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Quell' amore impossibile con Lara

Post n°248 pubblicato il 12 Maggio 2021 da greppjo
 

Un bel racconto neoromantico trovato su di un foglio abbandonato in treno.



Accadde tutto inaspettatamente, quando alla fermata di Tiburtina Lara appena salita e di ritorno dal lavoro andò a sedersi nell' unico posto libero davanti a  Jurij, anche lui di ritorno dal lavoro, ma salito al capolinea di Termini.

Il bel sorriso , la figura delicata e  bella come solo le bionde russe sanno essere, i modi gentili ed educati del saluto di circostanza fatto da Lara nel sedersi furono subito un fulmine a ciel sereno per Jurij Andrej .

Jurij sentì subito una grande piacevole rivoluzione assalirlo, quasi che avesse davanti a sé la Lara rediviva del film Dottor Zivago, che in gioventù aveva affascinato l'ormai maturo  e indaffaratissimo  professionista .

Subito pensò a conoscerla e a scambiare due parole con lei. Chiuse il giornale che stava leggendo e, dicendo che lo aveva letto, lo offrì a Lara, che, con un grande sorriso, lo accettò.

Jurij si mise a scrivere qualcosa per lavoro, ma nelle gallerie tra Fiano ed Orte il suo sguardo cadeva sempre sulle belle gambe di Lara e sulla sua pancia asciutta da ventenne e ben fasciata dai fusò neri.

A Orte quasi tutti scesero e Jurij e Lara rimasero soli cominciando a scambiarsi sguardi di simpatia. Dopo la fermata della stazione di Attigliano  Lara restituì il giornale ad Jurij, dicendo che alla prossima fermata sarebbe scesa. A Jurij prese una fitta allo stomaco e preso il coraggio a due mani disse che l' indomani avrebbe preso lo stesso treno e se lei voleva si potevano scambiare il numero di cellulare.

Lara sorrise ed accettò. Il tempo di registrare i numeri e il treno si fermò. Jurij accompagnò Lara alla porta di uscita e le strinse fortemente la mano al petto in segno di amicizia vera. Lara contraccambiò.  Nel dirsi arrivederci , promisero di mandarsi un messaggio. Jurij, tornato al suo posto in treno, dove sarebbe rimasto ancora per più di un ora, le mandò subito un breve messaggio in rumeno scolastico ( Lara parlava bene questa lingua perché era della regione Moldava) e, complimentandosi per la sua bellezza, chiese se poteva inviare liberamente messaggi, lasciandosi sfuggire il classico: "cu iubire", cioè " con amore".

Inviato il messaggio, Jurij  pensò di averla fatta grossa e di aver rovinato anche l' amicizia. Invece, dopo dieci minuti, arrivò la risposta tanto desiderata : " Grazie. Scrivi pure a qualsiasi ora. Mi fa piacere. Con grande simpatia". 

Da quel momento passarono alcuni giorni di messaggi e parole romantiche, che sconvolsero sia Jurij che Lara, che per motivi di lavoro o famiglia non riuscirono più ad incontrarsi.

Jurij però una mattina decise di alzarsi alle quattro e di prendere il treno delle cinque per portare un buongiorno di persona a Lara che sarebbe salita sullo stesso treno per Roma, ma alle sei e trenta. La sorpresa di Lara, all' ingresso nel vagone,  fu così piacevole che si ritrovarono abbracciati senza saperlo e dopo un po' , trovato uno scompartimento vuoto, avvinghiati in un bacio appassionato e senza fine. 

Per tutta l' ora di viaggio fino all' arrivo a Tiburtina furono carezze e baci inebrianti nella solitudine di quel vuoto scompartimento, che fu testimone di un amore improvviso e travolgente, quasi da ritorno ai loro diciotto anni.

Scesi a Tiburtina presero al volo e di corsa un cappuccino con la promessa di sentirsi a mezzogiorno e di organizzarsi per stare due ore assieme, prima di rientrare più tardi a casa la sera con la scusa di impegni di lavoro straordinario.

Si ritrovarono poi la sera, verso le sei, in un albergo di metà tragitto ferroviario, dove rimasero fine alle venti, giusto in tempo per riprendere l’ultimo treno per casa.

Furono due ore di paradiso e di ritorno alla adolescenza. In quella stanza di albergo della vecchia  Etruria  goderono del famoso"cielo in una stanza".

Nel salutarsi alla stazione, prima di salire ciascuno nel proprio treno, si promisero di passare una serata e una notte assieme in Roma. Ma la promessa non poté essere mantenuta.

Dopo pochi giorni da quelle due ore di paradiso scoppiò la pandemia e il terribile, duro lockdown, che durò per tutta la primavera di quell’anno e  sconvolse tutto, mettendo fine ad un amore impossibile, date anche le nuove circostanze di Juri, che, con il terrore Covid, aveva lasciato tutti i lavori su Roma per dedicarsi a tempo quasi pieno alle proprie questioni familiari.

Questioni che si alzarono come una cortina di ferro tra Jurij e Lara, che invece voleva fare uscire dalle catacombe questo amore scoppiato come un fulmine a ciel sereno.

Jurij le chiese di non sacrificare almeno la bella amicizia, ma Lara rifiutò,  intimando ,con un messaggio che fu molto doloroso per lui, di non cercarla “nemmeno più per una telefonata”.

Jurij tentò più volte di riallacciare almeno il rapporto di amicizia, ma alla fine, con il cuore a pezzi, rinunciò anche a telefonarle.

Una storia d’amore da film neoromantico russo? No;  una storia vera d’amore impossibile di lavoratori pendolari nell’ Italia di inizio XXI secolo raccontata in un  foglio abbandonato sul treno per Roma e da me trovato in un recente viaggio di lavoro alla capitale d’Italia. Naturalmente resto a disposizione per la restituzione del manoscritto  qualora qualcuno leggendo ritenga essere suo.

Ivo Camerini

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