Creato da soleincielo83 il 12/01/2010

Luce di Dio

NON AVERE PAURA ,LA PAURA E' UN SENTIMENTO CHE NON PORTA ALLA VERITA'

 

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La passione di Gesù

Post n°58 pubblicato il 05 Marzo 2012 da soleincielo83

 

 

Giovedì santo Notte

EccoMi uomo, nel Mio dolore, eccoMi uomo nella Mia solitudine, ecco le tenebre attorno a Me e il male dinanzi a Me, per tentarMi nel momento in cui Io solo UOMO; Io con la Mia Carne con la Mia volontà, devo urlare nel silenzio di questa notte: "Padre sia fatta la Tua volontà e non la Mia volontà" e ancora sulla croce "Padre perdona loro" Pietro: il silenzio Mi avvolge, la sofferenza stringe il Mio Cruore ed Io, Mia amata, sudo Sangue e prego, sudo Sangue e cerco chi, uomo, come Me, asciuga il Mio sudore, asciuga il Mio pianto. Pietro, l'ora è vicina, sento l'odio dell’uomo sfiorarMi, sento la ribellione urlare, sento le accuse, e so, Pietro, che Io devo alzare il capo e lavare con il Mio pianto il peccato dell'uomo. Io lotto, Pietro. Io soffro, nello Spirito e nell'anima. Io sono Uomo come ognuno di voi, Io sono Colui che ha dovuto abbandonare la Sua deità presso il Padre perché nella Mia umanità, la Mia volontà portasse al Padre la Carne che era perfetta ma che doveva subire la prova per confermare questa perfezione. Ero solo a pregare, ero solo a soffrire, ero solo. Mia amata a portare quella Croce e quando la Mia Carne ha sentito il dolore della lacerazione di ogni ferita, Io, UOMO, parlavo a voi uomini nel silenzio, Io Uomo, parlavo a voi fratelli che il Padre avrebbe mandato dopo di Me. Il Mio silenzio, Pietro, era Parola che ora. ancora oggi giunge all'anima di chi sa ascoltare e capire il linguaggio della sofferenza e dell'offerta. - GuardaMi, guardaMi nel dolore. guardaMi e ogni volta che il tuo pensiero si allontana da Me, asciuga queste ferite che sanguinano anche perché tu possa compiere la tua offerta. - GuardaMi, guarda questa carne e ogni volta che tu senti freddo nell'anima, pensa che la Mia Carne nuda, si è rivestita dal freddo dell'uomo, nato dal suo disprezzo per Me. - GuardaMi, guarda questa notte come è buia e Mi hanno lasciato solo a soffrire e pregare, tu nel tuo buio impara a soffrire e a pregare Come è pesante questa Croce,! come è pesante, Pietro, ancora non la porto ma già ne sento il peso. Non è il legno che pesa, non è il legno , è l'odio dell'uomo che trascino su queste spalle, è l'odio dell’uomo che Io abbraccio, per purificarlo. -GuardaMi e non ti chiedere mai, uomo, perché ricevi il male perché sei chiamato a soffrire, ad offrirti perché l'anima conosce, l'anima sa che tu uomo sei chiamato ad essere a immagine e somiglianza Mia. -Guarda Me che sono stato Uomo, come te e sentirMi uguale a te. Guarda Me quando senti la prova calare su di te, quando tu, uomo, come Me ti senti solo, dettole e ogni volta che la debolezza .della tua' volontà sembra risucchiare ogni forza, pensa che Io, da Uomo, ho voluto soffrire perché anche il tuo tempo si completasse. Impara a sentire la Mia forza. Impara a recepirla, impara a trattenerla, impara ad usarla, quando la tua forza viene a mancare. Voglio sostituirMi a te quanto tu sei debole, voglio camminare al posto tuo quando le tue gambe sono stanche, voglio essere te quando tu sei debole, ma perché questo accada tu devi riconoscere il mistero della tua Croce, mistero della tua carne che deve rivelarsi come Io, il Dio Uomo, Mi sono rivelato. Se piangi. Io piangerò con te e sono pronto a consolarti, sono pronto ad essere quella forza che ti rialza, ma guardaMi sempre. Il Mio dolore ti insegni che tu, da uomo, puoi vincere e sottomettere il male che vuole la tua carne, così come ha voleva la Mia. "Padre. Io vengo a Te ma fa che loro siano Una sola cosa come Me. li lascio ma rimango con loro." Ho pregato il Padre anche per voi, perché anche se soli anche se ognuno di voi deve sentire il freddo della solitudine, il Mio Amore vi accompagni e il ricordo di questa preghiera sia per voi, certezza che Io, il Cristo, ho chiesto al Padre l'unità perfetta san ognuno di voi. Questa unità dobbiamo raggiungere. Io sono già pronto, Io sono già pronto. Pietro. Sto aspettando, Pietro, che giungano dei Miei carnefici, intanto prego il Padre, intanto chiedo al Padre di custodirvi, chiedo al Padre di lasciare a Lui. il Mio amore per voi e custodirlo fino al giorno in cui i vostri spiriti si sarebbero fatti carne. Ecco il tempo è giunto ecco il Mio Amore deposto presso il Padre, ora è vostro, il dolore di questa passione è vostro, il mistero della Mia Carne è vostro, ecco Io ho lasciato al Padre ciò che era Mio per voi. Ho conosciuto cosa significasse essere uomo, ho conosciuto una parte dell'umanità dell'uomo, ora voi completate ciò che Io non ho potuto conoscere. Sono solo, Mio Pietro, pochi ricordano che Io sono nel Mio Getsemani e sto soffrendo, ho cominciato la Mia passione ConsolaMi, Pietro, difendiMi dall'indifferenza dell'uomo che è chiodo conficcato sul Cuore. Ecco, Pietro, li sento arrivare, non sento i loro passi, sento avvicinarsi i loro cuori freddi, sento avvicinarsi il loro odio, sento avvolgerMi dal loro disprezzo. Mi spoglieranno delle Mie vesti, ma Io, Pietro, rimarrò vestito della Mia deità quando nel silenzio, accetterò e glorificherò questa carne. Sono poggiato a questa Pietra, su di essa sono piegato e il vuoto partecipa al Mio dolore. Su questa Pietra ho pianto, su questa pietra ho sudato Sangue, su una Pietra ho scritto la storia della Chiesa nascente. Così come la pietra su cui ero curvo ha assorbito il Mio pianto e il Mio Sangue, tu, Pietro, raccogli il dolore del tuo Gesù, raccogli l'amore che custodisco per l'uomo, per la sua salvezza. Lo lasciai al Padre, oggi la lascio a te, oggi lo lascio a te. Si avvicinano, Pietro, si avvicinano, Mia amata, li sento e intanto il male Mi tenta: "'Scappa, scappa, fuggi al dolore, anche i Tuoi ti hanno abbandonato, non pregano con Te " ed intanto li sento avvicinarsi. Pietro, rimani con Me e quando senti anche tu il dolore lacerarti l'anima, quando senti anche tu il vuoto della solitudine, perché attorno a te non ci sono i tuoi, tu ricorda che l'uomo deve frantumare le sue debolezze. All'alba di questo giorno, il Mo Corpo già dilaniato dalla flagellazione sarà caricato di questa Croce. Portatela insieme a Me. portatela con Me e salite con Me il Calvario, questo vi chiedo e quando le Mie ginocchia si piegheranno, ci sarete voi a rialzarMi, voi a darMi forza. La notte della Passione è lunga, Pietro, anticipa la morte ma poi, Mio Pietro, vi è la vittoria della carne sulla morte, vi è la pietra spostata e il sepolcro vuoto. Ora il dolore, ora il Sangue lava la terra, purifica e gli abissi tramano perché l'Uomo ancora una volta sale il suo Calvario e su quella Croce grida il Suo "si'' al Padre. Ecco l'Uomo vince, vi attendo su questa stessa Croce, vi ho voluti simili a Me, vi ho voluti per compiere ciò che Io ho compiuto più di ciò che Io ho compiuto. il vostro silenzio d'amore, di rispetto, di preghiera dell'anima, si sovrapponga al silenzio di questa notte di dolore. "Padre custodiscili. Io torno a Te." "Figlio nel Nostro Amore sono stati generati e in questo Amore Io li conservo" II Padre vi ama. Il Padre vi ha mandato come ha mandato Me uniti da questa volontà, o UOMO, voi uomini vinciamo e ancora una volta spezzato questo Pane e bevuto questo Calice, si compia il mistero della salvezza in Me e in voi. Mia immagine, Mia Carne, Mia forza. Sono vicini, Pietro, sono vicini, ecco, Mi consegno ai Miei carnefici, seguiteMi. e con Me vivete queste ore di passione. Vi lascio ora, il Mio dolore, perché lo custodiate e dalla Croce Io consegnerò a voi il Mio testamento. Il Padre vi benedice nel Nome dell'Amore che Io ho lasciato a Lui per voi. Amen. .

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Commenti al Post:
mirarosa70
mirarosa70 il 05/03/12 alle 18:23 via WEB
Mi sono commossa...Parole toccanti,ke arrivano al cuore,ke fanno uscire lacrime di dolore dagli occhi....non ci sono parole di fronte all'Amore infinito del Padre e del Figlio....lode a te o Cristo.Ros
 
