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LACRIME E SANGUE

Post n°373 pubblicato il 27 Settembre 2006 da fra.gas
 
Foto di fra.gas

26settembre2006

  Finanziaria, addio all'Inps, polemiche su scuola e Pa

Al.An.

 Addio all'Inps, arriva l'Inpu, Istituto di previdenza unificata dei lavoratori pubblici e privati, frutto dell'unificazione del vecchio istituto nazionale di previdenza, Inpdap, Ipost, Enpals e Ipsema.

Il nuovo istituto unico, secondo quanto prevede la bozza della Finanziaria 2007 sarà guidato da un commissario straordinario che entro il 28 febbraio 2007 dovrà predisporre lo Statuto dell'Inpu. A regime, dal primo gennaio 2008, l'Inpu sarà guidata da un presidente, un consiglio di amministrazione e un collegio sindacale. Nel frattempo, il Commissario straordinario entro il 30 giugno 2007 dovrà predisporre un piano strategico operativo per l'organizzazione dell'Istituto che dovrà essere avviato entro il 30 settembre 2007. La bozza di Finanziaria, che al momento vede nero su bianco una quarantina di articoli relativi ai comparti di spesa, prevede inoltre che, «qualora il principio di unificazione degli istituti non fosse accettato», parte dei risparmi attesi arriverebbe dalla soppressione dei comitati centrali regionali e provinciali dell'Inps e i comitati di vigilanza delle gestioni dell'Inpdap.

Le altre misure principali contenute nella bozza della Finanziaria, in dirittura di arrivo: dai tagli per i dirigenti dei ministeri alla riorganizzazione delle strutture pubbliche sul territorio, fino alle nuove regole per il patto di stabilità interno per regioni, province e comuni. ll Ministero dell'Economia, tuttavia, ha dichiarato che la bozza della finanziaria è "superata ed inattendibile".

Pubblica Amministrazione, scure sui dirigenti. Per il triennio 2007-2009 sarà congelata una quota pari al 6% delle dotazioni di diverse categorie di spesa pubblica. Tecnicamente, queste risorse, secondo quanto prevede la bozza di Finanziaria, verranno accantonate e rese indisponibili. Sforbiciata in arrivo anche per i ruoli dirigenziali: la bozza prevede, infatti una riorganizzazione che comporti una riduzione non inferiore al 10% degli attuali organici e la eliminazione di tutte le duplicazioni organizzative esistenti. Giro di vite anche per le assunzioni: nel 2007 il fondo per le assunzioni viene ridotto a 25 milioni di euro e a 75 milioni di euro a decorrere dal 2008. Una quota pari al 20% del fondo è destinata alla stabilizzazione del personale in servizio con contratto a tempo determinato da almeno tre anni.

Scuola, diminuiscono gli insegnanti. Fanno discutere e creano sconcerto nei sindacati, cha annunciano battaglia - fino allo sciopero generale - in mancanza di modifiche, i tagli «gravi e non concordati», secondo il giudizio dei Verdi-Pdci al Senato, previsti per la scuola. Sono tre gli articoli della legge Finanziaria che riguardano la scuola, prevedono tagli a risorse e toccano soprattutto gli insegnanti. L'articolo 17 prevede, ad esempio, che dal prossimo anno scolastico (il 2007/2008), il rapporto alunni/docente sia progressivamente incrementato fino a raggiungere il rapporto di 12 alunni per ogni docente entro l'anno scolastico 2012/2013, nella misura, rispettivamente, di 10,6 alunni per un docente nell'anno scolastico 2007/2008 e di 11 alunni per un docente nell'anno scolastico 2008/2009. Per i restanti anni scolastici, il rapporto è incrementato nella misura dello 0,25 per ogni anno.

Online gli stipendi degli statali. Il pagamento degli stipendi degli statali, comprese le forze armate e la polizia, sarà effettuato in futuro solo con procedure informatiche. Scompare dunque l'assegno cartaceo per fare posto a quelli che tecnicamente vengono definiti «ordini di pagamento in forma dematerializzata. La norma, recita l'articolo 5 della bozza, ha l'obiettivo di «razionalizzare, omogeneizzare ed eliminare duplicazioni e sovrapposizioni degli adempimenti e dei servizi della pubblica amministrazione nonchè favorire il controllo centralizzato della spesa per il personale».

