Creato da: hrothaharijaz il 27/12/2006
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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 22 Aprile 2007 da hrothaharijaz
Foto di hrothaharijaz

Mi e' sempre piaciuta l'ironia e l'ho sempre accettata anche quando e' rivolta nei miei confronti. Mi piace anche essere autoironico, eccovene un esempio con questo racconto. Non e' altro che la seconda parte del primo racconto che ho scritto su questo blog "Tzin Tzin, zanzara affamata". Quindi se volete capirci qualcosa, tornate indietro a rileggere o a leggerlo per la prima volta e poi attaccate con:

                                          VENDETTA, TREMENDA VENDETTA

Se le estati di fine millennio vennero definite calde, quelle dell'inizio del nuovo non poterono che essere definite torride.

Nel mese di luglio del 2011, a Pavia, si registrarono, per tutto il mese, temperature diurne di 37°C. con punte di 41-42° e tassi di umidita' elevatissimi.

Il livello del Ticino aveva raggiunto i minimi storici. Poche settimane prima, un centinaio di metri a valle del Ponte Coperto, era affiorata l'ogiva di una bomba inesplosa da 1000 Kg. dell'ultima guerra mondiale. Il basso livello delle acque aveva fatto la gioia degli archeologi veri e di quelli improvvisati: era stata addirittura recuperata una coppa d'oro con gemme di epoca longobarda e armi ed elementi di corazze degli Svizzeri annegati nel tentativo di fuga, durante la battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525.

Da tutto il mondo giungevano notizie allarmanti di incendi, siccità, raccolti andati perduti, fame e desolazione.

Il Tour de France di quell'anno era stato sospeso e spostato ad ottobre. Gia' nel corso del Giro d'Italia del maggio precedente, durante una terribile tappa alpina, 40 corridori si erano ritirati in un sol giorno per cause climatiche.

Nell'Iraq, ancora dilaniato dalla guerra civile, fu il caldo opprimente a costringere i contendenti a firmare un armistizio.

A Pavia, in quel luglio 2011, l'afa era opprimente, l'aria calda, umida, pesante, irrespirabile. Le vie del centro, nei pomeriggi assolati, erano deserte; i Pavesi se ne stavano chiusi in casa al fresco dei loro condizionatori accesi al massimo o, i più temerari, sulle rive del Ticino a contendersi la poca e limacciosa acqua rimasta.

Alla sera, a farla da padrone, erano sempre solo loro, più fameliche e feroci che mai, le zanzare. Come ogni anno i Pavesi si chiedevano se questa benedetta disinfestazione era stata fatta: Gli organi preposti, sindaco Rovagnati in testa, non avevano dato alcuna risposta. A rispondere erano invece i gruppi ecologisti, sempre più numerosi, incazzati e prepotenti: "La disinfestazione non s'ha da fare, né ora nè mai, occorre salvare l'ecosistema".

Gli ecologisti non volevano distruggere gli insetti con mezzi chimici, ma propugnavano il ripopolamento dei nostri cieli con le rondini che nel corso degli ultimi anni erano quasi del tutto scomparse.

Si vociferava che in Universita' il progetto di ripopolamento con rondini clonate fosse a buon punto, ma tutte le volte che venivano chieste notizie in merito, il Rettore puntualmente smentiva.

A Pavia, fra ecologisti e Comitato cittadino per la lotta alle zanzare, si era allo scontro aperto. Da più sere i fautori della lotta ai terribili insetti bivaccavano sotto la casa del Sindaco Rovagnati. disturbandone la quiete domestica e il sonno. Lo slogan: "Rovagnati, Rovagnati, siamo stufi di essere morsicati" veniva ripetuto ossessivamente fino alle prime luci dell'alba.

Si erano già verificati episodi di intolleranza. Lanci di sassi contro le finestre dell'abitazione di un noto esponente degli ecologisti e l'incendio del giardino di casa di un altro erano notizie comparse sulla Provincia Pavese lo scorso maggio.

A giugno, il Presidente del Comitato di lotta alle zanzare si era trovato le ruote del suo fuoristrada tagliate.