champions_3
champions_3 il 05/03/12 alle 21:17 via WEB
CRISTO INNALZATO PER PASSIONE D'AMORE. Lettera ai Filippesi cap. 2:9-11 Finora, nel nostro contesto della lettera ai Filippesi, abbiamo visto l’enorme privilegio che abbiamo di partecipare al vangelo. Il capitolo 1 parla dei benefici della nostra salvezza. Alla fine del capitolo uno, S.Paolo ci ha esortato a comportarci in modo degno di un cittadino del cielo, cioè, degno del vangelo di Cristo, durante il tempo che abbiamo qui sulla terra. Ora, nel capitolo 2, l'apostolo Paolo ci esorta in modo più dettagliato ad avere un comportamento degno e giusto per uno che ha ricevuto la grazia di Dio. Questo capitolo è molto ricco, perché non solo ci parla di come dovremmo vivere, ma ci spiega di più della profondità dell’incarnazione e del sacrificio e della passione di Gesù Cristo. Leggiamo Filippesi cap.2:1-11 1 Se dunque v’è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d’amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. 3 Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, 4 cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, 6 il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, 7 ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; 8 trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. 9 Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, 11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. (Filippesi 2:1-11) siamo chiamati ad essere Umili La settimana scorsa, abbiamo considerato quanto Cristo si è umiliato. O meglio dire, abbiamo considerato un po’ di più quanto Cristo si è umiliato. Questa verità è così profonda che avremo sempre più da comprendere. Abbiamo visto che bisogna considerare la gloria che Cristo aveva prima di diventare uomo, per iniziare a comprendere la profondità della sua umiliazione. Abbiamo visto che la sua umiliazione si è espressa, come ogni vera umiliazione, nell’ubbidienza totale e costante al Padre in ogni cosa. L’ubbidienza della croce era solamente l’atto finale di un’ubbidienza durata tutta la sua vita sulla terra. È molto, molto importante contemplare l’umiltà e la passione di Cristo. Ci aiuta a comprendere la grandezza del suo sacrificio per poterci salvare. Ci aiuta a capire di più quanto è terribile il nostro orgoglio, quando non vogliamo umiliarci. E ci aiuta a capire cos’è la vera umiltà, nella quale siamo chiamati a camminare. Cristo un esempio per noi Se ricordate, questo brano, da Filippesi cap. 2:5-11, parla della umiliazione di Cristo come mezzo per mostrarci come dovremmo NOI essere più umili. Dio ci chiama ad essere umili, come Cristo era umile. Perciò, quando leggiamo e consideriamo tutto questo, dobbiamo ricordare che non serve solamente per farci conoscere più fatti biblici, ma soprattutto per stimolarci a camminare con più umiltà. Cristo innalzato Oggi, vogliamo continuare nel brano, e vedere il frutto dell’umiliazione di Cristo. Infatti, come in tutto, Cristo è l’esempio perfetto per noi anche qui. Leggiamo ancora Filippesi 2:5-11 Notiamo che il soggetto dei versi 5-8 è Cristo. Cristo si è umiliato. Invece, nei versi 9-11, il soggetto è Dio Padre. 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, 6 il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, 7 ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; 8 trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. 9 Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, 11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. Queste parole descritte ci dicono che al di là dei Santi,Gesù cristo è al primo posto al di sopra di ogni creatura. Dopo che Cristo si era umiliato, essendo stato ubbidiente al Padre in ogni cosa, e umiliandosi fino alla morte, e alla morte di croce, DIO lo ha sovranamente innalzato. Qui c’è un principio molto importante nella Bibbia. Chi si umilia veramente, sarà innalzato da Dio. Consideriamo come Cristo è stato innalzato da Dio. sovranamente innalzato Al verso 9, il testo dice: “perciò, Dio lo ha sovranamente innalzato.” In greco, la parola che qui viene tradotta “sovranamente innalzato” è la parola “uperupsoo”. La parola “uper” vuol dire “estremamente”, o, “sommamente o supremamente”. La parola “upsoo” vuol dire innalzato. Perciò, vuol dire “Dio lo ha innalzato sovranamente, cioè, al di sopra di ogni altra cosa”. Abbiamo già visto che prima di venire come uomo Cristo era già innalzato, cioè, pieno di gloria. Però, in un certo senso, dopo la croce, Gesù aveva una gloria che non aveva prima della croce. Prima che Cristo fosse venuto sulla terra, era già pieno di gloria. Allora, in che senso avrebbe potuto avere ancora più gloria dopo la croce rispetto a prima? Cioè, era già pienamente Dio, infinitamente glorioso prima. Cosa poteva aggiungervi? Cristo era venuto sulla terra pienamente Dio, è tornato in cielo ancora pienamente Dio, ma anche pienamente uomo, come il Mediatore, colui che aveva acquistato un popolo con il suo sacrificio e la sua passione. Cristo era sempre Dio, ma ora, dopo la croce, è stato innalzato in modo ancora più visibile a tutti. Prima la sua gloria era manifesta in cielo, ora la sua gloria è manifesta in cielo e in terra. Consideriamo alcuni degli aspetti dell’elevazione di Cristo. Cristo è stato innalzato quando è stato risuscitato dai morti. Prima di Cristo, nessuno era mai stato risuscitato con un corpo glorioso. Lazzaro, e tutti gli altri furono risuscitati con corpi normali, e perciò, dovevano morire ancora. Invece Cristo è stato risuscitato con il suo corpo glorificato. Questo è stato un aspetto importante dell’elevazione di Cristo. Però, notiamo una cosa molto importante. Anche noi riceviamo un beneficio da questa elevazione di Cristo. Cristo Gesù è stato risuscitato con il suo corpo trasformato, come primizie della nostra risurrezione. Ogni credente fedele riceverà un corpo glorioso, come quello di Cristo, alla risurrezione dei credenti. Perciò, la sua elevazione porta benefìci a noi. Poi, Cristo è stato innalzato da Dio come Mediatore, essendo stato giustificato nello Spirito. Leggiamo 1° Timoteo cap. 3.16 Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria. Cristo è stato giustificato nello Spirito. Cioè, fu dichiarato giusto, avendo pagato il prezzo interno della condanna dei peccati. Tutti coloro che verranno salvati vengono giustificati in Cristo. Allora, quando è stato innalzato, lo è stato anche per il nostro beneficio. Cristo è anche stato innalzato quando ascese in cielo, portando con sé dei prigionieri. Leggiamo di questo in Efesini cap. 4:8-10 Per questo è detto: «Salito in alto, egli ha portato con sé dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini». 9 Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? 10 Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. (Efesini 4:8-10) 14 egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; 15 ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce. (Colossesi cap.2:13-15) Prima della risurrezione di Cristo, tutti i credenti che morivano andavano nello Sceol,(mondo invisibile) il luogo dei morti. Stavano bene, ma non erano in cielo. Quando Cristo ha pagato la condanna del peccato, sulla croce, Egli è disceso nello Sceol, e ha portato con sé in cielo questi credenti. Non solo, ma salendo, ha spogliato i principati e le potenze malvagie. Quando era sulla croce, sembrava che fosse sconfitto. Invece, con la sua risurrezione, fu manifestato a tutti che Egli aveva vinto per la sua passione,e che aveva sconfitto Satana e le potenze spirituali. Anche questo fa parte di come Dio ha innalzato Cristo. Dio ha innalzato Cristo facendolo sedere alla Sua destra in cielo. Per esempio, leggiamo in Ebrei cap. 1:1-4 Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato l’universo. 3 Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. 4 Così è diventato di tanto superiore agli angeli, di quanto il nome che ha ereditato è più eccellente del loro. (Ebrei cap.1:1-4) Dobbiamo capire che Cristo è seduto alla destra di Dio non solamente come Dio, ma anche come uomo. Perciò, questa è la posizione più alta possibile. Questa è la posizione di gloria che Cristo ha oggi. Per noi, è un’enorme benedizione che Cristo si trovi alla destra di Dio, perché in quella posizione di onore, Cristo vive per intercedere per noi. Questi sono solamente alcuni dei modi in cui Cristo è stato estremamente innalzato da Dio Padre. Cristo è anche innalzato in quanto tutto il potere gli è stato dato in cielo e in terra. Cristo è innalzato in quanto tutto il giudizio è stato dato a Lui. Egli è Colui che giudicherà il mondo. In ogni cosa, e in ogni senso, Gesù Cristo è stato sovranamente innalzato da Dio. Gli ha dato il nome supremo Non solo Dio ha innalzato Cristo Gesù, ma gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome. Leggiamo di questo anche in Ebrei cap.1:4 Così è diventato di tanto superiore agli angeli, di quanto il nome che ha ereditato è più eccellente del loro. Nella Bibbia, il nome di una persona è molto più che solo un modo di chiamarla. Il nome di una persona rappresenta la persona stessa. Perciò, più volte nell’Antico Testamento, vediamo esempi in cui Dio cambia il nome di qualcuno, perché cambia la persona. (esempio di Simone,detto Pietro) Dio ha rivelato il suo nome a Mosè come un segno di grande privilegio. Perciò, quando questo versetto dichiara che Dio ha dato a Cristo un nome che è al di sopra di ogni nome, parla di come Cristo è assolutamente superiore in ogni senso ad ogni creatura in tutto l’universo. Cristo non ha rivali. Non si possono paragonare altri con Cristo, perché non c’è nessuna creatura pari a Cristo Gesù. Solo Gesù è il Cristo. Solo Gesù Cristo è il Redentore. Nessun altro ha pagato alcuna parte della nostra salvezza. Solo Cristo è il nostro Mediatore. Non ci sono altri mediatori fra l’uomo e Dio. Solo Cristo Gesù sarà il giudice del mondo. Solo Gesù Cristo è stato tentato in ogni cosa, però senza peccare, in modo che Gesù può comprendere appieno ogni nostra tentazione e prova. Solo Gesù Cristo è l’eterno Figlio di Dio. Solo Cristo ha tutta l’autorità in cielo e in terra. Solo Cristo vive sempre per intercedere per noi. I nostri santi si sono rivolti a Cristo, essi son pur sempre sue creature, ognuno ha avuto i suoi ruoli, ma non hanno superato quelli di Cristo. Cristo ha il nome che è al di sopra di ogni altro nome. Leggiamo in Atti cap.4:12, parlando di Cristo Gesù: In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati». (Atti Cap. 4:12) Noi vogliamo bene ai nostri Santi, ma la nostra salvezza qui non è data a loro, ma a Cristo!! La salvezza sta nel nome, ovvero, nella persona, di Gesù Cristo. Egli è supremo, sovrano, innalzato sopra ogni creatura. Perciò, il suo nome è sopra ogni altro nome. È nel nome di Cristo Gesù, ovvero, nella sua persona, che dobbiamo credere per essere salvati. Dobbiamo sperare nel nome di Cristo Gesù, poiché in Cristo Gesù abbiamo ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti. il risultato dell’elevazione di Cristo Vorrei considerare quale sia un risultato dell’elevazione di Cristo Gesù. Leggiamo ancora Filippesi Cap.2:9-11 9 Perciò "Dio" lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, 11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. Dio ha sovranamente innalzato Cristo, e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché, cioè, come risultato, nel nome di Cristo si pieghi ogni ginocchio di ogni creatura, sulla terra e nei cieli e affinché ogni creatura confessi che Gesù Cristo è il Signore. affinché si pieghi ogni ginocchio Consideriamo il primo risultato: affinché nel nome di Cristo Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra. Piegare le ginocchia è sia un atto fisico che un simbolo di sottomissione. È un atto di essere sottomesso e soggetto a Cristo. Chi sarà sottomesso a Cristo? OGNI ginocchio, il che vuol dire ogni creatura, nei cieli, sulla terra, e sotto terra, sarà sottomesso a Cristo. Nei cieli: la dimora degli angeli. Già quando Cristo era sulla terra, nello stato di umiliazione, gli angeli adoravano e onoravano Lui. Quanto di più ora che Cristo è nella Sua gloria visibile. Sulla terra: tutti gli uomini, buoni o cattivi, saranno sottomessi a Cristo. Gli uomini che sono salvati, e gli uomini ribelli, riconosceranno tutti Cristo come il Signore. Tutti piegheranno le loro ginocchia in sottomissione a Lui. Coloro che sono salvati lo faranno di cuore, con grande gioia. Coloro che non sono salvati lo faranno sotto obbligo di giudizio,quando lo vedranno crederanno, ma sarà tardi, perché nessuno potrà resistere al potere di Cristo, quando ritornerà sulla terra come giudice. Sotto la terra: sotto la terra è la dimora dei morti, cioè, coloro che non sono salvati, e dei demoni. Sappiamo che anche quando Gesù era sulla terra, i demoni hanno riconosciuto che era il Figlio di Dio, e sono stati soggetti a Lui. Quanto più, quando Gesù ritornerà nella sua gloria! Quindi, ogni creatura piegherà le sue ginocchia davanti a Cristo. Non solo, ma ogni lingua confesserà che Gesù Cristo è il SIGNORE. Ogni creatura, ogni lingua, confesserà, riconoscerà, dichiarerà, che Gesù Cristo è realmente il SIGNORE. Gesù Cristo sarà riconosciuto in senso assoluto da ogni creatura e ogni persona e ogni essere spirituale, come il glorioso o sovrano Dio. Quando Gesù Cristo verrà nella sua gloria, ogni ribellione sarà totalmente distrutta. Nessuna creatura alzerà la testa minimamente in ribellione. La potenza di Cristo distruggerà ogni ribellione, e ogni ginocchio, o volontariamente, o per forza, si piegherà davanti a Lui. Nessun re sulla terra è mai stato glorificato così. I più grandi re sulla terra hanno sempre avuto un regno molto limitato. Anche nei loro regni, ci sono sempre stati quelli che non hanno piegato le ginocchia davanti ad essi. Invece, Gesù Cristo avrà un regno assoluto e eterno. Ogni ginocchio, di ogni creatura, si piegherà davanti a Lui. Ogni lingua confesserà che Cristo è veramente il Signore. Quando Cristo sarà manifestato a tutto il mondo come il SIGNORE stesso, sarà alla gloria di Dio Padre. Cioè, chi onora il Figlio, onora il Padre. Chi non onora il Figlio non onora nemmeno il Padre. Cristo Gesù sarà glorificato da tutti, e questo porterà gloria a Dio Padre. il principio Amici,fedeli in Cristo, tutto questo è molto importante, per almeno due motivi. Innanzitutto, è importante che comprendiamo quanto grande è stata l’umiliazione di Cristo, e quanto gloriosa è la sua elevazione. Dobbiamo capire queste verità per gioire anche in mezzo alle prove, sapendo che il nostro Signore e Salvatore è oltremodo glorioso e innalzato. Sapere questo, e sapere che noi facciamo parte veramente di Cristo, ci permette di gioire in Lui in qualsiasi momento. Però, c’è un altro motivo per cui è importante capire che l’umiliazione di Cristo è risultata nell’elevazione di Cristo. Dobbiamo capire questo, perché dimostra un principio fondamentale della vita. "Dio" innalza coloro che veramente si umiliano. In tutta la Bibbia leggiamo che Dio innalza coloro che si abbassano. Questa verità la vediamo nell’Antico e nel Nuovo Testamento; per il momento, vi leggo solamente alcuni esempi di versetti: Poiché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato». (S.Luca cap.14:11) Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v’innalzerà. (S.Giacomo 4:10) Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo; (1° Pietro cap.5:6) Qualcuno potrebbe dire: il Signore parlava ieri, no! La parola di "DIO" è valida anche per noi, ai nostri giorni!! essere umili Consideriamo in che senso Dio innalzerà coloro che sono veramente umili. Chiunque innalza se stesso sarà abbassato da Dio, per sempre. Chi si abbassa veramente, sarà innalzato da Dio. Possiamo veramente dire: beato l’uomo che è umile. Infatti, quando veramente ci umiliamo, davanti a Dio e davanti agli uomini, Dio ci innalzerà infinitamente e eternamente oltre qualunque altezza che l’uomo potrebbe ottenere per le proprie forze. Per esempio, leggiamo qualche versetto. 16 Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. 17 Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui. (Romani cap.8:16-17) Considerando che,figli di "DIO" non si nasce, ma lo si diventa, accettando l'opera vivifica della passione di Cristo. 4 Ma "Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, 5 anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), 6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, (Efesini cap.2:4-6) Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono. (Apocalisse cap.3:21) Amici, Fedeli, questa verità è troppo grande per poterla comprendere veramente fino in fondo. Noi, che eravamo peccatori ribelli, se siamo in Cristo, saremo glorificati con Lui. Ci siederemo con Lui sul suo trono in cielo. Cristo aveva già la gloria di Dio, prima di umiliarsi. Invece noi non avevamo alcuna vera gloria. Però, nella misericordia e grande grazia di "Dio", "Dio" dichiara che se ci umiliamo veramente, saremo veramente glorificati con Cristo. O che possiamo comprendere di più questa verità! Quanto può durare l’umiliazione di questa vita in confronto con la gloria eterna? Poi, anche quando ci umiliamo veramente, in realtà, possiamo già vedere l’opera di Dio nella nostra vita. Già in questa vita, Dio ricolma di benedizioni coloro che si umiliano davanti a Lui. In più, hanno la meravigliosa eredità che li aspetta. come umiliarci Allora, considerando che Dio ci comanda di umiliarci, considerando che abbiamo l’esempio di Cristo, e considerando la meravigliosa ricompensa per coloro che veramente si umiliano, umiliamoci. Consideriamo per alcuni minuti cosa vuole Dio quando ci comanda di umiliarci. Per capire cosa vuol dire, ricordiamo i versetti all’inizio di Filippesi 2. 1 Se dunque v’è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d’amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. 3 Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, 4 cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, Abbiamo considerato questo brano con attenzione? Abbiamo visto che si tratta di non avere i nostri traguardi personali, ma di avere traguardi che portano in avanti tutti. Abbiamo visto che questo vuol dire avere la mentalità di squadra, o meglio, di famiglia. Non dobbiamo agire come tanti individui, dobbiamo agire come membri di Cristo, l’uno dell’altro. Specificamente, questo versetto dichiara: non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, per ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. In altre parole, dobbiamo vivere in modo contrario a quello che è naturale per noi. Dobbiamo vivere contrariamente a quello che è normale nel mondo. Dobbiamo dire “no” alla nostra tendenza naturale di vivere egoisticamente e orgogliosamente. Abbiamo visto nell’esempio di Cristo che l’umiltà di Cristo fu manifestata soprattutto nella sua assoluta ubbidienza al Padre. Infatti, la vera umiltà produce sempre ubbidienza. Allora, pensiamo alla nostra vita. La descrizione dell’umiltà di Cristo serve proprio per spronarci ad agire con umiltà. Perciò, quanta umiltà abbiamo? Come possiamo riconoscere se siamo umili o noi? Per prima cosa, la nostra ubbidienza diventa uno specchio del nostro cuore, che mostra quanta umiltà abbiamo veramente. Ricordiamo che quando parliamo di ubbidienza, intendiamo non solo le nostre azioni, ma anche il nostro atteggiamento. Poi, dobbiamo considerare come rispondiamo quando Dio ci fa vedere qualche disubbidienza. Questo lo fa tramite la nostra coscienza, tramite la nostra lettura personale, o tramite la nosra preghiera se la offriamo come un continuo profumo soave a "DIO". Vorrei menzionare un’atteggiamento estremamente pericoloso a riguardo. Quando Dio ci fa notare un atteggiamento sbagliato, o un comportamento sbagliato, essere veramente umile vuol dire riconoscere il nostro sbaglio e confessarlo a Dio e impegnarci a cambiare con il suo aiuto. Una reazione completamente sbagliata è di scusarci solamente. Per esempio, conosco persone che parlano in modo molto brusco quando sono arrabbiate. Ho sentito una dire, più volte: “Si, sono così. Perciò, dovresti cercare di non farmi arrabbiare.” Ci sono persone che hanno il peccato di essere permalose, e anziché confessarlo come peccato, dicono: “sì, sono permaloso, non dovresti offendermi”. Ci sono persone che hanno il peccato di essere pigre, e dicono “si, non mi impegno come dovrei”. Tutte queste cose sono modi di scusare un cuore non ubbidiente al Signore. Tutte queste cose sono segni dell’orgoglio spirituale, invece dell’umiltà che ci viene comandato di avere. Amici, quando riconosciamo qualche comportamento o atteggiamento che non è conforme alla Parola di Dio, non dobbiamo mai scusarci. Invece, dobbiamo umiliarci davanti a Dio e confessare la cosa come peccato, quale essa è. Questa è l’umiltà che siamo chiamati ad avere. Inoltre, siamo chiamati, per comandamento, e per l’esempio di Cristo, ad avere l’umiltà di non cercare solo il nostro proprio interesse, ma anche quello degli altri. Questo non vuol dire che non si può mai fare nulla per se stessi. Però, vuol dire che la nostra vita dovrebbe essere indirizzata a cercare il bene degli altri, e non solo quello di noi stessi. Vuol dire ricordare che siamo una famiglia. In una famiglia biologica, i vari membri si impegnano per il bene di tutti. "Dio" chiama anche noi a fare similmente gli uni per gli altri. Infatti, in una famiglia buona, quando qualunque membro viene onorato, tutti si considerano onorati. Quando qualunque membro viene ferito, tutti si considerano feriti. Da questo capiscono che sono membri l’uno dell’altro. Anche noi siamo membri l’uno dell’altro. Perciò, come Cristo non è venuto per essere servito, ma per servire, per cercare il bene degli altri, così, anche noi siamo chiamati a non cercare il nostro bene, ma il bene gli uni degli altri, o per meglio dire, il bene di tutti. Amici, Fedeli, abbiamo davanti a noi un esempio meraviglioso dell’umiltà di Cristo. Vediamo che Cristo cercava il bene degli altri. Anche NOI siamo fra quelli che hanno ricevuto il beneficio dell’opera di Cristo. Quello che Cristo ha fatto, l’ha fatto per noi. O che possiamo ricordare che per quanto Cristo si è umiliato, Dio lo ha innalzato molto, molto di più. Dio ci comanda di umiliarci. Dio promette che innalzerà chiunque si abbassa veramente. Umiliarsi significa dire “no” alla nostra carne, e dire “sì” a Dio. Umiliarsi è difficile, però, quanto è dolce e prezioso il risultato per coloro che camminano in umiltà. Quanto è grande la gloria riservata per quelli che sono umili. Guardiamo l’esempio di Cristo. Nessuno si è mai umiliato come Lui. Guardiamo quanto è stato innalzato da Dio. Seguiamo le orme di Cristo. Umiliamoci. Ubbidiamo a Dio in ogni cosa. Poi, sarà Dio a innalzarci! Imitiamo la passione di Cristo Gesù per noi. Cordialmente, Antonio.
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 11/03/12 alle 15:09 via WEB
bellissima la tua riflessione ,ho bisogno di meditarla e di approfondirla nel mio spirito,appena posso ti rispondo,poichè in questo periodo sono occupata nel sociale . spero di poterlo fare stasera. affettuosamente Vivi
 