Addio agli enti inutili: in cassa 900 milioni in tre anni. Dalla soppressione degli enti inutili arriveranno risparmi per complessivi 900 milioni nell'arco dei prossimi tre anni. Nella bozza si prevede che le minori spese a carico del bilancio dello Stato saranno pari a 200 milioni per il 2007, 300 milioni per il 2008 e 400 milioni nel 2009.

 il Giornale.it

Finanziaria, ecco la stangata Più tasse e meno insegnanti
Antonio Signorini

da Roma

Una stangata forse peggiore rispetto alle previsioni. Al termine di una giornata fitta di incontri politici e caratterizzata dalle pressioni dell'ultrasinistra sul premier Romano Prodi, il governo ancora ondeggia tra un'aliquota massima dell'ex Irpef al 43 per cento e una al 45 per cento, entrambe per i redditi sopra i 70mila euro. «Stiamo trattando come bestie», assicurano fonti di Rifondazione comunista. Il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero continua a chiedere un ulteriore giro di vite fiscale,
ma nel governo c'è chi frena, come il ministro allo Sport Giovanna Melandri che teme la protesta dei ceti medi. Le grane per Prodi non finiscono qui. A tre giorni dal varo della Finanziaria e a due dall'incontro con le parti sociali, il governo si trova a dover fronteggiare l'ira dei sindacati della scuola che minacciano uno sciopero generale se passerà la riduzione del numero di insegnanti prevista in una delle bozze della manovra. E anche Confindustria è perplessa: «C'è una serie di punti ancora da chiarire e da approfondire»,

dice Luca di Montezemolo che ieri ha incontrato Prodi e il ministro Tommaso Padoa-Schioppa.
Stangata oltre 70.000 euro. La nuova curva delle aliquote, a quarantott'ore dal varo della Finanziaria, per i redditi medi potrebbe rivelarsi ancora peggiore di quanto si temesse. Si profila infatti un incremento dell'aliquota più elevata, che passerebbe dal 43 al 45%. Non solo: lo scaglione di reddito su cui applicare la nuova maxi-aliquota parte, secondo le indiscrezioni, da 70mila euro. Mentre la cosiddetta aliquota di solidarietà prevista dalla riforma Tremonti (il 43%) scatta finora dai 100mila euro di reddito in su.
 Su questo nuovo super-prelievo c'è ancora discussione in corso: Rifondazione, i comunisti, i Verdi e l'intera ala sinistra della maggioranza spingono per il 45%, con la Margherita che frena. Se passerà, la nuova aliquota elevata servirà per finanziare la reintroduzione delle detrazioni da carichi di famiglia, che potrebbero arrivare fino a 4.400 euro l'anno per un nucleo familiare con tre figli a carico e reddito di 12.500 euro l'anno. L'aliquota iniziale dovrebbe restare al 23%: era stata promessa una riduzione al 20%,
ma il costo sarebbe eccessivo: si agirà dunque con le detrazioni. Calcoli ancora in corso, invece, per le aliquote intermedie, attualmente al 33 e 39%: potrebbero esere ridotte, rispettivamente, al 27 e al 38%; né viene esclusa l'ipotesi di un'aliquota intermedia fra il 38 e il 45%. Molto dipenderà poi dai livelli ai quali saranno fissati i tetti degli scaglioni. Per manifestare contro la politica fiscale del governo, stamattina, tutti i deputati di An, insieme con rappresentanti di Forza Italia e della Lega,

si riuniranno in via XX Settembre, davanti al ministero dell'Economia. Anche la Confcommercio paventa aggravi, ad esempio quelli sui contributi previdenziali degli autonomi, e invita il governo ad agire sul fronte delle spese.
Scuola, sindacati in trincea. Ieri doveva essere il giorno del chiarimento tra il governo e i sindacati della scuola. Ma l'incontro di ieri mattina a Palazzo Chigi è stato un fallimento. I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil non hanno avuto da Prodi una risposta alle loro richieste sul rinnovo del contratto e sul reintegro dei precari

 
 
