20 anni prima che la foresta possa nuovamente dare rifugio e nutrimento ai Panda. In questi casi gli animali devono trasferirsi in altre zone dove i bambù non sono fioriti. Nel passato ciò non era un grosso problema, ma con l'espansione delle popolazioni umane, vaste aree di foresta sono state tagliate per lo sfruttamento agricolo dei terreni, e gli spostamenti dei panda sono diventati difficili o addirittura impossibili.

 

SCIMPANZè

hdgjfhdsghf

La prima minaccia per la sopravvivenza degli scimpanzé è la diminuzione delle foreste, loro habitat naturale, distrutte per ricavare il legname o convertita in terreni coltivabili. In Africa occidentale, inoltre, il fenomeno dell’uccisione di scimpanzé per scopi alimentari è in allarmante aumento. L’uso di carne (“bushmeat”) di scimmia (gorilla, scimpanzé) e di antilopi di foresta sta avendo una diffusione preoccupante e non solo per uso locale. Anche se gli animali sono protetti legalmente in alcuni stati, le leggi sono spesso inefficienti e gli scimpanzé scompaiono ad una velocità allarmante.

 

FOCA MONACA DEL MEDITERRANEO


La foca monaca è il solo pinnipede che
 vive nei mari caldi, subtropicali emediterranei. Ne sopravvivono solo due specie, quella mediterranea e quella hawaiiana. Una terza, quella caraibica, è da poco estinta. La specie mediterranea è ridotta ad un numero di circa 400 individui ed è distribuita in piccoli gruppi su un areale molto vasto che abbraccia tutto il bacino del mediterraneo e le coste della Mauritania. Ci sono ancora circa 1000 foche monache nelle Hawaii, ma il loronumero diminuisce vistosamente ogni anno di più.
 La Foca monaca del Mediterraneo è una delle specie animali maggiormente minacciate d'estinzione al mondo; le stime della popolazione superstite indicano oggi un numero complessivo di circa 350-400 individui , sparsi principalmente tra le Isole Greche, le coste mediterranee della Turchia ed il Mar Nero.
 

GLI ANIMALI DEL MADAGASCAR

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963