UOMO vs. NATURA

la natura si ribella all'uomo, perchè...

 

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CORALLI A RISCHIO PIÙ DELLE FORESTE PLUVIALI

Un fondale marino con coralli e pesci |Leonard Low by Flickr

Le barriera coralline di due oceani, pacifico e indiano, si stanno spopolando: più velocemente di quanto si pensasse e in modo uniforme in tutti i fondali. I coralli, che abitano e costruiscono queste straordinarie architetture acquatiche, arretrano ogni anno di 1500 chilometri quadrati. Scompaiono più rapidamente delle foreste pluviali, polmoni verdi della terra.

 

 

Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 04 Aprile 2008 da gemelli620

Scienziati concordi:

la Terra è a rischio di estinzione

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Quella ricca e complessa trama di rapporti che costituisce la vita sulla Terra e che gli scienziati hanno denominato "biodiversità" è al giorno d'oggi sempre più in pericolo.

 

La biodiversità include tutti quegli esseri viventi da cui dipendono le nostre vite e le nostre economie, sono le foreste, gli oceani, le barriere coralline, i pesci, le alghe, gli insetti: essi costituiscono il mondo in cui viviamo e senza i quali non potremmo vivere.

Nonostante vi siano oltre due milioni di specie di piante ed animali conosciuti, gli esperti ritengono che un numero addirittura 50 volte superiore non sarebbe ancora stato scoperto. Eppure molti scienziati sono concordi sul fatto che l'attività dell'uomo stia causando un rapido deterioramento della biodiversità.

 

L'espansione degli insediamenti umani, l'agricoltura, l'inquinamento, la deforestazione, stanno distruggendo interi ecosistemi, alterando il magico equilibrio che governa la natura, causando l'inevitabile estinzione di molte specie. È dunque unanime l'opinione degli scienziati: stiamo entrando in un periodo di estinzione di massa, come non si verificava dall'era dei dinosauri, una crisi globale che potrebbe avere effetti disastrosi sulle nostre future riserve alimentari, la ricerca di nuovi medicinali, sull'acqua che beviamo e l'aria che respiriamo.

Le stime sono discordi, ma l'estinzione, secondo gli studiosi, potrebbe avvenire tra 100 e 1000 volte prima del suo processo naturale.

 Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo tenutosi a Rio de Janeiro quindici anni fa, i leader mondiali firmarono un trattato che si proponeva di fronteggiare la crisi. Il trattato si è infatti dimostrato più un atto politico che un vero e proprio progetto operativo, ponendosi obiettivi molto vasti e poco realistici, lasciando ampi poteri ai vari governi nazionali sulle modalità per raggiungerli.

Molti paesi in via di sviluppo, soprattutto nelle aree tropicali dove vivono la maggior parte delle specie animali e vegetali, hanno impedito che il trattato potesse in qualche modo limitare la loro libertà di sfruttamento delle risorse naturali.

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E così l’uomo continua a distruggere la BIODIVERSITAa velocità sempre maggiore… fino a quando?

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: gemelli620
Data di creazione: 25/03/2008
 

LOTTIAMO O COLLABORIAMO?

 

PANDA GIGANTE

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Le maggiori minacce per la sopravvivenza del Panda gigante sono la distruzione del suo habitat e il bracconaggio per esportarne la pelle. L'esame di immagini riprese da satelliti ha evidenziato che l'habitat adatto a questa difficile specie è diminuito del 50% durante gli ultimi 15 anni, ed è ora ridotto a 11.000 Kmq in sei aree isolate. La cattura accidentale in trappole poste per altri animali rappresenta un'altra importante minaccia.

Un’ulteriore grave problema per il Panda è la fioritura dei bambù. A intervalli regolari (da 10 a 100 anni, a seconda della specie) le piante di bambù fioriscono tutte insieme su grandi aree, e poi muoiono. Ci vuole circa un anno prima che germoglino di nuovo dai semi, ma possono passare 20 anni prima che la foresta possa nuovamente dare rifugio e nutrimento ai Panda. In questi casi gli animali devono trasferirsi in altre zone dove i bambù non sono fioriti. Nel passato ciò non era un grosso problema, ma con l'espansione delle popolazioni umane, vaste aree di foresta sono state tagliate per lo sfruttamento agricolo dei terreni, e gli spostamenti dei panda sono diventati difficili o addirittura impossibili.

 

SCIMPANZÈ

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La prima minaccia per la sopravvivenza degli scimpanzé è la diminuzione delle foreste, loro habitat naturale, distrutte per ricavare il legname o convertita in terreni coltivabili. In Africa occidentale, inoltre, il fenomeno dell’uccisione di scimpanzé per scopi alimentari è in allarmante aumento. L’uso di carne (“bushmeat”) di scimmia (gorilla, scimpanzé) e di antilopi di foresta sta avendo una diffusione preoccupante e non solo per uso locale. Anche se gli animali sono protetti legalmente in alcuni stati, le leggi sono spesso inefficienti e gli scimpanzé scompaiono ad una velocità allarmante.

 

FOCA MONACA DEL MEDITERRANEO


La foca monaca è il solo pinnipede che
 vive nei mari caldi, subtropicali emediterranei. Ne sopravvivono solo due specie, quella mediterranea e quella hawaiiana. Una terza, quella caraibica, è da poco estinta. La specie mediterranea è ridotta ad un numero di circa 400 individui ed è distribuita in piccoli gruppi su un areale molto vasto che abbraccia tutto il bacino del mediterraneo e le coste della Mauritania. Ci sono ancora circa 1000 foche monache nelle Hawaii, ma il loronumero diminuisce vistosamente ogni anno di più.
 La Foca monaca del Mediterraneo è una delle specie animali maggiormente minacciate d'estinzione al mondo; le stime della popolazione superstite indicano oggi un numero complessivo di circa 350-400 individui , sparsi principalmente tra le Isole Greche, le coste mediterranee della Turchia ed il Mar Nero.
 

GLI ANIMALI DEL MADAGASCAR

 
 

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