davide.lee
davide.lee il 07/03/12 alle 14:51 via WEB
io spesso quando si parla di passione di cristo ripenso sempre a quella notte di giovedì in cui gesù veniva consegnato da giuda ai suoi aguzzini e al dopo....nelle mie preghiere quando sono in chiesa è una delle immagini che mi compaiono spesso compreso i chiodi che forano le sue mani.......la fede oltre la semplice preghiera è anche questo......senza confini ne limitazioni il credo di noi tutti..............superkiss di cuore ovunque tu sia mia dama....davide
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 24/03/12 alle 23:20 via WEB
Peccato Davide che i nostri sentimenti e la nostra sensibilità sono stati limitati dal peccato di orogine , altrimenti non resisteremo alla sofferenza inaudita che ha sopportato Gesù in nome di un amore che da molti sarebbe stato tradito .La fede è anche un cammino di amore, pensarlo soffrire per Lui e continuarlo ad amare con tutto noi stessi al di là delle nostre miserie. Questa è anche umiltà accettarci e credere nella sua infinita misericordia , un Santo abbraccio un piccolo kiss kiss e un buon fine settimana
 
stenivi
stenivi il 14/03/12 alle 16:16 via WEB
Come battezzati siamo stati crocifissi e facciamo parte delle membra gloriose di Cristo .. per le nostre sofferenze cadremo in paradiso .....il nostro merito stà nell'accettare questo ed operare la carità ......
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 24/03/12 alle 23:23 via WEB
Il battesimo che ci accomuna alla vita di Cristo è il mistero che rende l'uomo un gigante d'amore che ci permette di operare in nome Suo .Affettuosamente..
 
luce78_2
luce78_2 il 15/03/12 alle 06:51 via WEB
Un forte abbraccio per darti il mio buongiorno...Lidia
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 24/03/12 alle 23:28 via WEB
Anche se sono passati 10 gg e non ho potuto rispondere a voi tutti contracambio alla tua affettuosità nell' augurarti buona domenica
 
apungi1950
apungi1950 il 15/03/12 alle 16:16 via WEB
Ciao ti auguro un buon pomeriggio colmo di pace e gioia nel tuo cuore..un saluto e un sorriso...antonio
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 24/03/12 alle 23:32 via WEB
Benvenuto Antonio è la prima volta che ti leggo sul mio blog spero che tu lo seguirai e quanto leggerai sarà gradito al tuo spirito e ti dia quella pace e quella gioia che tu mi hai augurato ,un affettuoso saluto e una buona domenica .
 
salvi.mar
salvi.mar il 16/03/12 alle 05:36 via WEB
buon giorno sole...un pensierino x te.. quando la nostra mente è meno luminosa, il nostro cuore meno generoso, noi diventiamo ostinati; l'ostinazione nasce dalla povertà dell'animo. un abbraccio... salvatore....
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 24/03/12 alle 23:41 via WEB
La formazione dell'uomo di Dio sta proprio nel superamento dei momenti bui e nel tunnel profondo delle proprie umanità, abbattere le nostre turbolenze le nostre ostinazioni e cercare di vincerle e la strada più sicura verso la santità perchè mette in gioco la nostra volontà.Lotta sempre Salvatore e si sempre vero con te stesso non disprezzarti mai ma amati come Dio ti sa amare ed avere fiducia in te.affettuosamente ti auguro buona domenica
 
apungi1950
apungi1950 il 16/03/12 alle 12:31 via WEB
Ciao ..... . ..Gli amici hanno bisogno uno dell’altro proprio come un fiore ha bisogno della pioggia per aprirsi e mostrare la sua bellezza. L’amicizia dovrebbe essere un preziosa carezza di cui non puoi fare a meno....ti auguro una splendida giornata amica mia e un buon fine settimana con il tuo cuore colmo di luce d'amore e infinite gioie ti abbraccio...antoni
 
apungi1950
apungi1950 il 17/03/12 alle 20:04 via WEB
Ciao ... ...Spendi l'amore a piene mani. È l'unico tesoro che aumenta più ne sottrai.(R battaglia)gioiosa serata cara amica mia e un felice . weekend..che sia colmo d'amore e. infinite gioie nel tuo cuore..ti abbraccio..antonio
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 24/03/12 alle 23:49 via WEB
La vera amicizia è un sentimento più forte dell'amore persino Gesù diceva a chi lo seguiva veramente col cuore :"ora non vi chiamo più servi ma amici " tu mi hai chiamato amica e io nell'amicizia sarò sempre vera e felice di donarti un aiuto scambievole ti abbraccio affettuosamente e ti dico che sono più ricca perchè ho speso un pò del mio amore per te
 
