UOMO vs. NATURA

la natura si ribella all'uomo, perchè...

 

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CORALLI A RISCHIO PIù DELLE FORESTE PLUVIALI

Un fondale marino con coralli e pesci |Leonard Low by Flickr

Le barriera coralline di due oceani, pacifico e indiano, si stanno spopolando: più velocemente di quanto si pensasse e in modo uniforme in tutti i fondali. I coralli, che abitano e costruiscono queste straordinarie architetture acquatiche, arretrano ogni anno di 1500 chilometri quadrati. Scompaiono più rapidamente delle foreste pluviali, polmoni verdi della terra.

 

 

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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 31 Marzo 2008 da gemelli620

S.O.S. BALENE: L'ISLANDA RIAPRE LA CACCIA!

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Il Governo islandese ha deciso di riaprire la caccia commerciale alle balene.

International — Allarme rosso per i grandi cetacei: l'Islanda riapre la caccia commerciale alle balene. Tre anni fa Greenpeace aveva deciso di sostenere l'ecoturismo in Islanda, chiedendo in cambio, al governo islandese, di non riprendere le attività di caccia: 70.000 potenziali turisti avevano risposto al nostro appello. Ma la politica ha la memoria corta.

 Uccidere una balena è un'azione irragionevole non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico. Sono, infatti, migliaia i turisti che ogni anno si recano in Islanda per praticare il whale watching. Questi turisti vorrebbero osservare le balene da vive e non certo assistere al loro massacro. Gli islandesi rischiano, con questa decisione irresponsabile, di perdere un'importante fonte di reddito: in molti stanno infatti già cancellando i viaggi programmati in questa zona.

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In Islanda nessuno mangia più la carne di balena! Secondo un recente sondaggio, solo l'1,1 per cento della popolazione mangia carne di balena una o più volte a settimana, mentre l'82 per cento dei ragazzi tra i 16 e i 24 anni non l'ha mai mangiata. Allora perché investire in un'industria del passato, gestita da un'unica impresa?

Nel paese operano 12 compagnie di whale watching per un giro d'affari stimato nel 2001 in 8,5 milioni di dollari. Il giro d'affari legato alla caccia alle balene dal 1986 al 1989 - anno nel quale è stata bloccata - è  di appena 3-4 milioni di dollari.

La quota di caccia prevista è di 30 balenottere minori e 9 balenottere comuni. Se non ci opporremo con tenacia a questa decisione, il mare perderà, nei prossimi mesi, altre 39 magnifiche creature. Contrariamente a quanto ritiene il governo islandese, le balene sono una specie in pericolo e la balenottera comune - ormai tutt'altro che comune - è in via d'estinzione.

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NON ci stancheremo mai di denunciare questo inutile massacro!

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Commenti al Post:
mungibello
mungibello il 02/04/08 alle 01:29 via WEB
MA PERCHE' TUTTO QUESTO? Questo è un esempio lampante di quanto l'uomo sia capriccioso e venale. Eppure nel mondo l'uomo può gustare tante prelibatezza ma perchè rischiare l'estinzione di questi magnifici esemplari. Forse solo per il piacere di gustare una rara prelibatezza? o forse l'uomo vuole come sempre dimostrare la sua superiorità anche su questi animali dall'aspetto cosi' maestoso ma allo stesso tempo così innocuie importanti per l'equilibrio del nostro ecosistema.
 
modelle.vegan
modelle.vegan il 02/04/08 alle 13:58 via WEB
Hai ragione...!! Inutile come il massacro dei poveri polli, degli agnelli, dei vitelli. Cavoli, l'uomo ha tante alternative, perchè deve ammazzare, lui che può vivere senza farlo? Un bacio! simo
 
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Un blog di: gemelli620
Data di creazione: 25/03/2008
 

LOTTIAMO O COLLABORIAMO?

 

PANDA GIGANTE

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Le maggiori minacce per la sopravvivenza del Panda gigante sono la distruzione del suo habitat e il bracconaggio per esportarne la pelle. L'esame di immagini riprese da satelliti ha evidenziato che l'habitat adatto a questa difficile specie è diminuito del 50% durante gli ultimi 15 anni, ed è ora ridotto a 11.000 Kmq in sei aree isolate. La cattura accidentale in trappole poste per altri animali rappresenta un'altra importante minaccia.

Un’ulteriore grave problema per il Panda è la fioritura dei bambù. A intervalli regolari (da 10 a 100 anni, a seconda della specie) le piante di bambù fioriscono tutte insieme su grandi aree, e poi muoiono. Ci vuole circa un anno prima che germoglino di nuovo dai semi, ma possono passare 20 anni prima che la foresta possa nuovamente dare rifugio e nutrimento ai Panda. In questi casi gli animali devono trasferirsi in altre zone dove i bambù non sono fioriti. Nel passato ciò non era un grosso problema, ma con l'espansione delle popolazioni umane, vaste aree di foresta sono state tagliate per lo sfruttamento agricolo dei terreni, e gli spostamenti dei panda sono diventati difficili o addirittura impossibili.

 

SCIMPANZè

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La prima minaccia per la sopravvivenza degli scimpanzé è la diminuzione delle foreste, loro habitat naturale, distrutte per ricavare il legname o convertita in terreni coltivabili. In Africa occidentale, inoltre, il fenomeno dell’uccisione di scimpanzé per scopi alimentari è in allarmante aumento. L’uso di carne (“bushmeat”) di scimmia (gorilla, scimpanzé) e di antilopi di foresta sta avendo una diffusione preoccupante e non solo per uso locale. Anche se gli animali sono protetti legalmente in alcuni stati, le leggi sono spesso inefficienti e gli scimpanzé scompaiono ad una velocità allarmante.

 

FOCA MONACA DEL MEDITERRANEO


La foca monaca è il solo pinnipede che
 vive nei mari caldi, subtropicali emediterranei. Ne sopravvivono solo due specie, quella mediterranea e quella hawaiiana. Una terza, quella caraibica, è da poco estinta. La specie mediterranea è ridotta ad un numero di circa 400 individui ed è distribuita in piccoli gruppi su un areale molto vasto che abbraccia tutto il bacino del mediterraneo e le coste della Mauritania. Ci sono ancora circa 1000 foche monache nelle Hawaii, ma il loronumero diminuisce vistosamente ogni anno di più.
 La Foca monaca del Mediterraneo è una delle specie animali maggiormente minacciate d'estinzione al mondo; le stime della popolazione superstite indicano oggi un numero complessivo di circa 350-400 individui , sparsi principalmente tra le Isole Greche, le coste mediterranee della Turchia ed il Mar Nero.
 

GLI ANIMALI DEL MADAGASCAR

 
 

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