Padoa-Schioppa «ci ha gelati», ha raccontato Enrico Panini, segretario generale di Cgil Scuola, riferendosi all'innalzamento del rapporto alunni-docenti che dal 2007 dovrebbe essere incrementato nella misura dello 0,25 fino a raggiungere il rapporto di 11,5 alunni per ogni docente nel 2012. Contro questa ipotesi i sindacati hanno annunciato «una grande stagione di lotta con scioperi, manifestazioni, presìdi ed altro ancora». Poco dopo il presidente del Consiglio ha corretto il tiro: «Vedremo cosa si può fare per riarmonizzare anche questo capitolo».
L'Unità
    on line
A due giorni dal varo della manovra, non c´è ancora intesa con i sindacati, il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo chiede di «chiarire ed approfondire una serie di punti» e il presidente dell´Anci Domenici giudica «insoddisfacente» l´incontro con il governo. Incontri frenetici a palazzo Chigi in cerca di un'intesa con maggioranza e parti sociali. E dopo la smentita dei tagli, si discute su abolizione della riforma Irpef e cuneo fiscale.Dubbi su tasse e cuneo fiscale Per la manovra sprint in salita


Percorso in salita per la Finanziaria. A due giorni dal varo della manovra da parte del consiglio dei ministri, non c´è ancora intesa con i sindacati, il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo chiede di «chiarire ed approfondire una serie di punti» e il presidente dell´associazione dei Comuni Domenici giudica «insoddisfacente» l´incontro con il governo: «Siamo un po´ in imbarazzo, senza cifre non possiamo dare un giudizio».

Insomma, il lavoro da fare è ancora tanto. Lo ha dimostrato bene, d´altronde, il lungo martedì delle indiscrezioni, delle proteste e delle smentite. Con quella bozza scivolata fuori dai segreti cassetti del governo che prevedeva tagli pesanti per la scuola e la rivoluzione degli enti previdenziali, da accorpare in un unico nuovo maxi ente, l´Inpu. E con le proteste dei sindacati (quelli della scuola pronti ad annunciare uno sciopero) e i palesi malumori della maggioranza.

Se è vero, come ha detto il ministero del Tesoro, che «la bozza di finanziaria circolata è superata e inattendibile» e se è vero, come ha detto il ministro del Lavoro Damiano, che la rivoluzione della previdenza è una «notizia prive di fondamento» - o almeno non può essere fatta «senza un confronto approfondito con le parti sociali» - resta il problema di cosa scrivere nel testo della manovra che dovrà essere varato dal consiglio dei ministri di venerdì 29 settembre.

Fra i nodi aperti, l´abolizione del secondo modulo della riforma fiscale di Tremonti (con conseguente rimodulazione delle aliquote) e il finanziamento del taglio del cuneo fiscale. Sul primo fronte, la finanziaria, secondo il sottosegretario allo Sviluppo Lettiere, dovrebbe riportare l'aliquota Irpef per i redditi al di sopra dei 70.000 euro al 43% , sogli attualmente fissata per i redditi superiori a 100mila euro. Una rimodulazione delle aliquote intermedie e l' arrivo delle detrazioni al posto delle attuali detrazioni alleggerirebbe invece l' Irpef sui contribuenti che guadagnano meno di 35.000-40.000 euro. Ma il condizionale è d'obbligo: «Non aumentiamo le tasse», spiegano fonti autorevoli del Governo.

Per il taglio del cuneo fiscale il problema è trovare che i 9 miliardi inizialmente previsti potrebbero scendere a sei. In sostanza, se si volessero finanziare anche altre misure, dal credito di imposta agli altri incentivi, bisognerà ridimensionare l'entità del taglio del cuneo, magari suddividendolo in due tranche (la prima da effettuare a marzo con il taglio dei primi 2,5 punti e la seconda a giugno con il taglio degli altri 2,5).

A palazzo Chigi siamo al rush finale. L'obiettivo del governo resta quello di varare una manovra che non abbia la contrarietà delle forze sociali, in particolare dei rappresentanti di lavoratori e imprese. Quanto alla maggioranza spetta al ministro Chiti e al sottosegretario Sartor incontrare capigruppo dell'Unione. Tutti insieme, ma anche uno per uno se necessario per smussare gli angoli.


Pubblicato il: 27.09.06
Modificato il: 27.09.06 alle ore 20.51

 
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