champions_3
champions_3 il 19/03/12 alle 20:02 via WEB
L'AMORE PERFETTO TOGLIE VIA LA PAURA! 1 Sezione.1° S.Giovanni cap.4:1-6. COME FIGLI AI QUALI DIO HA DATO IL SUO SPIRITO, I VERI CRISTIANI DEVONO PROVARE GLI SPIRITI E NON AVER PAURA, POICHÈ NON MANCANO NEL MONDO I FALSI PROFETI CHE NON CONFESSANO GESÙ CRISTO VENUTO IN CARNE. ESSI NON SON DA DIO MA DAL MONDO CHE LI ASCOLTA, Giovanni non rifugge dal tornare ad insistere sopra esortazioni già fatte, presentandole sotto forma un po' diversa e sotto aspetti nuovi. Così torna ripetutamente sul dovere dell'osservanza. leale dei comandamenti di Dio e specialmente sull'amor fraterno che li compendia tutti; così torna sull'avvertimento già dato 1°Giovanni cap.2:18 e segg. circa i sovvertitori del Vangelo di Cristo. Li ha chiamati anticristi in 1°Giovanni cap. 2, li chiama falsi profeti in 1°Giovanni cap.4, ma si tratta sempre di premunire i veri,dico i veri fedeli contro il pericolo di lasciarsi sviare dalla verità. Diletti, non crediate ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se son da Dio. Sembra che l'avvertimento si connetta colla menzione dello Spirito di Dio dato ai veri fedeli il quale li aiuta a dimorare in Dio e attesta loro internamente nel profondo dell'anima ch'essi sono figliuoli di Dio. Ma essi vengono in contatto con gente che pretende parlare sotto l'impulso dello Spirito e che insegna dottrine opposte al Vangelo. Da ciò la necessità di tener gli occhi aperti; di non credere a chiunque si dica ispirato, prima di aver esaminato quel ch'egli insegna. L'apostolo parla di una pluralità di spiriti perchè tanto lo Spirito di verità come lo spirito d'errore parlano per mezzo degli spiriti degli uomini che sono sotto la loro suggestione e che ne diventano gli organi. Paolo parla degli spiriti dei profeti come ispirati da Dio ma non soppressi, anzi conservanti la loro individualità e le loro particolari attitudini 1° lettera ai Corinzi cap.12-14. Si tratta di provare, di esaminare, questi spiriti umani che si dànno tutti come ispirati da Dio, ma che non sono tutti da Dio, la cui ispirazione non procede sempre dal suo Spirito, ma, procede da altra fonte. Un tale esame lo devono fare tutti i fedeli per proprio conto, dico, tutti quelli che hanno ricevuto lo Spirito di verità per guidarli; il che non toglie che fra loro vi siano delle persone dotate di un dono speciale che S.Paolo chiama il discernimento degli spiriti; e lo devono fare in base all'insegnamento dato da questi dottori e secondo il criterio che l'apostolo sta per dare. Ma la necessità di un siffatto esame esiste. perchè molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo, dicendosi mandati da Dio e da lui ispirati come i veri profeti; mentre invece Dio non li ha mandati, la loro ispirazione viene dallo spirito dell'errore, cioè da Satana; e il loro insegnamento è anticristiano, poichè distorcono i veri insegnamenti dottrinali. Sono dei falsi profeti, poichè nel mondo, l'uscir fuori nel mondo accenna alla missione che dicono di avere per propagare le loro dottrine dovunque. S.Giovanni non dice qui che avessero lasciato la chiesa cristiana: ma l'ha detto in 1° Giovanni cap.2. 2 Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito che confessa Gesù Cristo venuto in carne, è da Dio; La pietra di paragone che deve servire a saggiare gli spiriti dei dottori che si dicono ispirati da Dio è la professione aperta o la negazione della incarnazione del Figliuol di Dio per la salvezza dei peccatori. È questo il criterio indicato di già in 1°Giovanni cap. 2:22-25 e qui ribadito con lieve mutamento di forma. In 1°Giovanni cap.2:22 diceva: "Chi è il mendace se non colui che nega che Gesù è il Cristo?" In 2° Giovanni cap.7 dirà: "Molti seduttori sono usciti per Il mondo i quali non confessano Gesù Cristo esser venuto in carne. Quello è il seduttore e l'anticristo". Lo Spirito di Dio per contro rende testimonianza che Gesù è il Cristo promesso dai profeti antichi, ch'egli è venuto in carne, cioè si è incarnato assumendo la natura, umana, anima e corpo, e vivendo quaggiù una vita umana colle sue limitazioni, i suoi disagi e le sue sofferenze, finchè subì la morte della croce per espiare i peccati del mondo. S.Giovanni insiste nelle sue Epistole, come nel Vangelo, sulla preesistenza del Figliuol di Dio che venne in carne lasciando la gloria che possedeva presso Dio ed insiste ugualmente sulla realtà della natura umana assunta dal Cristo, perchè, ai suoi tempi, cominciavano a manifestarsi gli errori dei doceti secondo i quali il Figliuol di Dio non aveva assunto che l'apparenza di un corpo. 3 e ogni spirito che non confessa Gesù, non è da Dio; Confessar Gesù è espressione concisa per indicar la profession di fede relativa alla persona ed all'opera dell'unico Salvatore. È lezione dei più antichi manoscritti accettata da tutti i critici. La Vulgata porta qui una lezione strana: "ogni spirito qui solvit Iesum", lezione che non si appoggia ad alcun manoscritto antico, ma è mentovata da alcuni Padri, specie da Ireneo (II sec.) che la considera come allusione agli eretici i quali, in certo modo scioglievano la persona di Gesù considerandola come distinta da Cristo, e quello è lo spirito dell'anticristo del quale avete udito che deve venire; ed ora è già nel mondo. Non è ancora l'anticristo in persona che concentrerà in se l'opposizione al Cristo; quello deve venire secondo l'insegnamento profetico dato dagli apostoli ai primi cristiani (Cofrontare. 2°Tessalonicesi cap.2); ma fin d'ora è all'opera lo spirito dell'anticristo che anima ed ispira i falsi profeti chiamati anche da Giovanni degli anticristi. In realtà, è quello lo spirito di menzogna, cioè di Satana stesso che lavora col suo "mistero d'iniquità" a preparar l'apostasia generale da cui emergerà il suo capolavoro: l'anticristo personale. 4 Voi siete da Dio, figlioletti, e li avete vinti; S.Giovanni vede con gioia riconoscente che i suoi cari discepoli hanno finora resistito alle seduzioni dei falsi profeti che spesso sussistono nella chiesa e tentano di trar con se, nei loro errori, i fedeli. Nella vittoria passata e presente sugli errori anticristiani, Giovanni scorge l'arra delle vittorie future alle quali li spronano i suoi avvertimenti. Hanno vinto perchè son da Dio, cioè son figli di Dio, la cui vita spirituale procede da lui, e perchè Dio abita in loro mediante il suo Spirito. Abbandonati alle loro proprie forze e al loro proprio discernimento, non sarebbero stati capaci di restar saldi. Li avete vinti, perchè colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo e che ispira i falsi profeti. Dio è l'onnipotente e il solo savio e sovrano; è più grande del nostro cuore di cui conosce i pensieri più remoti 1°Giovanni cap. 2:20, ma è altresì più grande di Satana ch'è il principe di questo mondo peccatore. «L'Iddio della pace triterà tosto Satana sotto ai vostri piedi», scrive S.Paolo in Romani cap.16:20. 5 Costoro son del mondo; anche se hanno appartenuto per un tempo ad alcune chiese, gli anticristi erano, in realtà, del mondo: perciò parlano come chi è del mondo. letteralmente "parlano dal mondo": la loro parola, il loro insegnamento procede dal mondo al quale appartengono, ne ritrae i principi, le tendenze, la vita ch'è opposta alla volontà di Dio, ma molti non si accorgono di questo, poichè non pregano Dio, non leggono, e non meditano la sua parola. e il mondo li ascolta accoglie con approvazione le loro dottrine che rispondono ai suoi sentimenti. "Se foste del mondo, avea detto Gesù, il mondo amerebbe quel ch'è suo...". 6 ""Noi desideriamo essere da Dio; chi conosce Dio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta"". Solo i figli di Dio hanno una vera conoscenza di Dio. Chi è nato da Dio a nuova vita conosce la verità, l'apprezza e l'ama, e può distinguerla dall'errore che n'è la negazione. L'apostolo riproduce qui dei pensieri espressi dal suo Maestro in varie forme: "Chi è da Dio ascolta le parole di Dio, e la verità vi farà liberi. Per questo voi non le ascoltate; perchè non siete da Dio". "Chiunque è per la verità ascolta la mia voce" S.Giovanni cap.8:47; cap.18:37. Il noi di questo versetto abbraccia tutti i cristiani in quanto essi tutti sono, nel mondo, dei veri testimoni della verità; ma siccome questo noi è contrapposto ai dottori anticristiani, esso si applica in modo speciale agli apostoli e a tutti i banditori della verità del vangelo, il cui insegnamento non è accolto dalle moltitudini mondane, ma da quelli che sono "insegnati da Dio", che "sono per la verità". Da questo conosciamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore. Da questo: cioè dal fatto che il mondo ascolta i falsi profeti nei quali domina lo spirito dell'errore; mentre quelli che sono condotti dallo Spirito della verità sono ascoltati dai figliuoli di Dio. Lo Spirito di Dio è chiamato lo spirito della verità perchè comunica agli uomini la conoscenza della verità illuminando la loro mente e purificando il loro cuore (Cofr. Giovanni cap.14:17; cap.15:26; cap.16:13). "Ma quando sia venuto lui, lo Spirito delle verità, egli vi guiderà in tutta la verità...". Lo spirito dell'errore è Satana che "non si è attenuto alla verità, perchè non c'è verità in lui. Quando parla il falso, parla del suo, perchè è bugiardo e padre della menzogna" Giovanni cap.8:14, ch'egli cerca quindi in tutti i modi d'insinuare nei cuori e di spargere nel mondo. AMMAESTRAMENTI 1. Tre secoli fa, avvertiva di già Calvino che se, fin dal tempo di S. Giovanni, molti falsi profeti seminavano errori dicendosi ispirati da Dio, non ci dobbiamo maravigliare ne sgomentare se ve ne sono al dì d'oggi in numero assai maggiore e, purtroppo, girono tra le chiese e, molti gli vanno dietro. Sempre Satana cerca di corrompere la verità del vangelo coi suoi errori. Di fronte alla molteplicità delle sette e dei sistemi, molti restano perplessi, non sanno ove volgersi e finiscono col restare indifferenti; ma il rimedio non è miglior del male. Lo Spirito profetico ha avvertito la chiesa che sorgerebbero errori e scandali e opposizioni e apostasie; ma, ha tracciato ai fedeli la via da seguire, il dovere da compiere dando loro la certezza che non l'errore trionferà, ma la verità sarà quella, che avrà la vittoria finale. Dio ch'è l'IDDIO della verità è più grande dello spirito dell'errore. La sua luce fugherà le tenebre. È stato travolto nell'oblio il nome di migliaia di falsi dottori: L'Evangelo resta e si sparge e cresce in potenza, per salvare i veri credenti e fedeli. 2. Il dovere da compiere, riguardo ad ogni dottrina, consiste nell'esaminarla prima di riceverla, come? Attraverso la parola di Dio nella sacra scrittura, perciò non importa se sia propagata da uomini colti, zelanti, da ministri del Vangelo, da vescovi, da papi o da qualsiasi altro uomo, libro, giornale ecc. Il libero esame è un dovere perchè la verità è il fondamento, non solo della fede ma anche di una sana vita cristiana. È il cibo dei bambini e degli adulti spirituali; se il cibo è sano la vita si svolge normalmente e crescon le forze; se il cibo non è sano avvelena il sangue e intristisce la vita che resta sterile di frutti. Il libero esame è dovere di tutti i cristiani, non del clero solamente nè tanto meno di un pontefice preteso infallibile, anche lui può sbagliare, non di alcune persone soltanto, nella sacra scrittura abbiamo esempi di uomini di Dio che, tralasciando la loro comunione con Dio hanno peccato e sbagliato. L'esortazione a provare gli spiriti se son condotti da Dio,è rivolta da S.Giovanni a tutti i suoi "diletti". A tutti ha dato il Signore i criteri coi quali devono saggiare ogni dottrina e a tutti è promesso e dato, secondo il bisogno, lo Spirito di verità e di discernimento che dobbiamo implorare perchè «anche colla pietra di paragone, non tutti sanno saggiar l'oro». Ogni fedele deve accertarsi che quello che crede è da Dio. Altra cosa è la fede e altra la credulità. 3. Quale è il criterio per provare gli spiriti e sapere se son da Dio? Non le pretese dei dottori, i titoli che si danno, la prosopopea che assumono. Anche i falsi profeti si presentano come organi dello Spirito e dicono: "Così dice il Signore, o così dice Maria"; non i talenti, l'eloquenza, la scienza, la fama, lo zelo, perchè i falsi dottori posson posseder tutto questo e volgerlo al servizio dell'errore; non la popolarità perchè può anzi essere indizio che la dottrina procede dal mondo anzichè da Dio; non la professione di certe verità, e neppure l'uso di certe formule dottrinali considerate come ortodosse, perchè l'errore non si presenta mai allo stato puro, ma sempre misto a qualche verità, e quanto alle formule molte volte i maestri d'errore le usano in senso affatto diverso da quel che significano. Il criterio dato dagli apostoli è la professione delle verità centrali relative a Cristo. Chi confessa Gesù Cristo qual Figlio eterno di Dio che ha preso la nostra natura umana, e in essa ha vissuto una vita senza peccato, che in essa ha sofferto ed è morto per espiare i peccati del mondo, e in essa è risuscitato e salito al cielo ove siede qual re alla destra di Dio e donde ha da venire per giudicare i vivi ed i morti, chi professa queste verità essenziali alla salvezza è da Dio, anche se in qualche materia secondaria non sia da seguire. 1°S.Giovanni cap.4:7-21. CHI AMA È DA DIO, POICHÈ DIO È AMORE. EGLI CI HA AMATI FINO A DARCI IL SUO FIGLIUOLO; ANCHE NOI DOBBIAMO AMARCI GLI UNI GLI ALTRI. LA PERFETTA CARITÀ CACCIA DAL CUORE OGNI PAURA DEL GIUDICIO DI DIO. SE AMIAMO DIO DOBBIAMO AMARE ANCHE I NOSTRI SIMILI. Dopo la digressione relativa al dovere di provare gli spiriti, l'apostolo ritorna all'argomento di cui ha pieno il cuore: al dovere dell'amore fraterno di cui ha già parlato nella terza sezione 1°S.Giovanni cap.3:11-24 e in 1°S.Giovanni cap. 2, ma intorno a cui gli restano da dire non poche cose. 1°Giovanni cap.4:7-8 contengono l'idea che siccome l'amore procede da Dio, anzi costituisce l'essenza stessa di Dio, coloro che sono nati da Dio devono amarsi scambievolmente gli uni, gli altri. Diletti, apostrofe bene adatta all'esortazione che segue, amiamoci gli uni gli altri; si tratta dunque dell'amore dei cristiani gli uni per gli altri, ma dalle ragioni su cui Giovanni fonda qui l'amor fraterno, è facile dedurre che il dovere si estende alla carità per tutti gli uomini. perchè l'amore è da Dio,l'amore fraterno in primo, luogo, ma anche l'amore per gli uomini in genere, ogni amore santo ha la sua sorgente in Dio che l'ha posto in cuore alle sue creature e in ispecie a coloro che son diventati suoi figli, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Iddio. chi ama mostra d'aver ricevuto da Dio la vita nuova che ha per legge suprema l'amore; egli è stato fatto partecipe in qualche misura della natura di Dio. Conosce Dio di quella conoscenza intima che è più propria del cuore che dell'intelletto. 8 Chi non ama non ha conosciuto Iddio veramente; perchè Dio è amore. L'amore non è soltanto una delle perfezioni di Dio, ma è l'essenza stessa di Dio, la perfezione morale che penetra ed abbraccia tutte le altre; talchè mentre si dice che Dio è giusto e santo, la Scrittura non dice che Dio è giustizia, o che è santità. La breve frase dell'apostolo dell'amore è quella che definisce la natura morale di Dio nel modo più sublime e più perfetto; essa è come l'apice delle rivelazioni di Dio, l'ultimo e più fulgido raggio del Nuovo Testamento. 9 1°Giovanni cap.4:9-10 danno la prova più alta che Dio è amore. In questo s'è manifestato per noi l'amor di Dio: che Dio ha mandato il suo unigenito Figliuolo nel mondo affinchè per mezzo di lui vivessimo. Nota Calvino: "Da molte altre prove risulta l'amor di Dio per noi. Se infatti si domanda perchè sia stato creato il mondo, perchè siamo stati collocati in esso per avere il dominio della terra, perchè siam conservati in questa vita per godervi innumerevoli beni, perchè formati a sperar in una vita migliore, perchè dotati di luce e d'intelligenza; non si potrà di tutto questo addurre altra ragione che il gratuito amor di Dio a nostro riguardo. Ma qui l'apostolo presceglie di questo amore il principale esempio, quello che sopravanza di gran lunga tutti gli altri". L'amor di Dio nascosto nella sua invisibile essenza si è manifestato in fatti visibili, storici, nel caso nostro e intende: in quanto concerne i veri credenti. Certo, Dio ha amato il mondo, e vuole che tutti gli uomini siano salvati; ma questo amore raggiunge il suo fine concreto in quelli che non lo respingono e sono risuscitati a vita spirituale ed eterna. Il testo dice letteralmente: "s'è manifestato in noi" (Confr. Giovanni cap. 9:3). "...affinchè le opere di Dio fossero manifestate in lui". Eravamo morti nei falli e nei peccati..., figliuoli d'ira... e per darci la vita Dio ha mandato nel mondo, nel mondo del peccato, non una creatura, ma il suo unigenito Figliuolo, il Verbo ch'era dal principio presso a Dio, ed era Dio Giovanni cap. 1:1. Si ha qui come l'eco della parola Giovanni cap.3:16, "Dio ha tanto amato il mondo...". Nell'esser mandato nel mondo è implicita la preesistenza del Figlio. 10 In questo è l'amore: l'amore nel suo ideale più sublime: non che noi abbiamo amato Iddio, ma che Egli ha amato noi e ha mandato il suo Figliuolo per esser la propiziazione per i nostri peccati. Due tratti dell'amor di Dio fa rilevare qui Giovanni: esso non è stato provocato, sollecitato da alcuna manifestazione umana d'affetto per Dio: l'iniziativa è nata nel cuor di Dio. Anzi, invece di amore per Dio, c'è stato da parte nostra il contrario, ci sono stati i nostri peccati, le nostre ribellioni ed ingratitudini. Eppure l'amor di Dio non ha tenuto conto della nostra indegnità, anzi ha mandato il suo Figliuolo nella carne nostra per soffrirvi e per morire quale vittima espiatoria per i peccati del mondo. Cofr. 1°Giovanni cap.2:2. "Dio mostra la grandezza del suo amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo Gesù è morto per noi" lettera ai Romani cap.5:8. 11 Dilettivi se Dio vi ha così amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. in 1°Giovanni cap.3:16, Giovanni ha dedotto dall'esempio di Cristo il dovere dei cristiani di dar la vita gli uni per gli altri. Qui deduce il dovere dell'amor fraterno non solo dall'esempio che Dio, qual Padre, così fa S.Paolo agli Efesini cap. 4:32-5:2: "Siate dunque imitatori di Dio come figliuoli suoi diletti", ma lo deduce anche dal fatto che i cristiani son nati da Dio 1°Giovanni cap.4:7 che è amore e devono quindi sentirsi spinti ad amare dalla loro nuova natura stessa. Come potrebbero, d'altronde, odiare gli uomini che Dio ha amato ed ama, e in ispecie i loro fratelli che sono figli diletti del medesimo Padre? In 1°Giovanni cap.5:2 dirà: "Chiunque ama Colui che ha generato, ama anche chi è stato da lui generato". Accogliendo largamente nel cuore l'amor fraterno e dell'umanità, accogliamo Dio stesso in noi. 12 Nessuno vide giammai Iddio; se ci amiamo gli uni gli altri, Iddio dimora in noi, e l'amor di Lui diventa perfetto in noi. "Piena comunione con Dio è la benedizione connessa coll'amor dei fratelli" (Huther). Dio è per sua natura invisibile: nessuno l'ha mai. contemplato cogli occhi della carne (cofr. Giovanni cap.1:18) e quando è apparito a certi uomini, come narra l'Antico T., essi han veduto la figura sotto cui Dio volle, in date occasioni, manifestarsi, ma non l'essenza stessa del Dio ch'è spirito; tuttavia chi ama i fratelli gode di una intima e reale, sebbene spirituale, comunione con Dio. Dio dimora in lui ed egli in Dio. Dio è amore; chi ama è a lui unito in modo vivente; Dio fa sentire in lui la sua presenza. L'espressione l'amor di Lui cioè di Dio si presta ad interpretazioni varie. Chi l'intende dell'amore del quale Dio ama. Chi ama i fratelli ama dell'amore stesso di cui Dio ha mostrato di amare: amore disinteressato mirante al bene dei fratelli. Chi l'intende dell'amore che Dio ha per noi: in chi ama i fratelli, l'amore di Dio per gli uomini raggiunge il suo fine completamente, il che è vero; ma non pare esser qui il pensiero che l'apostolo vuole esprimere. Piuttosto: l'amor nostro per Dio raggiunge la sua perfezione se amiamo sinceramente e intensamente i fratelli. L'amor di Dio per noi è sempre perfetto, compiuto, in se stesso; ma il nostro amore per lui ha bisogno di diventar perfetto e lo diventa quando amiamo i figliuoli di Dio. 1°Giovanni cap. 4:20 conferma questo senso: "Se uno dice: Io amo Dio e odia il suo fratello, è bugiardo; perchè chi non ama il suo fratello che ha veduto, non può amar Dio che non ha veduto". 13 Da questo conosciamo che dimoriamo in lui ed Egli in noi: ch'Egli ci ha dato del suo Spirito. Il sentimento soave della comunione con Dio in chi ama, è dato dalla testimonianza che lo Spirito di Dio rende al nostro spirito attestando che siamo figliuoli di Dio, Romani cap.8:14,cap.16-17. Lo Spirito è dato a tutti i veri credenti: ma in misura diversa secondo che Dio ha disposto nella sua sapienza. Uno solo ha ricevuto lo Spirito "senza misura" Giovanni cap.3:34. 14 L'amore è condizione della comunione con Dio perchè Dio è amore e l'amore procede da Dio. Ma l'amor di Dio è stato manifestato mediante l'invio del Figliuolo nel mondo e questo fatto gli apostoli l'hanno constatato personalmente e ne rendono testimonianza. Non è una teoria, ma è un fatto certo. E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha manato il Figliuolo per essere il Salvatore del mondo. Il noi abbraccia gli apostoli e quanti ebbero il privilegio d'esser testimoni diretti della vita, della morte e risurrezione del Signor Gesù. Questo versetto ricorda e in parte riproduce 1°Giovanni cap.1:1-2; Giovanni cap.1:14. "La Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiam contemplata (lo stesso verbo che qui) la sua gloria, gloria come quella dell'Unigenito venuto da presso al Padre". Cofr. Giovanni cap.1:34. È questa la manifestazione e la prova suprema dell'amor di Dio (cofr. 1°Giovanni cap.4:9-10) che vuol salvi, non alcuni uomini solamente, ma il mondo intero S.Giovanni cap.3:16; cap.4:42; 1°Timoteo cap.2:3-7. 15 Chi confessa che Gesù è il Figliuol di Dio, Iddio dimora in lui ed egli in Dio: Il confessare, cioè il professare apertamente che Gesù è il Figliuol di Dio presuppone che uno ha riconosciuto ed accolto nel cuore con sincera fede e con riconoscenza l'amore del Padre manifestato nel Figliuolo. Mediante la fede del cuore confermata dalla professione della bocca Romani cap.10:9,12 egli è entrato in comunione con Dio: Dio dimora oramai in lui col suo Spirito che lo ha rigenerato a vita nuova ed egli dimora in Dio, nella misura in cui la sua vita è penetrata, dallo spirito di Dio e si uniforma alla volontà di Dio che è amore. Non vi può essere vita di amore all'infuori della fede nel sovrano Signor Gesù. 16 E noi abbiam conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiam creduto: Il noi vien riferito da alcuni agli apostoli, testimoni di Cristo, come in 1°Giovanni cap.4:14; da altri a tutti i credenti che mediante la testimonianza apostolica hanno potuto conoscere l'amore infinito manifestato da Dio riguardo agli uomini peccatori e credere in esso. I taciti passaggi da un soggetto all'altro son frequenti in Giovanni. Il greco ha qui: "L'amor che Dio ha in noi" (en 'hmin) che non significa propriamente verso di noi, ma s'interpreta: "nel caso nostro" (Cofr. 1°Giovanni cap.4:9). Dio è amore e chi dimora nell'amore dimora in Dio, e Dio dimora in lui. L'apostolo non si stanca d'insistere sul fatto che il dono del Figlio al mondo ha rivelato, come nessun altro fatto, la vera essenza di Dio che è amore. Chi dimora coi sentimenti del cuore, colla vita sua, nell'amore: amore per Dio, amore per i fratelli, amore per il mondo perduto, è in armonia con Dio e quindi dimora in Dio e Dio dimora in lui. 17 In questo l'amore è reso perfetto in noi, affinchè abbiamo confidanza nel giorno del giudizio: che quale egli è, tali siamo anche noi in questo mondo. Già in 1°Giovanni cap.2:28, l'Apostolo ha prospettato la felicità dell'esser senza timore al pensiero del giudicio a venire, come la conseguenza del dimorare in Cristo: "dimorate in lui, affinchè quando apparirà, abbiam confidanza e non abbiam da ritrarci da lui, coperti di vergogna". In 1°Giovanni cap.3:21 è tornato ad esprimere la stessa felicità come conseguenza dell'amor fraterno sincero: "Diletti, se il cuor nostro non ci condanna noi abbiam confidanza dinanzi a Dio...". Qui presenta la "confidanza nel giorno del giudizio" come conseguenza dell'amore giunto alla perfezione nei fedeli, giunto, cioè, ad esser simile all'amor di Dio col quale vivono in intima comunione. L'apostolo non distingue qui tra amore per Dio e amore per gli uomini, ma abbraccia ogni aspetto del vero amore cristiano. Il versetto però offre qualche difficoltà ed è quindi inteso in vari modi. C'è chi riferisce l'in questo al verso precedente e l'idea sarebbe: "In questo dimorar nell'amore che equivale al dimorare in Dio, l'amore nostro raggiunge la sua perfezione perchè resta tutto permeato dall'amore perfetto di Dio... con questo risultato che abbiam confidanza di fronte al giudizio". Ma con ciò si verrebbe a dire, semplicemente che la perfezione dell'amore consiste nel dimorar nell'amore, e inoltre si verrebbe a dare alla particella 'ina (affinchè) il senso forzato di talchè. Altri intendono che la perfezione dell'amore consiste nell'aver confidanza, nel giudizio, ossia la perfezione è raggiunta quando uno non teme del giudizio di Dio. La particella 'ina si traduce allora con un semplice che: "In questo l'amore è reso perfetto in noi: che cioè arriviamo ad aver piena confidanza... perchè quale egli è...". Un tal senso della particella non è senza esempio in S. Giovanni (Cofr. Giovanni cap.3:11,23); ma siccome egli suol presentare l'assenza d'ogni timore di condanna quale risultato dell'obbedienza alla volontà di Dio per parte dei credenti, crediamo preferibile attenerci al senso usuale (telico) della particella, tanto più che così resta più semplice il senso dell'ultima parte della frase. L'amore giunge alla sua perfezione nel nostro caso (letteralmente con noi), allorchè, nella nostra vita in questo mondo di odio e di peccato, arriviamo ad esser nei nostri sentimenti ed atti simili a Dio che è amore. Questo otterremo dimorando in Dio, mentre Dio dimorerà sempre più completamente in noi permeando tutto l'essere nostro. A ciò dobbiamo tendere affin di aver confidanza nel giorno del giudizio: confidanza che non v'è più alcuna condannazione per quelli che sono in Cristo Gesù, confidanza sicura e filiale che il giudizio segna la nostra definitiva liberazione e la disfatta della potenza del male. Un pensiero analogo è espresso in 2Pietro 1:10-11. «Studiatevi di render sicura la vostra vocazione ed elezione... poichè così vi sarà largamente provveduta l'entrata nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo». l'apostolo Paolo si mostra fin d'ora pieno di sicurezza quando nell'imminenza del martirio scrive: "Del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signor, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno" 2°Timoteo cap.4:8. Il giorno del giudizio è per i fedeli, il giorno in cui Cristo Gesù li accoglie colle parole: «Venite, voi, i benedetti del Padre mio; eredate il regno che v'è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. Perchè ebbi fame e mi deste da mangiare..., dimostraste colle opere il vostro amore per me e per i fratelli» Matteo cap.25. Le parole quale egli è vengon da molti applicate a Cristo, da altri a Dio di cui ha parlato in 1°Giovanni cap.4:16. Per la sostanza ciò poco importa. 18 Nel verso 18 l'apostolo spiega come chi è perfetto nell'amore, possa non aver alcuna paura del giudicio. Nell'amore non c'è paura, anzi, l'amore perfetto caccia via la paura l'amore è fatto di fiducia e di abbandono, mentre la paura è fatta di sospetto e di apprensione di castigo e fugge e odia; perciò i due sentimenti si escludono a vicenda, talchè l'amore per il Padre che ci ha amati il primo, che ci ha perdonati in Cristo, rigenerati e santificati col suo Spirito, caccia fuori la paura del giudicio. «Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui? Chi accuserà... Chi condannerà... Nè morte nè vita, nè angeli nè principati... nè alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio...» Romani cap.8:31-39. Perchè la paura implica apprensione di castigo; e chi ha paura non è perfetto nell'amore. Il testo nella sua concisione dice propriamente: la paura ha castigo... o pena; ma la versione riveduta, leggermente parafrastica, esprime bene l'idea contenuta nel greco. La paura del giudicio deriva da sentenza della coscienza non liberata dal perdono divino ed è già in se stessa una pena anticipata; e chi ha paura di Dio mostra di non esser perfetto nell'amore che implica abbandono fiducioso e completo nell'infinito amor di Dio manifestatoci nel dono di Cristo. "Voi, dice Paolo ai cristiani, non avete ricevuto lo spirito di servitù per ricader nella paura; ma avete ricevuto lo spirito d'adozione per il quale gridiamo: Abba! Padre! "Lo Spirito stesso attesta, col nostro spirito, che siam figliuoli di Dio; e se siamo figliuoli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo se pur soffriamo con lui (qui è l'amore), affinchè siamo anche glorificati con lui" Romani cap.8:15-17. 19 Noi amiamo perchè Egli ci ha amati il primo. Fine prima parte.
 