La sera del 24 luglio, alle 21.00, era stata indetto dal Comitato di lotta un comizio in Piazza della Vittoria. Subito, aveva risposto, con una contromanifestazione, il gruppo ecologista estremista "Tzin Tzin per sempre" da tenersi in Piazza Petrarca alla stessa ora.

A capo del Comitato di lotta alle zanzare c'era lui, il Dottor M., l'assassino, il boia di Città Giardino, come veniva chiamato dagli avversari. Questi era assurto agli onori della cronaca per aver ucciso proditoriamente, una sera dell'estate del 1998, la zanzara Tzin Tzin, facendone una martire. Allora era grasso e sempre sudato; una dieta ferrea, impostagli per motivi di immagine, gli aveva fatto perdere 25 chili e, grazie anche alla palestra, era diventato un attraente uomo di mezza età.

Fin dal primo pomeriggio di quel 24 luglio, gruppi di esagitati ecologisti avevano tentato di impedire l'approntamento del palco per il comizio serale in Piazza della Vittoria. Due lampade antizanzara erano state distrutte a calci e a colpi di spranga. Uno sprovveduto incursore era stato fatto prigioniero da alcuni membri del Comitato, denudato e frustato sulle natiche con mazzi di ortiche.

Verso sera, elementi del Comitato antizanzara compirono espropi proletari al Supermercato GS di via della Torretta asportando insetticidi, fornellett antizanzara e creme repellenti. Tentarono di ripetere il colpo alla COOP di viale Campari, ma furono messi in fuga dalle cassiere infuriate.

Il Prefetto, sentendo puzza di bruciato, aveva chiesto rinforzi alle Prefetture limitrofe; alcuni reparti della Celere erano confluite in città, provenienti da Lodi, Crema e Cremona, fin dal primo pomeriggio.. Era dai tempi dei comizi dell'M.S.I, negli anni 70, che non si respirava, a Pavia, un clima politico così infuocato.

Verso le 20.00 i primi gruppi di simpatizzanti per il Comitato incominciarono a confluire verso Piazza della Vittoria. Inalberavano cartelli con le scritte più disparate: "10, 100, 1000 Tzin Tzin", "Disinfestazione o rivoluzione", "Sindaco, pensaci tu, non ne possiamo più".

L'ora del comizio si avvicinava e sul palco del Comitato c'era frenesia; incominciava a circolare la voce che il Presidente era irreperibile. Lo avevano cercato a casa, ma senza successo; la moglie non ne sapeva niente e il suo cellulare era muto. Era stato visto l'ultima volta al Poliambulatorio di Corteolona dove aveva timbrato l'uscita dal lavoro, con cronometrica precisione, alle 17.00, poi più nulla, volatilizzato.

Alle 21.00, invece, arrivarono loro, puntuali come sempre, a sciami,le zanzare. I Pavesi, punzecchiati senza pietà, si imbestialirono sempre di più: "Discorso, discorso" veniva urlato dalla folla: "Uhu, uhu" di scherno venivano risposti dal balcone del Broletto da parte dei contromanifestanti, subito zittiti dal lancio di sassi e ortaggi.

Alle 22.00, constatato che il Presidente non sarebbe più arrivato, prese la parola il suo Vice che, dopo alcune frasi di circostanza, chiese scusa ai presenti e rimandava la manifestazione a data da destinarsi.

Mesti, imbestialiti dalle punture, senza il sollievo nemmeno di un gelato o di una bibita fresca, dal momento che bar e gelaterie erano rimaste chiuse per paura di incidenti, i Pavesi fecero ritorno alle loro case.

Il Presidente venne ritrovato il mattino successivo nell'area VUL da un abitante del Borgo, cola recatosi col proprio cagnolino. Questi era legato ad un albero, seminudo, in evidente stato confusionale, orribilmente morsicato su tutto il corpo dalle zanzare. Al collo portava un cartello su cui, a caratteri in stampatello rossi, si poteva leggere: "COMPAGNA TZIN TZIN SEI STATA VENDICATA", nessuna firma.

Trasportato al Policlinico San Matteo e ricoverato, ne avrà per qualche tempo, ma se la caverà. Dicono che verrà aperta un'inchiesta.

 
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