champions_3
champions_3 il 19/03/12 alle 20:03 via WEB
SECONDA PARTE. Il codice Sinaitico (IV secolo) ed altri del IX secolo portano: Noi amiamo Dio, o: noi l'amiamo; la lezione più breve s'appoggia al cod. Vaticano ed all'Alessandrino e viene a dire: Noi siam fatti capaci d'amare così Dio come i nostri fratelli, dall'amore che Dio per il primo ci ha manifestato. Il nostro amore per Dio può quindi esser scevro di paura perchè nasce dall'amore che Dio ha avuto per noi mandando il suo Figliuolo a salvarci. È, l'amor suo infinito che ha creato il nostro. Questo amore acceso da Dio in noi non può scindersi in guisa che uno possa amar Dio il Padre e odiare i figli di Dio, suoi fratelli. 20 Se uno dice: lo amo Dio, e odia il suo fratello è bugiardo; Nel linguaggio di S.Giovanni il non amare equivale all'odiare perchè il cuore non rimane vuoto di sentimenti. È bugiardo nella sua professione, cioè non sincero, sia che se ne renda conto o no. Di questa insincerità l'apostolo darà la ragione più profonda in 1°Giovanni cap.5:1; ma ne da una anche qui tolta dalla comune esperienza umana: perchè chi non ama il suo fratello, che ha veduto, non può amar Dio che non ha veduto. Il perfetto 'ewraken (ha veduto) vale: che ha veduto e continua a vedere, il fratello che gli sta sotto gli occhi. Gregorio Magno scrisse: "Oculi sunt in amore duces". È più facile amare la persona che si vede che quella che non si vede. Il fratello lo vediamo, abbiam relazioni con lui, ne conosciamo i bisogni, le sofferenze e le gioie; le sue necessità parlano direttamente al cuor. Non è difficile comunicare con lui: ogni buona parola gli arriva, ogni dono giunge nelle sue mani. I mezzi di mostrargli il nostro amore ci son dati, e le occasioni ci son fornite. Se, per il nostro egoismo e la nostra freddezza, non siam capaci di portargli amore, molto meno saremo capaci di portare il nostro amore sull'Invisibile, sopra Colui che, gli uomini dimenticano e disprezzano così facilmente, perchè non lo vedono, sopra Colui che è lontano e non ha bisogno dei nostri doni. 21 E questo è il comandamento che abbiam da lui; che chi ama Dio ami anche il suo fratello. Lasciando da parte l'impossibilità morale di separare l'amor pei fratelli dall'amore per Dio, resta pur sempre che l'amor fraterno è un dovere comandato da Dio stesso. Non troviamo nella Scrittura un ordine formulato colle parole stesse dell'apostolo: ma il sommario della legge unisce strettamente l'amor del prossimo all'amor di Dio e Gesù l'ha inculcato ai suoi discepoli come mezzo di glorificare dinanzi al mondo il loro Salvatore (Giovanni cap. 13:34-35 ecc.). AMMAESTRAMENTI 1. Nelle due brevi proposizioni: "Dio è spirito" e "Dio è amore" sono espresse le verità più profonde circa la natura ed il carattere di Dio. Il creato proclama la infinita potenza e sapienza di Dio; la coscienza e la storia proclamano la sua santità e. la sua giustizia; l'Antico T. insegna che l'Eterno è «l'Iddio misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in benignità... che perdona l'iniquità» Esodo cap.34:6; ma la rivelazione piena dell'amore di Dio, di quell'amore ch'è l'essenza della sua natura morale, non è avvenuta che in Cristo. Un grande predicatore francese del vangelo, Adolfo Monod, nelle ultime parole da lui rivolte agli amici raccolti nella sua camera, ebbe a dire, con voce fievole: "Non ho più forza che per occuparmi dell'amor, di Dio. Dio ci ha amati; è questa l'intera dottrina del Vangelo. Amiamo Dio: questa n'è tutta la morale". E raccogliendo le ultime forze per invocare l'amore eterno ed infinito di Dio, pregava così: "O Dio che sei amore, che non ci hai fatto nulla, che non ci fai nulla, che non ci farai giammai nulla se non per amore, come potrei renderti adeguate azioni di grazie... Grazie per il tuo amore che mi ha tanto afflitto, ma che mi ha sostenuto... grazie per il perdono gratuito di tutti i miei falli... grazie per avermi dato un Salvatore... grazie per ogni cosa... «Dall'amore, scrisse un antico teologo, procedono tutte le opere di Dio... Per amore Dio creò ogni cosa nel tempo; per amore mandò il suo Figlio per compier l'opera della redenzione; per amore dà lo Spirito Santo a coloro che lo chiedono, che accende nei cuori dei credenti sentimenti di carità; per amore farà che i beati lo contempleranno a faccia a faccia, nella vita eterna. Egli fa ogni cosa con amore e per amore». «In mezzo alle tenebre di questo mondo di peccato, in mezzo alle afflizioni che piombano sull'umanità... abbiamo la certezza che un Dio d'infinita benevolenza governa ogni cosa; e, pur non potendo conciliare sempre tutti gli eventi con questa dichiarazione, troviamo consolazione nel credere che Dio è amore, aspettando il giorno in cui, con l'universo intero, noi lo vedremo. Ad ogni modo, anche in questo mondo di confusione, di disordine e di tenebre, non mancano le prove della bontà di Dio che conserva la razza ribelle, provvede ai suoi bisogni colla sua provvidenza, le concede giorni di gioia e di felicità, le ha mandato un Salvatore e offre a tutti coloro che si pentono e credono, la vita eterna. Quel che ora pare a noi oscuro può aver per fine il nostro bene; dobbiamo quindi con fiducia rimettere ogni cosa nelle mani del Dio che è amore». 2. L'amore per i nostri fratelli, e in genere per il prossimo, è comandato da Dio 1°Giovanni cap.4:21 al pari dell'amore per Dio; esso è creato da Dio nel cuore poichè ogni amore puro procede cha lui; esso è facilitato dal fatto che il nostro fratello lo vediamo e siamo testimoni dei suoi bisogni e delle sue sofferenze; esso è conforme alla natura di Dio che è amore talchè chi dimora nell'amore dimora in Dio. e riproduce la di lui immagine; esso è in armonia coll'amore che Dio ha manifestato verso noi e verso tutti i peccatori dando il suo Unigenito per essere la propiziazione per i nostri peccati: Esso è quindi inseparabile dall'amore per Dio poichè non è moralmente possibile amar Dio e odiare le creature ch'egli ama e di cui ha fatto i suoi figli. L'uomo che resta freddo mentre il calore dell'amor di Dio lo avvolge d'ogni parte, come potrà sussistere davanti al giudicio del Dio che è amore, davanti a Colui che ha sofferto la morte perchè vivessimo? 3. L'amore perfetto per Dio che ci ha amati il primo, caccia dal cuore la paura del giudicio e riempie il cuore d'inestimabile pace e felicità. Ma, l'amore riconoscente non caccia via il timore filiale del cristiano dinanzi alla infinita grandezza, potenza e santità di Dio. Un siffatto timore chiamato dall'Antico T. il, principio della sapienza, non esclude affatto l'amore, anzi n'è il custode ed il compagno inseparabile come attesta l'esperienza dei figli di Dio di tutti i tempi. "Amate la fratellanza. Temete Iddio" 1°Pietro cap.2:17. "Temete Iddio e dategli gloria" Apocalisse 14:7. "Compiete la vostra salvezza con timore e tremore" Filippesi cap.2:12. Ciò non è contrario al nostro aspirare all'amore perfetto che esclude ogni paura servile e tormentatrice. Cordialmente, Antonio.
 
apungi1950
apungi1950 il 19/03/12 alle 21:12 via WEB
Ciao ... il mio comandamento e questo Amativi gli uni gli altri come io ho Amato voi vi ho chiamato Amici perche vi ho fatto sapere tutto quello.che ho udito dal padre mio.(Gesu)buona settimana cara amica mia e una dolce serata. colma. d'amore divino e gioia nel tuo cuore..ti abbraccio...antonio
 
apungi1950
apungi1950 il 20/03/12 alle 14:51 via WEB
Ciao ...Momenti di autentica felicità possono scaturire soltanto dal cuore. Se vuoi essere felice ascolta il tuo cuore, perchè esso racchiude tutte le risposte che cerchi.. gioioso pomeriggio.. cara amica mia con il tuo cuore colmo di luce e d'amore..ti abbraccio ..antonio
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 24/03/12 alle 23:55 via WEB
Amico caro alle volte i momenti di pura felicità nascono dalle cose più piccole e semplici come quella del sorriso di un bambino che ti guarda con gli occhi innocenti e ti fà immergere in un mondo pure e innocente toccandoti l'anima e unendoti alle mersviglie del creato .Il mondo oscuro che ci circonda non esiste più e in quel innocenza tu tocchi Dio buona domenica amico mio . soleincielo83
 
davide.lee
davide.lee il 20/03/12 alle 20:48 via WEB
nel cuore della nostra anima gesù sta sempre.....vedendo una chiesa o una croce il richiamo di noi credenti è e sarà sempre forte.............mia cara anche se il periodo per me è duro causa problemi in famiglia mia cara ti lascio il mio saluto e ti auguro una buona settimana di cuore......sentirti è la più bella delle cose......superkiss di cuore ovunque tu sia....davide
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 25/03/12 alle 00:05 via WEB
Caro amico mio quanta tristezza mi hanno recato le tue parole anche perchè in questo periodo un lavoro molto estenuante mi ha tolto la possibilità di essere più presente nel mio blog ,è un momento oscuro per tutti e pieno di difficoltà,ma dobbiamo avere fede e abbandonarci alla testimonianza di un uomo che ce l'ha fatta a superare tutto per amore nostro e del Padre. In Lui Davide non siamo più uomini comuni ma siamo cristiani i "giganti della Croce"la nostra forza è l'unità che ci lega.iL MIO SPIRITO E LA MIA AMICIZIA TI RAGGIUNGA OVUNQUE TU SIA E TI POSSA DARE QUEL CONFORTO CHE SENTO CHE TU HAI BISOGNO IN QUESTO MOMENTO, DOVE LA SOLITUDINE LO SCORAGGIAMENTO E IL BISOGNO DI AFFETTO FANNO PARTE DELLE TUE GIORNATE.Un lungo kisss kisss kisss al mio caro amico soleincielo
 
champions_3
champions_3 il 21/03/12 alle 18:07 via WEB
QUARESIMA DI CRISTO GESU'. 1°Capo 1° ANALISI. 1. La tentazione nel deserto. Gesù entrò nel ministerio dopo aver ricevuto il battesimo dello Spirito Santo, battesimo ricevuto quando S.Giovan battista battezzò nel fiume Giordano. Conveniva che, come «secondo Adamo» venuto per porre rimedio alla rovina cagionata dal primo Adamo, egli incontrasse il principe delle tenebre, al principio del suo ministerio, nello stesso modo in cui l'aveva incontrato il primo Adamo, al principio della sua carriera di prova, come rappresentante di tutta la sua posterità. Perciò questo capitolo ci narra l'assalto dato da Satana al Figliuolo dell'uomo nel deserto. Egli è scritto espressamente per nostra norma ed istruzione che Gesù non si gettò di proprio impulso nella via della tentazione, ma fu condotto dallo Spirito nel deserto Sebbene dalla narrazione di S.Matteo sembri risultare che le tentazioni cominciassero dopo i quaranta giorni di digiuno, da quì il significato di Quaresima, pure, secondo gli altri apostoli derl vangelo, è chiaro che il Salvatore fu assalito da Satana per tutto il tempo del suo soggiorno nel deserto, e che le tentazioni narrate in questi versetti furono le ultime e le più formidabili S.Matteo cap.1:1-11. 2. Gesù comincia il suo ministero in Galilea, al quale Matteo come Marco e Luca, passa subito, omettendo la seconda visita di Gesù a S.Giovanni Battista sulle sponde del Giordano, la testimonianza resa da questi al Salvatore come all'«Agnello di Dio», e la prima Pasqua che Gesù celebrò in Gerusalemme dopo il principio del suo ministerio Giovanni cap.1:29-54;cap.2:13, ecc. S.Matteo ci fa osservare che Cristo scelse Capernaum per suo soggiorno durante il tempo del suo ministerio, affine di compiere un'antica profezia; mentre S.Luca cap.4:28-29, considera quella circostanza come conseguenza delle minacce degli abitanti di Nazaret S.Matteo Cap.4:12-16. 3. Simon Pietro ed Andrea suo fratello sono chiamati da Cristo, mentre stanno pescando nel lago di Galilea; essi sono invitati a lasciare le loro reti per divenire «pescatori d'uomini», seguitando Gesù. Si deve distinguere quest'appello dalla loro prima vocazione alla fede in Gesù Cristo Giovanni 1:35-42. Similmente sono chiamati i figli di Zebedeo Matteo 4:18-22. 4. Cristo attira l'attenzione delle moltitudini predicando il regno dei cieli, ed operando guarigioni miracolose, talché la sua fama percorre non soltanto la Giudea e la Galilea, ma anche la Siria Matteo 4:23-25. Matteo 4:1-11. GESÙ TENTATO NEL DESERTO Marco 1:12-13; Luca 4:1-13 1. Allora Gesù fu condotto Secondo Marco ciò accadde subito dopo il battesimo. Egli passò ad un tratto dall'apice degli onori, all'umiliazione la più profonda. Marco, invece della parola «condotto», adopra un vocabolo più energico, cioè «spinto» che indica l'influenza potente esercitata sopra Gesù da un agente esterno, dallo Spirito «Spirito» non significa qui né l'intelligenza umana di Cristo, né uno spirito maligno, ma quello Spirito poc'anzi disceso su di lui. Questa tentazione era nel piano di Dio, perché Gesù fu guidato in tutto dallo Spirito Santo, l'azione del quale fu così evidente nel suo concepimento ed al suo battesimo. su nel deserto, dalla bassa valle del Giordano. Un monte arido ed incolto, chiamato oggigiorno «Quarantana», viene mostrato ai pellegrini che annualmente visitano le rive del Giordano, come il luogo ove fu tentato il Salvatore; ma cotesta tradizione dei frati di Terra Santa è inverosimile, poiché la città di Gerico, di cui si vedono ancora la rovine, era alla base di quel monte, ed il deserto ove Gesù fu esposto alle fiere S.Marco cap.1:13, non poteva essere vicino ad una città tanto popolosa. È probabile che si tratti del deserto di Giudea situato fra Enghedi, Tekoa, Maon e l'estremità meridionale del mar Morto, contrada solitaria ove si vuole che si menasse annualmente il becco per Azazel Levitico cap. 16:10. per esser tentato dal diavolo. Cioè dall'avversario, dal calunniatore, dal nemico dell'umanità. Questi è veramente una persona, e non, come alcuni pretendono, una semplice influenza morale. Viene chiamato il serpente antico Apocalisse cap. 12:9, Satana Giobbe cap.1:6-12, Beelzebub S.Matteo cap.12:24, il Principe della podestà dell'aria Efesini cap.2:2. Egli è il capo delle legioni degli angeli caduti, e degli spiriti maligni dell'inferno Matteo cap.25:41; Apocalisse cap.12:9;cap.20:10. Egli tenta gli uomini ed opera nei figlioli della disubbidienza Efesini cap.2:2. Gesù fu tentato. Ciò non significa che egli fosse attratto ed adescato dalle proprie concupiscenze come un altro uomo; bensì ch'egli fu messo alla prova, ed assalito colla massima astuzia dall'avversario, per indurlo a peccare. La tentazione del Salvatore era necessaria affinché egli potesse sovvenire «a coloro che sono tentati». Il primo Adamo, essendo tentato, cadde; ma il secondo Adamo entrò per volere divino, nell'arena delle tentazioni, per dimostrare la sua fermezza e la sua superiorità sul primo. «In ogni cosa egli è stato tentato come noi, però senza peccato» Ebrei cap.2:18;cap.4:15. La possibilità d'esser tentato non è in contraddizione colla sua impeccabilità, e la Scrittura la dichiara indispensabile al suo ufficio, e specialmente alla vera simpatia che deve esistere fra lui ed il suo popolo tentato. PASSI PARALLELI Marco 1:12,13-15; Luca 4:1-13; Romani 8:14 1°Re 18:12; 2°Re 2:16; profeta Ezechiele cap.3:12,14; cap.8:3; 11:1,24;cap. 40:2; 43:5; Atti cap. 8:39 Genesi 3:15; Giovanni 14:30; Ebrei cap.2:18; cap.4:15-16 2 2. E dopo che ebbe digiunato quaranta giorni, e quaranta notti alla fine ebbe fame. Non si tratta del digiuno secondo l'usanza che, proibisce la carne degli animali, e permette di stuzzicare l'appetito con pesci ed altri cibi squisitamente conditi; non del digiuno maomettano, che si osserva di giorno, ed è seguito da orge notturne; non di mezze giornate di Astinenza interrotte da buoni pasti, come quello degli Ebrei moderni bensì di una totale astinenza da ogni cibo per un mese e dieci giorni. Il fatto dovuto all'intensità della meditazione e della preghiera, ha del miracoloso, e il provare d'imitare, come fanno i Romani durante la quaresima, è una vana presunzione, per non dire un'empietà. Il Nuovo Testamento, è vero, parla in modo lodevole del digiuno volontario fatto nella persuasione che, coll'aiuto dello Spirito Santo, esso possa tendere a frenare, o a rimuovere ciò che impedisce il nostro progresso nella grazia; ma i digiuni imposti periodicamente dalle autorità umane non trovano appoggio nel Nuovo Testamento. Si faccia eccezione in casi di pericolo imminente, per guerre, per epidemie, o altre pubbliche calamità. In tali circostanze il Governo inviti i suoi sudditi, ovvero la Chiesa di Cristo inviti i suoi membri a celebrare un giorno di digiuno e di preghiera onde Iddio allontani il flagello. Nel tempo dei Profeti fu fatto grande abuso del digiuno, così pure ai giorni di nostro Signore, dai Farisei, ed ai nostri dì da molti. L'eccesso dei digiuni è pericoloso in quanto che indebolisce soverchiamente le forze del corpo, fa considerare come merito o virtù la semplice privazione di cibi, ed induce a confondere un'esterna mortificazione coll'interna umiliazione dinanzi a Dio. PASSI PARALLELI Esodo 24:18; 34:28; Deuteronomio cap. 9:9,18,25; cap.18:18; 1°Re cap.19:8; Luca cap.4:2 Matteo 21:18; Marco 11:12; Giovanni 4:6; Ebrei 2:14-17 3 3. E il tentatore, accostatosi, disse: L'opinione che il tentatore qui menzionato sia soltanto una personificazione dei pensieri e delle disposizioni di Gesù è altrettanto empia quanto assurda. La supposizione che quel tentatore fosse un uomo, sia il Sommo Sacerdote, sia un membro del Sinedrio, od anche uno degli emissari da quelli mandati a Giovanni Battista Giovanni cap.1:19, se pur poté mai esser fatta sul serio, è stata da lungo tempo confutata. Non ci è rivelato sotto qual forma Satana apparisse a Gesù, e sarebbe vana speculazione indagarlo. Se tu sei Figliolo di Dio, di' che queste pietre divengano pani. Non abbiamo motivi di dubitare che Satana conoscesse perfettamente Colui ch'egli tentava e la sua perfetta divinità, avendo senza dubbio udito la voce divina che diceva: «Questo è il mio diletto Figiuolo». Egli finge però il dubbio di tal riguardo col fine di spingere Gesù ad uscire dalle condizioni normali della vita umana in cui era entrato per compiere la salvazione nostra. Valendosi della fame, e della conseguente debolezza del corpo di Gesù, gli domandò in tono di meraviglia: «Com'è egli possibile che tu sia lasciato privo di nutrimento durante quaranta giorni? Orsù! se tu sei veramente Figliuol di Dio, comanda a queste pietre «questa pietra», S.Luca 4:3, che divengano pani!» Così Satana insinuava astutamente che, se Gesù non operava il miracolo, egli avrebbe buone ragioni di dubitare di ciò che si era detto di lui. La tentazione consisteva nell'insinuare nel cuore di Gesù, in un bisogno stringente, la sfiducia nella provvidenza di Dio che lo abbandonava alla fame, e nell'indurlo a rimediare al suo stato con un miracolo fatto per ordine di Satana. PASSI PARALLELI Giobbe cap. 1:9-12; cap.2:4-7; S.Luca cap.22:31-32; 1°Tessalonicesi cap.3:5; Apocalisse cap.2:10; cap.12:9-11 Matteo 3:17; Luca 4:3,9 Genesi cap. 3:1-5; cap.25:29-34; Esodo cap.16:3; Numeri cap.11:4-6; Salmo cap. 78:17-20; Ebrei cap.12:16 4 4. Ma egli, rispondendo, disse: Sta scritto: Gesù, dalla sua mente, in cui erano «nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza» avrebbe facilmente potuto trarre una parola, non ancora scritta, per confondere il tentatore. Ma egli risponde colla parola di Dio, onorandola in tal modo come Guida infallibile perché ISPIRATA, ed insegnandoci a seguire il suo esempio glorioso nelle nostre tentazioni. Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma d'ogni parola che procede dalla bocca di Dio. Egli cita in Deuteronomio cap. 8:3. Nessun passo dell'Antico Testamento era più confacente allo scopo di Gesù, perché Mosè, in quello, allude alla manna mandata da Dio agl'Israeliti nel deserto, allorché erano privi del consueto nutrimento. Evidentemente si potrebbe trarre da questo verso l'insegnamento, che siccome esiste nella nostra natura una parte spirituale ed una materiale, così non dobbiamo accontentarci dell'abbondanza dei beni temporali, ma piuttosto ricercare diligentemente «il pane della vita» Giovanni cap.6:35, per le anime nostre, se vogliamo godere dell'eterna felicità. Però osserviamo che nel passo citato da Gesù, non si stabilisce un contrasto fra il nutrimento materiale e lo spirituale, il che non sarebbe punto in rapporto con questa tentazione, ma fra il nutrimento consueto rappresentato dal pane, e qualunque altro nutrimento da Dio prescritto o comandato in via eccezionale, come per esempio la manna. Egli è evidente che Gesù, applicando quel passo al proprio caso, intendeva dire che Egli, operando il miracolo richiesto, sarebbe stato colpevole del medesimo peccato in cui cadde così spesso Israele, allorché dubitò che Dio volesse o potesse soccorrerlo. Ecco il senso della sua risposta» «Non si tratta qui del potere del Figliuolo di Dio, ma del dovere dell'uomo che si trova nel bisogno. Israele fu mantenuto nel deserto per quaranta lunghi anni dipendendo interamente dalla parola di Dio, per dimostrare che la sicurezza della vita degli uomini si fonda unicamente su quello che la bocca dell'Eterno IDDIO avrà ordinato. E siccome la condizione degli Israeliti nel deserto non giustificò le frequenti mormorazioni della loro incredulità, così la mia posizione non mi dà il diritto di esercitare il potere del Figliuolo di Dio, afferrando per disperazione un soccorso illecito. Come uomo dunque io aspetto il divino aiuto, né dubito che giungerà al momento opportuno». PASSI PARALLELI Matteo 4:7,10; Luca 4:4,8,12; Romani 15:4; Efesini 6:17 Deuteronomio 8:3; Luca 4:4 Matteo cap.14:16-21; Esodo cap. 16:8,15,35; cap. 23:15; 1°Re 17:12-16; 2°Re cap.4:42-44;cap. 7:1-2 Aggeo cap.2:16-19; Prefeta Malachia cap.3:9-11; Marco 6:38-44; 8:4-9; Giovanni cap. 6:5-15,cap.31-59,63 5 5. Allora il diavolo lo menò seco nella santa città. Secondo S.Luca 4:9, questa tentazione sarebbe la terza. I discepoli hanno dovuto ricevere le informazioni loro sul dramma morale della tentazione da Gesù stesso. L'ordine delle tentazioni non aveva ai loro occhi la stessa importanza della sostanza. Pure siamo disposti a credere che le tentazioni si succedevano nell'ordine in cui le riferisce Matteo per le seguenti ragioni, cioè: che la risposta finale al verso di Matteo 4:10 non sarebbe, in caso diverso, al suo posto; che questa tentazione Matteo 4:5 mira a spingere Gesù ad abusare della salda fiducia nella Provvidenza da lui poc'anzi mostrata; finalmente, che Luca, adoperando la congiunzione e, non asserisce niente relativamente all'ordine delle tentazioni, mentre Matteo, adoperando allora, e di nuovo, sembra volerlo indicare. Gerusalemme era chiamata «la santa città» perché sede della teocrazia, «città del gran re» Salmo 48:2, e dimora della Scechina, ossia della nuvola risplendente che era il simbolo della divina presenza. e lo pose sul pinnacolo del tempio. Forse il più alto comignolo del tempio ornato di frecce dorate, chiamato il Flavio, Antiq. 5:5,6; ma più probabilmente un'immensa torre sul portico reale di Erode, sospesa sulla sponda scoscesa del burrone del Chedron. Secondo lo storico Flavio Antiq. 15:11,5, non si poteva dalla sommità di questa torre, che aveva circa 700 piedi di altezza sopra la valle, contemplarne il fondo senza vertigine. Il modo in cui Satana trasportò Cristo Gesù non ci è rivelato; ma siccome è evidente che il Figliuolo di Dio permise a Satana di esercitare un certo potere sopra di lui, onde avesse ogni vantaggio, non vediamo come sia assurdo l'ammettere che Gesù fosse trasportato in un modo straordinario dal deserto a Gerusalemme. Abbiamo un esempio del potere che l'Onnipotente permette a Satana di esercitare, per provare la fede del suo popolo, nella storia di Giobbe cap.1:1-22. È uno di quei misteri che non si approfondiscono; diciamo soltanto che il tentatore doveva esaurire il suo potere nel tendere lacci al Salvatore, e rimanerne vinto. La tentazione alla quale egli ricorre ora è l'opposto della prima. Quella tendeva a far nascere la sfiducia; questa la presunzione, ossia una fiducia temeraria nella protezione divina in e circostanze in cui essa non è promessa. PASSI PARALLELI Luca 4:9; Giovanni 19:11 Matteo 27:53; Nehemia 11:1; Profeta Isaia cap.48:2; cap.52:1; Daniele cap.9:16; Apocalisse cap.11:2 2°Cronache cap.3:4 6 6. E gli disse: Se fu sei Figliuol di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: Egli darà ordine a' suoi angeli intorno a te; ed essi ti porteranno sulle loro mani, che talora tu non urti col piede contro una pietra. La prima risposta del Signore aveva preso Satana alla sprovvista; egli non aspettava una risposta scritturale; alla sua volta egli cita un passo della Scrittura, persuaso che, con una tale precauzione, il colpo non cadrà a vuoto. Un antico scrittore esclama: «Che vedo io? Satana stesso colla Bibbia in mano, ed un testo sulle labbra!» Egli cita i versetti Salmo 91:11-12 che hanno l'unico scopo di fortificare la sicurezza di coloro che confidano in Dio, anche quando sono nella sventura. È un argomento a fortiori. Se Iddio prende cura del suo popolo, molto più prenderà egli cura del suo unigenito Figliuolo. La parola «angeli», usata al plurale, non indica che ogni fedele abbia un angelo custode per proteggerlo, ma che gli angeli collettivamente sono strumenti attivi della provvidenza di Dio, «spiriti amministratori» per il bene del suo popolo Ebrei 1:14. PASSI PARALLELI Matteo 5:4; 2°Corinzi 11:14 Salmo 91:11-12; Luca 4:9-12; Ebrei 1:14 Giobbe cap.1:10; cap.5:23; Salmo cap.34:7,20 7 7. Gesù gli disse: Egli è altresì scritto: Non tentare il Signore Iddio tuo. Gesù oppone di nuovo alla tentazione «l'elmo della salute, e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio» Efesini 6:17. Il versetto che cita si trova in Deuteronomio cap.6:16; e per la seconda volta dacché Satana, caduto dalle dimore celesti, cominciò la sua carriera di tentatore, egli resta vinto, né può replicare parola. «È vero», sembra dire il Salvatore, che «sta scritto come tu dici, ed io confido pienamente nella promessa, ma non dimentico per questo un'altra parola divina: «Non tentare il Signore Iddio tuo». Il Padre mio mi garantisce aiuto e protezione nei pericoli; devo io perciò crearmene apposta, onde mettere scetticamente la fedeltà di Dio alla prova, o chiederne presuntuosamente una dimostrazione? Io tenterei così il Signore Iddio; ed essendomi ciò espressamente proibito, non avrei più diritto alla sua protezione. Non voglio dunque tentare il Signore, né lasciarmi adescare dalle tue audaci insinuazioni». PASSI PARALLELI Matteo cap.5:4,10; cap.21:16,42; cap.22:31-32; Prefeta Isaia cap.8:20 Esodo 17:2,7; Numeri 14:22; Deuteronomio 6:16; Salmo cap.78:18,41,56; cap.95:9; cap.106:14; prefeta Malachia cap. 3:15 Atti 5:9; 1°Corinzi 10:9; Ebrei 3:9 8 8. Di nuovo il diavolo lo menò seco sopra un monte altissimo, Non esiste un monte dal quale sì possano contemplare «tutti i regni del mondo», ma la estesa veduta che si gode da un'alta vetta ha potuto favorire la visione tentatrice e gli mostrò tutti i regni del mondo, e la loro gloria. S.Luca 4:5, aggiunge «in un momento di tempo», ciò che indica chiaramente il carattere soprannaturale di questa esibizione. Voler restringere «il mondo» alla Palestina, o all'impero romano, è un cavillo. Sembra evidente che il nostro Signore avesse realmente il mondo intero dinanzi agli occhi. Dobbiamo dunque dedurre dall'espressione «in un momento di tempo», che fu permesso al tentatore di estendere istantaneamente, in un modo soprannaturale, quella visione non solo, ma anche di renderla splendida e gloriosa, ciò che non è incompatibile coll'analogia delle asserzioni bibliche relative alle operazioni che a Satana sono permesse. Rammentiamo le scene incantate prodotte dal miraggio, che per illusione ottica fa spesso comparire davanti al viaggiatore, nelle contrade deserte, laghi, alberi, città, ecc. Aggiungiamovi le descrizioni di Satana, principe di «questo mondo»; «principe della potenza dell'aria»; «bugiardo sin dal principio», che inganna gli uomini «con ogni inganno d'iniquità»; e propaga il sistema dell'Anticristo, suo capolavoro in questo mondo, «con ogni potenza e prodigi e miracoli di menzogna», rammentiamoci tutto questo, e non ci riuscirà difficile il credere che, per momentanea ottica illusione, o maligno inganno, Satana avesse potuto far balenare alla vista di Gesù il panorama dei regni di questo mondo, con ogni loro allettamento e gloria PASSI PARALLELI Matteo 5:5; Luca 4:5-7 Matteo 16:26; Ester cap. 1:4; cap.5:11; Salmo cap.49:16-17; Daniele cap.4:30; Ebreicap. 11:24-26; 1°Pietro cap.1:24 1°Giovanni 2:15-16; Apocalisse 11:15 9 9. E gli disse: Tutte queste cose io te le darò, Vinto nel precedenti tentativi, Satana getta ora la maschera, e spera di risvegliare in lui tal cupidigia ed ambizione da farlo facilmente cadere nel peccato. Mette in mostra l'esca, e gli offre tutti i regni della terra con tutto quello che può renderli desiderabili, cioè: potenza, godimenti ricchezze ed onori. «io te le darò!» Il diritto che Satana si attribuisce in queste parole è con più energia esposto in Luca 4:6: «poiché ella la podestà, mi è stata data in mano». Non era questa una pura invenzione; Satana asseriva un fatto, vero almeno in parte, e stabilito da frequenti passi della parola di Dio, ove Satana è chiamato il principe o l'Iddio di questo mondo Giovanni cap.12:31;cap.14:30;cap.16:11;2°Corinzi cap.4:4. Quanto si estenda questo potere, come possa essere esercitato, e come represso, sono questioni difficili a risolvere; ma tal difficoltà non annulla il fatto medesimo, rivelato qui ed altrove colla massima chiarezza. In questo caso, per raggiungere i suoi fini, Satana offrì al Signore quella stessa supremazia che l'Onnipotente gli permette di esercitare nel mondo. se, prostrandoti, tu mi adori. La condizione annessa all'offerta seducente sarebbe, secondo alcuni, un'adorazione religiosa, cioè l'idolatria o piuttosto il culto del demonio Levitico cap.17:7; Deuteronomio cap.32:17;2°Cronache cap.11:15; Salmo cap.106:37;1°Corinzi cap. 10:20; Apocalisse cap.9:20; secondo altri, Satana avrebbe chiesto solo un omaggio civile, una ricognizione della sua sovranità. Ma l'uno e l'altro di questi atti sono in questo caso coincidenti, se non identici; perché nessuno può riconoscere il diavolo come suo sovrano senza farne il suo dio. Il prostrarsi innanzi a lui era un segno esterno dell'omaggio che Satana richiedeva. Osservate ch'egli non cita qui la Scrittura, perché non può trovarvi un passo per appoggiare l'empia sua pretensione. Il tentatore ha cessato di insinuarsi colla maschera della pietà, e si presenta, senza vergogna, come rivale di Dio stesso. Al Messia era promesso il regno sulle nazioni Salmo cap.2 ecc. ma doveva giungere al trono per una via ben diversa da quella additata da Satana. PASSI PARALLELI Matteo 26:15; Giovanni 13:3 1°Samuele cap.2:7-8; Salmo cap.72:11;cap. 113:7-8; Proverbi cap.8:15; profeta Geremia cap.27:5-6; Daniele cap.2:37-38; cap.4:32 Daniele cap.5:18-19,cap.26-28; Giovanni cap. 12:31;cap. 14:30; cap.16:11; Apocalisse cap.19:16 1°Corinzi 10:20-21; 2°Corinzi 4:4; 1°Timoteo 3:6; Apocalisse cap.19:10; cap.22:8-9 10 10. Allora Gesù gli disse: Va', Satana; significa: «Via! Lungi da me!» Siccome le tentazioni di Satana avevano raggiunto il loro punto culminante nel verso precedente, così in questo la resistenza del Signore ci si presenta più valida che mai, ed ottiene la vittoria finale. Gesù non aveva finora chiamato per nome il tentatore benché sapesse chi egli era; ma ora, che questi svela il suo scopo invitandolo ad adorarlo, il Figliuolo di Dio lo chiama per nome, e lo caccia dalla sua presenza con orrore e disgusto; sentimenti ch'egli prova non solo per la sua persona, ma per l'empia audacia da lui dimostrata nell'ultima tentazione, perché sta scritto: Non contento di smascherarlo e di respingerlo, il Salvatore Gesu' oppone di bel nuovo la Scrittura alle vili insinuazioni di Satana, e si appoggia per la terza volta sopra un passo del Pentateuco, come per onorare anticipatamente il libro che doveva particolarmente esser preso di mira dalla critica moderna. Quel passo si trova nel Deuteronomio cap.6:13, ed è citato secondo la versione dei traduttori dei 70. Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto. PASSI PARALLELI Matteo 16:23; Giacomo 4:7; 1°Pietro 5:9 1°Cronache 21:1; Giobbe 1:6,12; 2:1; Salmo 109:6; Zaccaria 3:1-2 Deuteronomio Cap. 6:13-14;cap. 10:20; Giosuè 24:14; 1°Samuele 7:3; Luca 4:8 11 11. Allora il diavolo lo lasciò; Grandi devono essere stati lo stupore e la rabbia di Satana. Era questa la prima volta, dopo la caduta dell'uomo, ch'egli aveva subito una completa sconfitta! Egli aveva assalito colle sue tentazioni e soggiogato ogni creatura umana. Venuto nel deserto per far cadere il secondo Adamo, come aveva fatto cadere il primo nell'Eden, si avvide che i suoi dardi migliori erano vani; essi andavano a spuntarsi contro lo scudo della fede che copriva il braccio del Salvatore! Satana si ritirò battuto e disarmato. Il linguaggio di Luca 4:13; «finita ogni sorta di tentazione», indica chiaramente che Satana aveva esaurito ogni mezzo di tentazione. Ciò nonostante egli non rinunziò al suo disegno, ma si ritirò momentaneamente, aspettando tempi più propizi Vedi S.Giovanni 14:30; S.Luca 22:53. ed ecco, degli angeli vennero a lui. Ci viene detto degli angeli che sono «possenti di forza, ministri del Signore, che fanno ciò che gli piace» Salmo 103:20-21. Essi non potevano aspirare ad onore più alto che quello di servire il loro Signore allorquando, velando la sua gloria sotto l'umile natura ch'egli aveva rivestita, si trovava affamato nel deserto. e gli servivano. significa servire, specialmente porgere nutrimento Marco 1:31, e senza dubbio tale era il principale oggetto dei servizi resi dagli angeli a Gesù, dopo il suo lungo digiuno di quaranta giorni. Dopo aver ricusato di ricorrere al loro aiuto in modo illegittimo, come ve lo spronava Satana, con quale gioia avrà egli accettato, alla fine della tentazione, i servigi non richiesti, ch'essi gli rendevano per ordine del Padre, ch'egli aveva così gloriosamente onorato! Lo scrittore degli atti degli Apostoli conferma anch'egli che, prima che Gesù fosse elevato in cielo si presentò ancora facendosi vedere ai suoi fedeli per quaranta giorni. Atti degli Apostoli cap.1 verso 3. Completando cosi doppiamente la quaresima della sua missione! A Cristo la lode e la gloria per tutti i secoli,Amen! Cordialmente,Antonio.
 
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Se ti fermi a guardare IL FINITO, L’IMPERFETTO, SE TI FERMI A RACCOGLIERE IL DOLORE, SE TI FERMI A PARLARE CON IL DOLORE, ESSO APRIRA’ DAVANTI A TE SOLO UNO SPAZIO DOVE LE OMBRE SI MUOVONO e l’ombra rappresenta l’incognita;  ma se ti fermi a raccogliere il Mio pensiero, se ti fermi a parlare con l’amore che esso possiede, queste ombre si dileguano e sentirai il mio calore avvolgerti, accarezzare la tua anima.

 

Ecco, questo è l’uomo perfetto che IO desidero, l’uomo che innanzi tutto si è saputo vedere e riconoscere lontano da ME, ma che ha fatto di tutto, per accorciare le distanze, fino a sentire il calore del mio amore, invaderlo e accoglierlo. La vostra paura nasce dall’incertezza e l’incertezza porta l’uomo a condurre sentieri sbagliati: la paura si combatte con la fiducia e l’incertezza con la convinzione che IO posso essere quella mano che vi può condurre oltre il vostro buio, oltre ogni vostra fragilità.

 

“Nella preghiera del Padre Nostro si recita: non ci indurre in tentazione. Questa frase che Io ho inserito significa una cosa sola: non che DIO ci induca alla tentazione, ma ho voluto insegnare che vi deve essere un rapporto tra Padre e Figlio molto stretto, dove il figlio chiede al Padre di non lasciarlo solo nella prova, di non lasciarlo solo quando il male viene a tentarlo e vuole separare il suo cuore dal suo”

 

L’uomo cammina su sentieri tortuosi, ma non si accorge che il mio sguardo è sempre poggiato sul suo capo e che quando IO sembro lontano, in realtà, sono più vicino che mai.

 

Non dimenticare che il grano e gramigna crescono insieme, sotto lo stesso sole, sulla stessa terra, ma poi viene il tempo della separazione, affinché l’erba cattiva non soffochi l’erba buona, perché ricorda, che mai il tuo Dio abbandona l’uomo giusto, mai il tuo Dio può lasciare il suo uomo nella tempesta, ma la mia mano, per amore del giusto si alza e ordina ai venti di placarsi e al sole di tornare a risplendere.

 

 

“Guarire i cuori affrantisignifica: portare consolazione a tutti gli uomini, aiuto e lo spirito di verità affinché la loro fede e la loro fiducia in Dio cresca ed  si possa  istaurare il regno promesso da Dio per l’uomo.

 

 

Il giusto non è solo colui che compie la volontà del Padre,

 il giusto non è solo colui che opera per mezzo della fede,

 il giusto è colui che cammina ancora, dopo tanto tempo e tanta fatica,

 per amore, con coraggio e forza, perché questa forza non appartiene alle vostre membra,

ma mi viene data in conformità alla vostra volontà.

 

 

 

 

 

Vedete sulla terra possono nascere  bambini che hanno degli handicap,  e tutto ciò è fonte di dolore sia per chi è genitore e per lo stesso  bambino che vive quella vita molto diversa dagli altri,  ma pensate che  l’amore di DIO abbia voluto  che  la sua creatura  possa essere cosi diversa da tanti? Eppure esiste la diversità, esiste la sofferenza e  solo elevandovi dalla terra capirete che quelle creature  sono un dono di DIO, perché portano a chi le accoglie una grazia particolare e la vita su questa terra è solo un piccolo percorso, poi quando essi rientrano  nella dimensione  del cielo, essi   si ritrovano a  vivere ugualmente ad altri,  in una perfezione indicibile, e qui si capiscono le parole del CRISTO: BEATI I POVERI DI SPIRITO, perché sono proprio queste persone  che hanno sofferto che possono dare  una conoscenza in più alle tante anime che  sono qui e hanno avuto una vita  molto diversa.

 

 
 

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